Ecclesiaste - Audio Bibbia Nuova Diodati - Corso di Discepolato

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Ecclesiaste

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Vanità di tutte le cose terrene
1:1  Le parole del Predicatore, figlio di Davide, re di Gerusalemme. 2  «Vanità delle vanità», dice il Predicatore; 3 «Vanità delle vanità;  tutto è vanità». Che vantaggio ha l'uomo da tutta la sua fatica in cui  si affatica sotto il sole? 4 Una generazione va, una generazione viene,  ma la terra rimane in eterno. 5 Anche il sole sorge e poi tramonta, e si  affretta verso il luogo da dove sorge di nuovo. 6 Il vento soffia verso  il mezzogiorno, poi gira verso settentrione; gira e rigira  continuamente e ritorna a fare gli stessi giri. 7 Tutti i fiumi corrono  al mare, ma il mare non si riempie mai; al luogo da cui i fiumi  provengono, là essi ritornano nuovamente. 8 Tutte le cose richiedono  fatica, più di quel che l'uomo possa dire; l'occhio non si sazia mai di  guardare, né l'orecchio è mai sazio di udire. 9 Quello che è stato è  quel che sarà; quello che è stato fatto è quel che si farà; non c'è  nulla di nuovo sotto il sole. 10 C'è qualcosa di cui si possa dire:  «Guarda, questo è nuovo!»? Quella cosa esisteva già nei secoli che ci  hanno preceduto. 11 Non rimane alcun ricordo delle cose passate, e così  non rimarrà alcun ricordo delle cose che accadranno tra coloro che  verranno in seguito.

Vanità della sapienza
12  Io, il Predicatore, sono stato re d'Israele in Gerusalemme, 13 e ho  applicato il mio cuore a cercare e a investigare con sapienza tutto ciò  che si fa sotto il cielo; questa è un'occupazione penosa, che DIO ha  dato ai figli degli uomini perché vi si affatichino. 14 Io ho visto  tutte le cose che si fanno sotto il sole; ed ecco tutto è vanità e un  cercare di afferrare il vento. 15 Ciò che è storto non si può  raddrizzare e ciò che manca non si può contare. 16 Io ho parlato col mio  cuore, dicendo: «Ecco, io ho ottenuto grandezza e acquistato maggiore  sapienza di tutti quelli che hanno regnato prima di me in Gerusalemme e  il mio cuore ha visto molta sapienza e conoscenza». 17 E ho applicato il  mio cuore a conoscere la sapienza, come pure a conoscere la follia e la  stoltezza; e ho compreso che anche questo è un cercare di afferrare il  vento. 18 Poiché dove c'è molta sapienza c'è molto affanno e chi aumenta  la conoscenza, aumenta il dolore.

Piaceri e ricchezze non procurano felicità
2:1  Io ho detto in cuor mio: «Vieni ora, ti voglio mettere alla prova con  la gioia, e tu godrai il piacere». Ma ecco anche questo è vanità. 2 Del  riso ho detto: «È follia», e della gioia: «A che serve?». 3 Ho cercato  nel mio cuore come soddisfare il mio corpo col vino, spronando nello  stesso tempo il mio cuore alla sapienza e a stare attaccato alla follia,  finché vedessi qual è il bene che i figli degli uomini dovrebbero fare  sotto il cielo, tutti i giorni della loro vita. 4 Così feci grandi  lavori: mi costruii case, mi piantai vigne, 5 mi feci giardini e parchi,  piantandovi alberi fruttiferi di ogni specie; 6 mi costruii vasche per  l'acqua con le quali poter irrigare il bosco per far crescere gli  alberi. 7 Comprai servi e serve ed ebbi servi nati in casa; ebbi anche  grandi averi in armenti e greggi, più di tutti quelli che erano stati  prima di me in Gerusalemme. 8 Ammassai per me anche argento, oro e le  ricchezze dei re e delle province; mi procurai dei cantanti e delle  cantanti, le delizie dei figli degli uomini e strumenti musicali di ogni  genere. 9 Così divenni grande e prosperai più di tutti quelli che erano  stati prima di me in Gerusalemme; anche la mia sapienza rimase con me.  10 Tutto quello che i miei occhi desideravano, non l'ho negato loro; non  ho rifiutato al mio cuore alcun piacere, perché il mio cuore si  rallegrava di ogni mio lavoro; e questa è stata la ricompensa di ogni  mio lavoro. 11 Poi mi volsi a considerare tutte le opere che le mie mani  avevano fatto, e la fatica che avevo impiegato a compierle; ed ecco  tutto era vanità e un cercare di afferrare il vento; non c'era alcun  vantaggio sotto il sole.

Sapienza e follia sono entrambe vanità
12  Allora mi volsi a considerare la sapienza, la follia e la stoltezza.  «Che cosa farà l'uomo che succederà al re, se non ciò che è già stato  fatto?». 13 Poi mi resi conto che la sapienza ha un vantaggio sulla  stoltezza, come la luce ha un vantaggio sulle tenebre. 14 Il saggio ha  gli occhi in testa, mentre lo stolto cammina nelle tenebre; ma ho pure  compreso che ad entrambi è riservata la stessa sorte. 15 Così ho detto  in cuor mio: «La stessa sorte che tocca allo stolto toccherà anche a me.  A che pro dunque essere stato più saggio?». Perciò dissi in cuor mio:  «Anche questo è vanità». 16 Non rimane infatti alcun ricordo duraturo né  del saggio né dello stolto, poiché nei giorni a venire sarà tutto  dimenticato. E come muore lo stolto, allo stesso modo muore il saggio.  17 Perciò ho preso in odio la vita, perché tutto ciò che si fa sotto il  sole mi è divenuto disgustoso, perché tutto è vanità e un cercare di  afferrare il vento.

L'inutilità della fatica
18  Così ho odiato ogni fatica che ho compiuto sotto il sole, perché devo  lasciare tutto a colui che verrà dopo di me. 19 E chi sa se sarà saggio o  stolto? Ma comunque egli sarà padrone di tutto il lavoro che ho  compiuto con fatica e in cui ho usato sapienza sotto il sole. Anche  questo è vanità. 20 Così sono arrivato al punto di disperare in cuor mio  per tutta la fatica che ho compiuto sotto il sole. 21 Poiché qui c'è un  uomo che ha lavorato con sapienza, con intelligenza e con successo, ma  deve lasciare la sua eredità a un altro, che non vi ha speso alcuna  fatica! Anche questo è vanità e un male grande. 22 Che cosa rimane  infatti all'uomo per tutta la sua fatica e per l'affanno del suo cuore,  con cui si è affaticato sotto il sole? 23 Tutti i suoi giorni non sono  che dolori e il suo lavoro penoso. Il suo cuore non riposa neppure di  notte. Anche questo è vanità. 24 Per l'uomo non c'è nulla di meglio che  mangiare e bere e godersela nella sua fatica; ma mi sono accorto che  anche questo viene dalla mano di DIO. 25 Chi può infatti mangiare o  godere più di me? 26 Poiché Dio dà all'uomo che gli è gradito sapienza,  conoscenza e gioia; ma al peccatore dà il compito di raccogliere e di  accumulare, per lasciare poi tutto a colui che è gradito agli occhi di  DIO. Anche questo è vanità e un cercare di afferrare il vento.

Per ogni cosa c'è un tempo fissato da Dio
3:1  Per ogni cosa c'è la sua stagione, c'è un tempo per ogni situazione  sotto il cielo: 2 un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo  per piantare e un tempo per sradicare ciò che è piantato, 3 un tempo per  uccidere e un tempo per guarire, un tempo per demolire e un tempo per  costruire, 4 un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per  far cordoglio e un tempo per danzare, 5 un tempo per gettare via pietre e  un tempo per raccogliere pietre, un tempo per abbracciare e un tempo  per astenersi dagli abbracci, 6 un tempo per cercare e un tempo per  perdere, un tempo per conservare e un tempo per buttare via, 7 un tempo  per strappare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per  parlare, 8 un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la  guerra e un tempo per la pace. 9 Che vantaggio ha chi lavora da tutto  ciò in cui si affatica? 10 Ho visto l'occupazione che DIO dà ai figli  degli uomini, perché vi si affatichino. 11 Egli ha fatto ogni cosa bella  nel suo tempo; ha persino messo l'eternità nei loro cuori, senza che  alcun uomo possa scoprire l'opera che DIO ha fatto dal principio alla  fine. 12 Ho così compreso che non c'è nulla di meglio che rallegrarsi e  far del bene mentre uno vive; 13 e che ogni uomo che mangia, beve e gode  benessere in tutta la sua fatica, questo è un dono di DIO. 14 Ho  compreso che tutto quello che Dio fa è per sempre; non vi si può  aggiungere nulla e nulla vi si può togliere; e DIO fa così, perché gli  uomini lo temano. 15 Ciò che è, è già stato prima; e ciò che sarà è già  stato, e DIO investiga ciò che è passato. 16 Ho pure visto sotto il sole  che al posto del giudizio c'era empietà, e al posto della giustizia  c'era empietà. 17 Così ho detto in cuor mio: «DIO giudicherà il giusto e  l'empio, perché c'è un tempo stabilito per ogni cosa e per ogni opera».  18 Ho detto in cuor mio: «Riguardo alla condizione dei figli degli  uomini, DIO li mette alla prova, perché essi stessi si rendano conto che  sono come bestie». 19 Infatti tutto ciò che succede ai figli degli  uomini succede alle bestie; ad entrambi succede la stessa cosa. Come  muore l'uno, così muore l'altra. Sì, hanno tutti uno stesso soffio; e  l'uomo non ha alcuna superiorità sulla bestia, perché tutto è vanità. 20  Tutti vanno nello stesso luogo: tutti vengono dalla polvere e tutti  ritornano alla polvere. 21 Chi sa se lo spirito dei figli degli uomini,  sale in alto, e se lo spirito della bestia scende in basso nella terra?  22 Così mi sono reso conto che non c'è nulla di meglio per l'uomo che  rallegrarsi nel suo lavoro, perché questa è la sua parte. Chi lo porterà  infatti a vedere ciò che accadrà dopo di lui?

L'oppressione, la follia di ogni fatica e il successo, la precarietà della popolarità
4:1  Mi sono quindi messo a considerare tutte le oppressioni che si  commettono sotto il sole, ed ecco, le lacrime degli oppressi, i quali  non hanno chi li consoli; dal lato dei loro oppressori c'era la forza,  ma neppure essi hanno chi li consoli. 2 Per cui ho ritenuto i morti, che  sono già morti, più felici dei vivi che sono ancora in vita; 3 ma ancor  più felice degli uni e degli altri, colui che non è mai esistito e non  ha ancora visto le azioni malvagie che si commettono sotto il sole. 4 Ho  pure visto che ogni fatica e ogni successo nel lavoro risultano in  invidia dell'uno contro l'altro. Anche questo è vanità e un cercare di  afferrare il vento. 5 Lo stolto incrocia le braccia e divora la propria  carne. 6 Val più una manciata con riposo che due manciate con fatica,  cercando di afferrare il vento. 7 Ho visto anche un'altra vanità sotto  il sole: 8 uno è completamente solo e non ha né figlio né fratello,  eppure la sua fatica non ha fine e i suoi occhi non sono sazi di  ricchezze. Ma non si chiede: «Per chi mi affatico e mi privo di ogni  bene?». Anche questo è vanità e una fatica penosa. 9 Due valgon meglio  di uno solo, perché hanno una buona ricompensa per la loro fatica. 10 Se  infatti cadono, l'uno rialza l'altro; ma guai a chi è solo e cade,  perché non ha nessun altro che lo rialzi! 11 Così pure se due dormono  assieme, si possono riscaldare; ma uno solo come farà a riscaldarsi? 12  Se uno può sopraffare chi è solo, due gli possono resistere; una corda a  tre capi non si rompe tanto presto. 13 È meglio un giovane povero e  saggio che un re vecchio e stolto, che non sa più ricevere ammonimenti.  14 Poiché il giovane è uscito di prigione per regnare, anche se era nato  povero nel suo regno. 15 Ho visto tutti i viventi che camminano sotto  il sole unirsi al giovane, che va a mettersi al posto dell'altro. 16 Era  innumerevole tutto il popolo, tutti quelli che erano stati prima di  loro. Tuttavia quelli che verranno dopo non saranno contenti di lui!  Anche questo è vanità e un cercare di afferrare il vento.

Gli impegni davanti a Dio sono da prendersi seriamente
5:1  Bada ai tuoi passi quando vai alla casa di DIO; avvicinati per  ascoltare piuttosto che per offrire il sacrificio degli stolti, i quali  non sanno neppure di far male. 2 Non essere precipitoso con la tua  bocca, e il tuo cuore non si affretti a proferire alcuna parola davanti a  DIO, perché DIO è in cielo e tu sulla terra; perciò le tue parole siano  poche. 3 Poiché con le molte occupazioni vengono i sogni, e con le  molte parole la voce dello stolto. 4 Quando hai fatto un voto a DIO, non  indugiare ad adempierlo, perché egli non si compiace degli stolti;  adempi il voto che hai fatto. 5 È meglio non fare voti, che farli e poi  non adempierli. 6 Non lasciare che la tua bocca porti il tuo corpo a  peccare, e non dire davanti al messaggero di Dio: «È stato uno sbaglio».  Perché dovrebbe DIO adirarsi per le tue parole e distruggere l'opera  delle tue mani? 7 Poiché nei molti sogni e nelle molte parole c'è  vanità; ma tu temi DIO. 8 Se nella provincia vedi l'oppressione del  povero e la perversione violenta del diritto e della giustizia, non  meravigliarti della cosa; poiché sopra un'alta autorità ne veglia una  più alta, e sopra di loro, delle autorità ancora più alte. 9 La terra ha  più vantaggi di ogni altra cosa, e il re stesso è servito dal campo.

Le ricchezze non soddisdano, non sono durature e vengono sempre da Dio
10  Chi ama il denaro non si sazia di denaro, e chi ama le ricchezze non ne  trae profitto. Anche questo è vanità. 11 Quando crescono i beni,  aumentano anche quelli che li divorano; e quale vantaggio ne hanno i  proprietari, se non di vederli con i loro occhi? 12 Dolce è il sonno del  lavoratore, sia che mangi poco o molto; ma la sazietà del ricco non lo  lascia dormire. 13 C'è un altro deplorevole male che ho visto sotto il  sole: ricchezze conservate per il loro proprietario a suo danno. 14  Quelle ricchezze vanno perdute per un cattivo affare, e così nelle mani  del figlio che ha generato non resta più nulla. 15 Com'era uscito dal  grembo di sua madre, così nudo tornerà per andare com'era venuto, senza  prendere nulla dalla sua fatica che possa portare via con sé. 16 Anche  questo è un male deplorevole: che se ne vada esattamente come era  venuto; e quale vantaggio ne ha dall'aver faticato per il vento? 17  Inoltre egli mangia tutti i giorni della sua vita nelle tenebre, e ha  molte afflizioni, infermità e crucci. 18 Ecco ciò che ho compreso: è  bene e opportuno per l'uomo mangiare, bere e godere del bene di tutta la  fatica che compie sotto il sole, tutti i giorni di vita che DIO gli dà,  perché questa è la sua parte. 19 Ogni uomo a cui DIO concede ricchezze e  beni e a cui dà pure di poterne godere, di prendere la propria parte e  di gioire della sua fatica, questo è dono di DIO. 20 Egli infatti non  ricorderà molto i giorni della sua vita, perché DIO gli risponde  mediante la gioia del suo cuore.

Futilità delle cose della vita, che non danno piena soddisfazione
6:1  C'è un altro male che ho visto sotto il sole e che è diffuso fra gli  uomini: 2 uno a cui DIO ha dato ricchezze, beni e gloria, e non gli  manca nulla di tutto ciò che può desiderare, ma DIO non gli concede di  poterne godere; ma ne gode un estraneo. Questo è vanità e un grande  male. 3 Se uno generasse cento figli e vivesse molti anni e molti  fossero i giorni dei suoi anni, ma la sua anima non si sazia di beni e  non ha neppure sepoltura, io dico che un aborto è più felice di lui; 4  poiché è venuto invano e se ne va nelle tenebre, e il suo nome è coperto  di tenebre. 5 Anche se non ha visto né conosciuto il sole, tuttavia ha  più riposo dell'altro. 6 Sì, anche se dovesse vivere due volte mille  anni, senza però godere dei suoi beni. Non vanno tutti a finire nello  stesso luogo? 7 Tutta la fatica dell'uomo è per la sua bocca, tuttavia  il suo appetito non si sazia mai. 8 Quale vantaggio ha il saggio sopra  lo stolto? Quale vantaggio ha il povero se sa come camminare davanti ai  viventi? 9 È meglio vedere con gli occhi che vagare con il desiderio.  Anche questo è vanità e un cercare di afferrare il vento. 10 Ciò che è, è  già stato chiamato da tempo per nome e si sa che cos'è l'uomo, e che  non può contendere con chi è più forte di lui. 11 Poiché ci sono molte  cose che aumentano la vanità, quale vantaggio ne ha l'uomo? 12 Chi  conosce infatti ciò che è buono per l'uomo in questa vita, durante tutti  i giorni della sua vita vana che egli trascorre come un'ombra? Chi sa  dire all'uomo cosa avverrà dopo di lui sotto il sole?

Sapienza e follia messe a confronto. Sapienza nella moderazione
7:1  Un buon nome è preferibile a un olio profumato, e il giorno della morte  meglio del giorno della nascita. 2 È meglio andare in una casa dove c'è  lutto, che andare in una casa dove si fa festa, perché quella è la fine  di ogni uomo, e chi vive vi porrà mente. 3 La tristezza è preferibile  al riso, perché davanti a un volto triste, il cuore diventa migliore. 4  Il cuore del saggio è in una casa di lutto, ma il cuore degli stolti è  in una casa di allegria. 5 È meglio per qualcuno ascoltare la  riprensione del saggio che ascoltare il canto degli stolti, 6 perché  com'è il crepitìo dei pruni sotto una pentola, così è il riso dello  stolto. Anche questo è vanità. 7 Certo l'oppressione rende insensato il  saggio, e il regalo fa perdere il senno. 8 Meglio la fine di una cosa  che il suo inizio, e meglio il paziente di spirito che il superbo di  spirito. 9 Non affrettarti nel tuo spirito ad adirarti, perché l'ira  alberga nel seno degli stolti. 10 Non dire: «Come mai i giorni passati  erano migliori di questi?», perché non è saggio fare una tale domanda.  11 La sapienza è buona assieme a un patrimonio ed è vantaggiosa per  quelli che vedono il sole. 12 Poiché la sapienza è un riparo come lo è  il denaro; ma l'eccellenza della conoscenza sta in questo: la sapienza  fa vivere quelli che la possiedono. 13 Considera l'opera di DIO: chi può  raddrizzare ciò che egli ha fatto storto? 14 Nel giorno della  prosperità sii allegro, ma nel giorno dell'avversità rifletti. DIO ha  fatto tanto l'uno che l'altro, perché l'uomo non scopra nulla di ciò che  accadrà dopo di lui. 15 Ho visto di tutto nei giorni della mia vanità.  C'è il giusto che perisce nella sua giustizia e c'è l'empio che vive a  lungo nella sua malvagità. 16 Non essere troppo giusto né eccessivamente  saggio. Perché vorresti distruggerti? 17 Non essere troppo malvagio e  non essere stolto. Perché vuoi morire prima del tuo tempo? 18 È bene che  tu stia aggrappato a questo e che non ritragga la mano da quello,  perché chi teme DIO eviterà tutte queste cose. 19 La sapienza rende il  saggio più forte di dieci potenti in una città. 20 Non c'è infatti alcun  uomo giusto sulla terra, che faccia il bene e non pecchi. 21 Inoltre  non fare attenzione a tutte le parole che si dicono, per non sentirti  maledire dal tuo servo, 22 perché anche il tuo cuore sa che tu stesso  hai molte volte maledetto altri. 23 Io ho esaminato tutto questo con  sapienza. Ho detto: «Diventerò saggio»; ma la sapienza è ben lontana da  me. 24 Una cosa che è tanto lontana e tanto profonda, chi la può  trovare? 25 Allora ho applicato il mio cuore per conoscere, per  investigare e per ricercare la sapienza e la ragione delle cose e per  conoscere la malvagità della follia e la stoltezza della pazzia; 26 e ho  trovato una cosa più amara della morte: la donna il cui cuore è lacci e  reti, e le cui mani sono catene. Chi è gradito a DIO le sfugge, ma il  peccatore sarà preso da lei. 27 «Ecco ciò che ho trovato», dice il  Predicatore, «esaminando le cose una ad una, per trovare la ragione». 28  Ciò che io cerco ancora, ma non ho trovato: un uomo fra mille l'ho  trovato ma una donna fra tutte queste non l'ho trovata. 29 Ecco, solo  questo ho trovato: DIO ha fatto l'uomo retto, ma gli uomini hanno  ricercato molti artifici.

Necessità di ubbidire al re
8:1  Chi è come il saggio? Chi conosce l'interpretazione delle cose? La  sapienza dell'uomo fa risplendere la sua faccia e ne cambia la durezza  del volto. 2 Io ti consiglio: osserva il comando del re, a motivo del  giuramento fatto a DIO. 3 Non avere fretta ad allontanarti dalla sua  presenza e non persistere in una cosa cattiva, perché egli fa tutto ciò  che gli piace. 4 Infatti la parola del re è potente; e chi gli può dire:  «Che cosa fai?». 5 Chi osserva il suo comando non proverà alcun male;  il cuore dell'uomo saggio sa infatti discernere il tempo e il giudizio, 6  perché per ogni cosa c'è un tempo e un giudizio, e la malvagità  dell'uomo pesa grandemente su di lui. 7 Poiché egli non sa ciò che  avverrà; chi infatti gli dirà come andranno le cose? 8 Non c'è uomo che  abbia potere sullo spirito per poterlo trattenere, o che abbia potere  sul giorno della morte. Non c'è congedo in battaglia, e l'iniquità non  può salvare chi la commette. 9 Ho visto tutto questo e ho posto mente a  tutto ciò che si fa sotto il sole; c'è un tempo in cui un uomo  signoreggia su un altro per suo danno.

Incapacità dell'uomo di comprendere e scoprire tutto ciò che avviene sotto il sole
10  Poi ho visto degli empi venire sepolti, i quali erano entrati e usciti  dal luogo santo; essi pure erano stati dimenticati nella città dove  avevano fatto tali cose. Anche questo è vanità. 11 Poiché la sentenza  contro una cattiva azione non è prontamente eseguita, il cuore dei figli  degli uomini è pieno di voglia di fare il male. 12 Anche se il  peccatore fa cento volte il male e prolunga i suoi giorni, tuttavia io  so che otterranno bene quelli che temono DIO, che provano timore davanti  a lui. 13 Ma non c'è bene per l'empio, e non prolungherà i suoi giorni  come l'ombra perché non prova timore davanti a DIO. 14 C'è una vanità  che avviene sulla terra: ci sono dei giusti che sono trattati come  spetterebbe all'opera degli empi, e ci sono degli empi che sono trattati  come spetterebbe all'opera dei giusti. Ho detto che anche questo è  vanità. 15 Così ho lodato l'allegria, perché non c'è nulla di meglio per  l'uomo sotto il sole che mangiare, bere e stare allegro, perché questo  rimane con lui nella sua fatica durante i giorni di vita che DIO gli dà  sotto il sole. 16 Quando io ho applicato il mio cuore a conoscere la  sapienza e a considerare l'affannarsi che si fa sulla terra (anche se  uno non concede riposo ai propri occhi né giorno né notte), 17 allora ho  visto tutta l'opera di DIO, che l'uomo non può arrivare a scoprire  tutto ciò che si fa sotto il sole perché, anche se l'uomo si affatica a  cercare, non riesce a scoprirlo; e anche se il saggio dice di sapere,  non è in grado di scoprirlo.

Poiché la stessa sorte attende il giusto e l'empio è bene godere i beni che Dio ci dà
9:1  Così io ho considerato tutto questo nel mio cuore per cercare di  chiarirlo: che i giusti e i saggi e le loro opere sono nelle mani di  DIO. L'uomo non conosce né l'amore né l'odio; tutto è davanti a loro. 2  Tutto succede egualmente a tutti: la stessa sorte attende il giusto e  l'empio, il buono, il puro e l'impuro, chi offre sacrifici e chi non li  offre. Come è il buono così è il peccatore, e chi giura è come chi teme  di giurare. 3 Questo è un male in tutto ciò che si fa sotto il sole:  hanno tutti la stessa sorte, e inoltre il cuore dei figli degli uomini è  pieno di malvagità e la follia risiede nel loro cuore mentre vivono;  poi se ne vanno ai morti. 4 Finché uno è unito a tutti gli altri viventi  c'è speranza, perché un cane vivo val meglio di un leone morto. 5 I  viventi infatti sanno che moriranno, ma i morti non sanno nulla; per  loro non c'è più alcuna ricompensa, perché la loro memoria è  dimenticata. 6 Anche il loro amore, il loro odio e la loro invidia sono  ormai periti, ed essi non avranno mai più alcuna parte in tutto ciò che  si fa sotto il sole. 7 Va', mangia il tuo pane con gioia e bevi il tuo  vino con cuore lieto, perché DIO ha già gradito le tue opere. 8 Le tue  vesti siano bianche in ogni tempo, e l'olio non manchi mai sul tuo capo.  9 Godi la vita con la moglie che ami per tutti i giorni della tua vita  di vanità, che egli ti ha concesso sotto il sole per tutti i giorni  della tua vanità, perché questa è la tua parte nella vita e nella fatica  che compi sotto il sole. 10 Tutto ciò che la tua mano trova da fare,  fallo con tutta la tua forza, perché nello Sceol dove vai, non c'è più  né lavoro né pensiero né conoscenza né sapienza. 11 Ho pure visto sotto  il sole che la corsa non è vinta da chi è veloce, né la battaglia dai  forti; né il pane va ai saggi, né le ricchezze agli uomini intelligenti,  né il favore a quelli abili, ma a tutti le cose avvengono secondo il  tempo e il caso. 12 Poiché l'uomo non conosce la sua ora: come i pesci  che sono presi in una rete crudele, e come gli uccelli che sono colti in  un laccio, così i figli degli uomini sono presi nel laccio al tempo  dell'avversità, quando piomba su di loro improvvisamente.

L'utilità della sapienza
13  Ho visto anche questo esempio di sapienza sotto il sole, e mi è parsa  grande. 14 C'era una piccola città con pochi uomini dentro; un gran re  le venne contro, la cinse d'assedio e vi costruì contro grandi bastioni.  15 Si trovava però in essa un uomo povero e saggio che con la sua  sapienza salvò la città. Tuttavia nessuno si ricordò di quell'uomo  povero. 16 Allora io dissi: «La sapienza val più della forza; ma la  sapienza del povero è disprezzata e le sue parole non sono ascoltate».  17 Le parole dei saggi pronunciate con calma si ascoltano meglio delle  grida di chi domina fra gli stolti. 18 La sapienza val più delle armi da  guerra; ma un solo peccatore distrugge un gran bene.

Le conseguenze della follia e della sapienza
10:1  Le mosche morte fanno puzzare l'olio del profumiere: così un po' di  follia guasta il pregio della sapienza e della gloria. 2 Il cuore del  saggio è alla sua destra, ma il cuore dello stolto è alla sua sinistra. 3  Anche quando lo stolto cammina per la strada, il senno gli manca e  mostra a tutti che è uno stolto. 4 Se l'ira di un sovrano si accende  contro di te, non lasciare il tuo posto, perché la calma placa offese  anche gravi. 5 C'è un male che ho visto sotto il sole, un errore che  viene da chi governa: 6 la follia è posta in cariche elevate, mentre i  ricchi seggono in luoghi bassi. 7 Ho visto servi a cavallo e principi  camminare a piedi come servi. 8 Chi scava una fossa vi può cadere  dentro, e chi demolisce un muro può essere morso da una serpe. 9 Chi  sposta delle pietre può esserne ferito, e chi spacca la legna si mette  in pericolo. 10 Se la scure è smussata e non se ne affila il taglio,  bisogna usare maggior forza; ma la sapienza ha il vantaggio di riuscire  sempre. 11 Se il serpente morde perché non è stato incantato,  l'incantatore diventa inutile. 12 Le parole della bocca del saggio sono  piene di grazia, ma le labbra dello stolto lo distruggono. 13 L'inizio  del suo parlare è stoltezza, e la fine del suo dire è pazzia dannosa. 14  Anche se lo stolto moltiplica le parole, l'uomo non sa che cosa  avverrà; chi gli può dire ciò che avverrà dopo di lui? 15 La fatica  dello stolto lo stanca, perché non sa neppure come andare in città. 16  Guai a te, o paese, il cui re è un fanciullo, e i cui principi pranzano  fin dal mattino! 17 Beato te, o paese, il cui re è di stirpe nobile, e i  cui principi pranzano al tempo giusto, per ristorare le forze e non per  ubriacarsi! 18 Per la pigrizia le travi della casa crollano, e per  l'inattività delle mani piove in casa. 19 Un banchetto è fatto per  divertirsi, e il vino rallegra la vita, ma il denaro viene incontro ad  ogni bisogno. 20 Non maledire il re neppure col pensiero, e non maledire  il ricco nella tua camera da letto, perché un uccello del cielo  potrebbe portare lontano la tua voce, e un uccello in volo potrebbe  riferire la cosa.

Getta il tuo pane sulle acque
11:1  Getta il tuo pane sulle acque, perché dopo molto tempo lo ritroverai. 2  Fanne parte a sette e anche a otto, perché tu non sai quale sventura ti  può accadere sulla terra. 3 Se le nubi sono piene di pioggia, la  riversano sulla terra; e se un albero cade a sud o a nord, nel posto  dove esso cade, là rimane. 4 Chi bada al vento non seminerà, e chi sta a  guardare alle nuvole non mieterà. 5 Come tu non conosci la via del  vento, né come si formino le ossa nel grembo della donna incinta, così  non conosci l'opera di DIO che fa tutto. 6 Semina il tuo seme al mattino  e la sera non dar riposo alla tua mano, perché tu non sai quale dei due  riuscirà meglio: se questo o quello, o se saranno buoni tutt'e due. 7  La luce è dolce, ed è cosa piacevole per gli occhi vedere il sole. 8  Anche se un uomo vive per molti anni se li goda tutti, ma pensi ai  giorni delle tenebre, che saranno molti; tutto ciò che avverrà è vanità.  9 Rallegrati pure, o giovane, nella tua giovinezza e gioisca il tuo  cuore nei giorni della tua giovinezza; segui pure le vie del tuo cuore e  la visione dei tuoi occhi, ma sappi che per tutte queste cose DIO ti  chiamerà in giudizio. 10 Elimina dal tuo cuore la tristezza e allontana  dal tuo corpo il dolore, perché la giovinezza e l'adolescenza sono  vanità.

Ricordati di Dio nella tua giovinezza
12:1  Ma ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima  che vengano i giorni cattivi e giungano gli anni dei quali dirai: «Non  ho in essi alcun piacere», 2 prima che si oscurino il sole, la luce, la  luna e le stelle, e ritornino le nubi dopo la pioggia: 3 nell'età in cui  i guardiani della casa tremano, gli uomini forti si curvano, le  macinatrici smettono di lavorare perché rimaste in poche, quelli che  guardano dalle finestre si oscurano 4 e le porte sulla strada si  chiudono; quando diminuisce il rumore della macina, uno si alza al canto  di un uccello, e tutte le figlie del canto si affievoliscono; 5 quando  uno ha paura delle altezze e di spaventi per la strada; quando il  mandorlo fiorisce, la locusta è un peso, e il desiderio viene meno,  perché l'uomo va alla sua dimora eterna e i piagnoni vanno in giro per  le strade. 6 Ricordati del tuo Creatore prima che il cordone d'argento  si rompa, il vaso d'oro si spezzi, la brocca si rompa alla fonte e la  ruota vada in frantumi al pozzo, 7 e la polvere ritorni alla terra  com'era prima e lo spirito torni a DIO che lo ha dato. 8 «Vanità delle  vanità», dice il Predicatore, «tutto è vanità».

Temi Dio e osserva i suoi comandamenti
9  Il Predicatore, oltre ad essere un saggio, ha anche insegnato al popolo  la conoscenza e ha ponderato, ricercato e messo in ordine un gran  numero di proverbi. 10 Il Predicatore si è studiato di trovare parole  piacevoli; e le cose scritte sono giuste e vere. 11 Le parole dei saggi  sono come pungoli e le raccolte dei dotti sono come chiodi ben piantati;  esse sono date da un solo Pastore. 12 Figlio mio, sta' in guardia di  tutto ciò che va al di là di questo. Si scrivono tanti libri, ma non si  finisce mai, e il molto studiare affatica il corpo. 13 Ascoltiamo dunque  la conclusione di tutto il discorso: «Temi DIO e osserva i suoi  comandamenti, perché questo è il tutto dell'uomo». 14 Poiché DIO farà  venire in giudizio ogni opera, anche tutto ciò che è nascosto, sia bene o  male.
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