Atti - Audio Bibbia Nuova Diodati - Corso di Discepolato

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Atti

Giovanni
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Introduzione; ascensione di Gesù
1:1  Io ho fatto il primo trattato, o Teofilo, circa tutte le cose che Gesù  prese a fare e ad insegnare, 2 fino al giorno in cui fu portato in  cielo, dopo aver dato dei comandamenti per mezzo dello Spirito Santo  agli apostoli che egli aveva scelto. 3 Ad essi, dopo aver sofferto, si  presentò vivente con molte prove convincenti, facendosi da loro vedere  per quaranta giorni e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. 4  E, ritrovandosi assieme a loro, comandò loro che non si allontanassero  da Gerusalemme, ma che aspettassero la promessa del Padre: «Che, egli  disse, voi avete udito da me. 5 Perché Giovanni battezzò con acqua, ma  voi sarete battezzati con lo Spirito Santo, fra non molti giorni». 6  Così quelli che erano riuniti assieme lo interrogarono, dicendo:  «Signore, è in questo tempo che ristabilirai il regno a Israele?». 7 Ma  egli disse loro: «Non sta a voi di sapere i tempi e i momenti adatti,  che il Padre ha stabilito di sua propria autorità. 8 Ma voi riceverete  potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni  in Gerusalemme e in tutta la Giudea, in Samaria e fino all'estremità  della terra». 9 Dette queste cose, mentre essi guardavano, fu sollevato  in alto; e una nuvola lo accolse e lo sottrasse dai loro occhi. 10 Come  essi avevano gli occhi fissi in cielo, mentre egli se ne andava, ecco  due uomini in bianche vesti si presentarono loro, 11 e dissero: «Uomini  Galilei, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che è  stato portato in cielo di mezzo a voi, ritornerà nella medesima maniera  in cui lo avete visto andare in cielo». 12 Allora essi ritornarono a  Gerusalemme, dal monte chiamato dell'Uliveto, che è vicino a Gerusalemme  quanto un cammin di sabato. 13 Rientrati in città, salirono nella sala  di sopra, dove si trattenevano Pietro e Giacomo, Giovanni e Andrea,  Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo d'Alfeo e Simone lo  Zelota, e Giuda di Giacomo. 14 Tutti costoro perseveravano con una sola  mente nella preghiera e supplica con le donne, con Maria, madre di Gesù,  e con i fratelli di lui.

Mattia eletto apostolo al posto di Giuda
15  In quei giorni Pietro, alzatosi in mezzo ai discepoli (or il numero  delle persone riunite era di circa centoventi), disse: 16 «Fratelli, era  necessario che si adempisse questa Scrittura, che lo Spirito Santo  predisse per bocca di Davide riguardo a Giuda, che fu la guida di coloro  che arrestarono Gesù. 17 Perché egli era stato annoverato tra noi e  aveva avuto parte in questo ministero. 18 Egli dunque acquistò un campo  col compenso dell'iniquità e, essendo caduto in avanti, si squarciò in  mezzo, e tutte le sue viscere si sparsero. 19 Questo divenne noto a  tutti gli abitanti di Gerusalemme, cosicché quel campo nel loro proprio  linguaggio è chiamato Akeldama, che vuol dire: "Campo di sangue". 20 È  scritto infatti nel libro dei Salmi: «Divenga la sua abitazione deserta e  non vi sia chi abiti in essa», e: «Un altro prenda il suo ufficio». 21  Bisogna dunque che tra gli uomini che sono stati in nostra compagnia per  tutto il tempo in cui il Signor Gesù è andato e venuto tra noi, 22  cominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui egli fu  portato in cielo da mezzo a noi, uno di questi diventi testimone con noi  della sua risurrezione». 23 Or ne furono presentati due: Giuseppe,  detto Barsaba, che era soprannominato Giusto, e Mattia. 24 E, pregando,  dissero: «Tu, Signore, che conosci i cuori di tutti, mostra quale di  questi due hai scelto, 25 per ricevere la sorte di questo ministero e  apostolato, dal quale Giuda si è sviato per andare al suo luogo». 26  Così tirarono a sorte, e la sorte cadde su Mattia; ed egli fu aggiunto  agli undici apostoli.

La discesa dello Spirito Santo
2:1  Come giunse il giorno della Pentecoste, essi erano tutti riuniti con  una sola mente nello stesso luogo. 2 E all'improvviso venne dal cielo un  suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dove  essi sedevano. 3 E apparvero loro delle lingue come di fuoco che si  dividevano, e andarono a posarsi su ciascuno di loro. 4 Così furono  tutti ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue,  secondo che lo Spirito dava loro di esprimersi. 5 Or a Gerusalemme  dimoravano dei Giudei, uomini pii, da ogni nazione sotto il cielo. 6  Quando si fece quel suono, la folla si radunò e fu confusa, perché  ciascuno di loro li udiva parlare nella sua propria lingua. 7 E tutti  stupivano e si meravigliavano, e si dicevano l'un l'altro: «Ecco, non  sono Galilei tutti questi che parlano? 8 Come mai ciascuno di noi li ode  parlare nella propria lingua natìa? 9 Noi Parti, Medi, Elamiti e  abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e  dell'Asia, 10 della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti  della Libia che è di fronte a Cirene e noi residenti di passaggio da  Roma, Giudei e proseliti, 11 Cretesi ed Arabi, li udiamo parlare delle  grandi cose di Dio nelle nostre lingue!». 12 E tutti stupivano ed erano  perplessi, e si dicevano l'un l'altro: «Che vuol dire questo?». 13 Altri  invece li schernivano e dicevano: «Sono ripieni di vin dolce!».

Discorso di Pietro nel giorno di Pentecoste
14  Ma Pietro si alzò in piedi con gli undici e ad alta voce parlò loro:  «Giudei e voi tutti che abitate in Gerusalemme, vi sia noto questo e  prestate attenzione alle mie parole. 15 Costoro non sono ubriachi, come  voi ritenete, poiché è solo la terza ora del giorno. 16 Ma questo è ciò  che fu detto dal profeta Gioele: 17 "E avverrà negli ultimi giorni, dice  Dio, che spanderò del mio Spirito sopra ogni carne; e i vostri figli e  le vostre figlie profetizzeranno, i vostri giovani avranno delle visioni  e i vostri vecchi sogneranno dei sogni. 18 In quei giorni spanderò del  mio Spirito sopra i miei servi e sopra le mie serve, e profetizzeranno.  19 E farò prodigi su nel cielo e segni giù sulla terra: sangue, fuoco e  vapore di fumo. 20 Il sole sarà mutato in tenebre e la luna in sangue,  prima che venga il grande e glorioso giorno del Signore. 21 E avverrà  che chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato". 22 Uomini  d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù il Nazareno, uomo accreditato  da Dio tra di voi per mezzo di potenti operazioni, prodigi e segni che  Dio fece tra di voi per mezzo di lui, come anche voi sapete, 23 egli,  dico, secondo il determinato consiglio e prescienza di Dio, vi fu dato  nelle mani e voi lo prendeste, e per mani di iniqui lo inchiodaste alla  croce e lo uccideste. 24 Ma Dio lo ha risuscitato, avendolo sciolto  dalle angosce della morte, poiché non era possibile che fosse da essa  trattenuto. 25 Infatti Davide dice di lui: "Io ho avuto del continuo il  Signore davanti a me, perché egli è alla mia destra, affinché io non sia  smosso. 26 Per questo si è rallegrato il cuore mio e ha giubilato la  mia lingua, e anche la mia carne dimorerà nella speranza. 27 Poiché tu  non lascerai l'anima mia nell'Ades e non permetterai che il tuo Santo  veda la corruzione. 28 Tu mi hai fatto conoscere le vie della vita, tu  mi riempirai di gioia alla tua presenza". 29 Fratelli, si può ben  liberamente dire intorno al patriarca Davide che egli morì e fu sepolto;  e il suo sepolcro si trova tra di noi fino al giorno d'oggi. 30 Egli  dunque, essendo profeta, sapeva che Dio gli aveva con giuramento  promesso che dal frutto dei suoi lombi, secondo la carne, avrebbe  suscitato il Cristo per farlo sedere sul suo trono; 31 e, prevedendo le  cose a venire, parlò della risurrezione di Cristo, dicendo che l'anima  sua non sarebbe stata lasciata nell'Ades e che la sua carne non avrebbe  visto la corruzione. 32 Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato; e di questo  noi tutti siamo testimoni. 33 Egli dunque, essendo stato innalzato alla  destra di Dio e avendo ricevuto dal Padre la promessa dello Spirito  Santo, ha sparso quello che ora voi vedete e udite. 34 Poiché Davide non  è salito in cielo, anzi egli stesso dice: "Il Signore ha detto al mio  Signore: Siedi alla mia destra, 35 finché io abbia posto i tuoi nemici  come sgabello dei tuoi piedi". 36 Sappia dunque con certezza tutta la  casa d'Israele che quel Gesù che voi avete crocifisso, Dio lo ha fatto  Signore e Cristo».

I primi convertiti
37  Or essi, udite queste cose, furono compunti nel cuore e chiesero a  Pietro e agli apostoli: «Fratelli, che dobbiamo fare?». 38 Allora Pietro  disse loro: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di  Gesù Cristo per il perdono dei peccati, e voi riceverete il dono dello  Spirito Santo. 39 Poiché la promessa è per voi e per i vostri figli e  per tutti coloro che sono lontani, per quanti il Signore Dio nostro ne  chiamerà». 40 E con molte altre parole li scongiurava e li esortava,  dicendo: «Salvatevi da questa perversa generazione». 41 Quelli dunque  che ricevettero la sua parola lietamente furono battezzati; in quel  giorno furono aggiunte circa tremila persone. 42 Essi erano perseveranti  nel seguire l'insegnamento degli apostoli, nella comunione, nel rompere  il pane e nelle preghiere. 43 Ed erano tutti presi da timore; e molti  segni e miracoli si facevano per mano degli apostoli. 44 Or tutti coloro  che credevano stavano insieme ed avevano ogni cosa in comune. 45 E  vendevano i poderi e i beni e li distribuivano a tutti, secondo il  bisogno di ciascuno. 46 E perseveravano con una sola mente tutti i  giorni nel tempio e rompendo il pane di casa in casa, prendevano il cibo  insieme con gioia e semplicità di cuore, 47 lodando Dio e godendo il  favore di tutto il popolo. E il Signore aggiungeva alla chiesa ogni  giorno coloro che erano salvati.

Lo zoppo guarito; discorso di Pietro nel tempio
3:1  Or Pietro e Giovanni salivano insieme al tempio verso l'ora nona, l'ora  della preghiera. 2 E vi era un uomo zoppo fin dalla nascita, che veniva  ogni giorno portato e deposto presso la porta del tempio, detta Bella,  per chiedere l'elemosina a coloro che entravano nel tempio. 3 Costui,  avendo visto Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio,  chiese loro l'elemosina. 4 Allora Pietro, con Giovanni, fissando gli  occhi su di lui, disse: «Guarda noi». 5 Ed egli li guardava  attentamente, sperando di ricevere qualche cosa da loro. 6 Ma Pietro  disse: «Io non ho né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome  di Gesù Cristo il Nazareno, alzati e cammina!». 7 E, presolo per la  mano destra, lo sollevò; e in quell'istante i suoi piedi e le caviglie  si rafforzarono. 8 E con un balzo si rizzò in piedi e si mise a  camminare; ed entrò con loro nel tempio, camminando, saltando e lodando  Dio. 9 E tutto il popolo lo vide camminare e lodare Dio, 10 e lo  riconobbero per quel tale che sedeva alla porta Bella del tempio a  chiedere l'elemosina; e furono ripieni di sbigottimento e di stupore per  ciò che gli era accaduto. 11 Ora, mentre quello zoppo che era stato  guarito si teneva stretto a Pietro e a Giovanni, tutto il popolo  attònito accorse verso loro al portico, detto di Salomone. 12 E Pietro,  vedendo ciò, parlò al popolo dicendo: «Uomini d'Israele, perché vi  meravigliate di questo? O perché fissate su di noi gli occhi come se per  la nostra propria potenza o pietà avessimo fatto camminare costui? 13  Il Dio di Abrahamo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha  glorificato il suo Figlio Gesù che voi consegnaste nelle mani di Pilato e  rinnegaste davanti a lui, nonostante egli avesse deciso di liberarlo.  14 Ma voi rinnegaste il Santo, il Giusto, e chiedeste che vi fosse dato  un assassino, 15 e uccideste l'autore della vita, che Dio ha risuscitato  dai morti e del quale noi siamo testimoni! 16 E per la fede nel nome di  Gesù, quest'uomo che voi vedete e conoscete è stato fortificato dal suo  nome; e la fede, che si ha per mezzo suo, gli ha dato la completa  guarigione delle membra, in presenza di tutti voi. 17 Ma ora, fratelli,  io so che lo avete fatto per ignoranza, come hanno fatto pure i vostri  capi. 18 Ma Dio ha così adempiuto le cose che egli aveva predetto per  bocca di tutti i suoi profeti, e cioè, che il suo Cristo avrebbe  sofferto. 19 Ravvedetevi dunque e convertitevi, affinché i vostri  peccati siano cancellati, e perché vengano dei tempi di refrigerio dalla  presenza del Signore, 20 ed egli mandi Gesù Cristo che è stato  predicato prima a voi, 21 che il cielo deve ritenere fino ai tempi della  restaurazione di tutte le cose, dei quali Dio ha parlato per bocca di  tutti i suoi santi profeti fin dal principio del mondo. 22 Mosè stesso  infatti disse ai padri: "Il Signore Dio vostro susciterà per voi un  profeta come me in mezzo ai vostri fratelli; ascoltatelo in tutte le  cose che egli vi dirà. 23 E avverrà che chiunque non ascolterà quel  profeta, sarà distrutto tra il popolo". 24 E parimenti tutti i profeti,  tutti quelli che hanno parlato da Samuele in poi; hanno in realtà  annunziato questi giorni. 25 Voi siete i figli dei profeti e del patto  che Dio stabilì con i nostri padri, dicendo ad Abrahamo: "E nella tua  progenie tutte le nazioni della terra saranno benedette". 26 A voi per  primi Dio, dopo aver risuscitato il suo Figlio Gesù, lo ha mandato per  benedirvi, allontanando ciascuno di voi dalle sue iniquità».

Pietro e Giovanni davanti al sinedrio
4:1  Ora, mentre essi parlavano al popolo, i sacerdoti, il comandante del  tempio e i sadducei piombarono su di loro, 2 indignati perché  ammaestravano il popolo e annunziavano in Gesù la risurrezione dai  morti. 3 E misero loro le mani addosso e li gettarono in prigione fino  al giorno seguente, perché era già sera. 4 Or molti di coloro che  avevano udito la parola credettero; e il numero degli uomini raggiunse  circa i cinquemila. 5 Il giorno dopo i capi, gli anziani e gli scribi si  radunarono in Gerusalemme, 6 insieme con Anna, sommo sacerdote, e con  Caiafa, Giovanni, Alessandro e tutti quelli che appartenevano alla  parentela dei sommi sacerdoti. 7 E, fatti comparire là in mezzo Pietro e  Giovanni, domandarono loro: «Con quale potere o in nome di chi avete  fatto questo?». 8 Allora Pietro, ripieno di Spirito Santo, disse loro:  «Capi del popolo e anziani d'Israele, 9 se oggi noi siamo giudicati  intorno ad un beneficio fatto a un uomo infermo, per sapere come egli è  stato guarito, 10 sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele che  ciò è stato fatto nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete  crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti; in virtù di lui compare  davanti a voi quest'uomo completamente guarito. 11 Questi è la pietra  che è stata da voi edificatori rigettata e che è divenuta la testata  d'angolo. 12 E in nessun altro vi è la salvezza, poiché non c'è alcun  altro nome sotto il cielo che sia dato agli uomini, per mezzo del quale  dobbiamo essere salvati». 13 Or essi, vista la franchezza di Pietro e di  Giovanni e avendo capito che erano uomini illetterati e senza  istruzione, si meravigliavano e riconoscevano che erano stati con Gesù.  14 Vedendo poi in piedi accanto a loro l'uomo che era stato guarito, non  potevano dire nulla contro. 15 E, dopo aver comandato loro di uscire  dal sinedrio, si consultarono fra loro, 16 dicendo: «Che faremo a questi  uomini? Perché è noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme che un  evidente miracolo è stato fatto da loro, e noi non lo possiamo negare;  17 ma affinché questo non si divulghi maggiormente fra il popolo,  imponiamo loro con severe minacce di non parlare più a nessun uomo in  questo nome». 18 E, chiamatili, comandarono loro di non parlare affatto,  né di insegnare nel nome di Gesù. 19 Ma Pietro e Giovanni, rispondendo  loro, dissero: «Giudicate voi, se è giusto davanti a Dio ubbidire a voi,  piuttosto che a Dio. 20 Poiché, quanto a noi, non possiamo non parlare  delle cose che abbiamo visto e udito». 21 Ed essi, minacciatili di  nuovo, li lasciarono andare, non trovando alcun modo per poterli punire,  a motivo del popolo, poiché tutti glorificavano Dio per ciò che era  accaduto. 22 Infatti l'uomo, in cui si era prodotta quella guarigione  miracolosa, aveva più di quarant'anni. 23 Quando furono rilasciati,  ritornarono dai loro e riferirono tutte le cose che i capi dei sacerdoti  e gli anziani avevano loro detto. 24 All'udire ciò, alzarono  all'unanimità la voce a Dio e dissero: «Signore, tu sei il Dio che hai  fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi, 25 e  che mediante lo Spirito Santo hai detto, per bocca di Davide tuo servo:  "Perché si sono adirate le genti e i popoli hanno macchinato cose vane?  26 I re della terra si sono sollevati e i principi si sono radunati  insieme contro il Signore e contro il suo Cristo". 27 Poiché proprio  contro il tuo santo Figlio, che tu hai unto, si sono radunati Erode e  Ponzio Pilato con i gentili e il popolo d'Israele, 28 per fare tutte le  cose che la tua mano e il tuo consiglio avevano prestabilito che  avvenissero. 29 Ed ora, Signore, considera le loro minacce e concedi ai  tuoi servi di annunziare la tua parola con ogni franchezza, 30 stendendo  la tua mano per guarire e perché si compiano segni e prodigi nel nome  del tuo santo Figlio Gesù». 31 E, dopo che ebbero pregato, il luogo dove  erano radunati tremò; e furono tutti ripieni di Spirito Santo, e  annunziavano la parola di Dio con franchezza.

Comunanza volontaria di beni fra i primi cristiani; Anania e Saffira
32  E il gran numero di coloro che avevano creduto era di un sol cuore e di  una sola anima; nessuno diceva esser suo quello che aveva, ma tutte le  cose erano in comune fra di loro. 33 E gli apostoli con grande potenza  rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù; e grande  grazia era sopra tutti loro. 34 Infatti non vi era alcun bisognoso fra  di loro, perché tutti coloro che possedevano poderi o case li vendevano e  portavano il ricavato delle cose vendute, 35 e lo deponevano ai piedi  degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno, secondo il suo  particolare bisogno. 36 Or Iose, soprannominato dagli apostoli Barnaba  (che significa: "figlio di consolazione"), levita, originario di Cipro,  37 avendo un campo, lo vendette e portò il ricavato e lo depose ai piedi  degli apostoli.

5:1  Ma un certo uomo, di nome Anania, con sua moglie Saffira, vendette un  podere, 2 e trattenne per sé una parte dell'importo d'accordo con la  moglie, e andò a deporre il resto ai piedi degli apostoli. 3 Ma Pietro  disse: «Anania, perché ha Satana riempito il tuo cuore per farti mentire  allo Spirito Santo e trattenere una parte del prezzo del podere? 4 Se  questo restava invenduto, non rimaneva tuo? E il ricavato della vendita  non era forse a tua disposizione? Perché ti sei messo in cuore questa  cosa? Tu non hai mentito agli uomini, ma a Dio!». 5 All'udire queste  cose, Anania cadde e spirò. E una grande paura venne su tutti coloro che  udirono queste cose. 6 Allora si alzarono alcuni giovani, lo avvolsero,  lo portarono fuori e lo seppellirono. 7 Or circa tre ore più tardi  entrò anche sua moglie, ignara dell'accaduto. 8 E Pietro le rivolse la  parola, dicendo: «Dimmi avete voi venduto il podere per tanto?». Ed ella  rispose: «Sì, per tanto». 9 Allora Pietro le disse: «Perché vi siete  messi d'accordo di tentare lo Spirito del Signore? Ecco, i piedi di  coloro che hanno sepolto tuo marito sono all'uscio e porteranno via  anche te». 10 In quel momento ella cadde ai suoi piedi e spirò. E i  giovani, entrati, la trovarono morta, la portarono via e la seppellirono  accanto a suo marito. 11 Così una grande paura venne su tutta la chiesa  e su tutti coloro che udivano queste cose. 12 Or molti segni e prodigi  erano fatti fra il popolo per le mani degli apostoli. Tutti con una sola  mente si ritrovavano sotto il portico di Salomone. 13 E nessuno degli  altri ardiva unirsi a loro; ma il popolo li magnificava. 14 Così si  aggiungeva al Signore un numero sempre maggiore di credenti, moltitudini  di uomini e donne, 15 tanto che portavano i malati nelle piazze, li  mettevano su letti e giacigli perché, quando Pietro passava, almeno la  sua ombra coprisse qualcuno di loro. 16 Anche la folla delle città  intorno accorreva a Gerusalemme, portando i malati e quelli che erano  tormentati da spiriti immondi, e tutti erano guariti.

Miracolosa liberazoine degli apostoli dal carcere e loro testimonianza al sinedrio; il consiglio di Gamaliele
17  Allora si alzarono il sommo sacerdote e tutti coloro che erano con lui,  cioè la setta dei sadducei, ripieni di invidia, 18 e misero le mani  addosso agli apostoli e li gettarono nella prigione pubblica. 19 Ma un  angelo del Signore di notte aprì le porte della prigione e, condottili  fuori, disse: 20 «Andate, presentatevi nel tempio e annunziate al popolo  tutte le parole di questa vita». 21 Ed essi, udito ciò, entrarono nel  tempio sul far del giorno ed insegnavano. Intanto il sommo sacerdote e  coloro che erano con lui vennero e convocarono il sinedrio e tutti gli  anziani dei figli d'Israele; quindi mandarono le guardie alla prigione  per prelevare gli apostoli. 22 Ma le guardie, giunte alla prigione, non  li trovarono; e, ritornate, fecero il loro rapporto, 23 dicendo: «Noi  abbiamo trovato la prigione ben chiusa con ogni precauzione e le guardie  in piedi davanti alle porte; ma, avendole aperte, non vi abbiamo  trovato dentro nessuno». 24 Ora, come il sommo sacerdote, il comandante  del tempio e i capi dei sacerdoti udirono queste cose, rimasero  perplessi nei loro confronti, non sapendo che cosa significasse tutto  questo. 25 Ma sopraggiunse uno che riferì loro dicendo: «Ecco, quegli  uomini che metteste in prigione sono nel tempio e stanno ammaestrando il  popolo». 26 Allora il comandante del tempio andò con le guardie e li  ricondusse, senza far loro violenza, per paura di essere lapidati dal  popolo. 27 Così essi li portarono e li presentarono davanti al sinedrio;  e il sommo sacerdote li interrogò, 28 dicendo: «Non vi abbiamo  severamente proibito di insegnare in questo nome? Ed ecco, voi avete  riempito Gerusalemme della vostra dottrina e volete far ricadere su di  noi il sangue di quest'uomo». 29 Ma Pietro e gli altri apostoli,  rispondendo, dissero: «Bisogna ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini.  30 Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi uccideste,  appendendolo al legno. 31 Dio lo ha esaltato con la sua destra e lo ha  fatto principe e salvatore per dare ad Israele ravvedimento e perdono  dei peccati. 32 E di queste cose noi gli siamo testimoni, come pure lo  Spirito Santo, che Dio ha dato a coloro che gli ubbidiscono». 33  All'udire queste cose, essi si infuriarono e deliberarono di ucciderli.  34 Ma un certo fariseo, di nome Gamaliele, un dottore della legge  onorato da tutto il popolo, si alzò in piedi nel sinedrio e comandò di  far uscire un momento gli apostoli. 35 Poi disse a quelli del sinedrio:  «Uomini d'Israele, badate bene a ciò che state per fare a questi uomini.  36 Poiché un po' di tempo fa sorse Teuda, che diceva di essere  qualcuno; accanto a lui si raccolsero circa quattrocento uomini; ma egli  fu ucciso, e tutti coloro che l'avevano seguito furono dispersi. 37  Dopo di lui, al tempo del censimento, sorse Giuda il Galileo che  trascinò dietro a sé molta gente; anch'egli perì, e tutti coloro che lo  seguirono furono dispersi. 38 Ora dunque io vi dico state alla larga da  questi uomini e lasciateli stare, perché se questo progetto o  quest'opera è dagli uomini sarà distrutta, 39 ma se è da Dio, voi non la  potete distruggere, perché vi trovereste a combattere contro Dio  stesso!». 40 Ed essi gli diedero ascolto. E, chiamati gli apostoli, li  batterono e comandarono loro di non parlare nel nome di Gesù; poi li  lasciarono andare. 41 Così essi si allontanarono dal sinedrio,  rallegrandosi di essere stati ritenuti degni di essere vituperati per il  nome di Gesù. 42 E ogni giorno, nel tempio e per le case, non cessavano  di insegnare e di annunziare la buona novella: che Gesù è il Cristo.

Istituzione dei diaconi
6:1  Or in quei giorni, moltiplicandosi il numero dei discepoli, sorse un  mormorio da parte degli Ellenisti contro gli Ebrei, perché le loro  vedove venivano trascurate nel servizio di assistenza quotidiana. 2  Allora i dodici, radunato il gran numero dei discepoli, dissero: «Non è  bene che noi, lasciata la parola di Dio, serviamo alle mense. 3 Perciò,  fratelli, cercate fra voi sette uomini, di cui si abbia buona  testimonianza, ripieni di Spirito Santo e di sapienza, a cui noi  affideremo questo compito. 4 Ma noi continueremo a dedicarci alla  preghiera e al ministero della parola». 5 Questa proposta piacque a  tutti i discepoli. Ed elessero Stefano, uomo ripieno di fede e di  Spirito Santo, Filippo, Procoro, Nicanore, Timone, Parmena e Nicola, un  proselito di Antiochia. 6 Li presentarono poi davanti agli apostoli, i  quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani. 7 Intanto la parola di  Dio si diffondeva, e il numero dei discepoli si moltiplicava grandemente  in Gerusalemme; e anche un gran numero di sacerdoti ubbidiva alla fede.

Stefano primo martire di Cristo
8  Or Stefano, ripieno di fede e di potenza, faceva grandi prodigi e segni  fra il popolo. 9 E alcuni della sinagoga, detta dei Liberti, dei  Cirenei, degli Alessandrini e di quelli di Cilicia e d'Asia si alzarono  per disputare con Stefano; 10 ma non potevano resistere alla sapienza e  allo spirito col quale egli parlava. 11 Allora istigarono degli uomini  che dicessero: «Noi lo abbiamo udito pronunciare parole di bestemmia  contro Mosè e contro Dio». 12 Ed eccitarono il popolo, gli anziani e gli  scribi; e, piombatigli addosso, lo trascinarono via e lo condussero  davanti al sinedrio. 13 Poi presentarono dei falsi testimoni che  dicevano: «Quest'uomo non cessa di proferire parole di bestemmia contro  questo santo luogo e contro la legge. 14 Lo abbiamo infatti sentito dire  che questo Gesù, il Nazareno, distruggerà questo luogo e muterà i riti  che Mosè ci ha dato». 15 E tutti quelli che sedevano nel sinedrio,  avendo fissati gli occhi su di lui, videro il suo volto simile al volto  di un angelo.

7:1  Allora il sommo sacerdote gli disse: «Stanno queste cose proprio  così?». 2 Egli disse: «Fratelli e padri, ascoltate. Il Dio della gloria  apparve ad Abrahamo, nostro padre, mentre egli era in Mesopotamia, prima  che abitasse in Carran, 3 e gli disse: "Esci dal tuo paese e dal tuo  parentado e va' nel paese che io ti mostrerò". 4 Allora egli uscì dal  paese dei Caldei e abitò in Carran; di là, dopo che suo padre morì, Dio  lo fece venire in questo paese, nel quale ora voi abitate. 5 E non gli  diede alcuna eredità, neppure lo spazio per posarvi un piede. Ma promise  di darlo in proprietà a lui e alla sua progenie dopo di lui, quand'egli  non aveva ancora alcun figlio. 6 E Dio parlò così: che la sua progenie  dimorerebbe come forestiera in paese straniero, e che là sarebbe tenuta  in schiavitù e maltrattata quattrocento anni. 7 Ma Dio aggiunse: "Io  giudicherò la nazione alla quale avranno servito; e dopo ciò, essi  usciranno e mi serviranno in questo luogo". 8 Poi gli diede il patto  della circoncisione. E così Abrahamo generò Isacco e lo circoncise  nell'ottavo giorno; Isacco generò Giacobbe, e Giacobbe i dodici  patriarchi. 9 I patriarchi, portando invidia a Giuseppe, lo vendettero  perché fosse condotto in Egitto, ma Dio era con lui; 10 e lo liberò da  tutte le sue tribolazioni e gli diede grazia e sapienza davanti al  Faraone, re di Egitto, il quale lo costituì governatore sull'Egitto e su  tutta la sua casa. 11 Or sopravvenne una carestia e una grande calamità  in tutto il paese d'Egitto e di Canaan, e i nostri padri non trovavano  viveri. 12 Ma Giacobbe, saputo che in Egitto c'era del grano, vi mandò  una prima volta i nostri padri. 13 La seconda volta Giuseppe si fece  riconoscere dai suoi fratelli e fu svelata al Faraone la parentela di  Giuseppe. 14 Allora Giuseppe mandò a chiamare suo padre Giacobbe e tutto  il suo parentado, in tutto settantacinque persone. 15 Giacobbe scese in  Egitto, dove morì lui e i nostri padri. 16 Essi furono poi trasportati a  Sichem e posti nel sepolcro, che Abrahamo aveva comprato a prezzo  d'argento dai figli di Emor, padre di Sichem. 17 Ora, mentre si  avvicinava il tempo della promessa che Dio aveva giurata ad Abrahamo, il  popolo crebbe e si moltiplicò in Egitto, 18 finché sorse in Egitto un  altro re che non aveva conosciuto Giuseppe. 19 Questi, usando malizia  contro la nostra stirpe, maltrattò i nostri padri fino a far esporre i  loro bambini, perché non sopravvivessero. 20 In quel tempo nacque Mosè,  ed era bello agli occhi di Dio; egli fu nutrito per tre mesi in casa di  suo padre. 21 E, quando fu esposto, la figlia del Faraone lo raccolse e  lo allevò come suo figlio. 22 Così Mosè fu istruito in tutta la sapienza  degli Egiziani, ed era potente in parole ed opere. 23 Ma, quando giunse  all'età di quarant'anni, gli venne in cuore di andare a visitare i suoi  fratelli: i figli d'Israele. 24 E, vedendone uno che subiva un torto,  lo difese e vendicò l'oppresso, uccidendo l'Egiziano. 25 Or egli pensava  che i suoi fratelli avrebbero capito che Dio stava per dar loro  liberazione per mezzo suo, ma essi non compresero. 26 Il giorno seguente  egli comparve in mezzo a loro mentre litigavano e li esortò alla pace,  dicendo: "O uomini, voi siete fratelli, perché vi fate torto l'un  l'altro?". 27 Ma colui che faceva torto al suo vicino lo respinse,  dicendo: "Chi ti ha costituito principe e giudice su di noi? 28 Vuoi  uccidere me, come ieri hai ucciso l'Egiziano?". 29 A queste parole Mosè  fuggì e dimorò come forestiero nel paese di Madian, dove generò due  figli. 30 Passati quarant'anni, l'angelo del Signore gli apparve nel  deserto del monte Sinai, nella fiamma di fuoco di un roveto. 31 Alla  vista di ciò, Mosè rimase stupito di quel che vedeva; e, come si  avvicinava per osservare, udì la voce del Signore, 32 che diceva: "Io  sono il Dio dei tuoi padri, il Dio di Abrahamo, il Dio di Isacco e il  Dio di Giacobbe". Ma Mosè, tremando tutto, non ardiva alzare lo sguardo.  33 Allora il Signore gli disse: "Togliti i calzari dai piedi, perché il  luogo sul quale stai è terra santa. 34 Ho certamente visto l'afflizione  del mio popolo in Egitto e ho udito i loro sospiri, e sono disceso per  liberarli; or dunque vieni, io ti manderò in Egitto". 35 Quel Mosè che  avevano rifiutato, dicendo: "Chi ti ha costituito principe e giudice?".  Quello mandò loro Dio come capo e liberatore, per mezzo dell'angelo che  gli era apparso nel roveto. 36 Egli li condusse fuori, operando segni e  prodigi nel paese di Egitto, nel Mar Rosso e nel deserto, per  quarant'anni. 37 Questi è quel Mosè che disse ai figli d'Israele: "Il  Signore Dio vostro susciterà per voi, tra i vostri fratelli, un profeta  come me. Ascoltatelo!". 38 Questi è colui che nell'assemblea nel deserto  fu con l'angelo che gli parlava sul monte Sinai e con i nostri padri; e  ricevette le parole viventi per trasmetterle a noi. 39 A lui i padri  nostri non vollero ubbidire; anzi lo respinsero e si rivolsero con i  loro cuori all'Egitto, 40 dicendo ad Aaronne: "Facci degli dèi che  vadano davanti a noi, perché a questo Mosè che ci ha condotti fuori dal  paese di Egitto non sappiamo che cosa sia accaduto". 41 E in quei giorni  fecero un vitello, offrirono un sacrificio all'idolo e si rallegrarono  nell'opera delle loro mani. 42 Allora Dio si ritrasse e li lasciò  servire all'esercito del cielo, com'è scritto nel libro dei profeti:  "Casa d'Israele, mi avete voi offerto sacrifici e olocausti per  quarant'anni nel deserto? 43 Avete piuttosto portato la tenda di Molok e  la stella del vostro dio Remfan, le immagini da voi fatte per adorarle;  perciò io vi trasporterò al di là di Babilonia". 44 Nel deserto i  vostri padri avevano il tabernacolo della testimonianza, come aveva  comandato colui che aveva detto a Mosè di farlo secondo il modello che  aveva visto. 45 E i nostri padri, dopo averlo ricevuto, lo trasportarono  con Giosuè nel paese che era stato posseduto dai gentili, che Dio  scacciò davanti ai nostri padri; e là rimase fino ai giorni di Davide,  46 il quale trovò grazia davanti a Dio e chiese di poter trovare una  dimora per il Dio di Giacobbe. 47 Fu invece Salomone quello che gli  edificò una casa. 48 Ma l'Altissimo non abita in templi fatti da mani  d'uomo, come dice il profeta: 49 "Il cielo è il mio trono e la terra lo  sgabello dei miei piedi; quale casa mi edifichereste voi, dice il  Signore, o quale sarebbe il luogo del mio riposo? 50 Non ha la mia mano  fatto tutte queste cose?". 51 Uomini di collo duro ed incirconcisi di  cuore e di orecchi, voi resistete sempre allo Spirito Santo; come fecero  i vostri padri, così fate anche voi. 52 Quale dei profeti non  perseguitarono i padri vostri? Essi uccisero anche coloro che  preannunciavano la venuta del Giusto, del quale ora voi siete divenuti  traditori e uccisori; 53 voi che avete ricevuto la legge promulgata  dagli angeli e non l'avete osservata!». 54 All'udire queste cose, essi  fremevano in cuor loro e digrignavano i denti contro di lui. 55 Ma egli,  ripieno di Spirito Santo, fissati gli occhi al cielo, vide la gloria di  Dio e Gesù che stava alla destra di Dio, 56 e disse: «Ecco, io vedo i  cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio». 57 Ma  essi, mandando alte grida, si turarono gli orecchi e tutti insieme si  avventarono sopra di lui; 58 e, cacciatolo fuori dalla città, lo  lapidarono. E i testimoni deposero le loro vesti ai piedi di un giovane,  chiamato Saulo. 59 Così lapidarono Stefano, che invocava Gesù e diceva:  «Signor Gesù, ricevi il mio spirito». 60 Poi, postosi in ginocchio,  gridò ad alta voce: «Signore, non imputare loro questo peccato». E,  detto questo, si addormentò.

Il Vangelo in Samaria; Simon mago
8:1  Or Saulo approvava la sua uccisione. In quel tempo ci fu grande  persecuzione contro la chiesa che era in Gerusalemme; e furono tutti  dispersi per le contrade della Giudea e della Samaria, ad eccezione  degli apostoli. 2 E alcuni uomini pii portarono a seppellire Stefano e  fecero grande cordoglio per lui. 3 Ma Saulo devastava la chiesa:  entrando di casa in casa, trascinava via uomini e donne e li metteva in  prigione. 4 Coloro dunque che furono dispersi andavano attorno,  annunziando la parola. 5 Or Filippo discese nella città di Samaria e  predicò loro Cristo. 6 E le folle, con una sola mente, prestavano  attenzione alle cose dette da Filippo, udendo e vedendo i miracoli che  egli faceva. 7 Gli spiriti immondi infatti uscivano da molti  indemoniati, gridando ad alta voce; e molti paralitici e zoppi erano  guariti. 8 E vi fu grande gioia in quella città. 9 Or in quella città vi  era da tempo un uomo di nome Simone, il quale esercitava le arti  magiche e faceva stupire la gente di Samaria, spacciandosi per un grande  uomo. 10 E tutti, dal maggiore al minore, gli davano ascolto, dicendo:  «Costui è la grande potenza di Dio». 11 E gli davano ascolto, perché già  da molto tempo li aveva fatti strabiliare con le sue arti magiche. 12  Quando però credettero a Filippo, che annunziava la buona novella delle  cose concernenti il regno di Dio e il nome di Gesù Cristo, uomini e  donne si fecero battezzare. 13 Anche Simone credette e, dopo essere  stato battezzato, stava del continuo con Filippo; e, vedendo le potenti  operazioni e i segni che erano fatti, ne rimaneva stupito. 14 Ora gli  apostoli che erano a Gerusalemme, quando seppero che la Samaria aveva  ricevuta la parola di Dio, mandarono loro Pietro e Giovanni. 15 Giunti  là, essi pregarono per loro, affinché ricevessero lo Spirito Santo, 16  perché non era ancora disceso su alcuno di loro, ma essi erano soltanto  stati battezzati nel nome del Signore Gesù. 17 Imposero quindi loro le  mani ed essi ricevettero lo Spirito Santo. 18 Or Simone, vedendo che per  l'imposizione delle mani degli apostoli veniva dato lo Spirito Santo,  offrì loro del denaro, 19 dicendo: «Date anche a me questo potere,  affinché colui sul quale imporrò le mani riceva lo Spirito Santo». 20 Ma  Pietro gli disse: «Vada il tuo denaro in perdizione con te, perché tu  hai pensato di poter acquistare il dono di Dio col denaro. 21 Tu non hai  parte né sorte alcuna in questo, perché il tuo cuore non è diritto  davanti a Dio. 22 Ravvediti dunque da questa tua malvagità e prega Dio  che, se è possibile, ti sia perdonato il pensiero del tuo cuore. 23  Poiché io ti vedo essere nel fiele di amarezza e nei legami d'iniquità».  24 E Simone, rispondendo, disse: «Pregate voi il Signore per me,  affinché nulla di ciò che avete detto mi accada». 25 Essi dunque, dopo  aver testimoniato e annunziato la parola del Signore, ritornarono a  Gerusalemme, dopo aver evangelizzato molti villaggi dei Samaritani.

Filippo e l'eunuco Etiope
26  Or un angelo del Signore parlò a Filippo, dicendo: «Alzati e va' verso  il mezzogiorno, sulla strada che da Gerusalemme scende a Gaza; essa è  deserta». 27 Egli si alzò e si mise in cammino; ed ecco un uomo Etiope,  eunuco, un alto funzionario di Candace, regina degli Etiopi,  sovrintendente di tutti i suoi tesori, che era venuto a Gerusalemme per  adorare. 28 Or egli se ne stava ritornando e, seduto sul suo carro,  leggeva il profeta Isaia. 29 E lo Spirito disse a Filippo: «Accostati e  raggiungi quel carro!». 30 Filippo gli corse vicino e, sentendo che  leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Comprendi ciò che leggi?». 31  Quegli disse: «E come potrei, se nessuno mi fa da guida?». Poi pregò  Filippo di salire e di sedersi accanto a lui. 32 Or il passo della  Scrittura che egli leggeva era questo: «Egli è stato condotto al macello  come una pecora; e come un agnello è muto davanti a chi lo tosa, così  egli non ha aperto la sua bocca. 33 Nella sua umiliazione gli fu negata  ogni giustizia; ma chi potrà descrivere la sua generazione? Poiché la  sua vita è stata tolta dalla terra». 34 E l'eunuco, rivolto a Filippo,  disse: «Ti prego, di chi dice questo il profeta? Lo dice di se stesso o  di un altro?». 35 Allora Filippo prese la parola e, cominciando da  questa Scrittura, gli annunziò Gesù. 36 E, mentre proseguivano il loro  cammino, giunsero ad un luogo con dell'acqua. E l'eunuco disse: «Ecco  dell'acqua, cosa mi impedisce di essere battezzato?». 37 E Filippo  disse: «Se tu credi con tutto il cuore, lo puoi». Ed egli rispose,  dicendo: «Io credo che Gesù Cristo è il Figlio di Dio». 38 Allora  comandò al carro di fermarsi; ed ambedue, Filippo e l'eunuco, discesero  nell'acqua, ed egli lo battezzò. 39 Quando uscirono dall'acqua, lo  Spirito del Signore rapì Filippo, e l'eunuco non lo vide più; ma  proseguì il suo cammino pieno di gioia. 40 Or Filippo si ritrovò in  Azot; e, proseguendo, evangelizzò tutte le città, finché giunse a  Cesarea.

Conversione di Saulo sulla via di Damasco
9:1  Saulo intanto, spirando ancora minacce e strage contro i discepoli del  Signore, si recò dal sommo sacerdote, 2 e gli chiese lettere per le  sinagoghe di Damasco affinché, se avesse trovato alcun seguace della  Via, uomini o donne, li potesse condurre legati a Gerusalemme. 3 Or  avvenne che, mentre era in cammino e si avvicinava a Damasco,  all'improvviso una luce dal cielo gli folgorò d'intorno. 4 E, caduto a  terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi  perseguiti?». 5 Ed egli disse: «Chi sei, Signore?». E il Signore disse:  «Io sono Gesù, che tu perseguiti; ti è duro recalcitrare contro i  pungoli». 6 Allora egli, tutto tremante e spaventato, disse: «Signore,  che vuoi ch'io faccia?». E il Signore: «Alzati ed entra nella città, e  ti sarà detto ciò che devi fare». 7 Or gli uomini che viaggiavano con  lui si fermarono attoniti, perché udivano il suono della voce, ma non  vedevano alcuno. 8 Poi Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non  vedeva alcuno; allora prendendolo per mano, lo condussero in Damasco. 9 E  rimase tre giorni senza vedere, nei quali né mangiò né bevve. 10 Or a  Damasco vi era un discepolo di nome Anania, al quale il Signore disse in  visione: «Anania!». Ed egli rispose: «Eccomi, Signore!». 11 E il  Signore a lui: «Alzati e recati nella strada detta Diritta, e cerca in  casa di Giuda un uomo di Tarso di nome Saulo, che sta pregando; 12 egli  ha visto in visione un uomo, di nome Anania, entrare e imporgli le mani  perché ricuperi la vista». 13 Allora Anania rispose: «Signore, io ho  sentito molti parlare di quest'uomo di quanto male ha fatto ai tuoi  santi in Gerusalemme. 14 E qui ha l'autorizzazione dai capi dei  sacerdoti, di imprigionare tutti coloro che invocano il tuo nome». 15 Ma  il Signore gli disse: «Va', perché costui è uno strumento da me scelto  per portare il mio nome davanti alle genti, ai re e ai figli d'Israele.  16 Poiché io gli mostrerò quante cose egli deve soffrire per il mio  nome». 17 Anania dunque andò ed entrò in quella casa; e, imponendogli le  mani, disse: «Fratello Saulo, il Signore Gesù, che ti è apparso sulla  via per la quale venivi, mi ha mandato perché tu ricuperi la vista e sii  ripieno di Spirito Santo». 18 In quell'istante gli caddero dagli occhi  come delle scaglie, e riacquistò la vista; poi si alzò e fu battezzato.

Il persecutore perseguitato
19  E, dopo aver preso cibo, egli ricuperò le forze. Poi Saulo rimase  alcuni giorni con i discepoli che erano a Damasco. 20 E subito si mise a  predicare il Cristo nelle sinagoghe, proclamando che egli è il Figlio  di Dio. 21 E tutti quelli che lo udivano stupivano e dicevano: «Non è  costui quel tale che a Gerusalemme perseguitava tutti coloro che  invocavano questo nome, ed è venuto qui col preciso scopo di condurli  prigionieri dai capi dei sacerdoti?». 22 Ma Saulo confondeva i Giudei  che abitavano a Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo. 23 Molti  giorni dopo, i Giudei si consultarono assieme per ucciderlo. 24 Ma il  loro complotto venne a conoscenza di Saulo. Or essi facevano la guardia  alle porte, giorno e notte, per poterlo uccidere; 25 allora i discepoli  lo presero di notte e lo calarono giù dalle mura dentro una cesta. 26  Giunto a Gerusalemme, Saulo cercava di unirsi ai discepoli, ma avevano  tutti paura di lui, non potendo credere che egli fosse un discepolo. 27  Allora Barnaba lo prese e lo condusse dagli apostoli, e raccontò loro  come egli, lungo la strada, aveva visto il Signore che gli aveva  parlato, e come a Damasco aveva parlato con franchezza nel nome di Gesù.  28 Così egli rimase con loro a Gerusalemme, andando e venendo, e  parlava con franchezza nel nome del Signore Gesù. 29 Egli parlava anche e  discuteva con gli ellenisti; ma essi cercavano di ucciderlo. 30 I  fratelli però, venuti a conoscenza di questo, lo condussero a Cesarea e  di là lo mandarono a Tarso. 31 Così le chiese in tutta la Giudea, la  Galilea e la Samaria avevano pace ed erano edificate. E, camminando nel  timore del Signore e nella consolazione dello Spirito Santo,  moltiplicavano.

Guarigione di Enea; risurrezione di Tabitha
32  Or avvenne che, mentre Pietro percorreva tutto il paese, venne anche  dai santi che abitavano a Lidda. 33 Qui trovò un uomo di nome Enea che  già da otto anni giaceva in un letto, perché era paralitico. 34 Pietro  gli disse: «Enea, Gesù, il Cristo, ti guarisce; alzati e rifatti il  letto». Ed egli subito si alzò. 35 E tutti gli abitanti di Lidda e di  Saron lo videro e si convertirono al Signore. 36 Or in Ioppe c'era una  discepola di nome Tabitha, che significa Gazzella; ella faceva molte  buone opere e molte elemosine. 37 Or avvenne in quei giorni che ella si  ammalò e morì. Dopo averla lavata, fu posta in una stanza al piano  superiore. 38 E, poiché Lidda era vicina a Ioppe, i discepoli, udito che  Pietro si trovava là, gli mandarono due uomini per pregarlo di venire  da loro senza indugio. 39 Pietro dunque si alzò e partì con loro. Appena  giunse, lo condussero nella stanza di sopra; tutte le vedove si  presentarono a lui piangendo e gli mostrarono tutte le tuniche e le  vesti che Gazzella faceva, mentre era con loro. 40 Pietro allora, fatti  uscire tutti, si pose in ginocchio e pregò. Poi, rivoltosi al corpo,  disse: «Tabitha, alzati!». Ed ella aprì gli occhi e, visto Pietro, si  mise a sedere. 41 Egli le diede la mano e l'aiutò ad alzarsi; e,  chiamati i santi e le vedove, la presentò loro in vita. 42 La cosa fu  risaputa per tutta Ioppe, e molti credettero nel Signore. 43 E Pietro  rimase a Ioppe parecchi giorni, in casa di un certo Simone, conciatore  di pelli.

Il centurione Cornelio
10:1  Or vi era in Cesarea un certo uomo di nome Cornelio, centurione della  coorte, detta Italica; 2 egli era un uomo pio e timorato di Dio con  tutta la sua casa, faceva molte elemosine al popolo e pregava Dio del  continuo. 3 Egli vide chiaramente in visione, verso l'ora nona del  giorno, un angelo di Dio che entrò da lui e gli disse: «Cornelio!». 4 Ed  egli, guardandolo fisso e tutto spaventato, disse: «Che c'è, Signore?».  Allora l'angelo gli disse: «Le tue preghiere e le tue elemosine sono  salite davanti a Dio, come una ricordanza; 5 or dunque manda degli  uomini a Ioppe e fa' chiamare Simone, soprannominato Pietro. 6 Egli si  trova presso un certo Simone, conciatore di pelli, che ha la casa vicino  al mare; egli ti dirà ciò che devi fare». 7 Appena l'angelo che gli  parlava se ne fu andato, Cornelio chiamò due dei suoi domestici e un  soldato fidato, di quelli addetti al suo personale servizio, 8 raccontò  loro ogni cosa e li mandò a Ioppe. 9 Il giorno seguente, mentre essi  erano in cammino e si avvicinavano alla città, Pietro salì sul terrazzo  della casa, verso l'ora sesta, per pregare. 10 Or gli venne fame e  desiderava prendere cibo; e, mentre quelli di casa glielo preparavano,  fu rapito in estasi; 11 e vide il cielo aperto e scendere verso di lui  un oggetto simile ad un gran lenzuolo, tenuto ai quattro capi e che  veniva calato a terra, 12 dentro il quale vi erano tutte le specie di  quadrupedi, di fiere, di rettili terrestri e di uccelli del cielo. 13 E  una voce gli disse: «Pietro, alzati, ammazza e mangia!». 14 Ma Pietro  rispose: «Niente affatto, Signore, poiché io non ho mai mangiato nulla  di impuro e di contaminato». 15 E la voce gli disse per la seconda  volta: «Le cose che Dio ha purificate, tu non farle impure». 16 Or  questo avvenne per tre volte; poi l'oggetto fu di nuovo ritirato in  cielo. 17 E, come Pietro si chiedeva perplesso che cosa potesse  significare la visione che aveva avuto, ecco che gli uomini mandati da  Cornelio, informatisi della casa di Simone, si presentarono alla porta.  18 E, chiamato qualcuno, domandarono se Simone, soprannominato Pietro,  si trovasse lì. 19 Mentre Pietro stava riflettendo sulla visione, lo  Spirito gli disse: «Ecco, tre uomini ti cercano. 20 Alzati dunque,  scendi e va' con loro senza alcuna esitazione, perché sono io che li ho  mandati». 21 Allora Pietro scese dagli uomini che gli erano stati  mandati da Cornelio e disse loro: «Ecco, sono io quello che cercate;  qual è il motivo per cui siete qui?». 22 Ed essi dissero: «Il centurione  Cornelio, uomo giusto e timorato di Dio, di cui rende buona  testimonianza tutta la nazione dei Giudei, è stato divinamente avvertito  da un santo angelo di farti chiamare in casa sua e di ascoltare ciò che  avrai da dirgli». 23 Allora Pietro li invitò ad entrare e li ospitò;  poi, il giorno seguente andò con loro; e alcuni dei fratelli di Ioppe lo  accompagnarono. 24 Il giorno dopo entrarono in Cesarea. Or Cornelio li  stava aspettando e aveva radunato i suoi parenti e i suoi intimi amici.  25 Come Pietro entrava, Cornelio gli andò incontro, gli si gettò ai  piedi e l'adorò. 26 Ma Pietro lo rialzò, dicendo: «Alzati, sono anch'io  un uomo». 27 E, conversando con lui, entrò e trovò molte persone  radunate. 28 Ed egli disse loro: «Voi sapete come non è lecito a un  Giudeo associarsi a uno straniero, o entrare in casa sua; ma Dio mi ha  mostrato di non chiamare nessun uomo impuro o contaminato. 29 Perciò,  appena sono stato invitato a venire, sono venuto senza obiettare. Ora vi  domando: per quale motivo mi avete mandato a chiamare?». 30 E Cornelio  rispose: «Quattro giorni fa avevo digiunato fino a quest'ora, e all'ora  nona pregavo in casa mia, quand'ecco un uomo si presentò davanti a me in  veste risplendente, 31 e disse: "Cornelio, la tua preghiera è stata  esaudita e le tue elemosine sono state ricordate davanti a Dio. 32 Manda  dunque qualcuno a Ioppe e fa' chiamare Simone, soprannominato Pietro;  egli si trova in casa di Simone, conciatore di pelli, presso il mare; e,  venuto che sarà, egli ti parlerà". 33 Così mandai subito a chiamarti, e  tu hai fatto bene a venire; ora noi siamo tutti qui alla presenza di  Dio per udire tutte le cose che Dio ti ha comandato». 34 Allora Pietro,  aperta la bocca, disse: «In verità io comprendo che Dio non usa alcuna  parzialità; 35 ma in qualunque nazione chi lo teme e opera giustamente,  gli è gradito, 36 secondo la parola che egli ha dato ai figli d'Israele,  annunziando la pace per mezzo di Gesù Cristo, che è il Signore di  tutti. 37 Voi sapete ciò che è accaduto per tutta la Giudea, cominciando  dalla Galilea, dopo il battesimo che Giovanni predicò: 38 come Dio  abbia unto di Spirito Santo e di potenza Gesù di Nazaret, il quale andò  attorno facendo del bene e sanando tutti coloro che erano oppressi dal  diavolo, perché Dio era con lui. 39 E noi siamo testimoni di tutte le  cose che egli ha fatto nel paese dei Giudei e in Gerusalemme; e come  essi lo uccisero, appendendolo a un legno. 40 Ma Dio lo ha risuscitato  il terzo giorno e ha fatto sì che si manifestasse, 41 non già a tutto il  popolo, ma ai testimoni preordinati da Dio, a noi, che abbiamo mangiato  e bevuto con lui, dopo che è risuscitato dai morti. 42 Or egli ci ha  comandato di predicare al popolo e di testimoniare che egli è colui che  Dio ha costituito giudice dei vivi e dei morti. 43 A lui rendono  testimonianza tutti i profeti, che chiunque crede in lui riceve il  perdono dei peccati mediante il suo nome». 44 Mentre Pietro stava ancora  dicendo queste cose, lo Spirito Santo scese su tutti coloro che udivano  la parola. 45 E tutti i credenti circoncisi, che erano venuti con  Pietro, rimasero meravigliati che il dono dello Spirito Santo fosse  stato sparso anche sui gentili, 46 perché li udivano parlare in altre  lingue e magnificare Dio. Allora Pietro prese a dire: 47 «Può alcuno  vietare l'acqua, perché siano battezzati costoro che hanno ricevuto lo  Spirito Santo proprio come noi?». 48 Così egli comandò che fossero  battezzati nel nome del Signore Gesù. Essi poi lo pregarono di rimanere  con loro alcuni giorni.

Pietro si giustifica davanti alla chiesa per aver fatto battezzare Cornelio
11:1  Or gli apostoli e i fratelli che erano in Giudea vennero a sapere che  anche i gentili avevano ricevuto la parola di Dio. 2 E, quando Pietro  salì a Gerusalemme, quelli che erano circoncisi contendevano con lui, 3  dicendo: «Tu sei entrato in casa di uomini incirconcisi e hai mangiato  con loro!». 4 Ma Pietro cominciando dall'inizio, spiegò loro per ordine  come si erano svolti i fatti dicendo: 5 «Io stavo pregando nella città  di Ioppe, quando fui rapito in estasi ed ebbi una visione: un oggetto,  simile a un gran lenzuolo tenuto per i quattro capi, scendeva come se  fosse calato giù dal cielo e giunse fino a me. 6 Guardandovi  attentamente dentro, scorsi e vidi quadrupedi, fiere, rettili della  terra e uccelli del cielo. 7 E udii una voce che mi diceva: "Pietro,  alzati, ammazza e mangia". 8 Ma io dissi: "Niente affatto, Signore,  poiché non mi è mai entrato in bocca nulla di impuro o di contaminato". 9  Ma la voce mi rispose per la seconda volta dal cielo: "Le cose che Dio  ha purificato, non farle tu impure". 10 E ciò accadde per tre volte; poi  ogni cosa fu di nuovo ritirata in cielo. 11 In quello stesso momento  tre uomini, mandati a me da Cesarea, si presentarono alla casa dove mi  trovavo. 12 E lo Spirito mi disse di andare con loro, senza avere alcuna  esitazione. Or con me vennero anche questi sei fratelli, e così  entrammo nella casa di quell'uomo. 13 Egli ci raccontò come aveva visto  presentarsi un angelo in casa sua e dirgli: "Manda degli uomini a Ioppe e  fa' chiamare Simone, soprannominato Pietro. 14 Egli ti dirà parole, per  mezzo delle quali sarai salvato tu e tutta la tua casa". 15 Avevo  appena cominciato a parlare, quando lo Spirito Santo discese su di loro,  come era sceso al principio su di noi. 16 Mi ricordai allora della  parola del Signore che diceva: "Giovanni ha battezzato con acqua, ma voi  sarete battezzati con lo Spirito Santo". 17 Se dunque Dio ha dato loro  lo stesso dono che abbiamo ricevuto noi, che abbiamo creduto nel Signore  Gesù Cristo, chi ero io da potermi opporre a Dio?». 18 Udite queste  cose, essi si calmarono e glorificavano Dio, dicendo: «Dio dunque ha  concesso il ravvedimento anche ai gentili per ottenere la vita!».

Il vangelo predicato ai gentili in Antiochia
19  Or coloro che erano stati dispersi a motivo della persecuzione iniziata  con Stefano, arrivarono fino alla Fenicia, a Cipro e ad Antiochia,  annunziando la parola a nessun altro, se non ai soli Giudei. 20 Or  alcuni di loro originari di Cipro e di Cirene, arrivati ad Antiochia,  iniziarono a parlare ai Greci, annunziando il Signore Gesù. 21 E la mano  del Signore era con loro; e un gran numero credette e si convertì al  Signore. 22 La notizia di questo pervenne agli orecchi della chiesa che  era in Gerusalemme; ed essi inviarono Barnaba, perché andasse fino ad  Antiochia. 23 Quando egli giunse, vista la grazia di Dio, si rallegrò e  esortava tutti a rimanere fedeli al Signore con fermo proponimento di  cuore, 24 perché egli era un uomo dabbene, pieno di Spirito Santo e di  fede. E un gran numero di persone fu aggiunto al Signore. 25 Poi Barnaba  partì per andare a Tarso in cerca di Saulo e, trovatolo, lo condusse ad  Antiochia. 26 E per un anno intero essi si radunarono con la chiesa e  ammaestrarono un gran numero di gente; e, per la prima volta ad  Antiochia, i discepoli furono chiamati Cristiani. 27 In quei giorni,  alcuni profeti scesero da Gerusalemme ad Antiochia. 28 E uno di loro, di  nome Agabo, si alzò e per lo Spirito predisse che ci sarebbe stata una  grande carestia in tutto il mondo; e questa avvenne poi sotto Claudio  Cesare. 29 Allora i discepoli, ciascuno secondo le proprie possibilità,  decisero di mandare una sovvenzione ai fratelli che abitavano in Giudea.  30 E questo essi fecero, inviandola agli anziani per mezzo di Barnaba e  di Saulo.

Erode fa morire Giacomo; Pietro liberato dal carcere; morte di Erode
12:1  Or in quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri  della chiesa. 2 E fece morire di spada Giacomo, fratello di Giovanni. 3  E, vedendo che questo era gradito ai Giudei, fece arrestare anche Pietro  (or erano i giorni degli Azzimi). 4 Dopo averlo arrestato, lo mise in  prigione e lo affidò alla custodia di quattro picchetti di quattro  soldati ciascuno, intendendo di farlo comparire davanti al popolo dopo  la Pasqua. 5 Ma, mentre Pietro era custodito nella prigione, continue  orazioni a Dio erano fatte dalla chiesa per lui. 6 Or la notte, prima  che Erode lo facesse comparire in pubblico, Pietro dormiva in mezzo a  due soldati, legato con due catene; e le guardie davanti alla porta  custodivano la prigione. 7 Ed ecco, un angelo del Signore sopraggiunse e  una luce risplendette nella cella; e, percosso il fianco di Pietro, lo  svegliò, dicendo: «Alzati in fretta!». E le catene gli caddero dalle  mani. 8 Quindi l'angelo gli disse: «Cingiti e allacciati i sandali». Ed  egli fece così. Poi gli disse: «Avvolgiti nel mantello e seguimi». 9 E  Pietro, uscito, lo seguiva senza rendersi conto che ciò che gli stava  accadendo per mezzo dell'angelo fosse vero; infatti egli pensava di  avere una visione. 10 Ora, come oltrepassarono il primo e il secondo  posto di guardia, giunsero alla porta di ferro che conduceva in città,  ed essa si aprì da sé davanti a loro; e, usciti, percorsero una strada, e  all'improvviso l'angelo lo lasciò. 11 Quando rientrò in sé, Pietro  disse: «Ora per certo riconosco che il Signore ha mandato il suo angelo e  mi ha liberato dalle mani di Erode e ha resa vana tutta l'attesa del  popolo dei Giudei». 12 Quando si rese conto della situazione, si recò  alla casa di Maria, madre di Giovanni, soprannominato Marco, dove molti  fratelli erano radunati e pregavano. 13 Appena Pietro bussò alla porta  d'ingresso, una serva di nome Rode si avvicinò cautamente per ascoltare.  14 E, riconosciuta la voce di Pietro, per la gioia non aprì la porta,  ma corse dentro e annunziò che Pietro stava davanti all'ingresso. 15 Ma  essi le dissero: «Tu vaneggi». Ella però affermava che era così. E  quelli dicevano: «È il suo angelo». 16 Pietro intanto continuava a  bussare. Or essi, avendo aperto, lo videro e sbigottirono. 17 Ma egli,  fatto loro cenno con la mano di tacere, raccontò loro come il Signore lo  aveva fatto uscire dalla prigione. Poi disse: «Riferite queste cose a  Giacomo e ai fratelli». Poi uscì e si recò in un altro luogo. 18 Quando  si fece giorno vi fu un gran subbuglio fra i soldati, perché non  sapevano cosa fosse avvenuto di Pietro. 19 Ed Erode lo mandò a cercare  ma non lo trovò e, dopo avere interrogato le guardie, comandò che  fossero condotte al supplizio. Poi discese dalla Giudea a Cesarea e là  si fermò per un po' di tempo. 20 Or Erode era indignato contro i Tiri e i  Sidoni; ma essi di comune accordo si presentarono a lui e, persuaso  Blasto, ciambellano del re, chiedevano pace, perché il loro paese era  rifornito di viveri dalla liberalità del re. 21 Nel giorno stabilito  Erode, vestito del manto regale e seduto sul trono, teneva loro un  discorso. 22 Il popolo lo acclamava, dicendo: «Voce di Dio e non di  uomo!». 23 In quell'istante un angelo del Signore lo colpì, perché non  aveva dato gloria a Dio; e morì roso dai vermi. 24 Ora la parola di Dio  cresceva e si diffondeva. 25 E Barnaba e Saulo, ultimata la loro  missione, ritornarono da Gerusalemme ad Antiochia, avendo preso con loro  Giovanni, soprannominato Marco.

Barnaba e Saulo, mandati in missione dallo Spirito Santo, predicano in Cipro; il mago Elimas
13:1  Or, nella chiesa di Antiochia, vi erano profeti e dottori: Barnaba,  Simeone chiamato Niger, Lucio di Cirene, Manaen, allevato assieme a  Erode il tetrarca, e Saulo. 2 Or, mentre celebravano il servizio al  Signore e digiunavano, lo Spirito Santo disse: «Mettetemi da parte  Barnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati». 3 Allora, dopo  aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li congedarono. 4 Essi  dunque, mandati dallo Spirito Santo, scesero a Seleucia e di là si  imbarcarono per Cipro. 5 Giunti a Salamina, annunziarono la parola di  Dio nelle sinagoghe dei Giudei; or avevano anche Giovanni come aiutante.  6 Poi, attraversata l'isola fino a Pafo, trovarono lì un mago, falso  profeta giudeo, di nome Bar-Gesù, 7 che stava col proconsole Sergio  Paolo, uomo prudente. Costui, chiamati a sé Barnaba e Saulo, cercava di  ascoltare la parola di Dio, 8 ma Elimas, il mago (questo infatti è il  significato del suo nome) resisteva loro, cercando di allontanare il  proconsole dalla fede. 9 Allora Saulo, detto anche Paolo, ripieno di  Spirito Santo, fissando gli occhi su di lui, disse: 10 «O uomo pieno di  ogni frode e di ogni malizia, figlio del diavolo, nemico di ogni  giustizia, non la smetterai tu di pervertire le diritte vie del Signore?  11 Ora dunque, ecco, la mano del Signore è su di te, e sarai cieco  senza vedere il sole per un certo tempo». Immediatamente caddero su di  lui caligine e tenebre; e andava attorno in cerca di chi lo conducesse  per mano. 12 Allora il proconsole, visto ciò che era accaduto, credette,  colpito dalla dottrina del Signore.

Discorso di Paolo nella sinagoga di Antiochia di Pisidia; opposizione dei Giudei
13  Or Paolo e i suoi compagni salparono da Pafo e arrivarono per via mare a  Perge di Panfilia; ma Giovanni, separatosi da loro, ritornò a  Gerusalemme. 14 Or essi, proseguendo da Perge, giunsero ad Antiochia di  Pisidia; e, entrati nella sinagoga in giorno di sabato, si sedettero. 15  Dopo la lettura della legge e dei profeti, i capi della sinagoga  mandarono loro a dire: «Fratelli, se avete qualche parola di esortazione  da rivolgere al popolo, ditela». 16 Allora Paolo si alzò e, fatto cenno  con la mano, disse: «Israeliti e voi che temete Dio, ascoltate. 17 Il  Dio di questo popolo d'Israele elesse i nostri padri, e rese grande il  popolo durante la sua dimora nel paese di Egitto; poi, con braccio  potente, lo fece uscire fuori di là. 18 E, per circa quarant'anni li  sopportò nel deserto. 19 Poi distrusse sette nazioni nel paese di Canaan  e distribuì ad essi in eredità il loro paese. 20 Dopo di che, per circa  quattrocentocinquant'anni, diede loro dei Giudici fino al profeta  Samuele. 21 In seguito essi chiesero un re; e Dio diede loro Saul,  figlio di Kis, un uomo della tribù di Beniamino, per quarant'anni. 22  Poi Dio lo rimosse e suscitò loro come re, Davide, a cui rese  testimonianza, dicendo: "Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo  secondo il mio cuore, il quale eseguirà tutti i miei voleri". 23 Dalla  sua discendenza Dio, secondo la sua promessa, ha suscitato ad Israele il  Salvatore Gesù. 24 Prima della sua venuta Giovanni predicò un battesimo  di ravvedimento a tutto il popolo d'Israele. 25 E, come Giovanni stava  per finire la sua missione, disse: "Chi pensate voi che io sia? Io non  sono il Cristo; ma ecco, dopo di me viene uno, a cui io non sono degno  di sciogliere i sandali dei piedi". 26 Fratelli, figli della progenie di  Abrahamo, e quelli fra di voi che temono Dio, a voi è stata mandata la  parola di questa salvezza. 27 Poiché gli abitanti di Gerusalemme e i  loro capi, non avendo riconosciuto questo Gesù, condannandolo, hanno  adempiuto le parole dei profeti che si leggono ogni sabato. 28 E, benché  non trovassero in lui alcuna colpa degna di morte, richiesero a Pilato  che fosse fatto morire. 29 Dopo aver compiuto tutte le cose che sono  scritte di lui, egli fu tratto giù dal legno e fu posto in un sepolcro.  30 Ma Dio lo risuscitò dai morti; 31 ed egli fu visto per molti giorni  da coloro che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme, i quali  sono ora i suoi testimoni presso il popolo. 32 E noi vi annunziamo la  buona novella della promessa fatta ai padri, 33 dicendovi, che Dio l'ha  adempiuta per noi, loro figli, avendo risuscitato Gesù, come anche è  scritto nel secondo salmo: "Tu sei il mio Figlio, oggi ti ho generato".  34 E poiché lo ha risuscitato dai morti per non tornare più nella  corruzione, egli ha detto così: "Io vi darò le fedeli promesse fatte a  Davide". 35 Per questo egli dice anche in un altro Salmo: "Tu non  permetterai che il tuo Santo veda la corruzione". 36 Or Davide, dopo  aver eseguito il consiglio di Dio nella sua generazione, si addormentò e  fu aggiunto ai suoi padri, e vide la corruzione, 37 ma colui che Dio ha  risuscitato, non ha visto corruzione. 38 Vi sia dunque noto, fratelli,  che per mezzo di lui vi è annunziato il perdono dei peccati, 39 e che,  mediante lui, chiunque crede è giustificato di tutte le cose, di cui non  avete potuto essere giustificati mediante la legge di Mosè. 40  Guardatevi dunque che non vi accada ciò che è detto nei profeti: 41  "Guardate, o sprezzatori, meravigliatevi e siate consumati, perché io  compio un'opera ai vostri giorni, un'opera che non credereste, se  qualcuno ve la raccontasse"». 42 Ora, quando i Giudei furono usciti  dalla sinagoga, i gentili li pregarono che il sabato seguente fossero  loro proposte le stesse cose. 43 E, dopo che fu sciolta la riunione,  molti fra i Giudei e pii proseliti seguirono Paolo e Barnaba, i quali,  parlando loro, li persuasero a perseverare nella grazia di Dio. 44 Il  sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola  di Dio. 45 Ma i Giudei, vedendo la folla, furono ripieni d'invidia e si  opponevano alle cose dette da Paolo, contraddicendo e bestemmiando. 46  Allora Paolo e Barnaba, parlando con franchezza, dissero: «Era  necessario che fosse annunziata a voi per primi la parola di Dio; ma  poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco,  noi ci rivolgiamo ai gentili. 47 Poiché così ci ha comandato il Signore:  "Io ti ho posto come luce delle genti perché tu porti la salvezza fino  all'estremità della terra"». 48 I gentili, udendo queste cose, si  rallegrarono e glorificavano la parola del Signore; e tutti coloro che  erano preordinati alla vita eterna credettero. 49 E la parola del  Signore si diffondeva per tutto il paese. 50 Ma i Giudei istigarono le  donne pie di alto rango e i notabili della città e suscitarono una  persecuzione contro Paolo e Barnaba, e li scacciarono dai loro confini.  51 Essi allora, scossa la polvere dai loro piedi contro di loro, si  recarono a Iconio. 52 E i discepoli erano ripieni di gioia e di Spirito  Santo.

Il vangelo predicato a Iconio, a Listra e a Derbe; successi e persecuzioni; ritorno in Antiochia
14:1  Or avvenne che anche a Iconio essi entrarono nella sinagoga dei Giudei e  parlarono in modo tale che una grande folla di Giudei e di Greci  credette, 2 ma i Giudei increduli sollevarono e inasprirono gli animi  dei gentili contro i fratelli. 3 Essi dunque rimasero là molto tempo,  parlando francamente nel Signore, il quale rendeva testimonianza alla  parola della sua grazia, concedendo che segni e prodigi si operassero  per mano loro. 4 Or la popolazione della città fu divisa: gli uni  parteggiavano per i Giudei e gli altri per gli apostoli. 5 Ma quando ci  fu un tentativo dei gentili e dei Giudei con i loro capi di maltrattare  gli apostoli e lapidarli, 6 essi lo vennero a sapere e fuggirono nelle  città della Licaonia, a Listra, a Derbe, e nella regione circostante, 7 e  là continuarono ad evangelizzare. 8 Or a Listra c'era un uomo  paralizzato ai piedi, che stava sempre seduto e non aveva mai camminato,  essendo storpio sin dal grembo di sua madre. 9 Costui udì parlare Paolo  che, fissati gli occhi su di lui, e vedendo che egli aveva fede per  essere guarito, 10 disse ad alta voce: «Alzati in piedi». Ed egli saltò  su e si mise a camminare. 11 Quando la folla vide ciò che Paolo aveva  fatto, alzò la voce, dicendo in lingua licaonica: «Gli dèi sono discesi  fino a noi, in forma umana». 12 E chiamavano Barnaba Giove, Paolo  Mercurio, perché era lui che parlava di più. 13 Or il sacerdote di  Giove, il cui tempio era all'ingresso della loro città, condusse dei  tori con ghirlande alle porte e voleva offrire un sacrificio assieme  alla folla. 14 Ma gli apostoli Barnaba e Paolo, udito ciò, si  stracciarono le vesti e si precipitarono in mezzo alla folla, gridando e  dicendo: 15 «Uomini, perché fate queste cose? Anche noi siamo esseri  umani con la vostra stessa natura e vi annunziamo la buona novella,  affinché da queste cose vane vi convertiate al Dio vivente che ha fatto  il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi. 16 Nelle  generazioni passate egli ha lasciato che tutte le nazioni seguissero le  loro strade; 17 ma non ha lasciato se stesso senza testimonianza,  facendo del bene, dandoci dal cielo piogge e stagioni fruttifere e  riempiendo i nostri cuori di cibo e di gioia». 18 Dicendo queste cose,  riuscirono a stento a trattenere le folle dall'offrire loro un  sacrificio. 19 Or sopraggiunsero certi Giudei da Antiochia e da Iconio;  essi, dopo aver persuaso la folla, lapidarono Paolo e, pensando che  fosse morto, lo trascinarono fuori della città. 20 Ma, essendosi i  discepoli radunati intorno a lui, egli si alzò ed entrò in città; e il  giorno seguente partì con Barnaba alla volta di Derbe. 21 E, dopo aver  evangelizzato quella città e fatto molti discepoli, se ne ritornarono a  Listra, a Iconio e ad Antiochia, 22 confermando gli animi dei discepoli e  esortandoli a perseverare nella fede, e dicendo che attraverso molte  afflizioni dobbiamo entrare nel regno di Dio. 23 E dopo aver designato  per loro degli anziani in ciascuna chiesa, avendo pregato e digiunato,  li raccomandarono al Signore nel quale avevano creduto. 24 Attraversata  poi la Pisidia, vennero nella Panfilia. 25 E, dopo aver annunziata la  parola a Perge, scesero ad Attalia. 26 Poi di là salparono per  Antiochia, da dove erano stati raccomandati alla grazia di Dio per  l'opera che avevano appena compiuta. 27 Giunti là, radunarono la chiesa e  riferirono quante grandi cose Dio aveva compiuto per mezzo loro e come  egli aveva aperto ai gentili la porta della fede. 28 E rimasero qui con i  discepoli per parecchio tempo.

Questione circa i riti mosaici; assemblea di Gerusalemme e sue decisioni
15:1  Or alcuni, discesi dalla Giudea, insegnavano ai fratelli, dicendo: «Se  non siete circoncisi secondo il rito di Mosè, non potete essere  salvati». 2 Essendo perciò sorta una non piccola controversia e  discussione da parte di Paolo e Barnaba con costoro, fu ordinato che  Paolo e Barnaba e alcuni altri di loro salissero a Gerusalemme dagli  apostoli e anziani per tale questione. 3 Essi dunque, scortati per un  tratto dalla chiesa, attraversarono la Fenicia e la Samaria, raccontando  la conversione dei gentili e arrecando grande gioia a tutti i fratelli.  4 Giunti a Gerusalemme, furono accolti dalla chiesa, dagli apostoli e  dagli anziani e riferirono le grandi cose che Dio aveva operato per  mezzo di loro. 5 Ma alcuni della setta dei farisei che avevano creduto  si alzarono, dicendo: «Bisogna circoncidere i gentili e comandar loro di  osservare la legge di Mosè». 6 Allora gli apostoli e gli anziani si  radunarono per esaminare questo problema. 7 Ed essendo sorta una grande  disputa, Pietro si alzò in piedi e disse loro: «Fratelli, voi sapete che  già dai primi tempi Dio tra noi scelse me, affinché per la mia bocca i  gentili udissero la parola dell'evangelo e credessero. 8 Dio, che  conosce i cuori, ha reso loro testimonianza, dando loro lo Spirito  Santo, proprio come a noi; 9 e non ha fatto alcuna differenza tra noi e  loro, avendo purificato i loro cuori mediante la fede. 10 Ora dunque  perché tentate Dio, mettendo sul collo dei discepoli un giogo che né i  nostri padri né noi abbiamo potuto portare? 11 Ma noi crediamo di essere  salvati mediante la grazia del Signor Gesù Cristo, e nello stesso modo  anche loro». 12 Allora tutta la folla tacque, e stavano ad ascoltare  Barnaba e Paolo, che raccontavano quali segni e prodigi Dio aveva  operato per mezzo loro fra i gentili. 13 Quando essi tacquero, Giacomo  prese la parola e disse: «Fratelli, ascoltatemi. 14 Simone ha raccontato  come per la prima volta Dio ha visitato i gentili per scegliersi da  quelli un popolo per il suo nome. 15 Con questo si accordano le parole  dei profeti, come è scritto: 16 "Dopo queste cose, io ritornerò e  riedificherò il tabernacolo di Davide che è caduto, restaurerò le sue  rovine e lo rimetterò in piedi, 17 affinché il resto degli uomini e  tutte le genti su cui è invocato il mio nome cerchino il Signore, dice  il Signore che fa tutte queste cose". 18 A Dio sono note da sempre tutte  le opere sue. 19 Perciò io ritengo che non si dia molestia a quelli che  tra i gentili si convertono a Dio, 20 ma che si scriva loro di  astenersi dalle contaminazioni degli idoli, dalla fornicazione, dalle  cose soffocate e dal sangue. 21 Poiché Mosè già dai tempi antichi ha  delle persone che lo predicano per ogni città, essendo letto ogni sabato  nelle sinagoghe». 22 Allora parve bene agli apostoli e agli anziani con  tutta la chiesa di mandare ad Antiochia, con Paolo e Barnaba, degli  uomini scelti da loro: Giuda, soprannominato Barsabba, e Sila, uomini  autorevoli tra i fratelli, 23 con una lettera scritta di loro mano che  diceva: «Gli apostoli, gli anziani e i fratelli, ai fratelli fra i  gentili che sono in Antiochia, Siria e Cilicia, salute. 24 Siccome  abbiamo inteso che alcuni provenienti da noi, ma ai quali non avevamo  dato alcun mandato, vi hanno turbato con parole sconvolgendo le anime  vostre, dicendo che bisogna che siate circoncisi e osserviate la legge,  25 è parso bene a noi, riuniti di comune accordo, di scegliere alcuni  uomini e di mandarli assieme ai nostri cari Barnaba e Paolo, 26 uomini  che hanno rischiato la loro vita per il nome del Signor nostro Gesù  Cristo. 27 Abbiamo dunque mandato Giuda e Sila; anch'essi a voce  riferiranno le medesime cose. 28 Infatti è parso bene allo Spirito Santo  e a noi di non imporvi alcun altro peso all'infuori di queste cose  necessarie: 29 che vi asteniate dalle cose sacrificate agli idoli, dal  sangue, dalle cose soffocate e dalla fornicazione; farete bene a  guardarvi da queste cose. State bene». 30 Essi dunque, congedatisi,  discesero ad Antiochia e, riunita l'assemblea, consegnarono la lettera.  31 E, dopo averla letta, quelli di Antiochia si rallegrarono della  consolazione. 32 Or Giuda e Sila, essendo anch'essi profeti, con molte  parole esortarono i fratelli e li confermarono. 33 Dopo essersi  trattenuti là diverso tempo, furono dai fratelli rimandati in pace dagli  apostoli. 34 Ma parve bene a Sila di restare là.

Separazione di Paolo da Barnaba
35  Anche Paolo e Barnaba rimasero ad Antiochia, insegnando ed annunziando  con molti altri la parola del Signore. 36 Alcuni giorni dopo, Paolo  disse a Barnaba: «Torniamo ora a visitare i nostri fratelli in ogni  città, dove abbiamo annunziato la parola del Signore, per vedere come  stanno». 37 Or Barnaba intendeva prendere con loro Giovanni, detto  Marco. 38 Ma Paolo riteneva che non si dovesse prendere con loro colui  che si era separato da loro in Panfilia, e non era andato con loro  all'opera. 39 Ne nacque allora una tale disputa che si separarono l'uno  dall'altro; poi Barnaba, preso Marco, s'imbarcò per Cipro.

Secondo viaggio missionario di Paolo, con Sila e Timoteo
40  Paolo invece, sceltosi per compagno Sila, partì, raccomandato dai  fratelli alla grazia di Dio. 41 E attraversò la Siria e la Cilicia,  confermando le chiese.

16:1  Or egli giunse a Derbe e a Listra; qui c'era un discepolo, di nome  Timoteo, figlio di una donna giudea credente, ma di padre greco, 2 di  cui rendevano buona testimonianza i fratelli di Listra e di Iconio. 3  Paolo volle che questi andasse con lui; così presolo con sé, lo  circoncise a motivo dei Giudei che erano in quei luoghi, perché tutti  sapevano che suo padre era greco. 4 E, come essi attraversavano le  città, ordinavano loro di osservare le decisioni prese dagli apostoli e  dagli anziani a Gerusalemme. 5 Le chiese dunque erano fortificate nella  fede e crescevano di numero ogni giorno. 6 Mentre attraversavano la  Frigia e la regione della Galazia, furono impediti dallo Spirito Santo  di annunziare la parola in Asia. 7 Giunti ai confini della Misia, essi  tentavano di andare in Bitinia, ma lo Spirito non lo permise loro. 8  Così, attraversata la Misia, discesero a Troas.

La visione su Troas; Paolo passa in Macedonia e predica a Filippi; Lidia; il carceriere di Filippi
9  Durante la notte apparve a Paolo una visione. Gli stava davanti un uomo  Macedone, che lo supplicava e diceva: «Passa in Macedonia e  soccorrici». 10 Dopo che ebbe visto la visione, cercammo subito di  passare in Macedonia, persuasi che il Signore ci aveva chiamati là per  annunziare loro il vangelo. 11 Perciò, salpando da Troas, ci dirigemmo a  Samotracia, e il giorno seguente a Neapolis, 12 e di là a Filippi, che è  la prima città di quella parte della Macedonia e una colonia romana; e  restammo in quella città diversi giorni. 13 Il giorno di sabato andammo  fuori città lungo il fiume, dove era il luogo ordinario della preghiera;  e, postici a sedere, parlavamo alle donne che erano là radunate. 14 E  una donna di nome Lidia, commerciante di porpora, della città di  Tiatira, che adorava Dio, stava ad ascoltare. E il Signore aprì il suo  cuore per dare ascolto alle cose dette da Paolo. 15 Dopo essere stata  battezzata con la sua famiglia, ci pregò dicendo: «Se mi avete giudicata  fedele al Signore, entrate e rimanete in casa mia». E ci costrinse ad  accettare. 16 Ora, mentre andavamo al luogo della preghiera, ci venne  incontro una giovane schiava che aveva uno spirito di divinazione e che,  facendo l'indovina, procurava molto guadagno ai suoi padroni. 17  Costei, messasi a seguire Paolo e noi, gridava, dicendo: «Questi uomini  sono servi del Dio Altissimo e vi annunziano la via della salvezza». 18  Ed essa fece questo per molti giorni; ma Paolo, infastidito, si voltò e  disse allo spirito: «Io ti comando nel nome di Gesù Cristo di uscire da  lei». E lo spirito uscì in quell'istante. 19 Ora i padroni di lei,  vedendo che la speranza del loro guadagno era svanita, presero Paolo e  Sila e li trascinarono sulla piazza del mercato davanti ai magistrati;  20 e, presentatili ai pretori, dissero: «Questi uomini, che sono Giudei,  turbano la nostra città, 21 e predicano usanze, che a noi che siamo  Romani, non è lecito di accettare o di osservare». 22 Allora la folla  insorse tutta insieme contro di loro; e i pretori, strappate loro le  vesti, comandarono che fossero frustati. 23 E, dopo averli battuti con  molti colpi, li gettarono in prigione, comandando al carceriere di  tenerli al sicuro. 24 Questi, ricevuto un tale ordine, li gettò nella  parte più interna della prigione e fissò i loro piedi ai ceppi. 25 Verso  la mezzanotte Paolo e Sila pregavano e cantavano inni a Dio; e i  prigionieri li udivano. 26 Improvvisamente si fece un gran terremoto,  tanto che le fondamenta della prigione furono scosse: e in quell'istante  tutte le porte si aprirono e le catene di tutti si sciolsero. 27 Il  carceriere, destatosi e viste le porte della prigione spalancate, trasse  fuori la spada e stava per uccidersi, pensando che i prigionieri  fossero fuggiti. 28 Ma Paolo gridò ad alta voce: «Non farti alcun male,  perché noi siamo tutti qui». 29 E, chiesto un lume, egli corse dentro, e  tutto tremante si gettò ai piedi di Paolo e Sila; 30 poi li condusse  fuori e disse: «Signori, cosa devo fare per essere salvato?». 31 Ed essi  dissero: «Credi nel Signore Gesù Cristo, e sarai salvato tu e la casa  tua». 32 Poi essi annunziarono la parola del Signore a lui e a tutti  coloro che erano in casa sua. 33 Ed egli li prese in quella stessa ora  della notte e lavò loro le piaghe. E lui e tutti i suoi furono subito  battezzati. 34 Condottili quindi in casa sua, apparecchiò loro la tavola  e si rallegrava con tutta la sua famiglia di aver creduto in Dio. 35  Fattosi giorno i pretori mandarono i littori a dire al carceriere:  «Lascia liberi quegli uomini». 36 E il carceriere riferì a Paolo queste  parole: «I pretori hanno mandato a dire che siate lasciati liberi;  quindi uscite e andate in pace». 37 Ma Paolo disse loro: «Dopo averci  pubblicamente battuti senza essere stati condannati in giudizio, noi che  siamo cittadini romani, ci hanno gettati in prigione e ora ci fanno  uscire di nascosto? No davvero! Vengano loro stessi a condurci fuori».  38 I littori riferirono queste parole ai pretori; ed essi, quando  udirono che erano cittadini romani, ebbero paura. 39 Or essi vennero e  li pregarono di scusarli e, condottili fuori, chiesero loro di lasciare  la città. 40 Allora essi, usciti di prigione, entrarono in casa di Lidia  e, visti i fratelli, li consolarono; poi partirono.

Paolo a Tessalonica e a Berea
17:1  Or dopo essere passati per Anfipoli e per Apollonia, giunsero a  Tessalonica, dove c'era la sinagoga dei Giudei. 2 E Paolo, secondo il  suo solito, entrò da loro e per tre sabati presentò loro argomenti  tratti dalle Scritture, 3 dichiarando e dimostrando loro, che era  necessario che il Cristo soffrisse e risuscitasse dai morti, e dicendo:  «Questo Gesù che vi annunzio è il Cristo». 4 Alcuni di loro credettero e  si unirono a Paolo e Sila, come pure un gran numero di Greci pii e non  poche donne ragguardevoli. 5 Ma i Giudei che non avevano creduto, mossi  da invidia, presero con loro certi uomini malvagi tra la gente di piazza  e, radunata una plebaglia, misero in subbuglio la città; avendo poi  assalita la casa di Giasone, cercavano Paolo e Sila per condurli davanti  al popolo. 6 Ma, non avendoli trovati, trascinarono Giasone e alcuni  dei fratelli davanti ai capi della città, gridando: «Quelli che hanno  messo sottosopra il mondo sono venuti anche qua, 7 e Giasone li ha  accolti; tutti costoro agiscono contro gli statuti di Cesare, dicendo  che c'è un altro re, cioè Gesù». 8 Così misero in agitazione il popolo e  i capi della città, che udivano queste cose. 9 Ma essi, ricevuta una  cauzione da Giasone e dagli altri, li lasciarono andare. 10 Allora i  fratelli fecero subito partire di notte Paolo e Sila per Berea ed essi,  appena vi giunsero, entrarono nella sinagoga dei Giudei. 11 Or costoro  erano di sentimenti più nobili di quelli di Tessalonica e ricevettero la  parola con tutta prontezza, esaminando ogni giorno le Scritture per  vedere se queste cose stavano così. 12 Così molti di loro credettero  assieme a un non piccolo numero di nobili donne greche e di uomini. 13  Ma, quando i Giudei di Tessalonica vennero a sapere che la parola di Dio  era stata annunziata da Paolo anche a Berea, andarono pure là, mettendo  in agitazione le folle. 14 Allora i fratelli fecero subito partire  Paolo in direzione del mare; ma Sila e Timoteo rimasero là.

Paolo in Atene; discorso nell'Areopago
15  Quelli che scortavano Paolo lo condussero fino ad Atene; poi, ricevuto  da lui l'incarico di dire a Sila e a Timoteo di raggiungerlo quanto  prima, tornarono indietro. 16 Ora, mentre Paolo li aspettava ad Atene,  il suo spirito s'inacerbiva in lui, vedendo la città piena di idoli. 17  Egli dunque discuteva nella sinagoga con i Giudei e con le persone pie, e  ogni giorno sulla piazza con quelli che incontrava. 18 Con lui  discutevano pure alcuni filosofi epicurei e stoici. Alcuni dicevano:  «Che vuol dire questo cianciatore?». E gli altri: «Egli pare essere un  annunziatore di divinità straniere», perché annunziava loro Gesù e la  risurrezione. 19 Così lo presero e lo condussero nell'Areopago, dicendo:  «Potremmo sapere qual è questa nuova dottrina che tu proponi? 20 Poiché  tu rechi cose strane ai nostri orecchi, vogliamo dunque sapere che cosa  significano queste cose». 21 Or tutti gli Ateniesi e i forestieri che  dimoravano in quella città non avevano passatempo migliore che quello di  dire o ascoltare qualche novità. 22 Allora Paolo, stando in piedi in  mezzo all'Areopago, disse: «Ateniesi, io vi trovo in ogni cosa fin  troppo religiosi. 23 Poiché, passando in rassegna e osservando gli  oggetti del vostro culto, ho trovato anche un altare sul quale era  scritto: "AL DIO SCONOSCIUTO". Quello dunque che voi adorate senza  conoscerlo, io ve lo annunzio. 24 Il Dio che ha fatto il mondo e tutte  le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non  abita in templi fatti da mani d'uomo, 25 e non è servito dalle mani di  uomini come se avesse bisogno di qualcosa, essendo lui che dà a tutti la  vita, il fiato e ogni cosa; 26 or egli ha tratto da uno solo tutte le  stirpi degli uomini, perché abitassero sopra tutta la faccia della  terra, avendo determinato le epoche prestabilite e i confini della loro  abitazione, 27 affinché cercassero il Signore, se mai riuscissero a  trovarlo come a tastoni, benché egli non sia lontano da ognuno di noi.  28 Poiché in lui viviamo, ci muoviamo e siamo, come persino alcuni dei  vostri poeti hanno detto: "Poiché siamo anche sua progenie". 29 Essendo  dunque noi progenie di Dio, non dobbiamo stimare che la deità sia simile  all'oro o all'argento o alla pietra o alla scultura d'arte e  d'invenzione umana. 30 Ma ora, passando sopra ai tempi dell'ignoranza,  Dio comanda a tutti gli uomini e dappertutto che si ravvedano. 31 Poiché  egli ha stabilito un giorno in cui giudicherà il mondo con giustizia,  per mezzo di quell'uomo che egli ha stabilito; e ne ha dato prova a  tutti, risuscitandolo dai morti». 32 Quando sentirono parlare di  risurrezione dei morti, alcuni lo beffavano, altri dicevano: «Su questo  argomento ti ascolteremo un'altra volta». 33 Così Paolo uscì di mezzo a  loro. 34 Ma alcuni si unirono a lui e credettero, fra i quali anche  Dionigi l'areopagita, una donna di nome Damaris e altri con loro.

Paolo a Corinto, e ad Efeso; ritorno a Gerusalemme
18:1  Dopo queste cose Paolo partì da Atene e venne a Corinto. 2 E, trovato  un certo Giudeo, di nome Aquila, originario del Ponto, venuto di recente  dall'Italia insieme a Priscilla, sua moglie (perché Claudio aveva  ordinato che tutti i Giudei partissero da Roma), si recò da loro. 3 Or  siccome era dello stesso mestiere, andò ad abitare con loro e lavorava;  per professione infatti essi erano fabbricanti di tende. 4 Ogni sabato  insegnava nella sinagoga e riusciva a persuadere Giudei e Greci. 5  Quando Sila e Timoteo giunsero dalla Macedonia, Paolo era spinto dallo  Spirito a testimoniare ai Giudei, che Gesù era il Cristo. 6 Ma poiché  essi contrastavano e bestemmiavano, egli scosse le sue vesti e disse  loro: «Il vostro sangue ricada sul vostro capo, io sono libero da ogni  colpa; da ora in poi andrò ai gentili». 7 E, allontanatosi di là, entrò  in casa di un tale di nome Giusto, il quale serviva Dio e la cui casa  era attigua alla sinagoga. 8 Or Crispo, capo della sinagoga, credette al  Signore con tutta la sua famiglia; anche molti dei Corinzi, udendo  Paolo, credevano ed erano battezzati. 9 Una notte il Signore in visione  disse a Paolo: «Non temere, ma parla e non tacere, 10 perché io sono con  te e nessuno ti metterà le mani addosso per farti del male, poiché io  ho un grande popolo in questa città». 11 Così egli rimase là un anno e  sei mesi, insegnando fra di loro la parola di Dio. 12 Ma, mentre  Gallione era proconsole dell'Acaia, i Giudei insorsero tutti d'accordo  contro Paolo e lo condussero al tribunale, 13 dicendo: «Costui persuade  la gente a servire Dio, contrariamente a quanto la legge insegna». 14  Come Paolo stava per aprire la bocca, Gallione disse ai Giudei: «Se si  trattasse di qualche ingiustizia o misfatto, o Giudei, io vi ascolterei  pazientemente, secondo la ragione; 15 ma se sono questioni che  riguardano parole, nomi e la vostra legge, vedetevela voi, perché io non  voglio essere giudice di tali cose». 16 E li scacciò dal tribunale. 17  Allora tutti i Greci presero Sostene, capo della sinagoga, e lo  percossero davanti al tribunale. Ma Gallione non si curava di queste  cose. 18 Ora Paolo, dopo aver dimorato là ancora molti giorni, prese  commiato dai fratelli e s'imbarcò per la Siria con Priscilla ed Aquila,  essendosi fatto radere il capo a Cencrea, perché aveva fatto un voto. 19  Quando giunse ad Efeso, li lasciò lì. Ma egli entrò nella sinagoga e si  mise a discutere con i Giudei. 20 Questi lo pregavano di rimanere con  loro più a lungo, ma egli non acconsentì; 21 ma si congedò da loro,  dicendo: «Devo proprio passare la prossima festa a Gerusalemme, ma  ritornerò di nuovo da voi, se piace a Dio». Così partì via mare da  Efeso. 22 Sbarcato a Cesarea, salì a Gerusalemme; e, dopo aver salutato  la chiesa, scese ad Antiochia. 23 Dopo aver trascorso là un po' di  tempo, ripartì percorrendo successivamente le regioni della Galazia e  della Frigia, confermando nella fede tutti i discepoli.

Apollo ad Efeso e a Corinto
24  Or un Giudeo, di nome Apollo, nativo di Alessandria, uomo eloquente e  ferrato nelle Scritture, arrivò ad Efeso. 25 Costui era ammaestrato  nella via del Signore e, fervente di spirito, parlava e insegnava  diligentemente le cose del Signore, ma conosceva soltanto il battesimo  di Giovanni. 26 Egli cominciò a parlare francamente nella sinagoga. Ma,  quando Aquila e Priscilla l'udirono, lo presero con loro e gli esposero  più a fondo la via di Dio. 27 Poi, volendo egli passare in Acaia, i  fratelli lo incoraggiarono e scrissero ai discepoli che l'accogliessero.  Giunto colà, egli fu di grande aiuto a coloro che avevano creduto  mediante la grazia. 28 Egli infatti confutava con grande vigore i Giudei  pubblicamente, dimostrando per mezzo delle Scritture che Gesù è il  Cristo.

Terzo viaggio missionario di Paolo; l'evangelo predicato ad Efeso; tumulto suscitato da Demetrio
19:1  Ora, mentre Apollo era a Corinto, Paolo, attraversate le località più  alte del paese, giunse ad Efeso e, trovati là alcuni discepoli, disse  loro: 2 «Avete ricevuto lo Spirito Santo, quando avete creduto?». Quelli  gli risposero: «Non abbiamo neppure udito che vi sia uno Spirito  Santo». 3 E disse loro: «Con quale battesimo dunque siete stati  battezzati?». Essi risposero: «Col battesimo di Giovanni». 4 Allora  Paolo disse: «Giovanni battezzò con il battesimo di ravvedimento,  dicendo al popolo che dovevano credere in colui che veniva dopo di lui,  cioè in Cristo Gesù». 5 Udito questo, furono battezzati nel nome del  Signore Gesù. 6 E, quando Paolo impose loro le mani, lo Spirito Santo  scese su di loro e parlavano in altre lingue e profetizzavano. 7 Or  erano in tutto circa dodici uomini. 8 Poi egli entrò nella sinagoga e  parlò con franchezza per tre mesi, discutendo e persuadendo sulle cose  appartenenti al regno di Dio. 9 Ma poiché alcuni si indurivano e  persistevano nell'incredulità, parlando male della Via in presenza della  folla, egli, ritiratosi da loro, separò i discepoli e continuò a  discutere ogni giorno nella scuola di un certo Tiranno. 10 E questo durò  per due anni, di modo che tutti gli abitanti dell'Asia, Giudei e Greci,  udirono la parola del Signore Gesù. 11 E Dio faceva prodigi  straordinari per le mani di Paolo, 12 al punto che si portavano sui  malati degli asciugatoi e dei grembiuli che erano stati sul suo corpo, e  le malattie si allontanavano da loro e gli spiriti maligni uscivano da  loro. 13 Or alcuni itineranti esorcisti Giudei tentarono di invocare il  nome del Signore Gesù su coloro che avevano gli spiriti maligni,  dicendo: «Vi scongiuriamo per Gesù, che Paolo predica!». 14 E quelli che  facevano questo erano sette figli di un certo Sceva, un capo sacerdote  giudeo. 15 Ma lo spirito maligno rispose e disse: «Io conosco Gesù e so  chi è Paolo, ma voi chi siete?». 16 Quindi l'uomo che aveva lo spirito  maligno si avventò su di loro e, sopraffattili, fece loro tal violenza  che fuggirono da quella casa, nudi e feriti. 17 Or questo fu risaputo da  tutti i Giudei e Greci che abitavano ad Efeso, e furono tutti presi da  paura, e il nome del Signore Gesù era magnificato. 18 E molti di coloro  che avevano creduto venivano a confessare, e a dichiarare le cose che  avevano fatto. 19 Molti di coloro che avevano esercitato le arti occulte  radunarono assieme i libri e li arsero in presenza di tutti; e,  calcolatone il prezzo, si trovò che ammontava a cinquantamila pezzi  d'argento. 20 Così la parola di Dio cresceva potentemente e si  affermava. 21 Dopo questi avvenimenti, Paolo si mise nell'animo di  andare a Gerusalemme, passando per la Macedonia e per l'Acaia, e diceva:  «Dopo essere stato lì, bisogna che io veda anche Roma». 22 Mandati  allora in Macedonia due dei suoi collaboratori, cioè Timoteo ed Erasto,  egli si trattenne ancora qualche tempo in Asia. 23 Or in quel tempo  nacque un grande tumulto in merito alla Via, 24 perché un tale di nome  Demetrio, orafo, che faceva dei templi di Diana in argento, procurava  non poco guadagno agli artigiani. 25 Costui li radunò insieme ai  lavoratori che avevano un'attività affine, e disse: «Uomini, voi sapete  che il nostro guadagno proviene da questa attività. 26 Or voi vedete e  udite che questo Paolo ha persuaso e sviato un gran numero di gente non  solo in Efeso, ma in quasi tutta l'Asia, dicendo che non sono dèi quelli  costruiti da mano d'uomo. 27 Non solo c'è pericolo per noi che  quest'arte particolare venga discreditata, ma che anche il tempio della  grande dea Diana non conti più nulla, e che venga spogliata della sua  grandezza colei che tutta l'Asia, anzi tutto il mondo, adora». 28  All'udire queste cose, essi si accesero di sdegno e gridarono, dicendo:  «Grande è la Diana degli Efesini». 29 E tutta la città fu ripiena di  confusione; e, trascinando con forza Gaio e Aristarco, Macedoni,  compagni di viaggio di Paolo, corsero tutti d'accordo al teatro. 30 Or  Paolo voleva presentarsi al popolo, ma i discepoli non glielo permisero.  31 Anche alcuni Asiarchi, che gli erano amici, mandarono a pregarlo di  non presentarsi al teatro. 32 Intanto gli uni gridavano una cosa, gli  altri un'altra, tanto che l'adunanza era confusa e i più non sapevano  per quale ragione si fossero radunati. 33 Allora fu fatto uscire dalla  folla Alessandro, spinto avanti dai Giudei. E Alessandro, fatto cenno  con la mano, voleva parlare in sua difesa al popolo. 34 Ma, quando si  resero conto che egli era Giudeo, si misero tutti a gridare a una sola  voce per quasi due ore: «Grande è la Diana degli Efesini». 35 Dopo aver  calmato la folla, il cancelliere disse: «Efesini, chi è mai quell'uomo  che non sappia che la città degli Efesini è la custode del tempio della  grande dea Diana e della sua immagine caduta da Giove? 36 Poiché dunque  queste cose sono incontestabili, voi dovete restare calmi e non fare  nulla di sconsiderato. 37 Infatti avete condotto qui questi uomini, che  non sono né sacrileghi né bestemmiatori della vostra dea. 38 Se dunque  Demetrio e gli artigiani che sono con lui hanno qualcosa contro  qualcuno, i tribunali sono aperti e vi sono i proconsoli; presenti  ognuno le sue accuse. 39 Se poi avete qualche altra richiesta da fare,  ciò si risolverà nell'ordinaria assemblea. 40 Noi infatti corriamo il  rischio di essere accusati di sedizione per l'accaduto di oggi, non  essendovi ragione alcuna con cui giustificare questo assembramento». 41  E, dette queste cose, sciolse l'adunanza.

Paolo visita nuovamente la Macedonia e la Grecia; poi torna in Asia
20:1  Dopo che fu cessato il tumulto, Paolo chiamò a sé i discepoli, li  abbracciò e partì per andare in Macedonia. 2 E, dopo aver attraversato  quelle regioni e aver dato loro molte esortazioni, si recò in Grecia. 3  Dopo aver trascorso colà tre mesi, poiché i Giudei avevano ordito un  complotto mentre egli stava salpando per la Siria, decise di far ritorno  passando per la Macedonia. 4 Or l'accompagnarono fino in Asia Sopatro  di Berea, Aristarco e Secondo di Tessalonica, Gaio di Derbe e Timoteo, e  Tichico e Trofimo, oriundi dell'Asia. 5 Costoro, partiti prima di noi,  ci aspettarono a Troas. 6 Ma noi partimmo da Filippi dopo i giorni degli  Azzimi e in cinque giorni li raggiungemmo a Troas, dove dimorammo sette  giorni. 7 Il primo giorno della settimana, essendosi i discepoli  radunati per rompere il pane, Paolo, dovendo partire il giorno seguente,  conversava con loro, e protrasse il discorso fino a mezzanotte. 8 Or  nella sala, dove eravamo radunati, vi erano molte lampade. 9 Un giovane  di nome Eutico, che era seduto sul davanzale della finestra, fu colto da  un sonno profondo; e, mentre Paolo tirava il suo discorso a lungo,  preso dal sonno, cadde dal terzo piano e fu raccolto morto. 10 Ma Paolo,  sceso giù, si gettò su di lui, l'abbracciò e disse: «Non vi turbate,  perché l'anima sua è in lui». 11 Quindi risalì, spezzò il pane con loro e  mangiò; e dopo aver parlato a lungo fino all'alba, partì. 12 Intanto  ricondussero il ragazzo vivo, per cui furono oltremodo consolati. 13 Noi  invece, che ci eravamo già imbarcati, navigammo verso Asso, dove  avevamo intenzione di riprendere a bordo Paolo, perché aveva stabilito  così, volendo egli fare quel viaggio via terra. 14 Quando ci raggiunse  ad Asso, lo prendemmo con noi e arrivammo a Mitilene. 15 Salpammo di là e  arrivammo il giorno seguente di fronte a Chio; l'indomani raggiungemmo  Samo e, dopo una sosta a Trogillio, il giorno dopo giungemmo a Mileto.  16 Paolo infatti aveva deliberato di navigare senza fermarsi a Efeso per  evitare di perdere tempo in Asia, perché aveva fretta di trovarsi, se  possibile, a Gerusalemme il giorno di Pentecoste.

Discorso di Paolo agli anziani di Efeso
17  Da Mileto mandò ad Efeso a far chiamare gli anziani della chiesa. 18  Quando giunsero da lui, egli disse loro: «Voi sapete dal primo giorno  che entrai in Asia come ho vissuto tra di voi per tutto questo tempo, 19  servendo il Signore in tutta umiltà, con molte lacrime e prove che mi  sono avvenute per le insidie dei Giudei; 20 e come io non mi sono  astenuto di annunziarvi e insegnarvi in pubblico e per le case nessuna  di quelle cose che sono giovevoli, 21 dichiarando solennemente ai Giudei  e ai Greci la necessità della conversione a Dio e della fede nel Signor  nostro Gesù Cristo. 22 Ed ora, ecco, spinto dallo Spirito, vado a  Gerusalemme, non sapendo le cose che là mi accadranno, 23 se non ciò che  lo Spirito Santo mi attesta in ogni città, dicendo che mi aspettano  legami e tribolazioni. 24 Ma io non ne tengo alcun conto e la mia  propria vita non mi è cara, pur di terminare con gioia il mio corso e il  ministero che ho ricevuto dal Signore Gesù, che è di testimoniare  pienamente l'evangelo della grazia di Dio. 25 Ecco, ora so che voi  tutti, fra i quali sono andato e venuto predicando il regno di Dio, non  vedrete più la mia faccia. 26 Perciò oggi vi dichiaro di essere puro del  sangue di tutti; 27 poiché io non mi sono tratto indietro  dall'annunziarvi tutto il consiglio di Dio. 28 Badate dunque a voi  stessi e a tutto il gregge in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha  costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, che egli ha acquistata  col proprio sangue. 29 Infatti io so che dopo la mia partenza,  entreranno in mezzo a voi dei lupi rapaci, i quali non risparmieranno il  gregge, 30 e che tra voi stessi sorgeranno degli uomini che proporranno  cose perverse per trascinarsi dietro i discepoli. 31 Perciò vegliate,  ricordandovi che per lo spazio di tre anni, giorno e notte, non ho mai  cessato di ammonire ciascuno con lacrime. 32 Ed ora, fratelli, io vi  raccomando a Dio e alla parola della sua grazia, che è in grado di  edificarvi e di darvi l'eredità in mezzo a tutti i santificati. 33 Io  non ho desiderato né l'argento, né l'oro, né il vestito di alcuno. 34 E  voi stessi sapete che queste mani hanno provveduto ai bisogni miei e di  quelli che erano con me. 35 In ogni cosa vi ho mostrato che  affaticandosi in questo modo ci conviene sostenere gli infermi e  ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il quale disse: "C'è maggior  felicità nel dare che nel ricevere!"». 36 E, quando ebbe dette queste  cose, si inginocchiò e pregò con tutti loro. 37 Allora tutti scoppiarono  in un gran pianto e, gettatisi al collo di Paolo, lo baciavano, 38  dolenti soprattutto per la parola che aveva detto, che non vedrebbero  più la sua faccia. Poi l'accompagnarono alla nave.

Paolo, tornato a Gerusalemme e arrestato nel tempio
21:1  Dopo esserci separati da loro, salpammo e, puntando diritto, arrivammo a  Cos, il giorno seguente a Rodi, e di là a Patara. 2 Trovata qui una  nave diretta in Fenicia, ci imbarcammo e salpammo. 3 Avvistata Cipro e  lasciatala a sinistra, proseguimmo per la Siria e approdammo a Tiro,  perché qui si doveva scaricare la nave. 4 Trovati i discepoli, ci  trattenemmo sette giorni; mossi dallo Spirito, essi dicevano a Paolo di  non salire a Gerusalemme. 5 Ma al termine del nostro soggiorno, partimmo  e ci mettemmo in cammino, accompagnati da tutti, con le mogli e figli,  fin fuori della città; e, postici in ginocchio sul lido, pregammo. 6  Poi, dopo esserci scambiati i saluti, montammo sulla nave, mentre quelli  se ne tornarono alle loro case. 7 Terminata la navigazione, da Tiro  arrivammo a Tolemaide e, salutati i fratelli, ci trattenemmo un giorno  con loro. 8 Ripartiti il giorno seguente, noi che eravamo compagni di  Paolo, arrivammo a Cesarea e, entrati in casa di Filippo l'evangelista  che era uno dei sette, restammo presso di lui. 9 Or egli aveva quattro  figlie vergini, che profetizzavano. 10 E, restando noi lì molti giorni,  un certo profeta di nome Agabo, scese dalla Giudea. 11 Venuto da noi,  egli prese la cintura di Paolo, si legò mani e piedi, e disse: «Questo  dice lo Spirito Santo: Così legheranno i Giudei a Gerusalemme l'uomo a  cui appartiene questa cintura e lo consegneranno nelle mani dei  gentili». 12 All'udire queste cose, noi e quelli del luogo lo pregavamo  di non salire a Gerusalemme. 13 Ma Paolo rispose: «Che fate voi,  piangendo e spezzandomi il cuore? Poiché io sono pronto non solo ad  essere legato, ma anche a morire a Gerusalemme per il nome del Signore  Gesù». 14 E siccome non c'era modo di persuaderlo, ci rassegnammo  dicendo: «Sia fatta la volontà del Signore». 15 Dopo quei giorni,  preparate le nostre cose, salimmo a Gerusalemme. 16 Con noi vennero  anche alcuni discepoli di Cesarea e condussero con loro un certo  Mnasone, nativo di Cipro, un vecchio discepolo, presso il quale dovevamo  alloggiare. 17 Al nostro arrivo a Gerusalemme, i fratelli ci accolsero  lietamente. 18 Il giorno seguente Paolo si recò con noi da Giacomo, e  tutti gli anziani erano presenti. 19 Dopo averli salutati, Paolo  raccontò loro, ad una ad una, le cose che il Signore aveva operato fra i  gentili per mezzo del suo ministero. 20 Ed essi, udito ciò,  glorificavano Dio, poi dissero a Paolo: «Fratello, tu vedi quante  migliaia di Giudei vi sono che hanno creduto; e tutti sono zelanti della  legge. 21 Or sono stati informati a tuo riguardo che tu insegni a tutti  i Giudei che vivono fra i gentili di distaccarsi da Mosè, dicendo di  non circoncidere i figli e di non seguire più le usanze giudaiche. 22 Or  dunque, che si deve fare? È inevitabile che la folla si raduni, perché  sapranno che tu sei venuto. 23 Fa' dunque quanto ti diciamo: noi abbiamo  quattro uomini, che hanno fatto un voto; 24 prendili con te, purificati  con loro, e paga per loro, perché si possano radere il capo; così tutti  sapranno che non c'è nulla di vero in quelle cose di cui sono stati  informati intorno a te, ma che anche tu sei disciplinato e osservi la  legge. 25 Ma per quanto riguarda i gentili che hanno creduto, noi  abbiamo loro scritto, avendo stabilito che non osservino alcuna cosa del  genere, ma che si guardino unicamente dalle cose sacrificate agli  idoli, dal sangue, dalle cose soffocate e dalla fornicazione». 26 Allora  Paolo, il giorno seguente, prese con sé quegli uomini e, dopo essersi  purificato con loro, entrò nel tempio, dichiarando di voler portare a  compimento i giorni della purificazione, quando sarebbe stata presentata  l'offerta per ciascun di loro. 27 Ma, come i sette giorni stavano per  compiersi, i Giudei dell'Asia, vedendolo nel tempio, sollevarono tutta  la folla e gli misero le mani addosso, 28 gridando: «Uomini d'Israele,  venite in aiuto! Costui è l'uomo che insegna a tutti e dappertutto una  dottrina che è contro il popolo, contro la legge e contro questo luogo;  oltre a ciò, ha pure condotto dei Greci nel tempio e ha contaminato  questo santo luogo». 29 Infatti avevano in precedenza visto Trofimo di  Efeso in città con Paolo, e pensavano che egli lo avesse condotto nel  tempio. 30 E tutta la città fu in subbuglio, e ci fu un accorrere di  gente; e, preso Paolo, lo trascinarono fuori del tempio e subito furono  serrate le porte. 31 Ora, mentre essi cercavano di ucciderlo, al tribuno  della coorte giunse la notizia che tutta Gerusalemme era sottosopra. 32  Immediatamente egli, presi dei soldati e dei centurioni, corse verso di  loro. E questi, visto il tribuno e i soldati, smisero di battere Paolo.  33 Allora il tribuno, avvicinatosi, lo prese e comandò che fosse legato  con due catene, poi domandò chi fosse e che cosa avesse fatto. 34 Tra  la folla gli uni gridavano una cosa e gli altri un'altra; non potendo  perciò sapere nulla di certo per il tumulto, comandò che fosse condotto  nella fortezza. 35 Quando arrivò alla gradinata, egli dovette essere  portato dai soldati per la violenza della folla, 36 perché la massa del  popolo lo seguiva, gridando: «A morte». 37 Mentre Paolo stava per essere  introdotto nella fortezza, disse al tribuno: «Mi è lecito dirti  qualcosa?». Quegli rispose: «Sai il greco? 38 Non sei tu quell'Egiziano  che tempo fa insorse e condusse nel deserto quei quattromila briganti?».  39 Ma Paolo disse: «Io sono un Giudeo di Tarso, cittadino di quella non  oscura città di Cilicia; or ti prego di lasciarmi parlare al popolo».  40 Avendoglielo permesso, Paolo, stando in piedi sopra la gradinata,  fece cenno con la mano al popolo. E, fattosi un gran silenzio, parlò in  lingua ebraica, dicendo:

Discorso di Paolo in sua difesa, davanti al popolo
22:1  «Fratelli e padri, ascoltate ciò che ora vi dico a mia difesa». 2  Nell'udire che parlava loro in lingua ebraica, fecero ancor più  silenzio. Poi disse: 3 «In verità io sono un Giudeo, nato in Tarso di  Cilicia e allevato in questa città ai piedi di Gamaliele, educato nella  rigorosa osservanza della legge dei padri, pieno di zelo di Dio, come  oggi lo siete voi tutti; 4 io ho perseguitato fino alla morte questa  Via, legando e mettendo in prigione uomini e donne, 5 come mi sono  testimoni il sommo sacerdote e tutto il sinedrio degli anziani, dai  quali avendo anche ricevuto lettere per i fratelli, mi recavo a Damasco  per condurre prigionieri a Gerusalemme anche quelli che erano là, perché  fossero puniti. 6 Or avvenne che, mentre io ero in cammino e mi  avvicinavo a Damasco, intorno a mezzogiorno, all'improvviso una gran  luce dal cielo mi folgorò d'intorno. 7 Ed io caddi a terra e udii una  voce che mi diceva: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?". 8 Io risposi:  "Chi sei, Signore?". Egli mi disse: "Io sono Gesù il Nazareno, che tu  perseguiti". 9 Or quelli che erano con me videro sì la luce e furono  spaventati, ma non udirono la voce di colui che mi parlava. 10 Io dissi:  "Signore, che devo fare?". Il Signore mi disse: "Alzati e va' a  Damasco, là ti sarà annunziato tutto quello che ti è ordinato di fare".  11 Ora, siccome io non vedevo nulla per lo splendore di quella luce, fui  condotto per mano da quelli che erano con me; e così entrai a Damasco.  12 Or un certo Anania, uomo pio secondo la legge, di cui tutti i Giudei  che abitavano a Damasco rendevano buona testimonianza, 13 venne da me e,  standomi vicino, mi disse: "Fratello Saulo, ricupera la vista". In  quell'istante io ricuperai la vista e lo guardai. 14 Poi aggiunse: "Il  Dio dei nostri padri ti ha preordinato a conoscere la sua volontà, a  vedere il Giusto e a udire una voce dalla sua bocca. 15 Perché tu gli  devi essere testimone presso tutti gli uomini delle cose che hai visto e  udito. 16 Ed ora che aspetti? Alzati e sii battezzato e lavato dai tuoi  peccati, invocando il nome del Signore". 17 Or avvenne che, quando  ritornai a Gerusalemme e stavo pregando nel tempio, fui rapito in  estasi, 18 e vidi il Signore che mi diceva: "Affrettati ed esci presto  da Gerusalemme, perché essi non riceveranno la tua testimonianza intorno  a me". 19 Allora io dissi: "Signore, loro stessi sanno che incarceravo e  battevo da una sinagoga all'altra quelli che credevano in te; 20 quando  si versava il sangue di Stefano, tuo martire, anch'io ero presente,  acconsentivo alla sua morte e custodivo le vesti di coloro che lo  uccidevano". 21 Ma egli mi disse: "Va', perché io ti manderò lontano tra  i gentili"». 22 Essi lo ascoltarono fino a questo punto; poi alzarono  la voce, dicendo: «Togli dal mondo un tale uomo, perché non è degno di  vivere!». 23 Siccome essi gridavano, gettando via le loro vesti e  lanciando polvere in aria, 24 il tribuno comandò che Paolo fosse  condotto nella fortezza, ordinando di interrogarlo a colpi di flagelli  al fine di sapere per quale motivo gridavano così contro di lui. 25 Ma,  quando lo ebbero disteso con le cinghie, Paolo disse al centurione che  era presente: «Vi è lecito flagellare un cittadino romano, non ancora  condannato?». 26 Udito questo, il centurione andò a riferirlo al  tribuno, dicendo: «Che cosa stai facendo? Quest'uomo è un cittadino  romano!». 27 Il tribuno allora si recò da Paolo e gli chiese: «Dimmi,  sei tu un cittadino romano?». Egli disse: «Sì, lo sono». 28 Il tribuno  rispose: «Io ho acquistata questa cittadinanza mediante una grande somma  di denaro». Paolo disse: «Io invece l'ho di nascita». 29 Allora quelli  che lo dovevano interrogare si allontanarono subito da lui; e lo stesso  tribuno, avendo saputo che egli era cittadino romano, ebbe paura perché  lo aveva fatto legare.

Paolo davanti al sinedrio
30  Or il giorno seguente, volendo sapere con certezza il motivo per cui  egli era accusato dai Giudei, lo sciolse dai legami e ordinò ai capi dei  sacerdoti e a tutto il sinedrio di venire. Poi, condotto giù Paolo, lo  presentò davanti a loro.

23:1  Paolo, fissati gli occhi sul sinedrio, disse: «Fratelli, fino a questo  giorno, io mi sono comportato davanti a Dio in perfetta buona  coscienza». 2 A questo dire il sommo sacerdote Anania ordinò a quelli  che gli erano accanto di percuoterlo sulla bocca. 3 Allora Paolo gli  disse: «Dio percuoterà te, muro imbiancato. Tu siedi per giudicarmi  secondo la legge e, violando la legge, ordini che io sia percosso». 4 Or  quelli che erano presenti dissero: «Insulti tu il sommo sacerdote di  Dio?». 5 Paolo rispose: «Non sapevo, fratelli, che egli fosse sommo  sacerdote, perché sta scritto: "Tu non dirai male del principe del tuo  popolo"». 6 Paolo quindi, sapendo che una parte dei presenti era  composta di sadducei e l'altra di farisei, gridò a quelli del sinedrio:  «Fratelli, io sono fariseo, figlio di farisei; è a motivo della speranza  e della risurrezione dei morti che vengo giudicato». 7 Appena egli  disse questo, nacque un dissenso fra i farisei e i sadducei, e  l'assemblea si divise; 8 infatti i sadducei dicono che non vi è  risurrezione né angelo né spirito, mentre i farisei affermano l'una e  l'altra cosa. 9 Si fece allora un grande clamore. Gli scribi del partito  dei farisei, alzatisi, protestavano con forza e dicevano: «Noi non  troviamo nulla di male in quest'uomo; e se uno spirito o un angelo gli  avesse parlato? Non combattiamo contro Dio». 10 Ora, siccome il dissenso  andava aumentando, il tribuno, per timore che Paolo fosse fatto a pezzi  da loro, ordinò ai soldati di scendere e di portarlo via dal loro  mezzo, e di ricondurlo nella fortezza. 11 La notte seguente, il Signore  si presentò a lui e disse: «Paolo, coraggio, perché come tu hai reso  testimonianza di me in Gerusalemme, così bisogna che tu la renda anche a  Roma».

Congiura dei Giudei contro Paolo; egli è inviato a Cesarea
12  Quando fu giorno, certi Giudei tramarono una congiura obbligandosi con  giuramento esecratorio a non mangiare né bere, finché non avessero  ucciso Paolo. 13 Erano più di quaranta quelli che avevano fatto questa  congiura. 14 Essi si presentarono ai capi dei sacerdoti e agli anziani e  dissero: «Noi ci siamo impegnati con giuramento di non assaggiare  alcuna cosa, finché non abbiamo ucciso Paolo. 15 Or dunque voi con il  sinedrio fate una petizione al tribuno perché domani ve lo riconduca,  come se voleste indagare più a fondo sul suo caso; e noi, prima che si  avvicini, saremo pronti ad ucciderlo». 16 Ma il figlio della sorella di  Paolo, venuto a conoscenza dell'agguato, corse alla fortezza e, entrato,  lo riferì a Paolo. 17 Allora Paolo, chiamato a sé uno dei centurioni,  disse: «Conduci questo giovane dal tribuno, perché ha qualcosa da  comunicargli». 18 Egli dunque lo prese, lo condusse dal tribuno e disse:  «Paolo, quel prigioniero, mi ha chiamato e mi ha pregato di condurti  questo giovane, che ha qualcosa da dirti». 19 Allora il tribuno, presolo  per mano, lo condusse in disparte e domandò: «Che cosa hai da  riferirmi?». 20 Egli disse: «I Giudei si sono accordati per chiederti  che domani tu conduca Paolo giù nel sinedrio, come se volessero  investigare più a fondo il suo caso. 21 Perciò tu non dar loro ascolto,  perché più di quaranta uomini di loro, stanno in agguato per prenderlo,  essendosi impegnati con un voto di non mangiare né bere, finché non  l'abbiano ucciso; ed ora sono pronti, aspettando che tu lo permetta  loro». 22 Il tribuno dunque licenziò il giovane, ordinandogli di non  palesare ad alcuno che gli avesse fatto sapere queste cose. 23 Poi,  chiamati due centurioni, disse loro: «Tenete pronti fin dalle ore tre  della notte duecento soldati, settanta cavalieri e duecento lancieri,  per andare fino a Cesarea». 24 Disse loro ancora di tenere pronte delle  cavalcature per farvi montare su Paolo e condurlo sano e salvo dal  governatore Felice. 25 Egli scrisse pure una lettera di questo tenore:  26 «Claudio Lisia, all'eccellentissimo governatore Felice, salute. 27  Quest'uomo era stato preso dai Giudei e stava per essere da loro ucciso,  quando io sopraggiunsi con i soldati e lo liberai, avendo inteso che  era cittadino romano. 28 Volendo poi sapere la colpa di cui  l'accusavano, l'ho condotto nel loro sinedrio. 29 Ho così trovato che  era accusato per questioni relative alla loro legge e che non c'era in  lui alcuna colpa degna di morte né di prigione. 30 Quando poi mi fu  riferito dell'agguato che i Giudei tendevano a quest'uomo, te l'ho  subito mandato, ordinando pure ai suoi accusatori di esporre davanti a  te le rimostranze che hanno contro di lui. Sta' bene!». 31 I soldati  dunque, secondo ch'era stato loro ordinato, presero in consegna Paolo e  lo condussero di notte ad Antipàdride. 32 Il giorno seguente, lasciato  ai cavalieri il compito di andare con lui, ritornarono alla fortezza. 33  Quelli, giunti a Cesarea e consegnata la lettera al governatore, gli  presentarono anche Paolo. 34 Dopo aver letto la lettera, il governatore  domandò a Paolo di quale provincia fosse; e, saputo che era della  Cilicia, 35 gli disse: «Io ti ascolterò quando saranno arrivati anche i  tuoi accusatori». E ordinò che fosse custodito nel palazzo di Erode.

Paolo davanti al tribunale del governatore Felice
24:1  Ora, cinque giorni dopo, arrivò il sommo sacerdote Anania insieme con  gli anziani e con un oratore, un certo Tertullo; essi comparvero davanti  al governatore per accusare Paolo. 2 Quando Paolo fu chiamato, Tertullo  cominciò ad accusarlo, dicendo: 3 «Eccellentissimo Felice, noi  riconosciamo in tutto e per tutto e con profonda gratitudine che la pace  che godiamo e le vantaggiose riforme attuate per questa nazione sono  opera delle tue previdenti misure. 4 Ma per non importunarti più a  lungo, ti prego nella tua benevolenza di darci brevemente ascolto. 5 Noi  abbiamo trovato che quest'uomo è una peste e suscita sedizioni fra  tutti i Giudei che sono nel mondo, ed è capo della setta dei Nazareni. 6  Egli ha perfino tentato di profanare il tempio; per questo noi  l'abbiamo preso e lo volevamo giudicare secondo la nostra legge. 7 Ma,  sopraggiungendo il tribuno Lisia, lo ha tolto a forza dalle nostre mani,  8 ordinando ai suoi accusatori di venire da te; esaminandolo, potrai tu  stesso sapere da lui la verità su tutte le cose di cui l'accusiamo». 9 I  Giudei si associarono anch'essi nelle accuse, affermando che le cose  stavano così. 10 Allora Paolo, dopo che il governatore gli fece cenno di  parlare, rispose: «Sapendo che da molti anni tu sei giudice di questa  nazione, con più coraggio parlo a mia difesa. 11 Non più di dodici  giorni fa, come tu puoi verificare, io salii a Gerusalemme per adorare.  12 Or essi non mi hanno trovato nel tempio a disputare con alcuno, o a  incitare la folla né nelle sinagoghe né per la città; 13 né possono  provare le cose delle quali ora mi accusano. 14 Ma questo ti confesso  che, secondo la Via che essi chiamano setta, io servo così il Dio dei  padri, credendo a tutte le cose che sono scritte nella legge e nei  profeti, 15 avendo in Dio la speranza, che anch'essi condividono, che vi  sarà una risurrezione dei morti, tanto dei giusti che degli ingiusti.  16 Per questo io mi sforzo di avere continuamente una coscienza  irreprensibile davanti a Dio e davanti agli uomini. 17 Ora, dopo molti  anni, io sono venuto a portare elemosine e offerte alla mia nazione. 18  Mentre facevo questo, essi mi hanno trovato purificato nel tempio, senza  alcun assembramento o tumulto. 19 Ma vi erano alcuni Giudei dell'Asia,  che dovevano comparire davanti a te per accusarmi, se avevano qualcosa  contro di me. 20 O questi stessi dicano se hanno trovato alcun misfatto  in me, quando stavo davanti al sinedrio, 21 a meno che sia per questa  sola parola che io gridai stando in piedi in mezzo a loro: "È a motivo  della risurrezione dei morti che oggi vengo giudicato da voi"». 22  Quando udì queste cose, Felice, che era ben informato sulla Via, rinviò  il processo, dicendo: «Quando verrà il tribuno Lisia, prenderò in esame  il vostro caso». 23 E ordinò al centurione che Paolo fosse custodito, ma  che avesse una certa libertà, senza impedire a nessuno dei suoi di  prestargli dei servizi o di venire a trovarlo. 24 Alcuni giorni dopo  Felice, venuto con Drusilla sua moglie che era giudea, mandò a chiamare  Paolo e l'ascoltò intorno alla fede in Cristo Gesù. 25 E siccome Paolo  parlava di giustizia, di autocontrollo e del giudizio futuro, Felice,  tutto spaventato, rispose: «Per il momento va', quando avrò opportunità,  ti manderò a chiamare». 26 Nel medesimo tempo egli sperava che Paolo  gli avrebbe dato del denaro perché lo liberasse; e per questo lo faceva  spesso chiamare e conversava con lui. 27 Ma dopo due anni, Felice ebbe  come successore Porcio Festo; e Felice, volendo far cosa grata ai  Giudei, lasciò Paolo in prigione.

Paolo compare davanti a Festo e si appella a Cesare
25:1  Quando Festo giunse nella provincia, tre giorni dopo salì da Cesarea a  Gerusalemme. 2 Il sommo sacerdote e i capi dei Giudei gli presentarono  le loro accuse contro Paolo e lo supplicavano, 3 chiedendogli nei  riguardi di Paolo il favore di farlo trasferire a Gerusalemme; così essi  lo avrebbero ucciso in un'imboscata lungo la strada. 4 Ma Festo rispose  che Paolo era custodito a Cesarea, e che egli stesso sarebbe presto  andato là. 5 «Perciò le persone influenti tra di voi», disse egli,  «scendano con me; e se vi è alcuna colpa in quest'uomo, lo accusino». 6  Fermatosi tra loro non più di otto o dieci giorni, Festo discese a  Cesarea; il giorno seguente sedette in tribunale e ordinò che gli fosse  portato Paolo. 7 Quando egli giunse, i Giudei che erano discesi da  Gerusalemme lo attorniarono, portando contro a Paolo molte e gravi  accuse, che però non potevano provare. 8 Paolo diceva a sua difesa: «Io  non ho peccato né contro la legge dei Giudei né contro il tempio né  contro Cesare». 9 Ma Festo, volendo far cosa grata ai Giudei, rispose a  Paolo e disse: «Vuoi tu salire a Gerusalemme per esservi giudicato  davanti a me intorno a queste cose?». 10 Allora Paolo disse: «Io sto  davanti al tribunale di Cesare, dove devo essere giudicato; io non ho  fatto alcun torto ai Giudei, come tu stesso sai molto bene. 11 Se ho  fatto del male e ho commesso qualche cosa degna di morte, non rifiuto di  morire; ma se non c'è nulla di vero nelle cose delle quali costoro mi  accusano, nessuno può consegnarmi nelle loro mani. Mi appello a Cesare».  12 Allora Festo, dopo aver conferito col consiglio, rispose: «Ti sei  appellato a Cesare; a Cesare andrai».

Paolo davanti al re Agrippa
13  Alcuni giorni dopo, il re Agrippa e Berenice arrivarono a Cesarea per  salutare Festo. 14 E poiché vi si trattennero parecchi giorni, Festo  espose al re il caso di Paolo, dicendo: «Felice ha lasciato prigioniero  un certo uomo, 15 contro il quale, quando io fui a Gerusalemme, i capi  dei sacerdoti e gli anziani dei Giudei presentarono accuse, chiedendo la  sua condanna. 16 Io risposi loro che non è abitudine dei Romani di  consegnare alcuno per la morte prima che l'accusato sia stato messo a  confronto con i suoi accusatori, e gli sia stato dato modo di difendersi  dall'accusa. 17 Perciò, quando essi si radunarono qui, senza frapporre  indugi, il giorno seguente mi sedetti in tribunale e ordinai di portarmi  quest'uomo. 18 Quando i suoi accusatori si alzarono, non addussero  contro di lui alcuna accusa delle cose che io sospettavo. 19 Ma avevano  solamente dei punti di disaccordo sulla loro religione e intorno a un  certo Gesù, morto, che Paolo diceva essere vivente. 20 Ora, essendo io  perplesso davanti a una controversia del genere, gli chiesi se voleva  andare a Gerusalemme e là essere giudicato intorno a queste cose. 21 Ma,  essendosi Paolo appellato ad Augusto per rimettersi al suo giudizio,  ordinai che fosse custodito finché non potrò mandarlo da Cesare». 22  Agrippa disse a Festo: «Vorrei ascoltare anch'io quest'uomo». Ed egli  rispose: «Domani l'ascolterai». 23 Così il giorno seguente Agrippa e  Berenice vennero con grande pompa e, entrati nella sala dell'udienza con  i tribuni e con i notabili della città, per ordine di Festo Paolo fu  condotto lì. 24 Allora Festo disse: «Re Agrippa, e voi tutti che siete  qui presenti con noi, voi vedete costui circa il quale tutta la  moltitudine dei Giudei si è rivolta a me in Gerusalemme e qui, gridando  che non è più degno di vivere. 25 Io però, avendo riscontrato che non ha  fatto alcuna cosa degna di morte ed essendosi egli stesso appellato ad  Augusto, ho deliberato di mandarlo. 26 E, siccome non ho nulla di certo  da scrivere all'imperatore nei suoi confronti, l'ho condotto qui davanti  a voi, e principalmente davanti a te, o re Agrippa, affinché dopo  questa udienza io possa avere qualcosa da scrivere. 27 Mi pare infatti  irragionevole mandare un prigioniero senza indicare le accuse fatte  contro di lui».

26:1  Quindi Agrippa disse a Paolo: «Ti è concesso di parlare a tua difesa!».  Allora Paolo, distesa la mano, iniziò a fare la sua difesa: 2 «O re  Agrippa, io mi ritengo felice di potermi oggi discolpare davanti a te di  tutte le cose delle quali sono accusato dai Giudei, 3 soprattutto  perché tu conosci tutte le usanze e le questioni che ci sono tra i  Giudei; ti prego perciò di ascoltarmi con pazienza. 4 Ora quale sia  stato il mio modo di vivere fin dalla giovinezza, che ho trascorsa  interamente a Gerusalemme in mezzo al mio popolo, tutti i Giudei lo  sanno. 5 Essi mi hanno conosciuto fin d'allora e possono testimoniare,  se lo vogliono, che son vissuto come fariseo, secondo la più rigida  setta della nostra religione. 6 Ed ora mi trovo in giudizio per la  speranza della promessa fatta da Dio ai nostri padri, 7 quella promessa  che le nostre dodici tribù, che servono Dio con fervore giorno e notte,  sperano di ottenere; per questa speranza, o re Agrippa, io sono accusato  dai Giudei. 8 Perché mai ritenete incredibile che Dio risusciti i  morti? 9 Io stesso ritenni essere mio dovere far molte cose contro il  nome di Gesù il Nazareno. 10 E questo è ciò che feci in Gerusalemme;  avendone ricevuto l'autorità dai capi dei sacerdoti, rinchiusi nelle  prigioni molti santi e, quando erano messi a morte, io davo il mio  assenso. 11 E spesse volte, andando da una sinagoga all'altra, li  costrinsi a bestemmiare e, grandemente infuriato contro di loro, li  perseguitai fin nelle città straniere. 12 Mentre ero impegnato in questo  e stavo andando a Damasco con l'autorizzazione e i pieni poteri dei  capi dei sacerdoti, 13 a mezzogiorno, o re, sulla strada io vidi una  luce dal cielo più splendente del sole, sfolgorare intorno a me e a  quelli che viaggiavano con me. 14 Essendo noi tutti caduti a terra, udii  una voce che mi parlava e mi disse in lingua ebraica: "Saulo, Saulo,  perché mi perseguiti? Ti è duro recalcitrare contro i pungoli". 15 Io  dissi: "Chi sei tu, Signore?". Egli disse: "Io sono Gesù, che tu  perseguiti. 16 Ma alzati e stà in piedi, perché per questo ti sono  apparso: per costituirti ministro e testimone delle cose che tu hai  visto e di quelle per le quali io ti apparirò, 17 liberandoti dal popolo  e dai gentili, ai quali ora ti mando, 18 per aprir loro gli occhi e  convertirli dalle tenebre alla luce e dalla potestà di Satana a Dio,  affinché ricevano mediante la fede in me il perdono dei peccati e  un'eredità tra i santificati". 19 Perciò, o re Agrippa, io non sono  stato disubbidiente alla celeste visione. 20 Ma prima a quelli in  Damasco, poi a Gerusalemme, in tutta la regione della Giudea e ai  gentili, ho annunziato di ravvedersi e di convertirsi a Dio, facendo  opere degne di ravvedimento. 21 Per queste cose i Giudei, dopo avermi  preso nel tempio tentarono di uccidermi. 22 Ma, per l'aiuto ottenuto da  Dio fino a questo giorno ho continuato a testimoniare a piccoli e  grandi, non dicendo nient'altro se non ciò che i profeti e Mosè dissero  che doveva avvenire, 23 cioè: che il Cristo avrebbe sofferto e che,  essendo il primo a risuscitare dai morti, avrebbe annunziato la luce al  popolo e ai gentili». 24 Ora, mentre Paolo diceva queste cose a sua  difesa, Festo disse ad alta voce: «Paolo, tu farnetichi; le molte  lettere ti fanno uscire di senno». 25 Ma egli disse: «Io non farnetico,  eccellentissimo Festo, ma proferisco parole di verità e di buon senno.  26 Infatti il re, al quale parlo con franchezza, è ben informato su  queste cose, poiché sono convinto che nessuna di queste cose gli sia  sconosciuta, perché tutto questo non è stato fatto in segreto. 27 O re  Agrippa, credi ai profeti? Io so che ci credi». 28 Allora Agrippa disse a  Paolo: «Ancora un po' e mi persuadi a diventare cristiano». 29 Paolo  disse: «Volesse Dio che in poco o molto tempo non solo tu, ma anche  tutti quelli che oggi mi ascoltano, diventaste tali, quale sono io,  all'infuori di queste catene». 30 Dette queste cose, il re si alzò e con  lui il governatore, Berenice e quelli che sedevano con loro. 31  Ritiratisi in disparte, parlavano tra di loro e dicevano: «Quest'uomo  non ha fatto nulla che meriti la morte o la prigione». 32 Allora Agrippa  disse a Festo: «Quest'uomo poteva essere liberato, se non si fosse  appellato a Cesare».

Paolo mandato in Italia; naufragio
27:1  Quando fu deciso che noi salpassimo per l'Italia, Paolo e alcuni altri  prigionieri furono consegnati a un centurione di nome Giulio, della  coorte Augusta. 2 Saliti su una nave di Adramitto, che doveva toccare i  porti sulle coste dell'Asia, salpammo, avendo con noi Aristarco, un  macedone di Tessalonica. 3 Il giorno seguente arrivammo a Sidone; e  Giulio, usando umanità verso Paolo, gli permise di andare dai suoi amici  per riceverne le cure. 4 Essendo poi partiti di là, navigammo al riparo  di Cipro, perché i venti erano contrari. 5 Attraversato il mare a  ridosso della Cilicia e della Panfilia, arrivammo a Mira di Licia. 6 Il  centurione trovò qui una nave di Alessandria, che faceva vela per  l'Italia e ci fece salire. 7 Navigando lentamente per molti giorni,  giungemmo a stento di fronte a Cnido per l'impedimento del vento; poi  prendemmo a navigare al riparo di Creta, al largo di Salmone. 8 E,  costeggiandola con grande difficoltà, giungemmo in un certo luogo  chiamato Beiporti, vicino al quale era la città di Lasea. 9 Ora, essendo  già trascorso molto tempo ed essendo la navigazione divenuta  pericolosa, poiché il digiuno era già passato, Paolo ammonì quelli della  nave, 10 dicendo: «Uomini, io vedo che la navigazione si farà con  pericolo e grave danno non solo per il carico e per la nave, ma anche  per le nostre persone». 11 Ma il centurione aveva maggior fiducia nel  pilota e nel capitano della nave che nelle cose dette da Paolo. 12 E  poiché quel porto non era adatto per svernare, i più furono del parere  di salpare di là per cercare di arrivare in qualche modo a Fenice, un  porto di Creta, esposto al libeccio e al maestrale, e passarvi  l'inverno. 13 Quando si levò un leggero scirocco, pensando di poter  attuare il loro intento, levarono le ancore e si misero a costeggiare  Creta. 14 Ma poco dopo, si scatenò sull'isola un vento impetuoso,  chiamato euroclidone. 15 Siccome la nave era portata via, non potendo  reggere al vento, la lasciammo in sua balìa, e così eravamo portati alla  deriva. 16 Passati velocemente sotto un'isoletta, chiamata Clauda,  riuscimmo a stento a controllare la scialuppa. 17 E, dopo averla tirata a  bordo, i marinai usarono tutti i mezzi per fasciare di sotto la nave  con gomene e, temendo di finire incagliati nella Sirte, calarono le  vele, lasciandosi così portare alla deriva. 18 Ma, essendo violentemente  sbattuti dalla tempesta, il giorno seguente incominciarono a gettare il  carico. 19 Il terzo giorno, con le loro mani gettarono in mare  l'attrezzatura della nave. 20 Poiché non apparivano né sole né stelle  già da molti giorni, e infuriava su di noi una gran tempesta, si era  ormai persa ogni speranza di salvezza. 21 E, poiché erano rimasti senza  cibo per molto tempo, Paolo si alzò in mezzo a loro e disse: «Uomini, se  mi aveste dato ascolto e non foste partiti da Creta, avreste evitato  questo pericolo e questa perdita. 22 Ma ora vi esorto a non perdervi  d'animo, perché non vi sarà perdita della vita di alcuno di voi, ma solo  della nave. 23 Poiché mi è apparso questa notte un angelo di Dio, al  quale appartengo e che io servo, 24 dicendo: "Paolo, non temere, tu devi  comparire davanti a Cesare; ed ecco, Dio ti ha dato tutti coloro che  navigano con te". 25 Perciò, o uomini, state di buon cuore, perché io ho  fede in Dio che avverrà esattamente come mi è stato detto. 26 Ma  dovremo finire incagliati su un isola». 27 Quando era la quattordicesima  notte che eravamo portati qua e là nel mare Adriatico, verso mezzanotte  i marinai ebbero l'impressione di essere vicini a qualche terra. 28 E,  calato lo scandaglio, trovarono venti braccia di profondità; poi, un  poco più avanti calarono di nuovo lo scandaglio, e trovarono quindici  braccia. 29 Temendo allora di urtare contro gli scogli, gettarono dalla  poppa quattro ancore, aspettando con ansia che si facesse giorno. 30  Ora, siccome i marinai cercavano di fuggire dalla nave e stavano calando  la scialuppa in mare col pretesto di voler gettare le ancore da prua,  31 Paolo disse al centurione e ai soldati: «Se costoro non restano sulla  nave, voi non potete scampare». 32 Allora i soldati tagliarono le funi  della scialuppa e la lasciarono cadere. 33 Nell'attesa che si facesse  giorno, Paolo esortava tutti a prendere cibo, dicendo: «Oggi sono  quattordici giorni che state aspettando digiuni, senza aver preso nulla.  34 Vi esorto perciò a prendere cibo, poiché questo contribuirà alla  vostra salvezza; poiché neppure un capello del nostro capo perirà». 35  Detto questo, prese del pane e rese grazie a Dio in presenza di tutti,  poi lo ruppe e cominciò a mangiare. 36 Tutti allora, fattosi animo,  presero anch'essi del cibo. 37 Or sulla nave noi eravamo  duecentosettantasei persone in tutto. 38 Dopo aver mangiato a sazietà,  alleggerirono la nave gettando il frumento in mare. 39 Fattosi giorno,  non riuscivano a riconoscere la terra, ma notarono una insenatura con la  spiaggia e decisero di spingervi la nave, se potevano. 40 Staccate le  ancore, le lasciarono andare in mare, sciogliendo nello stesso tempo i  legami dei timoni; poi, spiegata la vela maestra al vento, si diressero  verso il lido. 41 Ma, essendo incappati in una secca che aveva il mare  da ambo i lati, vi arenarono la nave che rimase con la prua incagliata e  immobile, mentre la poppa si sfasciava per la violenza delle onde. 42  Or i soldati erano del parere di uccidere i prigionieri, perché nessuno  fuggisse a nuoto. 43 Ma il centurione, volendo salvare Paolo, li  distolse da quel proposito e comandò a coloro che sapevano nuotare di  gettarsi per primi in mare e di raggiungere la terra; 44 poi gli altri,  chi su tavole, chi su rottami della nave; e così avvenne che tutti  poterono mettersi in salvo a terra.

Paolo a Malta
28:1  Dopo essere giunti in salvo a terra, seppero allora che quell'isola si  chiamava Malta. 2 Gli abitanti del luogo usarono verso di noi una  gentilezza non comune, perché accesero un gran fuoco e accolsero tutti  per la pioggia che cadeva e per il freddo. 3 Ora mentre Paolo  raccoglieva un gran fascio di rami secchi e li posava sul fuoco, a  motivo del calore ne uscì una vipera e gli si attaccò alla mano. 4  Quando gli abitanti del luogo videro la serpe che gli pendeva dalla  mano, dissero l'un l'altro: «Quest'uomo è certamente un omicida perché,  pur essendo scampato dal mare, la giustizia divina non gli permette di  sopravvivere». 5 Ma Paolo, scossa la serpe nel fuoco, non ne risentì  alcun male. 6 Or essi si aspettavano di vederlo gonfiare o cadere morto  all'istante; ma dopo aver lungamente aspettato e vedendo che non gli  avveniva nulla di insolito, mutarono parere e cominciarono a dire che  egli era un dio. 7 In quei dintorni aveva i suoi poderi il capo  dell'isola di nome Publio; egli ci accolse e ci ospitò con tanta  cortesia per tre giorni. 8 Or avvenne che il padre di Publio giaceva a  letto, malato di febbre e di dissenteria; Paolo andò a trovarlo e, dopo  aver pregato, gli impose le mani e lo guarì. 9 Dopo questo fatto, anche  gli altri isolani che avevano delle malattie venivano ed erano guariti;  10 e questi ci colmarono di grandi onori e, quando salpammo, ci  fornirono delle cose necessarie.

Paolo giunge a Roma e vi sta due anni prigioniero in casa propria
11  Tre mesi dopo, partimmo su una nave di Alessandria, che aveva svernato  nell'isola, avente per insegna Castore e Polluce. 12 Arrivati a  Siracusa, vi restammo tre giorni. 13 E di là, costeggiando, arrivammo a  Reggio. Il giorno dopo si levò lo scirocco, e in due giorni arrivammo a  Pozzuoli. 14 Avendo trovato qui dei fratelli, fummo pregati di rimanere  presso di loro sette giorni. E così giungemmo a Roma. 15 Or i fratelli  di là, avute nostre notizie, ci vennero incontro fino al Foro Appio e  alle Tre Taverne; e Paolo, quando li vide, rese grazie a Dio e prese  coraggio. 16 Quando giungemmo a Roma, il centurione consegnò i  prigionieri al capitano della guardia; ma a Paolo fu concesso di abitare  per conto suo con un soldato di guardia. 17 Tre giorni dopo, Paolo  chiamò i capi dei Giudei. Quando furono radunati, disse loro: «Fratelli,  senza aver fatto nulla contro il popolo né contro le usanze dei padri,  sono stato arrestato a Gerusalemme e consegnato nelle mani dei Romani.  18 Dopo aver esaminato il mio caso, essi volevano liberarmi, perché non  vi era in me alcuna colpa degna di morte. 19 Ma poiché i Giudei si  opponevano, fui costretto ad appellarmi a Cesare; non che io avessi  alcuna accusa da fare contro la mia nazione. 20 Per questa ragione  dunque vi ho fatti chiamare per vedervi e per parlarvi, poiché è a  motivo della speranza d'Israele che io porto questa catena». 21 Ma essi  gli dissero: «Noi non abbiamo ricevuto alcuna lettera a tuo riguardo  dalla Giudea, né è venuto alcuno dei fratelli a riferire o a dire alcun  male di te. 22 Ma desideriamo sapere da te ciò che pensi perché, quanto a  questa setta, ci è noto che ne parlano male ovunque». 23 Avendogli  fissato un giorno, vennero in gran numero da lui nel suo alloggio; ed  egli, da mattina a sera, esponeva e testimoniava loro del regno di Dio  e, tramite la legge di Mosè e i profeti, cercava di persuaderli sulle  cose che riguardano Gesù. 24 Alcuni si lasciarono convincere dalle cose  dette, ma gli altri rimasero increduli. 25 Or essendo in disaccordo gli  uni con gli altri, se ne andarono, ma non prima che Paolo avesse detto  queste precise parole: «Lo Spirito Santo ben parlò ai nostri padri per  mezzo del profeta Isaia, 26 dicendo: "Va' da questo popolo e digli: Voi  udrete ma non intenderete, guarderete ma non vedrete; 27 infatti il  cuore di questo popolo si è indurito, e sono diventati duri di orecchi e  hanno chiuso gli occhi, affinché non vedano con gli occhi e non odano  con gli orecchi, e non intendano col cuore e non si convertano, ed io  non li guarisca". 28 Sappiate dunque che questa salvezza di Dio è  mandata ai gentili, ed essi l'ascolteranno!». 29 Quando ebbe dette  queste cose, i Giudei se ne andarono avendo tra di loro un'accesa  discussione. 30 E Paolo rimase due anni interi nella casa che aveva  presa in affitto e accoglieva tutti coloro che venivano da lui, 31  predicando il regno di Dio e insegnando le cose riguardanti il Signore  Gesù Cristo con tutta franchezza senza alcun impedimento.
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