Genesi - Audio Bibbia Nuova Diodati

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Genesi

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Creazione dei cieli, terra, acqua e luce
1:1 Nel principio DIO creò i cieli e la terra. 2 La terra era informe e  vuota e le tenebre coprivano la faccia dell'abisso; e lo Spirito di DIO  aleggiava sulla superficie delle acque. 3 Poi DIO disse: «Sia la  luce!». E la luce fu. 4 E DIO vide che la luce era buona; e DIO separò  la luce dalle tenebre. 5 E DIO chiamò la luce "giorno" e chiamò le  tenebre "notte". Così fu sera, poi fu mattina: il primo giorno.

Formazione dell'atmosfera e della idrosfera sopra e sotto il firmamento
6  Poi DIO disse: «Vi sia un firmamento tra le acque, che separi le acque  dalle acque». 7 E DIO fece il firmamento e separò le acque che erano  sotto il firmamento dalle acque che erano sopra il firmamento. E così  fu. 8 E DIO chiamò il firmamento "cielo". Così fu sera, poi fu mattina:  il secondo giorno.

Formazione della litosfera e della idrosfera sotto il firmamento
9  Poi Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo siano raccolte in un  unico luogo, e appaia l'asciutto». E così fu. 10 E DIO chiamò l'asciutto  "terra", e chiamò la raccolta delle acque "mari". E DIO vide che questo  era buono.

Creazione della vita vegetale per la litosfera
11  Poi DIO disse: «Faccia la terra germogliare la verdura, le erbe che  facciano seme e gli alberi da frutto che portino sulla terra un frutto  contenente il proprio seme, ciascuno secondo la propria specie». E così  fu. 12 E la terra produsse verdura, erbe che facevano seme secondo la  loro specie e alberi che portavano frutto contenente il proprio seme,  ciascuno secondo la propria specie. E DIO vide che questo era buono. 13  Così fu sera, poi fu mattina: il terzo giorno.

Creazione degli astri nell'atmosfera
14  Poi DIO disse: «Vi siano dei luminari nel firmamento dei cieli per  separare il giorno dalla notte; e siano per segni e per stagioni e per  giorni e per anni; 15 e servano da luminari nel firmamento dei cieli per  far luce sulla terra». E così fu. 16 DIO fece quindi i due grandi  luminari: il luminare maggiore per il governo del giorno e il luminare  minore per il governo della notte; e fece pure le stelle. 17 E DIO li  mise nel firmamento dei cieli per far luce sulla terra, 18 per governare  il giorno e la notte, e separare la luce dalle tenebre. E DIO vide che  questo era buono. 19 Così fu sera, e fu mattina: il quarto giorno.

Creazione della vita animale nell'atmosfera e nella idrosfera
20  Poi DIO disse: «Brulichino le acque di moltitudini di esseri viventi, e  volino gli uccelli sopra la terra per l'ampio firmamento del cielo». 21  Così DIO creò i grandi animali acquatici e tutti gli esseri viventi che  si muovono, di cui brulicano le acque, ciascuno secondo la propria  specie, ed ogni volatile secondo la sua specie. E DIO vide che questo  era buono. 22 E Dio li benedisse dicendo: «Siate fruttiferi,  moltiplicate e riempite le acque dei mari, e gli uccelli si  moltiplichino sulla terra». 23 Così fu sera, poi fu mattina: il quinto  giorno.

Creazione della vita animale per la litosfera
24  Poi DIO disse: «Produca la terra esseri viventi secondo la loro specie:  bestiame, rettili e fiere della terra, secondo la loro specie». E così  fu. 25 E DIO fece le fiere della terra secondo la loro specie, il  bestiame secondo la propria specie, e tutti i rettili della terra  secondo la loro specie. E DIO vide che questo era buono.

Creazione dell'uomo
26  Poi DIO disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine e a nostra  somiglianza, ed abbia dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del  cielo, sul bestiame e su tutta la terra, e su tutti i rettili che  strisciano sulla terra». 27 Così DIO creò l'uomo a sua immagine; lo creò  a immagine di DIO; li creò maschio e femmina. 28 E DIO li benedisse; e  DIO disse loro: «Siate fruttiferi e moltiplicatevi, riempite la terra e  soggiogatela, e dominate sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo e  sopra ogni essere vivente che si muove sulla terra». 29 E DIO disse:  «Ecco io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra e  ogni albero che abbia frutti portatori di seme; questo vi servirà di  nutrimento. 30 E a ogni animale della terra, a ogni uccello dei cieli e a  tutto ciò che si muove sulla terra ed ha in sé un soffio di vita, io do  ogni erba verde per nutrimento». E così fu. 31 Allora DIO vide tutto  ciò che aveva fatto, ed ecco, era molto buono. Così fu sera, poi fu  mattina: il sesto giorno.

 2:1 Così furono terminati i cieli e la terra, e tutto il loro esercito.  2 Pertanto il settimo giorno, DIO terminò l'opera che aveva fatto, e  nel settimo giorno si riposò da tutta l'opera che aveva fatto. 3 E DIO  benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso DIO si riposò  da tutta l'opera che aveva creato e fatto.

Creazione dell'uomo e della donna
4  Queste sono le origini dei cieli e della terra quando furono creati,  nel giorno che l'Eterno DIO fece la terra e i cieli. 5 Non vi era ancora  sulla terra alcun arbusto della campagna e nessuna erba della campagna  era ancora spuntata, perché l'Eterno DIO non aveva fatto piovere sulla  terra e non vi era l'uomo che coltivasse il suolo. 6 Ma dalla terra  saliva un vapore che irrigava tutta la superficie del suolo. 7 Allora  l'Eterno Dio formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle  narici un alito di vita, e l'uomo divenne un essere vivente. 8 Poi  l'Eterno DIO piantò un giardino in Eden, ad oriente, e vi pose l'uomo  che aveva formato. 9 E l'Eterno DIO fece spuntare dal suolo ogni sorta  di alberi piacevoli a vedersi e i cui frutti erano buoni da mangiare; in  mezzo al giardino vi erano anche l'albero della vita e l'albero della  conoscenza del bene e del male. 10 Un fiume usciva da Eden per irrigare  il giardino e di là si divideva per divenire quattro corsi d'acqua. 11  Il nome del primo è Pishon; è quello che circonda tutto il paese di  Havilah, dov'è l'oro; 12 e l'oro di quel paese è buono; là si trovano  pure il bdellio e la pietra d'ònice. 13 Il nome del secondo fiume è  Ghihon, ed è quello che circonda tutto il paese di Cush. 14 Il nome del  terzo fiume che è il Tigri, ed è quello che scorre a est dell'Assiria. E  il quarto fiume è l'Eufrate. 15 L'Eterno DIO prese dunque l'uomo e lo  pose nel giardino dell'Eden perché lo lavorasse e lo custodisse. 16 E  l'Eterno DIO comandò l'uomo dicendo: «Mangia pure liberamente di ogni  albero del giardino; 17 ma dell'albero della conoscenza del bene e del  male non ne mangiare, perché nel giorno che tu ne mangerai, per certo  morrai». 18 Poi l'Eterno DIO disse: «Non è bene che l'uomo sia solo; io  gli farò un aiuto conveniente a lui». 19 E l'Eterno DIO formò dalla  terra tutti gli animali dei campi e tutti gli uccelli dei cieli e li  condusse dall'uomo per vedere come li avrebbe chiamati; e in qualunque  modo l'uomo avesse chiamato ogni essere vivente, quello doveva essere il  suo nome. 20 E l'uomo diede dei nomi a tutto il bestiame, agli uccelli  del cielo e ad ogni animale dei campi; ma per l'uomo non si trovò alcun  aiuto conveniente per lui. 21 Allora l'Eterno DIO fece cadere un  profondo sonno sull'uomo, che si addormentò; e prese una delle sue  costole, e rinchiuse la carne al suo posto. 22 Poi l'Eterno DIO con la  costola che aveva tolta all'uomo ne formò una donna e la condusse  all'uomo. 23 E l'uomo disse: «Questa finalmente è ossa delle mie ossa e  carne della mia carne. Lei sarà chiamata donna perché è stata tratta  dall'uomo». 24 Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a  sua moglie, e saranno una sola carne. 25 E l'uomo e sua moglie erano  ambedue nudi e non ne avevano vergogna.

Il peccato di Adamo e la prima promessa
 3:1 Or il serpente era il più astuto di tutte le fiere dei campi che  l'Eterno DIO aveva fatto, e disse alla donna: «Ha DIO veramente detto:  "Non mangiate di tutti gli alberi del giardino"?». 2 E la donna rispose  al serpente: «Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare;  3 ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino DIO ha detto:  "Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete"». 4 Allora il  serpente disse alla donna: «Voi non morrete affatto; 5 ma DIO sa che nel  giorno che ne mangerete, gli occhi vostri si apriranno, e sarete come  DIO, conoscendo il bene e il male».

Caduta dell'uomo
6  E la donna vide che l'albero era buono da mangiare, che era piacevole  agli occhi e che l'albero era desiderabile per rendere uno intelligente;  ed ella prese del suo frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito  che era con lei, ed egli ne mangiò. 7 Allora si apersero gli occhi di  ambedue e si accorsero di essere nudi; così cucirono delle foglie di  fico e fecero delle cinture per coprirsi.

Giudizio dell'uomo
8  Poi udirono la voce dell'Eterno DIO che passeggiava nel giardino alla  brezza del giorno; e l'uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza  dell'Eterno DIO fra gli alberi del giardino. 9 Allora l'Eterno DIO  chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?». 10 Egli rispose: «Ho udito la  tua voce nel giardino, e ho avuto paura perché ero nudo, e mi sono  nascosto». 11 E DIO disse: «Chi ti ha mostrato che eri nudo? Hai forse  mangiato dell'albero del quale io ti avevo comandato di non mangiare?».  12 L'uomo rispose: «La donna che tu mi hai messo accanto mi ha dato  dell'albero e io ne ho mangiato». 13 E l'Eterno DIO disse alla donna:  «Perché hai fatto questo?». La donna rispose: «Il serpente mi ha  sedotta, e io ne ho mangiato». 14 Allora l'Eterno DIO disse al serpente:  «Poiché hai fatto questo, sii maledetto fra tutto il bestiame e fra  tutte le fiere dei campi! Tu camminerai sul tuo ventre e mangerai  polvere tutti i giorni della tua vita. 15 E io porrò inimicizia fra te e  la donna e fra il tuo seme e il seme di lei; esso ti schiaccerà il  capo, e tu ferirai il suo calcagno». 16 Alla donna disse: «Io  moltiplicherò grandemente le tue sofferenze e le tue gravidanze; con  doglie partorirai figli: i tuoi desideri si volgeranno verso il tuo  marito, ed egli dominerà su di te». 17 Poi disse ad Adamo: «Poiché hai  dato ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero circa il  quale io ti avevo comandato dicendo: "Non ne mangiare", il suolo sarà  maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con fatica tutti i giorni  della tua vita. 18 Esso ti produrrà spine e triboli, e tu mangerai  l'erba dei campi; 19 mangerai il pane col sudore del tuo volto, finché  tu ritorni alla terra perché da essa fosti tratto; poiché tu sei  polvere, e in polvere ritornerai». 20 E l'uomo diede a sua moglie il  nome di Eva, perché lei fu la madre di tutti i viventi. 21 Poi l'Eterno  DIO fece ad Adamo e a sua moglie delle tuniche di pelle, e li vestì. 22 E  l'Eterno DIO disse: «Ecco, l'uomo è divenuto come uno di noi, perché  conosce il bene e il male. Ed ora non bisogna permettergli di stendere  la sua mano per prendere anche dell'albero della vita perché,  mangiandone, viva per sempre». 23 Perciò l'Eterno DIO mandò via l'uomo  dal giardino di Eden, perché lavorasse la terra da cui era stato tratto.  24 Così egli scacciò l'uomo; e pose ad est del giardino di Eden i  cherubini, che roteavano da tutt'intorno una spada fiammeggiante, per  custodire la via dell'albero della vita.

Caino e Abele. Discendenti di Caino
 4:1 Or Adamo conobbe Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino, e  disse: «Ho acquistato un uomo, dall'Eterno». 2 Poi partorì ancora  Abele, suo fratello. E Abele divenne pastore di greggi; mentre Caino  divenne lavoratore della terra. 3 Col passare del tempo, avvenne che  Caino fece un'offerta di frutti della terra all'Eterno; 4 or Abele  offerse anch'egli dei primogeniti del suo gregge e il loro grasso. E  l'Eterno riguardò Abele e la sua offerta, 5 ma non riguardò Caino e la  sua offerta. Così Caino ne fu molto irritato, e il suo viso ne fu  abbattuto. 6 Allora l'Eterno disse a Caino: «Perché sei tu irritato e  perché è il tuo volto abbattuto? 7 Se fai bene non sarai tu accettato?  Ma se fai male, il peccato sta spiandoti alla porta e i suoi desideri  sono volti a te; ma tu lo devi dominare». 8 E Caino parlò con suo  fratello Abele; quando furono nei campi, Caino si levò contro suo  fratello Abele e lo uccise. 9 Allora l'Eterno disse a Caino: «Dov'è tuo  fratello Abele?». Egli rispose: «Non lo so; sono io forse il custode di  mio fratello?». 10 L'Eterno disse: «Che hai tu fatto? La voce del sangue  di tuo fratello grida a me dalla terra. 11 E ora tu sei più maledetto  della terra che ha aperto la sua bocca per ricevere il sangue di tuo  fratello dalla tua mano. 12 Quando coltiverai il suolo, esso non ti darà  più i suoi prodotti, e tu sarai vagabondo e fuggiasco sulla terra». 13  Allora Caino disse all'Eterno: «Il mio castigo è troppo grande perché io  lo possa sopportare. 14 Ecco, tu mi scacci oggi dalla faccia di questo  suolo e sarò nascosto dalla tua faccia; e sarò vagabondo e fuggiasco per  la terra, e avverrà che chiunque mi troverà mi ucciderà». 15 L'Eterno  gli disse: «Perciò, chiunque ucciderà Caino, egli sarà punito sette  volte». E l'Eterno mise un segno su Caino affinché nessuno trovandolo,  lo uccidesse.

La malvagia discendenza di Caino
16  Allora Caino si allontanò dalla presenza dell'Eterno e dimorò nel paese  di Nod, ad est di Eden. 17 E Caino conobbe sua moglie, ed ella concepì e  partorì Enok. Poi Caino costruì una città, a cui diede nome Enok, dal  nome di suo figlio. 18 E a Enok nacque Irad; Irad generò Mehujael;  Mehujael generò Methusael; e Methusael generò Lamek. 19 E Lamek si prese  due mogli: il nome di una era Ada, e il nome dell'altra Tsillah. 20 E  Ada partorì Jabal, che fu il padre di quelli che abitano sotto le tende e  allevano il bestiame. 21 Or il nome di suo fratello era Jubal, che fu  il padre di tutti quelli che suonano la cetra e il flauto. 22 Tsillah  partorì anch'essa Tubal-cain, l'artefice di ogni sorta di strumenti di  bronzo e di ferro; e la sorella di Tubal-cain fu Naama. 23 Poi Lamek  disse alle sue mogli: «Ada e Tsillah ascoltate la mia voce; mogli di  Lamek, fate attenzione alle mie parole! Sì, io ho ucciso un uomo perché  mi ha ferito, e un giovane per avermi causato una lividura. 24 Se Caino  sarà vendicato sette volte, Lamek lo sarà settanta volte sette». 25  Quindi Adamo conobbe ancora la sua moglie, che partorì un figlio e lo  chiamò Seth, perché ella disse: «Dio mi ha dato un altro discendente al  posto di Abele, che Caino ha ucciso». 26 Anche a Seth nacque un figlio, e  lo chiamò Enosh. Allora si cominciò a invocare il nome dell'Eterno.

La discendenza di Adamo per la linea di Seth, fino a Noè
 5:1 Questo è il libro della discendenza di Adamo. Nel giorno in cui DIO  creò l'uomo lo fece a somiglianza di DIO. 2 Li creò maschio e femmina,  li benedisse e diede loro il nome di uomo, nel giorno in cui furono  creati. 3 Adamo visse centotrent'anni e generò un figlio a sua  somiglianza, conforme alla sua immagine, e lo chiamò Seth. 4 Dopo aver  generato Seth, Adamo visse ottocento anni e generò figli e figlie. 5  Così tutto il tempo che Adamo visse fu di novecentotrent'anni; poi morì.  6 Seth visse centocinque anni, e generò Enosh. 7 Dopo aver generato  Enosh, Seth visse ottocentosette anni, e generò figli e figlie. 8 Così  tutto il tempo che Seth visse fu di novecentododici anni; poi morì. 9  Enosh visse novant'anni e generò Kenan. 10 Dopo aver generato Kenan,  Enosh visse ottocentoquindici anni e generò figli e figlie. 11 Così  tutto il tempo che Enosh visse fu di novecentocinque anni; poi morì. 12  Kenan visse settant'anni, e generò Mahalaleel. 13 Dopo aver generato  Mahalaleel, Kenan visse ottocentoquarant'anni e generò figli e figlie.  14 Così tutto il tempo che Kenan visse fu di novecentodieci anni; poi  morì. 15 Mahalaleel visse sessantacinque anni e generò Jared. 16 Dopo  aver generato Jared, Mahalaleel visse ottocentotrent'anni e generò figli  e figlie. 17 Così tutto il tempo che Mahalaleel visse fu di  ottocentonovantacinque anni; poi morì. 18 Jared visse centosessantadue  anni, e generò Enok. 19 Dopo aver generato Enok, Jared visse ottocento  anni e generò figli e figlie. 20 Così, tutto il tempo che Jared visse fu  di novecentosessantadue anni; poi morì. 21 Enok visse sessantacinque  anni e generò Methuselah. 22 Dopo aver generato Methuselah, Enok camminò  con DIO trecento anni e generò figli e figlie. 23 Così tutto il tempo  che Enok visse fu di trecentosessantacinque anni. 24 Or Enok camminò con  DIO; poi non fu più trovato, perché DIO lo prese. 25 Methuselah visse  centottantasette anni e generò Lamek. 26 Dopo aver generato Lamek,  Methuselah visse settecentottantadue anni e generò figli e figlie. 27  Così tutto il tempo che Methuselah visse fu di novecentosessantanove  anni; poi morì. 28 Lamek visse centottantadue anni e generò un figlio;  29 e gli pose nome Noè, dicendo: «Questi ci consolerà del nostro lavoro e  della fatica delle nostre mani, a motivo del suolo che l'Eterno ha  maledetto». 30 Dopo aver generato Noè, Lamek visse  cinquecentonovantacinque anni e generò figli e figlie. 31 Così tutto il  tempo che Lamek visse fu di settecentosettantasette anni; poi morì. 32  Noè, all'età di cinquecento anni, generò Sem, Cam e Jafet.

Corruzione del genere umano
 6:1 Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla faccia della  terra e nacquero loro delle figlie, 2 avvenne che i figli di DIO videro  che le figlie degli uomini erano belle, e presero per loro mogli tutte  quelle che essi scelsero. 3 E l'Eterno disse: «Lo Spirito mio non  contenderà per sempre con l'uomo, perché nel suo traviamento egli non è  che carne; i suoi giorni saranno quindi centovent'anni». 4 Vi erano dei  giganti sulla terra a quei tempi, e anche dopo, quando i figli di DIO si  accostarono alle figlie degli uomini e queste partorirono loro dei  figli. Essi sono gli eroi che esistettero nei tempi antichi, sono gli  uomini famosi di quei tempi. 5 Ora l'Eterno vide che la malvagità degli  uomini era grande sulla terra e che tutti i disegni dei pensieri del  loro cuore non erano altro che male in ogni tempo. 6 E l'Eterno si pentì  di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. 7 Così  l'Eterno disse: «Io sterminerò dalla faccia della terra l'uomo che ho  creato, dall'uomo al bestiame, ai rettili, agli uccelli del cielo,  perché mi pento di averli fatti». 8 Ma Noè trovò grazia agli occhi  dell'Eterno.

Annunzio del diluvio e i preparativi di Noè
9  Questa è la discendenza di Noè. Noè fu uomo giusto e irreprensibile tra  i suoi contemporanei. Noè camminò con DIO. 10 E Noè generò tre figli:  Sem, Cam e Jafet. 11 Or la terra era corrotta davanti a DIO, e la terra  era ripiena di violenza. 12 Ora DIO guardò sulla terra ed ecco, era  corrotta, perché ogni carne sulla terra aveva corrotto la sua condotta.  13 E DIO disse a Noè: «Ho deciso di por fine ad ogni carne, perché la  terra a motivo degli uomini è piena di violenza; ecco, io li distruggerò  insieme alla terra. 14 Fatti un'arca di legno di gofer; fa' l'arca a  stanze, e spalmala di bitume di dentro e di fuori. 15 Or tu la farai in  questo modo: la lunghezza dell'arca sarà di trecento cubiti, la  larghezza di cinquanta cubiti e l'altezza di trenta cubiti. 16 Farai  all'arca una finestra e la finirai con un cubito di copertura di sopra;  di fianco all'arca metterai la porta, e la farai a tre piani, inferiore,  medio e superiore. 17 Ed ecco, io stesso sto per far venire il diluvio  delle acque sulla terra, per distruggere sotto i cieli ogni carne in cui  è alito di vita; tutto quello che è sulla terra morirà. 18 Ma io  stabilirò il mio patto con te e tu entrerai nell'arca: tu, i tuoi figli,  la tua moglie e le mogli dei tuoi figli con te. 19 E di tutto ciò che  vive di ogni carne fanne entrare nell'arca due di ogni specie, per  conservarli in vita con te; e siano maschio e femmina. 20 Degli uccelli  secondo la loro specie, del bestiame secondo la loro specie e di tutti i  rettili della terra secondo la loro specie, due di ogni specie verranno  a te, perché siano conservati in vita. 21 E prendi per te di ogni cibo  che si mangia, radunalo e conservalo, perché serva di nutrimento a te e a  loro». 22 E Noè fece così, fece esattamente tutto ciò che DIO gli aveva  comandato.

Noè entra nell'arca
 7:1 Allora l'Eterno disse a Noè: «Entra nell'arca tu con tutta la tua  famiglia, perché ti ho visto giusto davanti a me, in questa generazione.  2 Di ogni specie di animali puri prendine sette coppie, maschio e  femmina; e degli animali impuri una coppia, maschio e femmina; 3 anche  degli uccelli del cielo prendine sette coppie, maschio e femmina, per  conservarne in vita il seme sulla faccia di tutta la terra; 4 poiché fra  sette giorni farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta  notti, e sterminerò dalla faccia della terra tutti gli esseri viventi  che ho fatto». 5 E Noè fece esattamente tutto ciò che l'Eterno gli aveva  comandato. 6 Noè aveva seicento anni quando venne sulla terra il  diluvio delle acque. 7 Così Noè entrò nell'arca con i suoi figli, sua  moglie e le mogli dei suoi figli, a motivo delle acque del diluvio. 8  Degli animali puri e degli animali impuri, degli uccelli e di tutto  quello che striscia sulla terra, 9 vennero a due a due da Noè,  nell'arca, maschio e femmina, come DIO aveva comandato a Noè.

Il diluvio sulla terra
10  Al termine dei sette giorni, avvenne che le acque del diluvio furono  sopra la terra. 11 Nell'anno seicentesimo della vita di Noè nel secondo  mese, nel diciassettesimo giorno del mese, in quel giorno, tutte le  fonti del grande abisso scoppiarono e le cateratte del cielo si  aprirono. 12 E piovve sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti.  13 In quello stesso giorno entrarono nell'arca Noè e i figli di Noè,  Sem, Cam e Jafet, e la moglie di Noè e le tre mogli dei suoi figli con  loro; 14 essi e tutte le fiere secondo la loro specie, e tutto il  bestiame secondo la loro specie, e tutti i rettili che strisciano sulla  terra secondo la loro specie, e tutti gli uccelli secondo la loro  specie, tutti gli uccelli di ogni sorta. 15 Questi vennero da Noè,  nell'arca, a due a due, di ogni carne in cui vi è alito di vita; 16  entrarono maschio e femmina di ogni carne, come DIO aveva comandato a  Noè; poi l'Eterno li chiuse dentro. 17 E il diluvio venne sopra la terra  per quaranta giorni; e le acque crebbero e sollevarono l'arca, che si  alzò in alto sopra la terra. 18 Le acque ingrossarono e crebbero  grandemente sopra la terra e l'arca galleggiava sulla superficie delle  acque. 19 E le acque ingrossarono con grande forza sopra la terra; e  tutte le alte montagne che erano sotto tutto il cielo furono coperte. 20  Le acque si alzarono quindici cubiti al di sopra di esse; e le montagne  furono coperte. 21 Così perì ogni carne che si muoveva sulla terra:  uccelli, bestiame, fiere, rettili di ogni sorta striscianti sulla terra e  tutti gli uomini. 22 Tutto quello che era sulla terra asciutta ed aveva  alito di vita nelle sue narici morì. 23 E tutti gli esseri viventi che  erano sulla faccia della terra furono sterminati: dall'uomo fino al  bestiame ai rettili e agli uccelli del cielo; essi furono sterminati  dalla terra e non scampò che Noè con quelli che erano con lui nell'arca.  24 E le acque copersero la terra per centocinquanta giorni.

Le acque del diluvio si ritirano
 8:1 Poi DIO si ricordò di Noè, di tutti gli esseri viventi e di tutto  il bestiame che era con lui nell'arca; e DIO fece passare un vento sulla  terra, e le acque si abbassarono. 2 Le fonti dell'abisso e le cateratte  del cielo furono chiuse e la pioggia dal cielo cessò. 3 E le acque  andarono del continuo ritirandosi dalla terra; e alla fine di  centocinquanta giorni erano diminuite. 4 Nel settimo mese, il  diciassettesimo giorno del mese, l'arca si fermò sulle montagne di  Ararat. 5 E le acque andarono diminuendo fino al decimo mese. Nel decimo  mese, il primo giorno del mese, apparvero le vette dei monti. 6 Così,  in capo a quaranta giorni, avvenne che Noè aperse la finestra che aveva  fatto nell'arca, 7 e mandò fuori il corvo, che continuò ad andare avanti  e indietro, finché le acque furono asciugate sulla terra. 8 Poi mandò  fuori la colomba, per vedere se le acque fossero diminuite sulla  superficie della terra. 9 Ma la colomba non trovò dove posare la pianta  del suo piede, e tornò a lui nell'arca, perché c'erano ancora acque  sulla superficie di tutta la terra; ed egli stese la mano, la prese e la  trasse a sé nell'arca. 10 Aspettò così altri sette giorni, poi mandò di  nuovo la colomba fuori dell'arca. 11 E la colomba tornò a lui verso  sera; ed ecco, essa aveva nel becco una foglia d'ulivo strappata di  fresco; così Noè comprese che le acque si erano ritirate dalla terra. 12  Allora aspettò altri sette giorni, poi mandò fuori la colomba; ma essa  non ritornò più da lui. 13 Nell'anno seicentouno di Noè, nel primo mese,  nel primo giorno del mese, le acque si erano prosciugate sulla terra; e  Noè scoperchiò l'arca, guardò, ed ecco che la superficie del suolo era  asciutta. 14 Così nel secondo mese nel ventisettesimo giorno del mese,  la terra era asciutta.

Noè esce dall'arca e adora Dio
15  Allora DIO parlò a Noè, dicendo: 16 «Esci dall'arca tu, tua moglie, i  tuoi figli e le mogli dei tuoi figli con te. 17 Fa' uscire con te tutti  gli animali che sono con te, di ogni carne: uccelli, bestiame e tutti i  rettili che strisciano sulla terra, perché crescano grandemente sulla  terra, e siano fecondi e si moltiplichino sulla terra». 18 Così Noè uscì  con i suoi figli, con sua moglie e con le mogli dei suoi figli. 19  Tutti gli animali, tutti i rettili, tutti gli uccelli, tutto quello che  si muove sulla terra, secondo le loro famiglie, uscirono dall'arca. 20  Allora Noè edificò un altare all'Eterno, e prese di ogni specie di  animali puri e di ogni specie di uccelli puri e offrì olocausti  sull'altare. 21 E l'Eterno sentì un odore soave; così l'Eterno disse in  cuor suo: «Io non maledirò più la terra a motivo dell'uomo, perché i  disegni del cuore dell'uomo sono malvagi fin dalla sua fanciullezza; e  non colpirò più ogni cosa vivente, come ho fatto. 22 Finché la terra  durerà, semina e raccolta, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e  notte non cesseranno mai».

Il patto di Dio con l'uomo
 9:1 Poi DIO benedisse Noè e i suoi figli, e disse loro: «Siate  fruttiferi, moltiplicate e riempite la terra. 2 La paura di voi e il  terrore di voi sarà su tutti gli animali della terra, su tutti gli  uccelli del cielo, su tutto quello che si muove sulla terra; e su tutti i  pesci del mare. Essi sono dati in vostro potere. 3 Tutto ciò che si  muove ed ha vita vi servirà di cibo; io vi do tutte queste cose; vi do  anche l'erba verde; 4 ma non mangerete carne con la sua vita, cioè il  suo sangue. 5 Io chiederò certamente conto del sangue delle vostre vite;  ne chiederò conto ad ogni animale e all'uomo. Chiederò conto della vita  dell'uomo alla mano di ogni fratello dell'uomo. 6 Chiunque spargerà il  sangue di un uomo, il suo sangue sarà sparso per mezzo di un uomo,  perché DIO ha fatto l'uomo a sua immagine. 7 Voi dunque siate fruttiferi  e moltiplicatevi; crescete grandemente sulla terra e moltiplicate in  essa». 8 Poi DIO parlò a Noè e ai suoi figli con lui, dicendo: 9 «Quanto  a me, ecco io stabilisco il mio patto con voi e con la vostra progenie  dopo di voi, 10 e con tutti gli esseri viventi che sono con voi:  uccelli, bestiame e tutti gli animali della terra con voi, da tutti  quelli che sono usciti dall'arca a tutti gli animali della terra. 11 Io  stabilisco il mio patto con voi: nessuna carne sarà più sterminata dalle  acque del diluvio, e non ci sarà più diluvio per distruggere la terra».  12 Poi DIO disse: «Questo è il segno del patto che io faccio tra me e  voi, e tutti gli esseri viventi che sono con voi, per tutte le  generazioni future. 13 Io pongo il mio arcobaleno nella nuvola, e  servirà di segno del patto fra me e la terra. 14 E avverrà che, quando  farò venire delle nuvole sulla terra, l'arco apparirà nelle nuvole; 15 e  io mi ricorderò del mio patto fra me e voi ed ogni essere vivente di  ogni carne, e le acque non diventeranno più un diluvio per distruggere  ogni carne. 16 L'arco dunque sarà nelle nuvole e io lo guarderò per  ricordarmi del patto eterno fra DIO e ogni essere vivente di qualunque  carne che è sulla terra». 17 E DIO disse a Noè: «Questo è il segno del  patto che io ho stabilito fra me e ogni carne che è sulla terra».

Profezia di Noè riguardante i suoi discendenti
18  Or i figli di Noè che uscirono dall'arca furono: Sem, Cam e Jafet; e  Cam è il padre di Canaan. 19 Questi sono i tre figli di Noè, e da loro  fu popolata tutta la terra. 20 Poi Noè, che era agricoltore, cominciò a  piantare una vigna; 21 e bevve del vino e si ubriacò, e si scoperse in  mezzo alla sua tenda. 22 E Cam, padre di Canaan, vide la nudità di suo  padre e andò a dirlo ai suoi due fratelli di fuori. 23 Ma Sem e Jafet  presero un mantello, se lo misero sulle loro spalle e, camminando  all'indietro coprirono la nudità del loro padre; e, siccome avevano le  loro facce rivolte dalla parte opposta, non videro la nudità del loro  padre. 24 Quando Noè si svegliò dalla sua ebrezza, seppe quello che gli  aveva fatto il figlio minore, e disse: 25 «Maledetto sia Canaan! Egli  sia il servo dei servi dei suoi fratelli!». 26 Poi disse: «Benedetto sia  l'Eterno, il DIO di Sem, e sia Canaan suo servo. 27 DIO ingrandisca  Jafet e dimori nelle tende di Sem e sia Canaan suo servo!». 28 Dopo il  diluvio, Noè visse trecentocinquant'anni. 29 Così tutto il tempo che Noè  visse fu di novecentocinquant'anni; poi morì.

Discendenza di Jafet
 10:1 Questa è la discendenza dei figli di Noè: Sem, Cam e Jafet; dopo  il diluvio a loro nacquero dei figli. 2 I figli di Jafet furono: Gomer,  Magog, Madai, Javan, Tubal, Mescek e Tiras. 3 I figli di Gomer:  Ashkenaz, Rifath e Togarmah. 4 I figli di Javan: Elisham, Tarshish,  Kittim e Dodanim. 5 Da essi vennero i popoli sparsi nelle isole delle  nazioni, nei loro diversi paesi, ciascuno secondo la propria lingua,  secondo le loro famiglie, nelle loro nazioni.

Discendenza di Cam
6  I figli di Cam furono: Kush, Mitsraim, Put e Canaan. 7 I figli di Kush:  Seba, Havilah, Sabtah, Raamah e Sabtekah; e i figli di Raamah: Sceba e  Dedan. 8 Kush generò Nimrod, che cominciò a essere un uomo potente sulla  terra. 9 Egli fu un potente cacciatore davanti all'Eterno; perciò si  dice: «Come Nimrod, il potente cacciatore davanti all'Eterno». 10 E  l'inizio del suo regno fu Babel, Erek, Akkad e Kalmeh nel paese di  Scinar. 11 Da quel paese andò in Assiria e costruì Ninive, Rehoboth-Ir e  Kalah; 12 fra Ninive e Kalah costruì Resen (che è la grande città). 13  Mitsraim generò i Ludim, gli Ananim, i Lehabim, i Nuftuhim, 14 i  Pathrusim, i Casluhim (da cui uscirono i Filistei) e i Caftorim. 15  Canaan generò Sidon, suo primogenito, e Het, 16 e i Gebusei, gli Amorei,  i Ghirgasei, 17 gli Hivvei, gli Archei, i Sinei, 18 gli Arvadei, i  Tsemarei e gli Hamathei. Poi le famiglie dei Cananei si dispersero. 19 E  i confini dei Cananei andarono da Sidon, in direzione di Gherar, fino a  Gaza; e in direzione di Sodoma, Gomorra, Adma e Tseboim, fino a Lesha.  20 Questi sono i figli di Cam, secondo le loro famiglie, secondo le loro  lingue, nei loro paesi, nelle loro nazioni.

Discendenza di Sem
21  Anche a Sem, padre di tutti i figli di Eber e fratello di Jafet, il  maggiore, nacquero dei figli. 22 I figli di Sem furono: Elam, Assur,  Arpakshad, Lud e Aram. 23 I figli di Aram: Uz, Hul, Ghether e Mash. 24  Arpakshad generò Scelah, e Scelah generò Eber. 25 Ad Eber nacquero due  figli; il nome dell'uno fu Peleg, perché ai suoi giorni la terra fu  divisa, e il nome di suo fratello fu Joktan. 26 Joktan generò Almodad,  Scelef, Hatsarmaveth, Jerah, 27 Hadoram, Uzal, Diklah, 28 Obal, Abimael,  Sceba, 29 Ofir, Havilah e Jobab. Tutti questi furono figli di Joktan.  30 E la loro dimora fu la montagna orientale, da Mesha, fin verso Sefar.  31 Questi sono i figli di Sem, secondo le loro famiglie, secondo le  loro lingue, nei loro paesi, secondo le loro nazioni. 32 Queste sono le  famiglie dei figli di Noè, secondo le loro generazioni, nelle loro  nazioni; e da essi uscirono le nazioni che si sparsero per la terra dopo  il diluvio.

La torre di Babele
 11:1 Or tutta la terra parlava la stessa lingua e usava le stesse  parole. 2 E avvenne che, mentre si spostavano verso sud, essi trovarono  una pianura nel paese di Scinar, e vi si stabilirono. 3 E si dissero  l'un l'altro: «Orsù, facciamo dei mattoni e cuociamoli col fuoco!». E  usarono mattoni invece di pietre e bitume invece di malta. 4 E dissero:  «Orsù, costruiamoci una città e una torre la cui cima giunga fino al  cielo, e facciamoci un nome, per non essere dispersi sulla faccia di  tutta la terra». 5 Ma l'Eterno discese per vedere la città e la torre  che i figli degli uomini stavano costruendo. 6 E l'Eterno disse: «Ecco,  essi sono un solo popolo e hanno tutti la medesima lingua; e questo è  quanto essi hanno cominciato a fare; ora nulla impedirà loro di condurre  a termine ciò che intendono fare. 7 Orsù, scendiamo laggiù e  confondiamo la loro lingua, affinché l'uno non comprenda più il parlare  dell'altro». 8 Così l'Eterno li disperse di là sulla faccia di tutta la  terra, ed essi cessarono di costruire la città. 9 Perciò a questa fu  dato il nome di Babele, perché l'Eterno colà confuse la lingua di tutta  la terra, e di là l'Eterno li disperse sulla faccia di tutta la terra.

La genealogia di Abramo
10  Questa è la discendenza di Sem. Sem, all'età di cent'anni generò  Arpakshad, due anni dopo il diluvio. 11 Dopo aver generato Arpakshad,  Sem visse cinquecento anni e generò figli e figlie. 12 Arpakshad visse  trentacinque anni e generò Scelah. 13 Dopo aver generato Scelah,  Arpakshad visse quattrocentotre anni e generò figli e figlie. 14 Scelah  visse trent'anni e generò Eber. 15 Dopo aver generato Eber, Scelah visse  quattrocentotre anni e generò figli e figlie. 16 Eber visse  trentaquattro anni e generò Peleg. 17 Dopo aver generato Peleg, Eber  visse quattrocentotrent'anni e generò figli e figlie. 18 Peleg visse  trent'anni e generò Reu. 19 Dopo aver generato Reu, Peleg visse  duecentonove anni e generò figli e figlie. 20 Reu visse trentadue anni e  generò Serug. 21 Dopo aver generato Serug, Reu visse duecentosette anni  e generò figli e figlie. 22 Serug visse trent'anni e generò Nahor; 23  dopo aver generato Nahor, Serug visse duecento anni e generò figli e  figlie. 24 Nahor visse ventinove anni e generò Terah; 25 dopo aver  generato Terah, Nahor visse centodiciannove anni e generò figli e  figlie. 26 Terah visse settant'anni e generò Abramo, Nahor e Haran. 27  Questa è la discendenza di Terah. Terah generò Abramo, Nahor e Haran; e  Haran generò Lot. 28 Haran morì alla presenza di Terah suo padre, nel  suo paese nativo, in Ur dei Caldei. 29 E Abramo e Nahor si presero delle  mogli; il nome della moglie di Abramo era Sarai, e il nome della moglie  di Nahor, Milkah, figlia di Haran, padre di Milkah e padre di Iskah. 30  Ma Sarai era sterile, non aveva figli. 31 Poi Terah prese suo figlio  Abramo e Lot, figlio di Haran, cioè il figlio di suo figlio, e Sarai sua  nuora, moglie di Abramo suo figlio, e uscirono insieme da Ur dei Caldei  per andare nel paese di Canaan; ma giunti a Haran, vi si stabilirono.  32 E il tempo che Terah visse fu di duecentocinque anni; poi Terah morì  in Haran.

Vocazione di Abramo. Abramo in Canaan
 12:1 Or l'Eterno disse ad Abramo: «Vattene dal tuo paese, dal tuo  parentado e dalla casa di tuo padre, nel paese che io ti mostrerò. 2 Io  farò di te una grande nazione e ti benedirò e renderò grande il tuo nome  e tu sarai una benedizione. 3 E benedirò quelli che ti benediranno e  maledirò chi ti maledirà; e in te saranno benedette tutte le famiglie  della terra». 4 Allora Abramo partì come l'Eterno gli aveva detto, e Lot  andò con lui. Abramo aveva settantacinque anni quando partì da Haran. 5  E Abramo prese Sarai sua moglie e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i  beni che avevano accumulato e le persone che avevano acquistate in  Haran, e partirono per andarsene nel paese di Canaan. Così essi giunsero  nel paese di Canaan. 6 Abramo attraversò il paese fino alla località di  Sichem, fino alla quercia di Moreh. A quel tempo si trovavano nel paese  i Cananei. 7 Allora l'Eterno apparve ad Abramo e disse: «Io darò questo  paese alla tua discendenza». Allora Abramo vi costruì un altare  all'Eterno che gli era apparso. 8 Di là si spostò verso la montagna a  est di Bethel, e piantò le sue tende, avendo Bethel a ovest e Ai a est; e  là costruì un altare all'Eterno e invocò il nome dell'Eterno. 9 Poi  Abramo si mise in viaggio, continuando a spostarsi verso Neghev.

Abramo in Egitto
10  Or venne nel paese una carestia e Abramo scese in Egitto per dimorarvi,  perché nel paese vi era una grande carestia. 11 Or avvenne che, come  stava per entrare in Egitto, disse a Sarai sua moglie: «Ecco, io so che  tu sei una donna di bell'aspetto; 12 così avverrà che, quando gli  Egiziani ti vedranno, diranno: "Costei è sua moglie"; e uccideranno me,  ma lasceranno te in vita. 13 Ti prego, dì che sei mia sorella, perché io  sia trattato bene a motivo di te, e la mia vita sia salva per amor  tuo». 14 Quando infatti Abramo giunse in Egitto, gli Egiziani videro che  la donna era molto bella. 15 La videro anche gli ufficiali del Faraone e  la lodarono davanti al Faraone e la donna fu portata in casa del  Faraone. 16 Ed egli trattò bene Abramo a motivo di lei. Così Abramo ebbe  pecore, buoi, asini, servi, serve, asine e cammelli. 17 Ma l'Eterno  colpì Faraone e la sua casa con grandi calamità, a motivo di Sarai,  moglie di Abramo. 18 Allora il Faraone chiamò Abramo e disse: «Che cosa  mi hai fatto? Perché non mi hai detto che era tua moglie? Perché hai  detto: 19 "È mia sorella"? Così io la presi per essere mia moglie. Or  dunque eccoti tua moglie; prendila e vattene!». 20 Poi il Faraone diede  alla sua gente ordini riguardo ad Abramo, ed essi fecero partire lui,  sua moglie e tutto quello che aveva.

Abramo torna in Canaan. Abramo e Lot si separano
 13:1 Abramo dunque risalì dall'Egitto verso il Neghev con sua moglie e  con tutto quel che possedeva. E Lot era con lui. 2 Abramo era molto  ricco di bestiame, di argento e di oro. 3 Dal Neghev egli continuò il  suo viaggio fino a Bethel, al luogo dove da principio era stata la sua  tenda, fra Bethel e Ai, 4 al luogo dell'altare che aveva fatto  inizialmente; e là Abramo invocò il nome dell'Eterno. 5 Anche Lot, che  viaggiava con Abramo, aveva greggi, armenti e tende. 6 E il paese non  era in grado di sostenerli, se essi abitavano assieme, perché i loro  beni erano così grandi che non potevano stare assieme. 7 Sorse perciò  una contesa fra i pastori del bestiame di Abramo e i pastori del  bestiame di Lot. I Cananei e i Perezei abitavano a quel tempo nel paese.  8 Così Abramo disse a Lot: «Deh, non ci sia contesa fra me e te, né fra  i miei pastori e i tuoi pastori, perché siamo fratelli. 9 Non sta forse  tutto il paese davanti a te? Separati da me! Se tu vai a sinistra, io  andrò a destra; e se tu vai a destra, io andrò a sinistra». 10 Allora  Lot alzò gli occhi e vide l'intera pianura del Giordano. Prima che  l'Eterno avesse distrutto Sodoma e Gomorra, essa era tutta quanta  irrigata fino a Tsoar, come il giardino dell'Eterno, come il paese  d'Egitto. 11 Così Lot scelse per sé tutta la pianura del Giordano e  cominciò a spostare le sue tende verso oriente. Così si separarono l'uno  dall'altro. 12 Abramo dimorò nel paese di Canaan, e Lot abitò nelle  città della pianura e giunse a piantare le sue tende fino a Sodoma. 13  Or la gente di Sodoma era grandemente depravata e peccatrice contro  l'Eterno.

Promesse dell'Eterno ad Abramo
14  E l'Eterno disse ad Abramo, dopo che Lot si fu separato da lui: «Alza  ora i tuoi occhi e mira dal luogo dove sei a nord, a sud; a est e a  ovest. 15 Tutto il paese che tu vedi, io lo darò a te e alla tua  discendenza, per sempre. 16 E renderò la tua discendenza come la polvere  della terra; per cui, se qualcuno può contare la polvere della terra,  si potrà contare anche la tua discendenza. 17 Levati, percorri il paese  in lungo e in largo, perché io lo darò a te». 18 Allora Abramo levò le  sue tende e venne ad abitare alle querce di Mamre, che sono a Hebron; e  là costruì un altare all'Eterno.

Abramo vince parecchi re e libera Lot. Melchisedek
 14:1 Or avvenne al tempo di Amrafel re di Scinar, di Ariok re di  Ellasar, di Kedorlaomer re di Elam e di Tideal re delle nazioni, 2 che  essi mossero guerra a Bera re di Sodoma, a Birsha re di Gomorra, a  Scinab re di Admah, a Scemeber re di Tseboim e al re di Bela, (che è  Tsoar). 3 Tutti questi ultimi si radunarono nella valle di Siddim, (che è  il Mar Salato). 4 Per dodici anni erano stati soggetti a Kedorlaomer,  ma al tredicesimo anno si ribellarono. 5 Nell'anno quattordicesimo,  Kedorlaomer e i re che erano con lui vennero e sbaragliarono i giganti  ad Ashterot-Karnaim, gli Zuzim a Ham, gli Emim a Shaveh-Kiriathaim 6 e  gli Horei nella loro montagna di Seir fino a El-Paran, che è presso il  deserto. 7 Poi tornarono indietro e vennero a En-Mishpat, (che è  Kadesh), e saccheggiarono l'intero territorio degli Amalekiti e anche  degli Amorei, che abitavano ad Hatsatson-Tamar. 8 Allora il re di  Sodoma, il re di Gomorra, il re di Admah, il re di Tseboim e il re di  Bela, (che è Tsoar), uscirono e si schierarono in battaglia contro di  loro, nella valle di Siddim; 9 contro Kedorlaomer re di Elam, Tideal re  delle nazioni, Amrafel re di Scinar e Ariok re di Ellasar: quattro re  contro cinque. 10 Or la valle di Siddim era piena di pozzi di bitume; e i  re di Sodoma e di Gomorra si diedero alla fuga e vi caddero dentro; e  quelli che scamparono fuggirono al monte. 11 Così i vincitori presero  tutte le ricchezze di Sodoma e di Gomorra e tutti i loro viveri, e se ne  andarono. 12 Presero anche Lot, figlio del fratello di Abramo, con i  suoi averi, e se ne andarono. Lot abitava in Sodoma. 13 Ma uno degli  scampati venne a dirlo ad Abramo l'Ebreo, che abitava alle querce di  Mamre, l'Amoreo, fratello di Eshkol e fratello di Aner, i quali avevano  fatto alleanza con Abramo. 14 Quando Abramo seppe che suo fratello era  stato fatto prigioniero, armò gli uomini addestrati, servi nati in casa  sua, in numero di trecentodiciotto, e inseguì i re fino a Dan. 15 Egli  divise le sue forze contro di loro di notte, e coi suoi servi li attaccò  e li inseguì fino a Hobah, che è a sinistra di Damasco. 16 Così  ricuperò tutti i beni e riportò indietro anche Lot suo fratello e i suoi  beni, come pure le donne e il popolo. 17 Dopo il suo ritorno dalla  sconfitta di Kedorlaomer e dei re che erano con lui, il re di Sodoma gli  andò incontro nella valle di Shaveh, (che è la Valle del re). 18 Allora  Melchisedek, re di Salem, portò pane e vino. Egli era sacerdote del Dio  Altissimo. 19 E benedisse Abramo, dicendo: «Benedetto sia Abramo dal  Dio Altissimo, padrone dei cieli e della terra! 20 E benedetto sia il  Dio Altissimo, che ti ha dato nelle mani i tuoi nemici!». E Abramo gli  diede la decima di ogni cosa. 21 Poi il re di Sodoma disse ad Abramo:  «Dammi le persone, e prendi i beni per te». 22 Ma Abramo rispose al re  di Sodoma: «Ho alzato la mia mano all'Eterno, il Dio Altissimo, padrone  dei cieli e della terra, 23 che non avrei preso niente di ciò che ti  appartiene, neppure un filo o un legaccio dei calzari, perché tu non  abbia a dire: "Io ho arricchito Abramo". 24 Non prenderò nulla per me ad  eccezione di ciò che hanno mangiato i giovani e la parte che spetta  agli uomini che sono venuti con me: Aner, Eshkol e Mamre; lascia che  essi prendano la loro parte».

Dio promette ad Abramo un figlio
 15:1 Dopo queste cose, la parola dell'Eterno fu rivolta in visione ad  Abramo, dicendo: «Non temere, o Abramo, io sono il tuo scudo, e la tua  ricompensa sarà grandissima». 2 Ma Abramo disse: «Signore, Eterno, che  mi darai, perché sono senza figli e l'erede della mia casa è Eliezer di  Damasco?». 3 Poi Abramo soggiunse: «Tu non mi hai dato alcuna  discendenza; or ecco, uno nato in casa mia sarà mio erede». 4 Allora la  parola dell'Eterno gli fu rivolta, dicendo: «Questi non sarà tuo erede;  ma colui che uscirà dalle tue viscere sarà tuo erede». 5 Poi lo condusse  fuori e gli disse: «Mira il cielo e conta le stelle, se le puoi  contare», quindi aggiunse: «Così sarà la tua discendenza». 6 Ed egli  credette all'Eterno, che glielo mise in conto di giustizia.

Sacrificio degli animali, e patto dell'Eterno con Abramo
7  Poi l'Eterno gli disse: «Io sono l'Eterno che ti ho fatto uscire da Ur  dei Caldei, per darti questo paese in eredità». 8 E Abramo chiese:  «Signore, Eterno, da che cosa posso io sapere che l'avrò in eredità?». 9  Allora l'Eterno gli disse: «Portami una giovenca di tre anni, una capra  di tre anni, un montone di tre anni, una tortora e un piccione  giovane». 10 Allora Abramo gli portò tutti questi animali, li divise in  due e pose ciascuna metà di fronte all'altra; ma non divise gli uccelli.  11 Or alcuni uccelli rapaci calarono sulle bestie morte, ma Abramo li  scacciò. 12 Verso il tramontare del sole, un profondo sonno cadde su  Abramo; ed ecco, uno spavento e una oscurità profonda caddero su di lui.  13 Allora l'Eterno disse ad Abramo: «Sappi per certo che i tuoi  discendenti dimoreranno come stranieri in un paese che non sarà loro, e  vi saranno schiavi e saranno oppressi per quattrocento anni. 14 Ma io  giudicherò la nazione di cui saranno stati servi; dopo questo, essi  usciranno con grandi ricchezze. 15 Quanto a te, te ne andrai in pace  presso i tuoi padri, e sarai sepolto dopo una bella vecchiaia. 16 Ma  alla quarta generazione essi torneranno qui, perché l'iniquità degli  Amorei non è ancora giunta al colmo». 17 Or come il sole si fu coricato e  scesero le tenebre, ecco una fornace fumante ed una torcia di fuoco  passare in mezzo agli animali divisi. 18 In quel giorno l'Eterno fece un  patto con Abramo dicendo: «Io do alla tua discendenza questo paese, dal  torrente d'Egitto al grande fiume, il fiume Eufrate: 19 i Kenei, i  Kenizei, i Kadmonei, 20 gli Hittei, i Perezei, i Refei, 21 gli Amorei, i  Cananei, i Ghirgasei e i Gebusei».

Agar e nascita d'Ismaele secondo la carne
 16:1 Or Sarai, moglie di Abramo, non gli aveva dato alcun figlio. Ella  aveva una serva egiziana di nome Agar. 2 Così Sarai disse ad Abramo:  «Ecco, l'Eterno mi ha impedito di avere figli; deh, entra dalla mia  serva; forse potrò avere figli da lei». E Abramo diede ascolto alla voce  di Sarai. 3 Sarai dunque, moglie di Abramo, dopo che Abramo aveva  dimorato dieci anni nel paese di Canaan, prese la sua serva Agar,  l'Egiziana, e la diede in moglie ad Abramo suo marito. 4 Ed egli entrò  da Agar, che rimase incinta; ma quando si accorse di essere incinta,  guardò la sua padrona con disprezzo. 5 Allora Sarai disse ad Abramo: «La  responsabilità per l'offesa fattami ricada su di te. Sono stata io a  darti nelle braccia la mia serva; ma da quando si è accorta di essere  incinta mi guarda con disprezzo. L'Eterno sia giudice fra me e te». 6  Abramo rispose a Sarai: «Ecco, la tua serva è in tuo potere; fa' di lei  ciò che ti pare». Sarai allora la trattò duramente, ed ella fuggì dalla  sua presenza. 7 Or l'Angelo dell'Eterno la trovò presso una sorgente  d'acqua nel deserto, presso la sorgente sulla strada di Shur, 8 e le  disse: «Agar, serva di Sarai, da dove vieni e dove vai?». Ella rispose:  «Me ne fuggo dalla presenza della mia padrona Sarai». 9 Allora l'Angelo  dell'Eterno le disse: «Torna dalla tua padrona, e sottomettiti alla sua  autorità». 10 Poi l'Angelo dell'Eterno soggiunse: «Io moltiplicherò  grandemente la tua discendenza tanto che non la si potrà contare, a  motivo del suo gran numero». 11 L'Angelo dell'Eterno le disse ancora:  «Ecco, tu sei incinta e partorirai un figlio, e lo chiamerai Ismaele,  perché l'Eterno ha dato ascolto alla tua afflizione; 12 egli sarà tra  gli uomini come un asino selvatico; la sua mano sarà contro tutti e la  mano di tutti contro di lui; e abiterà nella presenza di tutti i suoi  fratelli». 13 Allora Agar chiamò il nome dell'Eterno che le aveva  parlato: «Tu sei El-Roi», perché disse: «Ho veramente io veduto colui  che mi vede?». 14 Perciò quel pozzo fu chiamato "Il pozzo di Lahai-Roi.  Ecco, esso è fra Kadesh e Bered. 15 Così Agar partorì un figlio ad  Abramo; e Abramo chiamò il figlio, che Agar gli aveva partorito, col  nome di Ismaele. 16 Abramo aveva ottantasei anni, quando Agar partorì  Ismaele ad Abramo.

Dio rinnova il suo patto con Abramo
 17:1 Quando Abramo ebbe novantanove anni, l'Eterno gli apparve e gli  disse: «Io sono il Dio onnipotente; cammina alla mia presenza, e sii  integro; 2 e io stabilirò il mio patto fra me e te e ti moltiplicherò  grandemente». 3 Allora Abramo si prostrò con la faccia a terra e DIO gli  parlò, dicendo: 4 «Quanto a me, ecco io faccio con te un patto: tu  diventerai padre di una moltitudine di nazioni. 5 E non sarai più  chiamato Abramo, ma il tuo nome sarà Abrahamo, poiché io ti faccio padre  di una moltitudine di nazioni. 6 Ti renderò grandemente fruttifero.  Quindi ti farò divenire nazioni e da te usciranno dei re. 7 E stabilirò  il mio patto fra me e te, e i tuoi discendenti dopo di te, di  generazione in generazione; sarà un patto eterno, impegnandomi ad essere  il DIO tuo e della tua discendenza dopo di te. 8 E a te, e alla tua  discendenza dopo di te, darò il paese dove abiti come straniero: tutto  il paese di Canaan, in proprietà per sempre; e sarò il loro DIO».

La controparte umana del patto: la circoncisione
9  Poi DIO disse ad Abrahamo: «Da parte tua, tu osserverai il mio patto,  tu e la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione. 10  Questo è il mio patto che voi osserverete, fra me e voi, e la tua  discendenza dopo di te: ogni maschio fra voi sarà circonciso. 11 E  sarete circoncisi nella carne del vostro prepuzio; e questo sarà un  segno del patto fra me e voi. 12 All'età di otto giorni, ogni maschio  fra voi sarà circonciso, di generazione in generazione, tanto quello  nato in casa, come quello comprato con denaro da qualunque straniero che  non sia della tua discendenza. 13 Sì, tanto chi è nato in casa tua come  chi è comprato con denaro dovrà essere circonciso; e il mio patto nella  vostra carne sarà un patto eterno. 14 E il maschio incirconciso, che  non è stato circonciso nella carne del suo prepuzio, sarà tagliato fuori  dal suo popolo, perché ha violato il mio patto».

Dio promette ad Abramo e a Sara un figlio
15  Poi DIO disse ad Abrahamo: «Quanto a Sarai tua moglie, non la chiamare  più Sarai, ma il suo nome sarà Sara. 16 E io la benedirò e da lei ti  darò pure un figlio; sì, io la benedirò ed ella diventerà nazioni; re di  popoli usciranno da lei». 17 Allora Abrahamo si prostrò con la faccia a  terra e rise; e disse in cuor suo: «Nascerà forse un figlio a un uomo  di cento anni? E partorirà Sara che ha novant'anni?». 18 Quindi Abrahamo  disse a DIO: «Deh, possa Ismaele vivere davanti a te!». 19 Ma DIO  rispose: «No, ma Sara tua moglie ti partorirà un figlio, e tu lo  chiamerai Isacco; e io stabilirò il mio patto con lui, come un patto  eterno con la sua discendenza dopo di lui. 20 Quanto a Ismaele, io ti ho  esaudito. Ecco io lo benedirò, lo renderò fruttifero e lo moltiplicherò  grandemente. Egli diventerà padre di dodici principi, e io farò di lui  una grande nazione. 21 Ma il mio patto lo stabilirò con Isacco che Sara  ti partorirà in questo tempo, l'anno prossimo». 22 Quando ebbe finito di  parlare con lui, DIO lasciò Abrahamo, levandosi in alto. 23 Allora  Abrahamo prese Ismaele suo figlio, tutti quelli nati in casa sua e tutti  quelli comprati col suo denaro, tutti i maschi fra la gente della casa  di Abrahamo e, in quello stesso giorno, circoncise la carne del loro  prepuzio, come DIO gli aveva detto di fare. 24 Or Abrahamo aveva  novantanove anni quando fu circonciso nella carne del suo prepuzio. 25 E  Ismaele suo figlio aveva tredici anni quando fu circonciso nella carne  del suo prepuzio. 26 In quello stesso giorno furono circoncisi Abrahamo e  Ismaele suo figlio. 27 E tutti gli uomini della sua casa, tanto quelli  nati in casa come quelli comprati con denaro dagli stranieri, furono  circoncisi con lui.

L'Eterno e altri due angeli visitano Abrahamo
 18:1 L'Eterno apparve ad Abrahamo alle querce di Mamre, mentre egli  sedeva all'ingresso della tenda durante il caldo del giorno. 2 Abrahamo  alzò gli occhi ed ecco, tre uomini stavano in piedi accanto a lui.  Appena li vide, corse loro incontro dall'ingresso della tenda, si  prostrò fino a terra e disse: 3 «Signor mio, se ho trovato grazia  davanti a te, ti prego non passare senza fermarti dal tuo servo! 4 Deh,  lasciate che si porti un po' d'acqua, affinché possiate lavarvi i piedi,  e riposatevi sotto questo albero. 5 Io andrò a prendere un pezzo di  pane, così potrete rinfrancare il vostro cuore; poi proseguirete il  vostro cammino, perché per questo siete passati dal vostro servo».  Quelli dissero: «Fa' come hai detto». 6 Allora Abrahamo andò in fretta  nella tenda, da Sara, e le disse: «Presto, prendi tre misure di fior di  farina, impastala e fanne delle focacce». 7 Poi Abrahamo corse  all'armento, scelse un vitello tenero e buono, lo diede a un servo, e si  affrettò a prepararlo. 8 Prese poi della cagliata, del latte e il  vitello che aveva preparato, e li pose davanti a loro; mentre essi  mangiavano, egli rimase in piedi accanto a loro, sotto l'albero.

L'Eterno rinnova ad Abrahamo e a Sara la promessa di un figlio
9  Poi essi gli dissero: «Dov'è Sara tua moglie?». Abrahamo rispose: «È là  nella tenda». 10 Ed egli disse: «Tornerò certamente da te l'anno  prossimo a questo tempo; ed ecco, Sara tua moglie avrà un figlio». E  Sara ascoltava all'ingresso della tenda, che era dietro di lui. 11 Or  Abrahamo e Sara erano vecchi, di età avanzata, e Sara non aveva più i  ricorsi ordinari delle donne. 12 Perciò Sara rise dentro di sé, dicendo:  «Vecchia come sono, avrei io tali piaceri, dato che il mio stesso  signore è vecchio?». 13 E l'Eterno disse ad Abrahamo: «Perché mai ha  riso Sara dicendo: "Partorirò io per davvero, vecchia come sono?". 14 Vi  è forse qualcosa che sia troppo difficile per l'Eterno? Al tempo  fissato, fra un anno, ritornerò da te, e Sara avrà un figlio». 15 Allora  Sara negò, dicendo: «Non ho riso», perché ebbe paura. Ma egli disse:  «Invece, hai riso!».

L'Eterno rivela la distruzione di Sodoma ad Abrahamo. Sua intercessione
16  Poi quegli uomini si alzarono di là e volsero gli sguardi verso Sodoma;  e Abrahamo camminava con loro per accomiatarli. 17 E l'Eterno disse:  «Celerò io ad Abrahamo quello che sto per fare, 18 poiché Abrahamo deve  diventare una nazione grande e potente e in lui saranno benedette tutte  le nazioni della terra? 19 Io infatti l'ho scelto, perché ordini ai suoi  figli e alla sua casa dopo di lui di seguire la via dell'Eterno,  mettendo in pratica la giustizia e l'equità, perché l'Eterno possa  compiere per Abrahamo ciò che gli ha promesso». 20 E l'Eterno disse:  «Siccome il grido che sale da Sodoma e Gomorra è grande e siccome il  loro peccato è molto grave, 21 io scenderò per vedere se hanno veramente  fatto secondo il grido che è giunto a me; in caso contrario, lo saprò».  22 Poi quegli uomini si allontanarono di là e si avviarono verso  Sodoma; ma Abrahamo rimase ancora davanti all'Eterno. 23 Allora Abrahamo  si avvicinò e disse: «Farai perire il giusto insieme con l'empio? 24  Ammesso che ci siano cinquanta giusti nella città, distruggeresti tu il  luogo e non lo risparmieresti per amore dei cinquanta giusti che si  trovano nel suo mezzo? 25 Lungi da te il fare tale cosa: far morire il  giusto con l'empio, cosicché il giusto sia trattato come l'empio; lungi  da te! Il giudice di tutta la terra non farà egli giustizia?». 26  L'Eterno disse: «Se trovo nella città di Sodoma cinquanta giusti, io  risparmierò l'intero luogo per amor loro». 27 Allora Abrahamo riprese e  disse: «Ecco, prendo l'ardire di parlare al Signore, benché io non sia  che polvere e cenere. 28 Ammesso che a quei cinquanta giusti ne manchino  cinque, distruggeresti tu l'intera città per cinque di meno?». L'Eterno  rispose: «Se ve ne trovo quarantacinque, non la distruggerò». 29  Abrahamo continuò a parlargli e disse: «Ammesso che in città se ne  trovino quaranta?». E l'Eterno: «Non lo farò, per amor dei quaranta». 30  Allora Abrahamo disse: «Deh, non si adiri il Signore, ed io parlerò.  Ammesso che in città se ne trovino trenta?». L'Eterno rispose: «Non lo  farò se ve ne trovo trenta». 31 E Abrahamo disse: «Ecco, prendo l'ardire  di parlare al Signore. Ammesso che in città se ne trovino venti?».  L'Eterno rispose: «Non la distruggerò, per amor dei venti». 32 E  Abrahamo disse: «Deh, non si adiri il Signore e io parlerò ancora questa  volta soltanto. Ammesso che in città se ne trovino dieci?». L'Eterno  rispose: «Non la distruggerò per amore dei dieci». 33 Come l'Eterno ebbe  finito di parlare ad Abrahamo, se ne andò. E Abrahamo tornò alla sua  dimora.

Lot riceve degli angeli in casa
 19:1 Or i due angeli giunsero a Sodoma verso sera, mentre Lot era  seduto alla porta di Sodoma; come li vide egli si alzò per andar loro  incontro e si prostrò con la faccia a terra, 2 e disse: «Miei signori,  vi prego, venite in casa del vostro servo, passatevi la notte e lavatevi  i piedi; poi domattina potrete alzarvi presto e continuare il vostro  cammino». Essi risposero: «No; passeremo la notte sulla piazza». 3 Ma  egli insistette così tanto che vennero da lui ed entrarono in casa sua.  Quindi egli preparò loro un banchetto e cosse dei pani senza lievito, ed  essi mangiarono. 4 Ma prima che andassero a coricarsi, gli uomini della  città, gli uomini di Sodoma, circondarono la casa, giovani e vecchi,  l'intera popolazione venuta da ogni dove; 5 chiamarono Lot e gli  dissero: «Dove sono gli uomini che sono venuti da te questa notte?  Portaceli fuori, affinché li possiamo conoscere!». 6 Lot uscì verso di  loro davanti alla porta di casa, chiuse la porta dietro di sé e disse: 7  «Deh, fratelli miei, non comportatevi in modo così malvagio! 8 Sentite,  io ho due figlie che non hanno conosciuto uomo; deh, lasciate che ve le  porti fuori e fate loro quel che vi pare; ma non fate nulla a questi  uomini, perché essi sono entrati sotto la protezione del mio tetto». 9  Ma essi dissero: «Fatti in là!». Poi continuarono: «Costui è venuto qui  come straniero, e vuol far da giudice! Ora faremo a te peggio che a  quelli!». E, spingendo Lot con violenza si avvicinarono per sfondare la  porta. 10 Ma quegli uomini allungarono le loro mani e tirarono Lot in  casa con loro, e chiusero la porta. 11 Colpirono quindi di cecità la  gente che era alla porta della casa, dal più piccolo al più grande,  cosicché si stancarono nel tentativo di trovare la porta.

Distruzione di Sodoma
12  Allora quegli uomini dissero a Lot: «Chi altro hai tu qui? Fa' uscire  da questo luogo i tuoi generi, i tuoi figli e le tue figlie, e chiunque  tu abbia in città, 13 poiché noi stiamo per distruggere questo luogo,  perché il grido dei suoi abitanti è grande davanti all'Eterno e l'Eterno  ci ha mandati a distruggerlo». 14 Allora Lot uscì e parlò ai suoi  generi che avevano sposato le sue figlie, e disse: «Levatevi, uscite da  questo luogo, perché l'Eterno sta per distruggere la città». Ma ai  generi parve che egli volesse scherzare. 15 Come spuntò l'alba, gli  angeli sollecitarono Lot, dicendo: «Levati, prendi tua moglie e le tue  figlie che si trovano qui, affinché tu non perisca nel castigo di questa  città». 16 Ma siccome egli si indugiava, quegli uomini presero per mano  lui, sua moglie e le sue due figlie, perché l'Eterno aveva avuto  misericordia di lui, lo fecero uscire e lo condussero in salvo fuori  della città. 17 Come essi li conducevano fuori uno di loro disse: «Fuggi  per salvare la tua vita! Non guardare indietro e non ti fermare in  alcun luogo della pianura; salvati al monte che tu non abbia a perire!».  18 Ma Lot rispose loro: «No, mio signore! 19 Ecco, il tuo servo ha  trovato grazia agli occhi tuoi e tu hai usato grande misericordia verso  di me, salvandomi la vita; ma io non riuscirò a raggiungere il monte  prima che il disastro mi sopraggiunga ed io perisca. 20 Ecco, questa  città è abbastanza vicina per potervi arrivare, ed è piccola. Deh,  lascia che io fugga là (non è essa piccola?), e così avrò salva la  vita». 21 L'angelo gli disse: «Ecco, io ti concedo anche questa  richiesta: di non distruggere la città, di cui hai parlato. 22  Affrettati, fuggi là, perché io non posso fare nulla finché tu vi sia  giunto». Perciò quella città fu chiamata Tsoar. 23 Il sole si levava  sulla terra quando Lot arrivò a Tsoar. 24 Allora l'Eterno fece piovere  dal cielo su Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco, da parte dell'Eterno. 25  Così egli distrusse quelle città, tutta la pianura, tutti gli abitanti  della città e quanto cresceva sul suolo. 26 Ma la moglie di Lot si volse  a guardare indietro e diventò una statua di sale. 27 Abrahamo si levò  al mattino presto e andò al luogo dove si era fermato davanti  all'Eterno; 28 poi guardò verso Sodoma e Gomorra e verso tutta la  regione della pianura, ed ecco vide un fumo che si levava dalla terra,  come il fumo di una fornace. 29 Così avvenne che, quando DIO distrusse  la città della pianura, DIO si ricordò di Abrahamo e fece allontanare  Lot di mezzo al disastro, quando distrusse le città dove Lot aveva  dimorato.

Origine di Moab e di Ammon
30  Poi Lot uscì da Tsoar e andò ad abitare sul monte insieme con le sue  due figlie, perché aveva paura di stare a Tsoar; e si stabilì in una  caverna con le sue due figlie. 31 Or la maggiore disse alla minore:  «Nostro padre è vecchio, e non vi è più alcun uomo nel paese che possa  unirsi a noi, come si usa su tutta la terra. 32 Vieni, facciamo bere del  vino a nostro padre e corichiamoci con lui; così potremo assicurare una  discendenza a nostro padre». 33 Così quella stessa notte fecero bere  del vino al loro padre; e la maggiore entrò e si coricò con suo padre:  ed egli non si accorse né quando ella si coricò né quando si levò. 34  All'indomani la maggiore disse alla minore: «Ecco, la notte scorsa io mi  sono coricata con mio padre; facciamogli bere del vino anche questa  notte; poi tu entra e coricati con lui, affinché possiamo assicurare una  discendenza a nostro padre». 35 Anche quella notte fecero bere del vino  al loro padre, e la minore andò a coricarsi con lui; ed egli non si  accorse né quando ella si coricò né quando si levò. 36 Così le due  figlie di Lot rimasero incinte per mezzo del loro padre. 37 La maggiore  diede alla luce un figlio, al quale pose nome Moab. Questi è il padre  dei Moabiti, che sussistono fino al giorno d'oggi. 38 Anche la minore  partorì un figlio, al quale pose nome Ben-Ammi. Questi è il padre degli  Ammoniti, che sussistono fino al giorno d'oggi.

Abrahamo e Abimelek
 20:1 Abrahamo si spostò di là andando verso il Neghev, e dimorò fra  Kadesh e Shur, poi si stabilì a Gherar. 2 Ora Abrahamo diceva di Sara  sua moglie: «È mia sorella». Così Abimelek re di Gherar, mandò a  prendere Sara. 3 Ma DIO venne da Abimelek in un sogno di notte, e gli  disse: «Ecco, tu stai per morire, a motivo della donna che hai preso,  perché ella è sposata». 4 Abimelek però non si era accostato a lei, e  disse: «Signore, faresti tu perire una nazione, anche quando fosse  giusta? 5 Non mi ha egli detto: "È mia sorella", e lei stessa ha detto:  "È mio fratello"? Ho fatto questo nell'integrità del mio cuore e con  mani innocenti». 6 E DIO gli disse nel sogno: «Sì, lo so che hai fatto  questo nell'integrità del tuo cuore e ti ho quindi impedito dal peccare  contro di me; per questo non ti ho permesso di toccarla. 7 Ora dunque  restituisci la moglie di quest'uomo, perché è un profeta; ed egli  pregherà per te e tu vivrai. Ma se non la restituisci, sappi per certo  che tu morrai, tu e tutti i tuoi». 8 Così Abimelek si alzò il mattino  presto, chiamò tutti i suoi servi e raccontò loro tutte queste cose. E  quegli uomini furono presi da grande paura. 9 Poi Abimelek chiamò  Abrahamo e gli disse: «Che ci hai fatto? E che cosa ho io fatto contro  di te, per aver fatto venire su di me e sul mio regno un peccato così  grande? Tu mi hai fatto cose che non si dovevano fare». 10 Poi Abimelek  disse ad Abrahamo: «Che cosa pensavi di fare agendo in questo modo?». 11  Abrahamo rispose: «L'ho fatto, perché dicevo fra me: "Certo, in questo  luogo non c'è timor di DIO; e mi uccideranno a causa di mia moglie". 12  Inoltre ella è veramente mia sorella, figlia di mio padre, ma non figlia  di mia madre; ed è poi divenuta mia moglie. 13 Ora quando DIO mi fece  errare lontano dalla casa di mio padre, io le dissi: "Questo è il favore  che mi farai; dovunque andremo, dirai di me: È mio fratello"». 14  Allora Abimelek prese pecore, buoi, servi e serve, e li diede ad  Abrahamo; e gli restituì sua moglie Sara. 15 Poi Abimelek disse: «Ecco,  il mio paese ti sta davanti; dimora dovunque ti piace». 16 E a Sara  disse: «Ecco, io ho dato a tuo fratello mille pezzi d'argento; questo  servirà per coprire l'offesa fatta a te davanti a tutti quelli che sono  con te; così sei giustificata davanti a tutti». 17 Allora Abrahamo pregò  DIO, e DIO guarì Abimelek, sua moglie e le sue serve, ed esse poterono  partorire. 18 Poiché l'Eterno aveva del tutto resa sterile l'intera casa  di Abimelek, a motivo di Sara moglie di Abrahamo.

Nascita di Isacco
  21:1 L'Eterno visitò Sara come aveva detto; e l'Eterno fece a Sara  come aveva promesso. 2 E Sara concepì e partorì un figlio ad Abrahamo  nella sua vecchiaia, al tempo stabilito, che DIO gli aveva detto. 3 E  Abrahamo pose nome Isacco al figlio che gli era nato, e che Sara gli  aveva partorito. 4 Poi Abrahamo circoncise suo figlio Isacco all'età di  otto giorni, come DIO gli aveva comandato. 5 Or Abrahamo aveva cento  anni, quando gli nacque suo figlio Isacco. 6 E Sara disse: «DIO mi ha  dato di che ridere; chiunque lo udrà riderà con me». 7 E disse pure:  «Chi avrebbe mai detto ad Abrahamo che Sara allatterebbe figli? Poiché  io gli ho partorito un figlio nella sua vecchiaia».

Agar scacciata da Sara ma soccorsa da Dio
8  Il bambino dunque crebbe e fu svezzato; e nel giorno che Isacco fu  svezzato Abrahamo fece un gran convito. 9 Ora Sara vide che il figlio  partorito ad Abrahamo da Agar, l'egiziana, rideva. 10 Allora ella disse  ad Abrahamo: «Scaccia questa serva e suo figlio, perché il figlio di  questa serva non dev'essere erede con mio figlio, con Isacco». 11 La  cosa dispiacque grandemente ad Abrahamo, a motivo di suo figlio. 12 Ma  DIO disse ad Abrahamo: «Non essere addolorato a motivo del ragazzo e  della tua serva; dà ascolto a tutto quello che Sara ti dice, perché  uscirà da Isacco la discendenza che porterà il tuo nome. 13 Ma anche del  figlio di questa serva io farò una nazione, perché è tua discendenza».  14 Abrahamo si levò al mattino presto, prese del pane e un otre d'acqua e  li diede ad Agar; mise tutto sulle sue spalle e la mandò via assieme al  fanciullo. Così ella partì e andò errando per il deserto di Beer-Sceba.  15 Quando l'acqua dell'otre finì, ella mise il fanciullo sotto un  cespuglio. 16 E andò a sedersi di fronte a lui, alla distanza di un tiro  d'arco, perché diceva: «Non voglio vedere il fanciullo morire!». Così  ella si sedette di fronte a lui e alzò la voce e pianse. 17 E DIO udì la  voce del ragazzo; e l'angelo di DIO chiamò Agar dal cielo e le disse:  «Che hai, Agar? Non temere, perché DIO ha udito la voce del ragazzo là  dove si trova. 18 Levati, solleva il ragazzo e tienilo forte con la tua  mano, perché io farò di lui una grande nazione». 19 Allora DIO le aperse  gli occhi ed ella vide un pozzo d'acqua; così andò a riempire d'acqua  l'otre e diede da bere al ragazzo. 20 E DIO fu col ragazzo; ed egli  crebbe, abitò nel deserto e divenne un tiratore d'arco. 21 Egli abitò  nel deserto di Paran e sua madre gli prese una moglie dal paese  d'Egitto.

Alleanza fra Abrahamo e Abimelek a Beer-Sceba
22  In quel tempo Abimelek, assieme a Pikol, capo del suo esercito, parlò  ad Abrahamo, dicendo: «DIO è con te in tutto quello che fai; 23 or  dunque giurami qui nel nome di Dio, che tu non ingannerai né me né i  miei figli né i miei nipoti, ma che userai verso di me e verso il paese  dove hai soggiornato come forestiero la stessa benevolenza che io ho  usato verso di te». 24 Abrahamo rispose: «Lo giuro». 25 Poi Abrahamo  rimproverò Abimelek a motivo di un pozzo d'acqua, di cui i servi di  Abimelek si erano impadroniti. 26 Abimelek disse: «Io non so chi abbia  fatto questo; tu stesso non me lo hai fatto sapere e io non ne ho  sentito parlare che oggi». 27 Allora Abrahamo prese pecore e buoi e li  diede ad Abimelek; e i due fecero alleanza. 28 Poi Abrahamo mise da  parte sette agnelle del gregge. 29 E Abimelek disse ad Abrahamo: «Che  vogliono dire queste sette agnelle che tu hai messo da parte?». 30  Abrahamo rispose: «Tu accetterai dalla mia mano queste sette agnelle,  perché ciò mi serva da testimonianza che io ho scavato questo pozzo». 31  Perciò egli chiamò quel luogo Beer-Sceba, perché là avevano fatto  ambedue giuramento. 32 Così fecero alleanza a Beer-Sceba. Poi Abimelek e  Pikol, capo del suo esercito, si alzarono e se ne tornarono nel paese  dei Filistei. 33 Poi Abrahamo piantò un tamarisco a Beer-Sceba e là  invocò il nome dell'Eterno, il Dio d'eternità. 34 E Abrahamo soggiornò  come forestiero molto tempo nel paese dei Filistei.

La fede di Abrahamo messa alla prova
  22:1 Dopo queste cose DIO mise alla prova Abrahamo e gli disse:  «Abrahamo!». Egli rispose: «Eccomi». 2 E DIO disse: «Prendi ora tuo  figlio, il tuo unico figlio, colui che tu ami, Isacco, va' nel paese di  Moriah e là offrilo in olocausto sopra uno dei monti che io ti dirò». 3  Così Abrahamo si alzò al mattino presto, mise il basto al suo asino,  prese con sé due dei suoi servi e Isacco suo figlio e spaccò della legna  per l'olocausto; poi partì per andare al luogo che DIO gli aveva detto.  4 Il terzo giorno Abrahamo alzò gli occhi e vide da lontano il luogo. 5  Allora Abrahamo disse ai suoi servi: «Rimanete qui con l'asino; io e il  ragazzo andremo fin là e adoreremo; poi ritorneremo da voi». 6 Così  Abrahamo prese la legna per l'olocausto e la caricò su Isacco suo  figlio; poi prese in mano sua il fuoco e il coltello e s'incamminarono  tutt'e due insieme. 7 E Isacco parlò a suo padre Abrahamo e disse:  «Padre mio!». Abrahamo rispose: «Eccomi, figlio mio». E Isacco disse:  «Ecco il fuoco e la legna; ma dov'è l'agnello per l'olocausto?». 8  Abrahamo rispose: «Figlio mio, DIO provvederà egli stesso l'agnello per  l'olocausto». E proseguirono tutt'e due insieme. 9 Così giunsero al  luogo che DIO gli aveva indicato, e là Abrahamo edificò l'altare e vi  accomodò la legna; poi legò Isacco suo figlio e lo depose sull'altare  sopra la legna. 10 Abrahamo quindi stese la mano e prese il coltello per  uccidere suo figlio. 11 Ma l'Angelo dell'Eterno lo chiamò dal cielo e  disse: «Abrahamo, Abrahamo!». Egli rispose: «Eccomi». 12 L'Angelo disse:  «Non stendere la tua mano contro il ragazzo e non gli fare alcun male;  ora infatti so che tu temi Dio, poiché non mi hai rifiutato tuo figlio,  l'unico tuo figlio». 13 Allora Abrahamo alzò gli occhi e guardò; ed ecco  dietro di lui un montone, preso per le corna in un cespuglio. Così  Abrahamo andò, prese il montone e l'offerse in olocausto invece di suo  figlio. 14 E Abrahamo chiamò quel luogo Jehovah Jireh. Per questo si  dice fino al giorno d'oggi: «Al monte dell'Eterno sarà provveduto». 15  L'Angelo dell'Eterno chiamò dal cielo Abrahamo una seconda volta e  disse: 16 «Io giuro per me stesso, dice l'Eterno, poiché tu hai fatto  questo e non hai risparmiato tuo figlio, l'unico tuo figlio, 17 io certo  ti benedirò grandemente e moltiplicherò la tua discendenza come le  stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; e la tua  discendenza possederà la porta dei suoi nemici. 18 E tutte le nazioni  della terra saranno benedette nella tua discendenza, perché tu hai  ubbidito alla mia voce». 19 Poi Abrahamo tornò dai suoi servi; essi si  alzarono e andarono insieme a Beer-Sceba. E Abrahamo dimorò a  Beer-Sceba.

Discendenza di Nahor e nascita di Rebecca
20  Dopo queste cose fu riferito ad Abrahamo questo: «Ecco, Milkah ha  partorito anch'ella dei figli a Nahor, tuo fratello: 21 Uz, suo  primogenito, Buz suo fratello, Kemuel padre di Aram, 22 Kesed, Hazo,  Pildash, Jidlaf e Bethuel». 23 E Bethuel generò Rebecca. Questi otto  figli Milkah partorì a Nahor, fratello di Abrahamo. 24 La sua concubina,  che si chiamava Reumah, partorì anch'ella Tebah, Gaham, Tahash e  Maakah.

Morte e sepoltura di Sara
  23:1 Ora Sara visse centoventisette anni. Questi furono gli anni della  vita di Sara. 2 E Sara morì a Kirjath-Arba, (che è Hebron), nel paese  di Canaan; e Abrahamo entrò a far lutto per Sara e a piangerla. 3 Poi  Abrahamo si alzò dalla presenza del suo morto e parlò ai figli di Heth,  dicendo: 4 «Io sono straniero e avventizio fra voi; datemi la proprietà  di un sepolcro fra voi, affinché possa seppellire il mio morto e  togliermelo davanti agli occhi». 5 E i figli di Heth risposero ad  Abrahamo dicendogli: 6 «Ascoltaci, o mio signore! Tu sei fra noi un  principe di DIO; seppellisci il tuo morto nel migliore dei nostri  sepolcri; nessuno di noi ti rifiuterà il suo sepolcro perché tu vi possa  seppellire il tuo morto». 7 Allora Abrahamo si alzò, s'inchinò davanti  al popolo del paese, davanti ai figli di Heth, 8 e parlò loro dicendo:  «Se piace a voi che io seppellisca il mio morto togliendolo davanti ai  miei occhi, ascoltatemi. Intercedete per me presso Efron figlio di  Zohar, 9 perché mi ceda la sua caverna di Makpelah, che gli appartiene e  che è all'estremità del suo campo; me la ceda in proprietà per l'intero  suo prezzo, come luogo di sepoltura fra voi». 10 Ora Efron si trovava  in mezzo ai figli di Heth; ed Efron, lo Hitteo, rispose ad Abrahamo in  presenza dei figli di Heth, di tutti quelli che entravano per la porta  della sua città, dicendo: 11 «No, mio signore, ascoltami! Io ti dono il  campo e ti dono la spelonca che vi si trova; te la dono in presenza dei  figli del mio popolo; te ne faccio un dono. Seppellisci il tuo morto».  12 Allora Abrahamo s'inchinò davanti al popolo del paese, 13 e parlò a  Efron in presenza del popolo del paese dicendo: «Ascoltami, ti prego! Io  ti darò il prezzo del campo; accettalo da me, così io vi potrò  seppellire il mio morto». 14 Efron rispose ad Abrahamo, dicendogli: 15  «Signor mio, ascoltami! Il terreno vale quattrocento sicli d'argento.  Che cos'è questo fra me e te? Seppellisci dunque il tuo morto». 16  Allora Abrahamo diede ascolto a Efron; e Abrahamo pesò a Efron il prezzo  che egli aveva detto in presenza dei figli di Heth: quattrocento sicli  d'argento, moneta corrente tra i mercanti. 17 Così il campo di Efron che  si trovava a Makpelah di fronte a Mamre, il campo con la caverna che vi  era e tutti gli alberi che erano nel campo e in tutti i confini  all'intorno, 18 passarono in proprietà di Abrahamo, alla presenza dei  figli di Heth e di tutti quelli che entravano per la porta della città  di Efron. 19 Dopo questo, Abrahamo seppellì Sara sua moglie nella  caverna del campo di Makpelah di fronte a Mamre, (che è Hebron), nel  paese di Canaan. 20 Così il campo e la caverna che vi si trova furono  trasferiti dai figli di Heth in proprietà ad Abrahamo, come luogo di  sepoltura.

Abrahamo manda Eliezer in Mesopotamia a cercare moglie per Isacco
  24:1 Abrahamo era ormai vecchio e di età avanzata; e l'Eterno aveva  benedetto Abrahamo in ogni cosa. 2 E Abrahamo disse al servo più anziano  di casa sua che aveva il governo su tutti i suoi beni: «Deh, metti la  tua mano sotto la mia coscia; 3 e io ti farò giurare per l'Eterno, il  DIO dei cieli e il DIO della terra, che tu non prenderai per moglie a  mio figlio alcuna delle figlie dei Cananei, in mezzo ai quali io dimoro;  4 ma andrai al mio paese e al mio parentado a prendere una moglie per  mio figlio, per Isacco». 5 Il servo gli rispose: «Forse quella donna non  sarà disposta a seguirmi in questo paese; dovrò io allora riportare tuo  figlio nel paese da cui tu sei uscito?». 6 Allora Abrahamo gli disse:  «Guardati dal riportare là mio figlio! 7 L'Eterno, il DIO dei cieli, che  mi trasse dalla casa di mio padre e dal mio paese natìo, e mi parlò e  mi giurò dicendo: "Io darò questo paese alla tua discendenza", egli  manderà il suo angelo davanti a te, e tu prenderai di là una moglie per  mio figlio. 8 E se la donna non sarà disposta a seguirti, allora sarai  sciolto da questo giuramento a me fatto; soltanto non riportare là mio  figlio». 9 Così il servo pose la mano sotto la coscia di Abrahamo suo  signore e fece a lui giuramento in merito a questo problema.

Incontro del servo con Rebecca
10  Poi il servo prese dieci cammelli fra i cammelli del suo signore e  partì, portando con sé ogni sorta di beni del suo signore. Egli si mise  in viaggio e andò in Mesopotamia, alla città di Nahor. 11 E fece  inginocchiare i cammelli fuori della città presso un pozzo d'acqua,  verso sera, all'ora in cui le donne escono ad attingere acqua, e disse:  12 «O Eterno, DIO del mio signore Abrahamo, ti prego, fa' che quest'oggi  possa fare un felice incontro, e usa benignità verso Abrahamo mio  signore! 13 Ecco, io sto presso questa fonte d'acqua, mentre le figlie  degli abitanti della città escono ad attingere acqua. 14 Fa' che la  fanciulla alla quale dirò: "Deh, abbassa la tua brocca perché io beva", e  che mi risponderà: "Bevi, e darò da bere anche ai tuoi cammelli", sia  quella che tu hai destinata al tuo servo Isacco. Da questo comprenderò  che tu hai usato benignità verso il mio signore». 15 Egli non aveva  ancora finito di parlare, quando ecco uscire con la sua brocca sulla  spalla Rebecca, figlia di Bethuel, figlio di Milkah, moglie di Nahor,  fratello di Abrahamo. 16 La fanciulla era molto bella d'aspetto,  vergine, e nessun uomo l'aveva mai conosciuta. Ella scese alla fonte,  riempì la sua brocca, e risalì. 17 Allora il servo le corse incontro e  le disse: «Deh, lasciami bere un po' d'acqua dalla tua brocca». 18 Ella  rispose: «Bevi, signor mio»; poi si affrettò a calare la brocca sulla  mano, e gli diede da bere. 19 Come ebbe finito di dargli da bere, disse:  «Attingerò acqua anche per i tuoi cammelli, finché abbiano bevuto a  sufficienza». 20 In fretta vuotò la sua brocca nell'abbeveratoio, corse  di nuovo alla fonte ad attingere acqua e ne attinse per tutti i cammelli  di lui. 21 Intanto quell'uomo la contemplava in silenzio, per sapere se  l'Eterno avesse o no fatto prosperare il suo viaggio. 22 Quando i  cammelli ebbero finito di bere, l'uomo prese un anello d'oro per il naso  del peso di mezzo siclo e due braccialetti del peso di dieci sicli  d'oro per i polsi di lei, e disse: 23 «Di chi sei figlia? Dimmelo, per  favore. C'è posto per noi in casa di tuo padre per passare la notte?».  24 Ella rispose: «Io sono figlia di Bethuel figlio di Milkah, che ella  partorì a Nahor». 25 E aggiunse: «Da noi c'è strame e foraggio in  quantità e anche posto per passare la notte». 26 Allora l'uomo  s'inchinò, adorò l'Eterno e disse: 27 «Benedetto l'Eterno, il DIO di  Abrahamo mio signore, che non ha cessato di usare la sua benignità e  fedeltà verso il mio signore! Quanto a me, nel viaggio, l'Eterno mi ha  guidato alla casa dei fratelli del mio signore». 28 E la fanciulla corse  a raccontare queste cose a casa di sua madre.

Il servo ricevuto da Labano e da Betuel
29  Or Rebecca aveva un fratello chiamato Labano. E Labano corse fuori da  quell'uomo alla fonte. 30 Come egli vide l'anello al naso e i  braccialetti ai polsi di sua sorella e udì le parole di Rebecca sua  sorella che diceva: «Così mi ha parlato quell'uomo», venne da  quell'uomo, ed ecco che se ne stava presso ai cammelli, vicino alla  fonte. 31 E disse: «Entra, benedetto dall'Eterno! Perché stai fuori? Io  ho preparato la casa e un luogo per i cammelli». 32 L'uomo entrò in  casa, e Labano scaricò i cammelli, diede strame e foraggio ai cammelli e  portò acqua per lavare i piedi di lui e i piedi degli uomini che erano  con lui. 33 Poi gli fu posto davanti da mangiare; ma egli disse: «Non  mangerò finché non abbia fatto la mia ambasciata». L'altro disse:  «Parla». 34 Allora egli disse: «Io sono servo di Abrahamo. 35 L'Eterno  ha benedetto abbondantemente il mio signore, che è divenuto grande; gli  ha dato pecore e buoi, argento e oro, servi e serve, cammelli e asini.  36 Or Sara, moglie del mio signore, ha partorito nella sua vecchiaia un  figlio al mio padrone, che ha dato a lui tutto ciò che possiede. 37 E il  mio signore mi ha fatto giurare, dicendo: "Non prenderai per mio figlio  una moglie tra i figli dei Cananei, nel paese dei quali dimoro; 38 ma  andrai alla casa di mio padre e al mio parentado e là prenderai una  moglie per mio figlio". 39 Allora io dissi al mio padrone: "Può darsi  che la donna non mi voglia seguire". 40 Ma egli rispose: "L'Eterno,  davanti al quale ho camminato, manderà il suo angelo con te e farà  prosperare il tuo viaggio, e tu prenderai per mio figlio una moglie dal  mio parentado e dalla casa di mio padre. 41 Sarai sciolto dal giuramento  fattomi, quando sarai andato dal mio parentado; se poi non vorranno  dartela, allora sarai sciolto dal giuramento fattomi". 42 Oggi sono  arrivato alla fonte e ho detto: "O Eterno, DIO del mio signore Abrahamo,  se così ti piace, ti prego di far prosperare il viaggio che ho  intrapreso; 43 ecco, io mi fermo presso la fonte d'acqua; fa' che la  fanciulla che uscirà ad attingere acqua e alla quale dirò: "Deh,  lasciami bere un po' d'acqua dalla tua brocca", 44 e che mi dirà: "Bevi  pure e ne attingerò anche per i tuoi cammelli", sia la moglie che  l'Eterno ha destinato al figlio del mio signore. 45 Prima che io avessi  finito di parlare in cuor mio, ecco uscir fuori Rebecca con la sua  brocca sulla spalla; ella scese alla fonte e attinse acqua. Allora io le  dissi: 46 "Deh, lasciami bere!". Ed ella si affrettò a calare la brocca  dalla spalla e rispose: "Bevi, e darò da bere anche ai tuoi cammelli".  Così bevvi io, ed ella diede pure da bere ai cammelli. 47 Allora la  interrogai e le dissi: "Di chi sei figlia?". Ella rispose: "Sono figlia  di Bethuel, figlio di Nahor, che Milkah gli partorì". Così io le misi  l'anello al naso e i braccialetti ai polsi. 48 Poi mi inchinai, adorai  l'Eterno e benedissi l'Eterno, il DIO di Abrahamo mio signore, che mi ha  condotto per la giusta via a prendere per suo figlio la figlia del  fratello del mio signore. 49 E ora, se volete usare benevolenza e  fedeltà verso il mio signore, ditemelo; se no, ditemelo lo stesso e io  mi volgerò a destra o a sinistra». 50 Allora Labano e Bethuel risposero e  dissero: «La cosa procede dall'Eterno; noi non possiamo parlarti né in  bene né in male. 51 Ecco, Rebecca è qui davanti a te, prendila, va', e  divenga ella la moglie del figlio del tuo signore, come l'Eterno ha  detto». 52 Quando il servo di Abrahamo udì le loro parole, si prostrò a  terra davanti all'Eterno. 53 Il servo trasse fuori oggetti d'argento e  oggetti d'oro e vesti e li diede a Rebecca; e donò pure delle cose  preziose al fratello e alla madre di lei. 54 Poi mangiarono e bevvero,  egli e gli uomini che erano con lui, e si fermarono per la notte.  Alzatisi al mattino, il servo disse: «Lasciatemi tornare dal mio  signore». 55 Il fratello e la madre di Rebecca dissero: «Lascia che la  fanciulla rimanga alcuni giorni con noi, almeno una diecina; poi se ne  può andare». 56 Ma egli rispose loro: «Non mi trattenete, perché  l'Eterno ha fatto prosperare il mio viaggio; lasciatemi partire,  affinché io me ne torni dal mio signore». 57 Allora essi dissero:  «Chiamiamo la fanciulla e chiediamo a lei stessa». 58 Allora chiamarono  Rebecca, e le dissero: «Vuoi andare con quest'uomo?». Ella rispose: «Sì,  andrò». 59 Così lasciarono andare Rebecca loro sorella e la sua bàlia  col servo di Abrahamo e i suoi uomini. 60 E benedissero Rebecca e le  dissero: «Sorella nostra, possa tu divenire madre di migliaia di miriadi  e possa la tua discendenza possedere la porta dei suoi nemici». 61  Allora Rebecca e le sue serve si levarono, montarono sui cammelli e  seguirono quell'uomo. Così il servo prese Rebecca e se ne andò.

Rebecca diviene moglie di Isacco
62  Or Isacco era tornato dal pozzo di Lahai-Roi, perché abitava nella  regione del Neghev. 63 Isacco era uscito, sul far della sera, per  meditare nella campagna; ed egli alzò gli occhi e guardò, ed ecco venire  dei cammelli. 64 Anche Rebecca alzò gli occhi e vide Isacco; allora  ella smontò in fretta dal cammello, 65 e disse al servo: «Chi è  quell'uomo che viene nel campo incontro a noi?». Il servo rispose: «È il  mio signore». Allora ella, preso il velo, si coprì. 66 Poi il servo  raccontò a Isacco tutte le cose che aveva fatto. 67 E Isacco introdusse  Rebecca nella tenda di Sara sua madre e la prese con sé; ella divenne  sua moglie ed egli l'amò. Così Isacco fu consolato dopo la morte di sua  madre.

I figli di Keurah
  25:1 Poi Abrahamo prese un'altra moglie, di nome Keturah. 2 E questa  gli partorì Zimran, Jokshan, Medan, Madian, Ishbak e Shuah. 3 Jokshan  generò Sceba e Dedan. I figli di Dedan furono gli Asshurim, i Letuscim e  i Leummim. 4 I figli di Madian furono Efah, Efer, Hanok, Abidah ed  Eldaah. Tutti questi furono i figli di Keturah. 5 E Abrahamo diede tutto  ciò che possedeva a Isacco; 6 ma ai figli che Abrahamo aveva avuto  dalle concubine fece dei doni e, mentre era ancora in vita, li mandò  lontano da suo figlio Isacco, verso est, in un paese d'oriente.

Morte di Abrahamo
7  Or questi sono gli anni della vita di Abrahamo che egli visse:  centosettantacinque anni. 8 Poi Abrahamo spirò e morì in prospera  vecchiaia, attempato e sazio di giorni, e fu riunito al suo popolo. 9 E i  suoi figli Isacco e Ismaele lo seppellirono nella spelonca di Makpelah  nel campo di Efron, figlio di Zohar lo Hitteo, che è di fronte a Mamre,  10 il campo che Abrahamo aveva comprato dai figli di Heth. Là furono  sepolti Abrahamo e Sara sua moglie. 11 Dopo la morte di Abrahamo, DIO  benedisse suo figlio Isacco; e Isacco dimorò presso il pozzo di  Lahai-Roi.

I discendenti di Ismaele
12  Ora questi sono i discendenti di Ismaele, figlio di Abrahamo, che Agar  l'egiziana, serva di Sara, aveva partorito ad Abrahamo. 13 Questi sono i  nomi dei figli di Ismaele, secondo i nomi delle loro generazioni:  Nebajoth, il primogenito di Ismaele; poi Kedar, Adbeel, Mibsam, 14  Mishma, Dumah, Massa, 15 Hadar, Tema, Jetur, Nafish e Kedemah. 16 Questi  sono i figli di Ismaele e questi i loro nomi, secondo i loro villaggi e  i loro accampamenti. Essi furono i dodici principi delle loro  rispettive nazioni. 17 Or questi sono gli anni della vita di Ismaele:  centotrentasette anni; poi egli spirò e morì, e fu riunito al suo  popolo. 18 (E i suoi figli abitarono da Havilah fino a Shur, che è ad  est dell'Egitto, in direzione dell'Assiria). Egli si stabilì in presenza  di tutti i suoi fratelli.

Nascita di Esaù e di Giacobbe
19  Questi sono i discendenti di Isacco, figlio di Abrahamo. 20 Abrahamo  generò Isacco; e Isacco aveva quarant'anni quando prese in moglie  Rebecca, figlia di Bethuel, l'Arameo di Paddan-Aran e sorella di Labano  l'Arameo. 21 Isacco supplicò l'Eterno per sua moglie, perché ella era  sterile. L'Eterno lo esaudì, e Rebecca, sua moglie, concepì. 22 Ma i  bambini si spingevano l'un l'altro nel suo grembo; ed ella disse: «Se è  così (che l'Eterno ha risposto), perché mi trovo io in queste  condizioni?». Così andò a consultare l'Eterno. 23 E l'Eterno le disse:  «Due nazioni sono nel tuo grembo, e due popoli separati usciranno dalle  tue viscere. Uno dei due popoli sarà più forte dell'altro, e il maggiore  servirà il minore». 24 Quando venne per lei il tempo di partorire, ecco  che ella aveva in grembo due gemelli. 25 E il primo che uscì fuori era  rosso; egli era tutto quanto come un mantello peloso; così lo chiamarono  Esaù. 26 Dopo uscì suo fratello, che con la mano teneva il calcagno di  Esaù; così lo chiamarono Giacobbe. Or Isacco aveva settant'anni quando  Rebecca li partorì.

Esaù vende la sua primogenitura
27  I due fanciulli crebbero ed Esaù divenne un esperto cacciatore, un uomo  di campagna, mentre Giacobbe era un uomo tranquillo, che viveva nelle  tende. 28 Or Isacco amava Esaù, perché la cacciagione era di suo gusto;  Rebecca invece amava Giacobbe. 29 Una volta che Giacobbe si cucinò una  zuppa, Esaù giunse dai campi tutto stanco. 30 Ed Esaù disse a Giacobbe:  «Per favore, lasciami mangiare un po' di questa zuppa rossa, perché sono  stanco». Per questo fu chiamato Edom. 31 Ma Giacobbe gli rispose:  «Vendimi prima la tua primogenitura». 32 Esaù disse: «Ecco io sto per  morire; che mi giova la primogenitura?». 33 Allora Giacobbe disse:  «Prima, giuramelo». Ed Esaù glielo giurò e vendette la sua primogenitura  a Giacobbe. 34 Quindi Giacobbe diede a Esaù del pane e della zuppa di  lenticchie. Ed egli mangiò e bevve; poi si alzò e se ne andò. Così Esaù  disprezzò la sua primogenitura.

Le promesse di Dio a Isacco. Isacco si ferma a Gherar
  26:1 Or ci fu una carestia nel paese, oltre la precedente carestia che  c'era stata ai tempi di Abrahamo. Poi Isacco andò da Abimelek, re dei  Filistei a Gherar. 2 Allora l'Eterno gli apparve e gli disse: «Non  scendere in Egitto; rimani nel paese che io ti dirò. 3 Soggiorna in  questo paese e io sarò con te e ti benedirò, perché io darò a te e alla  tua discendenza tutti questi paesi, e manterrò il giuramento che feci ad  Abrahamo tuo padre, 4 e moltiplicherò la tua discendenza come le stelle  del cielo; darò alla tua discendenza tutti questi paesi, e tutte le  nazioni della terra saranno benedette nella tua discendenza, 5 perché  Abrahamo ubbidì alla mia voce e osservò i miei ordini, i miei  comandamenti, i miei statuti e le mie leggi». 6 Così Isacco dimorò in  Gherar. 7 Quando la gente del luogo gli faceva domande intorno a sua  moglie, egli rispondeva: «È mia sorella», perché aveva paura di dire: «È  mia moglie», poiché pensava: «Gli uomini del luogo potrebbero uccidermi  a motivo di Rebecca, perché ella è di bell'aspetto». 8 Quando aveva già  trascorso parecchio tempo in quel luogo, ad Abimelek, re dei Filistei,  capitò di guardare dalla finestra e vide Isacco che accarezzava Rebecca  sua moglie. 9 Allora Abimelek chiamò Isacco e gli disse: «Certamente  costei è tua moglie; come mai hai tu detto: "È mia sorella"?». Isacco  rispose: «Perché dicevo: "Non vorrei morire a motivo di lei"». 10  Abimelek disse: «Che cos'è questo che ci hai fatto? Qualcuno del popolo  avrebbe potuto facilmente coricarsi con tua moglie, e tu ci avresti  tirato addosso una gran colpa». 11 Così Abimelek diede quest'ordine a  tutto il popolo: «Chiunque tocca quest'uomo o sua moglie sarà senz'altro  messo a morte». 12 Isacco seminò in quel paese e in quell'anno raccolse  il centuplo; e l'Eterno lo benedisse. 13 Quest'uomo divenne grande e  continuò a crescere fino a divenire straordinariamente grande. 14 Egli  venne a possedere greggi di pecore, mandrie di buoi e un gran numero di  servi. Così i Filistei lo invidiarono, 15 perciò i Filistei turarono,  riempiendoli di terra, tutti i pozzi che i servi di suo padre avevano  scavati, al tempo di Abrahamo suo padre. 16 Allora Abimelek disse a  Isacco: «Vattene da noi, poiché tu sei molto più potente di noi». 17  Così Isacco se ne andò di là e si accampò nella valle di Gherar, e là  dimorò. 18 E Isacco scavò di nuovo i pozzi di acqua che erano stati  scavati al tempo di Abrahamo suo padre, e che i Filistei avevano turati  dopo la morte di Abrahamo; e pose loro gli stessi nomi che aveva loro  posto suo padre. 19 Poi i servi di Isacco scavarono nella valle e vi  trovarono un pozzo di acqua viva. 20 Ma i pastori di Gherar altercarono  coi pastori d'Isacco, dicendo: «L'acqua è nostra». Ed egli chiamò il  pozzo Esek, perché quelli avevano conteso con lui. 21 I servi scavarono  quindi un altro pozzo, ma quelli altercarono anche per questo. E Isacco  lo chiamò Sitnah. 22 Allora egli se ne andò di là e scavò un altro pozzo  per il quale quelli non altercarono. Ed egli lo chiamò Rehoboth, perché  egli disse: «Ora l'Eterno ci ha messi al largo, e noi prospereremo nel  paese».

Dio rinnova le sue promesse a Isacco
23  Poi di là Isacco salì a Beer-Sceba. 24 E l'Eterno gli apparve quella  stessa notte, e gli disse: «Io sono il DIO di Abrahamo tuo padre; non  temere, perché io sono con te; ti benedirò e moltiplicherò la tua  discendenza per amore di Abrahamo mio servo». 25 Allora egli costruì in  quel luogo un altare e invocò il nome dell'Eterno, e vi piantò la sua  tenda. Là i servi di Isacco scavarono un pozzo.

Alleanza con Abimelek
26  Poi Abimelek da Gherar andò da lui con Ahuzzath, suo amico e con Pikol,  capo del suo esercito. 27 E Isacco disse loro: «Perché siete venuti da  me, dal momento che mi odiate e mi avete allontanato da voi?». 28 Allora  essi risposero: «Noi abbiamo chiaramente visto che l'Eterno è con te.  Così abbiamo detto: "Si faccia ora un giuramento fra di noi, fra noi e  te, e facciamo un'alleanza con te": 29 e cioè, che tu non ci farai alcun  male, così come noi non ti abbiamo toccato e non ti abbiamo fatto altro  che del bene, e ti abbiamo lasciato andare in pace. Tu sei ora il  benedetto dell'Eterno». 30 Così Isacco imbandì per loro un convito ed  essi mangiarono e bevvero. 31 La mattina dopo si alzarono presto e si  scambiarono un giuramento. Poi Isacco li accomiatò e quelli se ne  andarono da lui in pace. 32 Or avvenne che, in quello stesso giorno, i  servi di Isacco gli vennero a dar notizia del pozzo che avevano scavato  dicendogli: «Abbiamo trovato dell'acqua». 33 Ed egli lo chiamò Scibah.  Per questo la città porta il nome di Beer-Sceba, fino al giorno d'oggi.

Matrimonio di Esaù. Giacobbe benedetto al posto di Esaù
34  Quando Esaù ebbe quarant'anni, prese per moglie Judith, figlia di  Beeri, lo Hitteo e Basemath, figlia di Elon, lo Hitteo. Esse furono  causa di profonda amarezza a Isacco e Rebecca.

  27:1 Quando Isacco era divenuto vecchio e i suoi occhi erano così  deboli che non vedeva più, egli chiamò Esaù, suo figlio maggiore, e gli  disse: «Figlio mio!». 2 Egli disse: «Eccomi!». Allora Isacco disse:  «Ecco, io sono vecchio e non conosco il giorno della mia morte. 3 Deh,  prendi ora le tue armi, il tuo turcasso e il tuo arco, esci fuori nei  campi e prendi per me della selvaggina; 4 poi preparami una pietanza  saporita di quelle che mi piacciono, e portamela, perché io ne mangi e  l'anima mia ti benedica prima che io muoia». 5 Ora Rebecca stava ad  ascoltare, mentre Isacco parlava a Esaù suo figlio. Così Esaù andò nei  campi a cacciare selvaggina per portarla a suo padre. 6 Allora Rebecca  parlò a Giacobbe suo figlio e gli disse: «Ecco, io ho udito tuo padre  che parlava a Esaù tuo fratello e gli diceva: 7 "Portami della  selvaggina e preparami una pietanza saporita, perché io ne mangi e ti  benedica alla presenza dell'Eterno, prima che io muoia". 8 Or dunque,  figlio mio, ubbidisci alla mia voce e fa' quello che io ti comando. 9  Va' ora al gregge e portami due bei capretti; e io ne farò una pietanza  saporita per tuo padre, di quelle che gli piacciono. 10 Poi tu la  porterai a tuo padre, perché la mangi, e così ti benedica prima di  morire». 11 Giacobbe disse a Rebecca sua madre: «Ecco, Esaù mio fratello  è peloso, mentre io ho la pelle liscia. 12 Può darsi che mio padre mi  tasti; sembrerò a lui un ingannatore, e mi trarrò addosso una  maledizione invece di una benedizione». 13 Ma sua madre gli rispose:  «Questa maledizione ricada su di me, figlio mio! Ubbidisci soltanto a  ciò che ho detto e va' a prendere i capretti». 14 Egli dunque andò a  prenderli e li portò da sua madre; e sua madre ne preparò una pietanza  saporita, di quelle che piacevano a suo padre. 15 Poi Rebecca prese i  più bei vestiti di Esaù, suo figlio maggiore, che teneva in casa presso  di sé, e li fece indossare a Giacobbe suo figlio minore; 16 e con le  pelli dei capretti rivestì le sue mani e la parte liscia del suo collo.  17 Quindi mise in mano a Giacobbe suo figlio la pietanza saporita e il  pane che aveva preparato. 18 Allora egli andò da suo padre e gli disse:  «Padre mio!». Isacco rispose: «Eccomi; chi sei tu, figlio mio?». 19  Allora Giacobbe disse a suo padre: «Sono Esaù, il tuo primogenito. Ho  fatto come tu mi hai detto. Deh, alzati, mettiti a sedere e mangia della  mia cacciagione, affinché l'anima tua mi benedica». 20 Ma Isacco disse a  suo figlio: «Come hai fatto a trovarne così presto, figlio mio?». Egli  rispose: «Perché l'Eterno, il tuo DIO, l'ha fatta venire a me». 21  Allora Isacco disse a Giacobbe: «Avvicinati e lascia che ti palpi,  figlio mio, per sapere se sei proprio mio figlio Esaù, o no». 22  Giacobbe dunque si avvicinò a Isacco suo padre; e, come questi lo ebbe  palpato disse: «La voce è la voce di Giacobbe, ma le mani sono le mani  di Esaù». 23 Così non lo riconobbe, perché le mani di lui erano pelose  come le mani di Esaù suo fratello; e lo benedisse. 24 E disse: «Sei tu  veramente mio figlio Esaù?». Egli rispose: «Sì». 25 Allora Isacco gli  disse: «Servimi affinché io mangi della cacciagione di mio figlio e  l'anima mia ti benedica». Così Giacobbe lo servì e Isacco mangiò.  Giacobbe gli portò anche del vino ed egli ne bevve. 26 Poi suo padre  Isacco gli disse: «Ora avvicinati e baciami, figlio mio». 27 Ed egli si  avvicinò e lo baciò. E Isacco sentì l'odore dei suoi vestiti e lo  benedisse dicendo: «Ecco, l'odore di mio figlio è come l'odore di un  campo, che l'Eterno ha benedetto. 28 DIO ti dia la rugiada dei cieli e  la fertilità della terra e abbondanza di frumento e di vino. 29 Ti  servano i popoli e le nazioni si inchinino davanti a te. Sii padrone dei  tuoi fratelli e i figli di tua madre si inchinino davanti a te.  Maledetto sia chiunque ti maledice, benedetto sia chiunque ti  benedice!». 30 E avvenne che, come Isacco ebbe finito di benedire  Giacobbe e Giacobbe si era appena allontanato dalla presenza di suo  padre Isacco, Esaù suo fratello rientrò dalla caccia. 31 Anch'egli  preparò una pietanza saporita, la portò a suo padre e gli disse: «Si  alzi mio padre e mangi della caccia di suo figlio, affinché l'anima tua  mi benedica». 32 Isacco suo padre gli disse: «Chi sei tu?». Egli  rispose: «Sono Esaù, il tuo figlio primogenito». 33 Allora Isacco fu  preso da un tremito fortissimo e disse: «Chi è dunque colui che ha  cacciato della selvaggina e me l'ha portata? Io ho mangiato tutto prima  che tu venissi e l'ho benedetto; e benedetto egli resterà». 34 All'udire  le parole di suo padre, Esaù diede un grido forte ed amarissimo. Poi  disse a suo padre: «Benedici anche me, padre mio!». 35 Ma Isacco  rispose: «Tuo fratello è venuto con inganno e si è presa la tua  benedizione». 36 Esaù disse: «Non è a ragione chiamato Giacobbe? Egli mi  ha soppiantato già due volte: mi tolse la primogenitura, ed ecco ora si  è presa la mia benedizione». Poi aggiunse: «Non hai tu riservato una  benedizione per me?». 37 Allora Isacco rispose e disse a Esaù: «Ecco, io  l'ho costituito tuo padrone e gli ho dato tutti i suoi fratelli per  servi, e l'ho provvisto di frumento e di vino; che potrò fare per te,  figlio mio?». 38 Esaù disse a suo padre: «Non hai tu che questa  benedizione, padre mio? Benedici anche me, o padre mio!». Ed Esaù alzò  la voce e pianse. 39 Isacco suo padre rispose e gli disse: «Ecco, la tua  dimora sarà priva della fertilità della terra e della rugiada che  scende dall'alto dei cieli. 40 Tu vivrai della tua spada e sarai servo  di tuo fratello; ma avverrà che, quando combatterai, spezzerai il suo  giogo dal tuo collo». 41 Così Esaù prese a odiare Giacobbe a motivo  della benedizione datagli da suo padre, e disse in cuor suo: «I giorni  del lutto per mio padre si avvicinano; allora ucciderò mio fratello  Giacobbe». 42 Quando le parole di Esaù, suo figlio maggiore, furono  riferite a Rebecca, ella mandò a chiamare Giacobbe, suo figlio minore, e  gli disse: «Ecco, Esaù, tuo fratello, si consola nei tuoi riguardi,  pensando di ucciderti. 43 Or dunque, figlio mio, ubbidisci a ciò che ti  dico: Alzati e fuggi a Haran da Labano mio fratello; 44 e rimani con lui  un po' di tempo, finché la collera di tuo fratello sia passata, 45  finché l'ira di tuo fratello sia distolta da te ed egli abbia  dimenticato quello che tu gli hai fatto; allora io manderò a prenderti  di là. Perché dovrei io essere privata di voi due in un sol giorno?».

Isacco manda Giacobbe da Labano
46  Poi Rebecca disse ad Isacco: «Io sono disgustata della vita a motivo di  queste figlie di Heth. Se Giacobbe prende in moglie una tra le figlie  di Heth, una donna come quelle del paese, a che mi servirà la vita?».

  28:1 Allora Isacco chiamò Giacobbe, lo benedisse, gli diede  quest'ordine e gli disse: «Non prender moglie tra le donne di Canaan. 2  Alzati, va' in Paddan-Aram, alla casa di Bethuel, padre di tua madre, e  prenditi di là in moglie una delle figlie di Labano, fratello di tua  madre. 3 Dio onnipotente ti benedica, ti renda fruttifero e ti  moltiplichi, sì che tu divenga un'assemblea di popoli, 4 e ti dia la  benedizione di Abrahamo, a te e alla tua discendenza con te, affinché tu  possegga il paese dove vivi come uno straniero e che DIO donò ad  Abrahamo». 5 Così Isacco fece partire Giacobbe, che andò in Paddan-Aram  da Labano, figlio di Bethuel, l'Arameo, fratello di Rebecca, madre di  Giacobbe e di Esaù.

Esaù sposa la figlia di Ismaele
6  Or Esaù vide che Isacco aveva benedetto Giacobbe e lo aveva mandato in  Paddan-Aram per prendersi di là una moglie e, nel benedirlo, gli aveva  dato quest'ordine dicendo: «Non prender moglie tra le figlie di Canaan»;  7 e Giacobbe aveva ubbidito a suo padre e a sua madre e se ne era  andato in Paddan-Aram. 8 Quando Esaù si rese conto che le figlie di  Canaan erano mal viste da Isacco suo padre, 9 andò da Ismaele e prese  Mahalath, figlia di Ismaele, figlio di Abrahamo, sorella di Nebajoth,  perché fosse sua moglie, oltre le mogli che già aveva.

Viaggio di Giacobbe. Il suo sogno a Bethel
10  Or Giacobbe partì da Beer-Sceba e se ne andò verso Haran. 11 Giunse in  un certo luogo e vi passò la notte, perché il sole era già tramontato.  Allora prese una delle pietre del luogo, la pose sotto la sua testa e in  quel luogo si coricò. 12 E sognò di vedere una scala appoggiata sulla  terra, la cui cima toccava il cielo; ed ecco, gli angeli di DIO salivano  e scendevano su di essa. 13 Ed ecco l'Eterno stava in cima ad essa e  gli disse: «Io sono l'Eterno, il DIO di Abrahamo tuo padre e il DIO di  Isacco; la terra sulla quale tu sei coricato la darò a te e alla tua  discendenza; 14 e la tua discendenza sarà come la polvere della terra, e  tu ti estenderai a ovest e a est, a nord e a sud; e tutte le famiglie  della terra saranno benedette in te e nella tua discendenza. 15 Ed ecco,  io sono con te e ti proteggerò dovunque andrai, e ti ricondurrò in  questo paese; poiché non ti abbandonerò prima di aver fatto quello che  ti ho detto». 16 Allora Giacobbe si svegliò dal suo sonno e disse:  «Certamente l'Eterno è in questo luogo, e io non lo sapevo». 17 Ed ebbe  paura e disse: «Come è tremendo questo luogo! Questa non è altro che la  casa di DIO, e questa è la porta del cielo!». 18 Così Giacobbe si alzò  al mattino presto, prese la pietra che aveva posta sotto la sua testa,  la eresse come stele e versò dell'olio sulla sua sommità. 19 E chiamò  quel luogo Bethel, mentre prima il nome della città era Luz. 20 Poi  Giacobbe fece un voto dicendo: «Se DIO sarà con me e mi proteggerà  durante questo viaggio che faccio, se mi darà pane da mangiare e vesti  da coprirmi, 21 e ritornerò alla casa di mio padre in pace, allora  l'Eterno sarà il mio DIO; 22 e questa pietra che ho eretta come stele,  sarà la casa di DIO; e di tutto quello che tu mi darai io ti darò la  decima».

Giacobbe presso Labano. Lea e Rachele
  29:1 Poi Giacobbe si mise in cammino e andò nel paese degli Orientali.  2 Guardò, e vide un pozzo in un campo, e là vicino tre greggi di pecore  accovacciate, perché da quel pozzo abbeveravano le greggi; e la pietra  sulla bocca del pozzo era grande. 3 Là si radunavano solitamente tutte  le greggi; allora i pastori rotolavano via la pietra dalla bocca del  pozzo e abbeveravano le pecore; poi rimettevano la pietra al suo posto,  sulla bocca del pozzo. 4 E Giacobbe disse loro: «Fratelli miei, di dove  siete?». Essi risposero: «Siamo di Haran». 5 Allora egli disse loro:  «Conoscete voi Labano, figlio di Nahor?». Essi risposero: «Lo  conosciamo». 6 Egli disse loro: «Sta egli bene?». Essi risposero: «Sta  bene; ed ecco sua figlia Rachele che viene con le pecore». 7 Egli disse:  «Ecco, è ancora pieno giorno e non è tempo di radunare il bestiame;  abbeverate le pecore e poi andate a pascolarle». 8 Ma essi risposero:  «Non possiamo, finché tutte le greggi siano radunate, e abbiano rotolata  via la pietra dalla bocca del pozzo; allora faremo bere le pecore». 9  Egli stava ancora parlando con loro quando giunse Rachele con le pecore  di suo padre, perché ella era una pastora. 10 Quando Giacobbe vide  Rachele figlia di Labano, fratello di sua madre, e le pecore di Labano  fratello di sua madre, si avvicinò, rotolò la pietra dalla bocca del  pozzo, e abbeverò il gregge di Labano, fratello di sua madre. 11 Allora  Giacobbe baciò Rachele, alzò la sua voce e pianse. 12 Quindi Giacobbe  fece sapere a Rachele che egli era parente di suo padre e che era figlio  di Rebecca. Ed ella corse a dirlo a suo padre. 13 Appena Labano udì le  notizie di Giacobbe figlio di sua sorella, gli corse incontro,  l'abbracciò, lo baciò e lo condusse a casa sua. E Giacobbe raccontò a  Labano tutte queste cose. 14 Allora Labano gli disse: «Tu sei veramente  mia carne e sangue!». Ed egli rimase con lui per un mese. 15 Poi Labano  disse a Giacobbe: «Perché sei mio parente dovrai tu servirmi per nulla?  Dimmi quale dev'essere il tuo salario». 16 Ora Labano aveva due figlie:  la maggiore si chiamava Lea e la minore Rachele. 17 Lea aveva gli occhi  languidi, ma Rachele era avvenente e di bell'aspetto. 18 Perciò Giacobbe  amava Rachele e disse a Labano: «Io ti servirò sette anni per Rachele,  tua figlia minore». 19 Labano rispose: «È meglio che la dia a te  piuttosto che darla a un altro uomo; rimani con me». 20 Così Giacobbe  servì sette anni per Rachele; e gli parvero pochi giorni, per l'amore  che le portava.

Inganno di Labano
21  Poi Giacobbe disse a Labano: «Dammi mia moglie, poiché il mio tempo è  compiuto e lascia che mi accosti a lei». 22 Allora Labano radunò tutti  gli uomini del luogo e fece un convito. 23 Ma, quando fu sera, egli  prese sua figlia Lea e la condusse da Giacobbe, che entrò da lei. 24  Labano diede inoltre la sua serva Zilpah per serva a Lea, sua figlia. 25  L'indomani mattina, ecco che era Lea. Allora Giacobbe disse a Labano:  «Cosa mi hai fatto? Non è forse per Rachele che ti ho servito? Perché  dunque mi hai ingannato?». 26 Labano rispose: «Non si usa far così nel  nostro paese, dare cioè la minore prima della maggiore. 27 Finisci la  settimana di questa e ti daremo anche l'altra, per il servizio che  presterai da me per altri sette anni». 28 Allora Giacobbe fece così, e  finì la settimana di Lea; poi Labano gli diede in moglie la figlia  Rachele. 29 Inoltre Labano diede la sua serva Bilhah per serva a  Rachele, sua figlia. 30 E Giacobbe entrò pure da Rachele ed amò Rachele  più di Lea; e servì da Labano altri sette anni.

I figli di Giacobbe nati da Lea
31  L'Eterno, vedendo che Lea non era amata, aperse il suo grembo; ma  Rachele era sterile. 32 Così Lea concepì e partorì un figlio e lo chiamò  Ruben, perché disse: «L'Eterno ha visto la mia afflizione; perciò ora  mio marito mi amerà». 33 Poi concepì nuovamente e partorì un figlio e  disse: «L'Eterno ha udito che io non ero amata, e perciò mi ha dato  anche questo figlio». E lo chiamò Simeone. 34 Ella concepì nuovamente e  partorì un figlio, e disse: «Questa volta mio marito si affezionerà a  me, perché gli ho partorito tre figli». Per questo fu chiamato Levi. 35  Ella concepì nuovamente e partorì un figlio, e disse: «Questa volta  celebrerò l'Eterno». Perciò lo chiamò Giuda. Poi cessò di avere figli.

I figli di Giacobbe nati da Bilhah e da Zilpah, serve di Rachele e di Lea
  30:1 Quando Rachele vide che non dava figli a Giacobbe, diventò  invidiosa di sua sorella e disse a Giacobbe: «Dammi dei figli altrimenti  io muoio». 2 Giacobbe si accese d'ira contro Rachele e disse: «Sto io  forse al posto di DIO, che ti ha negato di avere figli?». 3 Ella  rispose: «Ecco la mia serva Bilhah; entra da lei, affinché ella  partorisca sulle mie ginocchia; così per mezzo di lei potrò avere dei  figli». 4 Così ella gli diede per moglie la propria serva Bilhah, e  Giacobbe entrò da lei. 5 E Bilhah concepì e partorì un figlio a  Giacobbe. 6 Allora Rachele disse: «DIO mi ha fatto giustizia; egli ha  pure ascoltato la mia voce e mi ha dato un figlio». Perciò gli pose nome  Dan. 7 Poi Bilhah, serva di Rachele, concepì nuovamente e partorì a  Giacobbe un secondo figlio. 8 Rachele allora disse: «Ho combattuto  grandi lotte con mia sorella e ho vinto». Perciò lo chiamò Neftali. 9 Or  Lea, vedendo che aveva cessato di avere figli, prese la sua serva  Zilpah e la diede in moglie a Giacobbe. 10 Così Zilpah, serva di Lea,  partorì un figlio a Giacobbe. 11 E Lea disse: «Che fortuna!». E lo  chiamò Gad. 12 Poi Zilpah, serva di Lea, partorì a Giacobbe un secondo  figlio. 13 E Lea disse: «Quanto sono felice! Poiché le donne mi  chiameranno beata». Perciò gli pose nome Ascer.

Altri figli nati da Lea
14  Al tempo della mietitura del grano, Ruben uscì e trovò nei campi delle  mandragore, e le portò a Lea sua madre. Allora Rachele disse a Lea:  «Deh, dammi delle mandragore di tuo figlio!». 15 Ella le rispose: «Ti  pare poca cosa l'aver preso mio marito, che ora vuoi prendere anche le  mandragore di mio figlio?». Rachele disse: «Ebbene, in compenso delle  mandragore di tuo figlio, questa notte egli si coricherà con te». 16  Quando alla sera Giacobbe rientrò dai campi, Lea uscì a incontrarlo e  gli disse: «Devi entrare da me, perché io ti ho accaparrato con le  mandragore di mio figlio». Così, quella notte, egli si coricò con lei.  17 Così DIO esaudì Lea, la quale concepì e partorì a Giacobbe un quinto  figlio. 18 Ed ella disse: «DIO mi ha dato la mia ricompensa, perché ho  dato la mia serva a mio marito». E lo chiamò Issacar. 19 Poi Lea concepì  nuovamente, e partorì a Giacobbe un sesto figlio. 20 Allora Lea disse:  «DIO mi ha dotata di una buona dote; questa volta mio marito abiterà con  me, perché gli ho partorito sei figli». E gli pose nome Zabulon. 21 Poi  partorì una figlia e la chiamò Dina.

Rachele dà alla luce Giuseppe. Crescita delle greggi di Giacobbe. Patto fra Labano e Giacobbe
22  DIO si ricordò anche di Rachele; e DIO la esaudì e la rese fruttifera;  23 così ella concepì e partorì un figlio, e disse: «DIO ha rimosso il  mio disonore». 24 E lo chiamò Giuseppe, dicendo: «L'Eterno mi aggiunga  un altro figlio». 25 Dopo che Rachele ebbe partorito Giuseppe, Giacobbe  disse a Labano: «Permettimi di partire, perché me ne vada a casa mia,  nel mio paese. 26 Dammi le mie mogli e i miei figli, per cui ti ho  servito e lasciami andare; poiché tu ben conosci il servizio che ti ho  prestato». 27 Ma Labano gli disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi,  rimani, perché ho toccato con mano che l'Eterno mi ha benedetto per  causa tua». 28 Poi disse: «Fissami il tuo salario e te lo darò». 29  Giacobbe gli rispose: «Tu sai in che modo ti ho servito, e cosa sia  accaduto al tuo bestiame nelle mie mani. 30 Poiché quel che avevi prima  che io venissi era poco, ma ora si è grandemente accresciuto; e l'Eterno  ti ha benedetto dovunque io sono stato. Ma ora quando lavorerò anche  per la mia casa?». 31 Labano disse: «Che cosa ti devo dare?». Giacobbe  rispose: «Non mi devi dare niente; se farai ciò che sto per dirti,  rimarrò a pascolare le tue greggi e a prenderne cura. 32 Passerò  quest'oggi in mezzo a tutte le tue greggi e metterò da parte tutti gli  animali chiazzati e punteggiati e tutti quelli neri fra gli agnelli, e i  capi chiazzati e punteggiati fra le capre. E questi animali saranno il  mio salario. 33 Così d'ora in avanti sarà la mia onestà a rispondere  davanti a te per me, quando verrai a controllare il mio salario: ogni  capo che non sarà chiazzato o punteggiato fra le capre e nero fra gli  agnelli sarà considerato rubato, se si troverà presso di me». 34 Labano  disse: «Bene, sia come tu dici!». 35 E quello stesso giorno mise da  parte i capri striati e punteggiati e tutte le capre chiazzate e  punteggiate, ogni capo in cui c'era del bianco e ogni capo nero fra le  pecore e li affidò ai suoi figli. 36 E Labano frappose la distanza di  tre giornate di cammino fra sé e Giacobbe; e Giacobbe pascolava il  rimanente delle greggi di Labano. 37 Or Giacobbe prese delle verghe  verdi di pioppo, di mandorlo e di platano; vi fece delle scortecciature  bianche, mettendo allo scoperto il bianco delle verghe. 38 Poi collocò  le verghe che aveva scortecciate, in vista delle pecore nei trogoli,  cioè negli abbeveratoi, dove le greggi venivano a bere; e gli animali  entravano in calore quando venivano a bere. 39 Così gli animali  entravano in calore davanti alle verghe e figliavano agnelli striati,  chiazzati e punteggiati. 40 Poi Giacobbe metteva da parte questi agnelli  e faceva volgere gli occhi delle greggi verso gli animali striati e  tutti quelli di colore nero nel gregge di Labano. Egli si formò così  delle greggi a parte, che non mise con le greggi di Labano. 41 Or  avveniva che tutte le volte che gli animali vigorosi del gregge  entravano in calore, Giacobbe metteva le verghe nei trogoli in vista  delle pecore, perché le pecore entrassero in calore vicino alle verghe;  42 ma quando gli animali del gregge erano deboli, non ve le metteva;  così gli agnelli deboli erano di Labano e i vigorosi di Giacobbe. 43 In  questo modo egli diventò grandemente ricco ed ebbe un gran numero di  greggi, serve, servi, cammelli e asini.

Ritorno di Giacobbe in Canaan
  31:1 Or Giacobbe udì le parole dei figli di Labano, che dicevano:  «Giacobbe si è preso tutto ciò che era di nostro padre; e con quello che  era di nostro padre si è fatto tutta questa ricchezza». 2 Giacobbe notò  pure il volto di Labano; ed ecco, verso di lui non era più quello di  prima. 3 Poi l'Eterno disse a Giacobbe: «Torna al paese dei tuoi padri e  al tuo parentado, e io sarò con te». 4 Allora Giacobbe mandò a chiamare  Rachele e Lea, perché venissero nei campi, presso il suo gregge, 5 e  disse loro: «Io vedo che il volto di vostro padre verso di me non è più  quello di prima; ma il DIO di mio padre è stato con me. 6 E voi sapete  che io ho servito il padre vostro con tutta la mia forza, 7 mentre  vostro padre mi ha ingannato e ha mutato il mio salario dieci volte; ma  DIO non gli ha permesso di farmi del male. 8 Se egli diceva: "I capi  chiazzati saranno il tuo salario", tutto il gregge figliava agnelli  chiazzati; e se diceva: "I capi striati saranno il tuo salario", tutto  il gregge figliava agnelli striati. 9 Così DIO ha tolto il bestiame a  vostro padre e lo ha dato a me. 10 Una volta, al tempo che le greggi  entravano in calore, io alzai gli occhi e vidi in sogno che i capri che  montavano le femmine erano striati, chiazzati e screziati. 11 E l'angelo  di DIO mi disse in sogno: "Giacobbe!". Io risposi: "Eccomi!". 12 Egli  allora disse: "Alza ora gli occhi e guarda; tutti i montoni che montano  le femmine sono striati, chiazzati e screziati, perché ho veduto tutto  quello che Labano ti fa. 13 Io sono il DIO di Bethel, dove tu ungesti  una stele e mi facesti un voto. Ora alzati, lascia questo paese e torna  al tuo paese natìo"». 14 Rachele e Lea risposero e gli dissero: «Abbiamo  noi forse ancora una parte e un'eredità in casa di nostro padre? 15 Non  ci ha egli trattate come straniere, per il fatto che egli ci ha vendute  e ha inoltre mangiato il nostro denaro? 16 Tutte le ricchezze che DIO  ha tolto a nostro padre sono nostre e dei nostri figli; or dunque fa'  tutto ciò che DIO ti ha detto». 17 Allora Giacobbe si alzò e mise i suoi  figli e le sue mogli sui cammelli, 18 e condusse via tutto il suo  bestiame, prendendo con sé tutte le sostanze che aveva acquistato, il  bestiame che gli apparteneva e che aveva acquistato in Paddan-Aram, per  andare da Isacco suo padre, nel paese di Canaan. 19 Mentre Labano era  andato a tosare le sue pecore, Rachele rubò gl'idoli di suo padre. 20 E  Giacobbe si allontanò furtivamente da Labano, l'Arameo, senza dirgli che  intendeva fuggire. 21 Così egli fuggì con tutto ciò che aveva; si levò,  passò il fiume e si diresse verso il monte di Galaad.

Labano insegue Giacobbe
22  Al terzo giorno fu riferito a Labano che Giacobbe era fuggito. 23  Allora egli prese con sé i suoi fratelli, lo inseguì per sette giornate  di cammino e lo raggiunse al monte di Galaad. 24 Ma DIO venne da Labano,  l'Arameo, in un sogno della notte, e gli disse: «Guardati dal parlare a  Giacobbe, né in bene né in male». 25 Labano raggiunse dunque Giacobbe.  Ora Giacobbe aveva piantato la sua tenda sul monte; e anche Labano e i  suoi fratelli avevano piantato le loro sul monte di Galaad. 26 Allora  Labano disse a Giacobbe: «Che cosa hai fatto ingannandomi in questo modo  e conducendo via le mie figlie come prigioniere di guerra? 27 Perché  sei fuggito di nascosto e ti sei allontanato da me furtivamente, senza  neppure avvertirmi? Io ti avrei accomiatato con gioia e con canti, a  suon di tamburello e di cetra. 28 E non mi hai permesso di baciare i  miei figli e le mie figlie! Tu hai agito stoltamente. 29 Ora è in mio  potere di farvi del male; ma il DIO di tuo padre mi parlò la notte  scorsa, dicendo: "Guardati dal parlare a Giacobbe né in bene né in  male". 30 Certamente te ne sei andato, perché desideravi ardentemente di  ritornare alla casa di tuo padre; ma perché hai rubato i miei dèi?». 31  Allora Giacobbe rispose a Labano: «Io avevo paura, perché pensavo che  tu mi avresti potuto togliere con la forza le tue figlie. 32 Ma chiunque  sia colui presso il quale troverai i tuoi dèi, egli deve morire in  presenza dei nostri fratelli; ricerca tu stesso ciò che ti appartiene  presso di me e prenditelo!». Giacobbe non sapeva che li aveva rubati  Rachele. 33 Labano dunque entrò nella tenda di Giacobbe, nella tenda di  Lea e nella tenda delle due serve, ma non trovò nulla. Uscì poi dalla  tenda di Lea ed entrò nella tenda di Rachele. 34 Or Rachele aveva preso  gl'idoli e li aveva messi nel basto del cammello, poi vi si era seduta  sopra. Labano frugò tutta la tenda, ma non trovò nulla. 35 Ed ella disse  a suo padre: «Non si adiri il mio signore, se io non posso alzarmi  davanti a te, perché ho i soliti ricorsi delle donne». Così egli cercò  ma non trovò gl'idoli. 36 Allora Giacobbe si adirò e contese con Labano;  e Giacobbe rispose e disse a Labano: «Qual è la mia colpa, qual è il  mio peccato, perché tu mi abbia inseguito con tanta rabbia? 37 Tu hai  frugato in tutte le mie cose. Che cosa hai trovato di tutto ciò che  appartiene alla tua casa? Mettilo qui davanti ai miei fratelli e ai tuoi  fratelli e siano essi a decidere fra noi due! 38 Sono stato con te  vent'anni; le tue pecore e le tue capre non hanno abortito e io non ho  mangiato i montoni del tuo gregge. 39 Io non ti ho mai portato gli  animali lacerati dalle fiere; ne ho subita la perdita io stesso; tu  reclamavi da me ciò che era stato rubato di giorno o rubato di notte. 40  Questa era la mia sorte: di giorno mi consumava il caldo e il freddo  intenso di notte, e il sonno fuggiva dai miei occhi. 41 Sono stato  vent'anni in casa tua; ti ho servito quattordici anni per le tue due  figlie e sei anni per il tuo gregge, tu hai mutato il mio salario dieci  volte. 42 Se il DIO di mio padre, il DIO di Abrahamo e il Terrore di  Isacco non fosse stato a mio favore, tu mi avresti certamente rimandato  via a mani vuote. DIO ha veduto la mia afflizione e la fatica delle mie  mani e la notte scorsa ha pronunziato la sua sentenza». 43 Allora Labano  rispose e disse: «Queste figlie sono mie figlie, questi figli sono miei  figli, queste greggi sono mie greggi, e tutto quel che vedi è mio. Ma  che posso io fare oggi a queste mie figlie o ai loro figli che esse  hanno partorito? 44 Or dunque vieni, facciamo un patto fra me e te, e  serva esso di testimonianza fra me e te».

Alleanza fra Labano e Giacobbe
45  Allora Giacobbe prese una pietra e la eresse come una stele. 46 Poi  Giacobbe disse ai suoi fratelli: «Raccogliete delle pietre». Ed essi  presero delle pietre e ne fecero un mucchio, e presso il mucchio  mangiarono. 47 Labano chiamò quel mucchio Jegar-Sahadutha, mentre  Giacobbe lo chiamò Galed. 48 E Labano disse: «Oggi questo mucchio è una  testimonianza fra me e te». Perciò fu chiamato Galed, 49 e anche  Mitspah, perché Labano disse: «L'Eterno tenga l'occhio su me e su te  quando saremo nell'impossibilità di vederci l'un l'altro. 50 Se tu  maltratti le mie figlie o se prendi altre mogli oltre le mie figlie,  anche se non c'è alcun uomo con noi, ricordati che DIO è testimone fra  me e te». 51 Labano disse ancora a Giacobbe: «Ecco questo mucchio di  pietre, ed ecco la stele che io ho eretto fra me e te. 52 Sia questo  mucchio un testimone e sia questa stele un testimone che io non  oltrepasserò questo mucchio per venire a far del male a te, e che tu non  oltrepasserai questo mucchio e questa stele per far del male a me. 53  Il DIO di Abrahamo e il DIO di Nahor, il DIO del loro padre, sia giudice  fra noi!». E Giacobbe giurò per il Terrore di Isacco suo padre. 54 Poi  Giacobbe offrì un sacrificio sul monte e invitò i suoi fratelli a  mangiare del pane. Ed essi mangiarono del pane e passarono la notte sul  monte. 55 Labano si alzò al mattino presto, baciò i suoi figli e le sue  figlie e li benedisse. Poi Labano partì e tornò a casa sua.

Giacobbe si prepara ad incontrare Esaù
  32:1 Mentre Giacobbe continuava il suo cammino, gli si fecero incontro  degli angeli di DIO. 2 Come Giacobbe li vide, disse: «Questo è  l'accampamento di DIO»; e pose nome a quel luogo Mahanaim. 3 Poi  Giacobbe mandò davanti a sé alcuni messaggeri al fratello Esaù, nel  paese di Seir, nella campagna di Edom. 4 E diede loro quest'ordine  dicendo: «Direte così ad Esaù, mio signore: "Così dice il tuo servo  Giacobbe: Io ho soggiornato presso Labano e vi sono rimasto finora; 5 ho  buoi, asini, greggi, servi e serve; e lo mando a dire al mio signore,  per trovare grazia ai tuoi occhi"». 6 I messaggeri tornarono quindi da  Giacobbe, dicendo: «Siamo andati da tuo fratello Esaù; ed ora sta  venendo egli stesso ad incontrarti e ha con lui quattrocento uomini». 7  Allora Giacobbe fu preso da una grande paura ed angoscia e divise in due  schiere la gente che era con lui, le greggi, gli armenti e i cammelli, e  disse: 8 «Se Esaù viene contro una delle schiere e l'attacca, la  schiera che rimane potrà mettersi in salvo». 9 Poi Giacobbe disse: «O  DIO di mio padre Abrahamo, DIO di mio padre Isacco, o Eterno, che mi  dicesti: "Torna al tuo paese e al tuo parentado e ti farò del bene", 10  io non sono degno di tutte le benignità e di tutta la fedeltà che hai  usato col tuo servo, poiché io passai questo Giordano solamente col mio  bastone e ora son divenuto due schiere. 11 Liberami, ti prego, dalle  mani di mio fratello, dalle mani di Esaù, perché io ho paura di lui e  temo che egli venga ad attaccarmi, non risparmiando né madri né bambini.  12 E tu dicesti: "Certo, io ti farò del bene e farò diventare la tua  discendenza come la sabbia del mare, che non si può contare tanto è  numerosa"». 13 Così Giacobbe passò in quel luogo la notte; e da ciò che  gli veniva sottomano egli scelse un dono per suo fratello Esaù: 14  duecento capre e venti becchi, duecento pecore e venti montoni, 15  trenta cammelle allattanti con i loro piccoli, quaranta mucche e dieci  tori, venti asine e dieci puledri. 16 Poi li consegnò ai suoi servi,  ogni gregge per conto suo, e disse ai suoi servi: «Passate davanti a me e  lasciate un certo spazio fra un gregge e l'altro». 17 E ordinò al  primo: «Quando mio fratello Esaù ti incontrerà e ti chiederà: "Di chi  sei tu e dove vai? A chi appartengono questi animali davanti a te?", 18  tu risponderai: "Appartengono al tuo servo Giacobbe; è un dono inviato  al mio signore Esaù; ed ecco, egli stesso viene dietro di noi"». 19 Egli  diede lo stesso ordine al secondo, al terzo e a tutti quelli che  seguivano le greggi, dicendo: «In questo modo parlerete a Esaù quando lo  incontrerete; 20 e direte: "Ecco, il tuo servo Giacobbe sta venendo  egli stesso dietro di noi"». Perché diceva: «Io lo placherò col dono che  mi precede e dopo vedrò la sua faccia; forse mi farà buona  accoglienza». 21 Così il dono andò davanti a lui, ma egli passò la notte  nell'accampamento. 22 Or quella notte si alzò, prese le sue due mogli,  le sue due serve, i suoi undici figli, e attraversò il guado di Jabbok.  23 Li prese e fece loro passare il torrente, e lo fece passare a tutto  quello che possedeva.

Giacobbe lotta con l'angelo a Peniel
24  Così Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntar  dell'alba. 25 Quando quest'uomo vide che non lo poteva vincere, gli  toccò la cavità dell'anca; e la cavità dell'anca di Giacobbe fu slogata,  mentre quello lottava con lui. 26 E quegli disse: «Lasciami andare,  perché sta spuntando l'alba». Ma Giacobbe disse: «Non ti lascerò andare,  se non mi avrai prima benedetto!». 27 L'altro gli disse: «Qual è il tuo  nome?». Egli rispose: «Giacobbe». 28 Allora quegli disse: «Il tuo nome  non sarà più Giacobbe, ma Israele, poiché tu hai lottato con DIO e con  gli uomini, ed hai vinto». 29 Giacobbe gli disse: «Ti prego, dimmi il  tuo nome». Ma quello rispose: «Perché chiedi il mio nome?». 30 E qui lo  benedisse. Allora Giacobbe chiamò quel luogo Peniel, perché disse: «Ho  visto Dio faccia a faccia, e la mia vita è stata risparmiata». 31 Come  egli ebbe passato Peniel, il sole si levava; e Giacobbe zoppicava  all'anca. 32 Per questo, fino al giorno d'oggi, i figli d'Israele non  mangiano il tendine della coscia che passa per la cavità dell'anca,  perché quell'uomo aveva toccato la cavità dell'anca di Giacobbe, al  punto del tendine della coscia.

Giacobbe si riconcilia con Esaù
  33:1 Giacobbe alzò gli occhi, guardò e vide arrivare Esaù, che aveva  con sé quattrocento uomini. Allora divise i figli fra Lea, Rachele e le  due serve. 2 In testa mise le serve e i loro figli, poi Lea e i suoi  figli, e da ultimo Rachele e Giuseppe. 3 Egli stesso passò davanti a  loro e s'inchinò fino a terra sette volte, finché giunse vicino a suo  fratello. 4 Allora Esaù gli corse incontro, l'abbracciò, gli si gettò al  collo e lo baciò; e piansero. 5 Poi Esaù alzò gli occhi e vide le donne  e i fanciulli, e disse: «Chi sono questi con te?». Giacobbe rispose:  «Sono i figli che DIO si è compiaciuto di dare al tuo servo». 6 Allora  si avvicinarono le serve, esse e i loro figli, e s'inchinarono. 7 Si  avvicinarono anche Lea e i suoi figli, e s'inchinarono. Poi si  avvicinarono Giuseppe e Rachele, e s'inchinarono. 8 Esaù disse: «Che  vuoi fare di tutta quella schiera che ho incontrato?». Giacobbe rispose:  «È per trovare grazia agli occhi del mio signore». 9 Allora Esaù disse:  «Ne ho già abbastanza, fratello mio; tieni per te ciò che è tuo». 10 Ma  Giacobbe disse: «No, ti prego; se ho trovato grazia ai tuoi occhi,  accetta il mio dono dalla mia mano, perché vedere la tua faccia, per me è  stato come vedere la faccia di DIO, e tu mi hai fatto una buona  accoglienza. 11 Deh, accetta il mio dono che ti è stato recato, perché  DIO mi ha usato grande bontà, e perché ho tutto». E insisté tanto, che  Esaù accettò. 12 Poi Esaù disse: «Partiamo, incamminiamoci e io andrò  davanti a te». 13 Ma Giacobbe rispose: «Il mio signore sa che i  fanciulli sono di tenera età e che ho con me delle pecore e delle mucche  che allattano; se le fanno strapazzare anche un solo giorno, tutte le  bestie moriranno. 14 Deh, passi il mio signore prima del suo servo, e io  me ne verrò pian piano, al passo del bestiame che mi precede e al passo  dei fanciulli, finché arrivi presso al mio signore, a Seir». 15 Esaù  allora disse: «Permetti almeno che io lasci con te un po' della gente  che ho con me». Ma Giacobbe rispose: «Perché fare ciò? Basta che io  trovi grazia agli occhi del mio signore». 16 Così, in quel giorno  stesso, Esaù ritornò sul suo cammino verso Seir.

Giacobbe si accampa di fronte alla città di Sichem
17  Giacobbe partì alla volta di Sukkoth, costruì una casa per sé e fece  delle capanne per il suo bestiame; perciò quel luogo fu chiamato  Sukkoth. 18 Poi Giacobbe, tornando da Paddan-Aram, arrivò sano e salvo  alla città di Sichem, nel paese di Canaan, e piantò le tende di fronte  alla città. 19 E comprò dai figli di Hamor, padre di Sichem, per cento  pezzi di denaro, la parte del campo dove aveva piantato le sue tende. 20  Poi là eresse un altare e lo chiamò El-Elohey-Israel.

Dina rapita da Sichem
  34:1 Or Dina, la figlia che Lea aveva partorito a Giacobbe, uscì per  vedere le figlie del paese. 2 E Sichem, figlio di Hamor lo Hivveo,  principe del paese, vedutala la rapì, si coricò con lei e la violentò. 3  E la sua anima si legò a Dina, figlia di Giacobbe; egli amò la  fanciulla e parlò al cuore della ragazza. 4 Poi disse ad Hamor suo  padre: «Dammi questa fanciulla per moglie». 5 Or Giacobbe udì che egli  aveva disonorato sua figlia Dina; ma i suoi figli erano nei campi col  suo bestiame, per cui Giacobbe tacque finché non furono tornati. 6  Allora Hamor, padre di Sichem, si recò da Giacobbe per parlargli. 7  Appena sentirono dell'accaduto, i figli di Giacobbe tornarono dai campi;  essi erano addolorati e fortemente adirati, perché costui aveva  commesso una cosa ignominiosa in Israele, coricandosi con la figlia di  Giacobbe, cosa che non era da farsi. 8 Ma Hamor parlò loro, dicendo:  «L'anima di mio figlio Sichem si è legata a vostra figlia; deh,  dategliela in moglie; 9 e imparentatevi con noi: dateci le vostre figlie  e prendetevi le nostre figlie. 10 Così voi abiterete con noi e il paese  sarà a vostra disposizione; dimoratevi, commerciate e acquistate in  esso delle proprietà». 11 Poi Sichem disse al padre e ai fratelli di  Dina: «Fate che io trovi grazia agli occhi vostri e vi darò qualunque  cosa mi chiederete. 12 Imponetemi pure una grande dote e un dono, e io  vi darò quanto chiederete, ma datemi la fanciulla in moglie». 13 Allora i  figli di Giacobbe risposero a Sichem e a Hamor suo padre e parlarono  loro con astuzia, perché Sichem aveva disonorato Dina loro sorella, 14 e  dissero loro: «Non possiamo fare questa cosa, e cioè dare la nostra  sorella a uno che non è circonciso, perché questo sarebbe per noi un  disonore. 15 Soltanto a questa condizione acconsentiremo alla vostra  richiesta: se voi diventerete come noi, facendo circoncidere ogni  maschio tra voi. 16 Allora noi vi daremo le nostre figlie e ci  prenderemo le vostre figlie, abiteremo con voi e diventeremo un sol  popolo. 17 Ma se non ci volete ascoltare e non vi volete far  circoncidere, noi prenderemo la nostra figlia e ce ne andremo». 18 Le  loro parole piacquero ad Hamor e a Sichem, figlio di Hamor. 19 E il  giovane non indugiò a fare la cosa, perché voleva bene alla figlia di  Giacobbe ed era l'uomo più onorato in tutta la casa di suo padre.

I Sichemiti massacrati da Simeone e Levi
20  Hamor e Sichem, suo figlio, vennero alla porta della loro città e  parlarono agli uomini della loro città, dicendo: 21 «Questi uomini  intendono stare in pace con noi; rimangano pure nel paese e vi  commercino, perché il paese è grande abbastanza per loro. Noi prenderemo  le loro figlie per mogli e daremo le nostre figlie a loro. 22 Ma questi  uomini acconsentiranno ad abitare con noi per formare un sol popolo,  unicamente a questa condizione: che ogni maschio fra noi sia circonciso,  come sono circoncisi loro. 23 Il loro bestiame, la loro ricchezza e i  loro animali non saranno forse nostri? Acconsentiamo alla loro richiesta  ed essi abiteranno con noi». 24 E tutti quelli che uscivano dalla porta  della città diedero ascolto ad Hamor e a suo figlio Sichem; e ogni  maschio fu circonciso, tutti quelli che uscivano dalla porta della  città. 25 Or avvenne che il terzo giorno, mentre essi erano sofferenti,  due dei figli di Giacobbe, Simeone e Levi, fratelli di Dina, presero  ciascuno la propria spada, piombarono sulla città che se ne stava al  sicuro, e uccisero tutti i maschi. 26 Passarono a fil di spada anche  Hamor e suo figlio Sichem; poi presero Dina dalla casa di Sichem e se ne  andarono. 27 I figli di Giacobbe piombarono sugli uccisi e  saccheggiarono la città, perché la loro sorella era stata disonorata. 28  Così essi presero i loro greggi, i loro armenti, i loro asini, tutto  ciò che era in città e tutto ciò che era nei campi, 29 e portarono via  come bottino tutte le loro ricchezze, tutti i loro piccoli, le loro  mogli e tutto ciò che si trovava nelle case. 30 Allora Giacobbe disse a  Simeone e a Levi: «Voi mi avete messo nei guai rendendomi odioso agli  abitanti del paese, ai Cananei e ai Perezei. Siccome noi siamo in pochi,  essi si raduneranno contro di me e mi daranno addosso, e io e la casa  mia saremo sterminati». 31 Ma essi risposero: «Doveva egli trattare  nostra sorella come una prostituta?».

Giacobbe fa rimuovere tutti gli idoli
  35:1 DIO disse a Giacobbe: «Levati, sali a Bethel e dimora là; e fa'  in quel luogo un altare al Dio che ti apparve, quando fuggivi davanti a  tuo fratello Esaù». 2 Allora Giacobbe disse alla sua famiglia e a tutti  quelli che erano con lui: «Rimuovete dal vostro mezzo gli dèi stranieri,  purificatevi e cambiate le vostre vesti; 3 poi leviamoci e andiamo a  Bethel, e io farò là un altare al Dio che mi esaudì nel giorno della mia  avversità e che è stato con me nel viaggio che ho fatto». 4 Allora essi  diedero a Giacobbe tutti gli dèi stranieri che avevano e gli orecchini  che portavano agli orecchi; e Giacobbe li nascose sotto la quercia che  si trova vicino a Sichem.

Giacobbe erige un altare a Bethel
5  Poi essi partirono e il terrore di DIO cadde su tutte le città intorno a  loro, così che non inseguirono i figli di Giacobbe. 6 Così Giacobbe  giunse a Luz, cioè Bethel, che è nel paese di Canaan, egli con tutta la  gente che era con lui. 7 E là egli costruì un altare e chiamò quel luogo  El-Bethel, perché là DIO gli era apparso, quando egli fuggiva davanti a  suo fratello. 8 Allora morì Debora, bàlia di Rebecca, e fu sepolta al  di sotto di Bethel, ai piedi della quercia, che fu chiamata  Allon-Bakuth. 9 DIO apparve ancora a Giacobbe, quando questi veniva da  Paddan-Aram, e lo benedisse. 10 E DIO gli disse: «Il tuo nome è  Giacobbe; tu non sarai più chiamato Giacobbe, ma il tuo nome sarà  Israele». E gli mise nome Israele. 11 Quindi DIO gli disse: «Io sono il  Dio onnipotente; sii fruttifero e moltiplica; una nazione, anzi un  insieme di nazioni discenderà da te, e dei re usciranno dai tuoi lombi;  12 e darò a te, e alla tua discendenza dopo di te, il paese che diedi ad  Abrahamo e a Isacco». 13 Poi DIO salì in alto da lui, dal luogo dove  gli aveva parlato. 14 Allora Giacobbe eresse una stele, una stele di  pietra, nel luogo dove Dio gli aveva parlato; e su di essa fece una  libazione e vi sparse sopra dell'olio. 15 E Giacobbe chiamò, il luogo  dove DIO gli aveva parlato, Bethel.

Nascita di Beniamino e morte di Rachele
16  Poi partirono da Bethel; mancava ancora un tratto di strada per  arrivare ad Efrata, quando Rachele partorì. Ella ebbe un travaglio  difficile; 17 e durante il difficile travaglio per partorire, la  levatrice le disse: «Non temere, perché anche questa volta hai un  figlio». 18 E mentre l'anima la lasciava (perché morì), gli pose nome  Ben-Oni, ma il padre lo chiamò Beniamino. 19 Così Rachele morì, e fu  sepolta sulla via di Efrata, (cioè di Betlemme). 20 E Giacobbe eresse  sulla sua tomba una stele. È la stele sulla tomba di Rachele che esiste  ancora oggi. 21 Poi Israele partì e piantò la tenda al di là di  Migdal-Eder. 22 E avvenne che, mentre Israele abitava in quel paese,  Ruben andò e si coricò con Bilhah, concubina di suo padre. E Israele lo  seppe.

I dodici figli di Giacobbe
23  Or i figli di Giacobbe erano dodici. I figli di Lea: Ruben, primogenito  di Giacobbe, Simeone, Levi, Giuda, Issacar, Zabulon. 24 I figli di  Rachele: Giuseppe e Beniamino. 25 I figli di Bilhah, serva di Rachele:  Dan e Neftali. 26 I figli di Zilpah, serva di Lea: Gad e Ascer. Questi  sono i figli di Giacobbe che gli nacquero in Paddan-Aram.

Morte di Isacco
27  Poi Giacobbe venne da Isacco suo padre a Mamre, a Kirjath-Arba, (cioè  Hebron), dove Abrahamo e Isacco avevano soggiornato. 28 Or Isacco visse  centottant'anni. 29 Così Isacco spirò, morì e fu riunito al suo popolo,  vecchio e sazio di giorni; ed Esaù e Giacobbe, suoi figli, lo  seppellirono.

Discendenza di Esaù
  36:1 Questa è la discendenza di Esaù, che è Edom. 2 Esaù prese le sue  mogli tra le figlie dei Cananei: Ada, figlia di Elon, lo Hitteo, e  Oholibamah, figlia di Anah, figlia di Tsibeon, lo Hivveo; 3 e Basemath,  figlia di Ismaele, sorella di Nebajoth. 4 Ada partorì ad Esaù, Elifaz; 5  Basemath partorì Reuel; e Oholibamah partorì Jeush, Jalam e Korah.  Questi sono i figli di Esaù che gli nacquero nel paese di Canaan.

Esaù si stabilisce sul monte Seir
6  Poi Esaù prese le sue mogli, i suoi figli, le sue figlie, tutte le  persone della sua casa, le sue greggi, tutto il suo bestiame e tutti i  suoi beni che aveva acquistato nel paese di Canaan, e se ne andò in un  paese, lontano da Giacobbe suo fratello, 7 poiché i loro possedimenti  erano troppo grandi perché essi potessero dimorare assieme; il paese nel  quale soggiornavano non era in grado di sostenerli, a motivo del loro  bestiame. 8 Così Esaù si stabilì sulla montagna di Seir; Esaù è Edom.

Discendenza dei figli di Esaù, e i capi discesi da loro
9  Questa è la discendenza di Esaù, padre degli Edomiti, sul monte Seir.  10 Questi sono i nomi dei figli di Esaù: Elifaz, figlio di Ada, moglie  di Esaù; Reuel, figlio di Basemath, moglie di Esaù. 11 I figli di Elifaz  furono: Teman, Omar, Tsefo, Gatam e Kenaz. 12 Or Timna era la concubina  di Elifaz, figlio di Esaù; ella partorì ad Elifaz, Amalek. Questi  furono i figli di Ada, moglie di Esaù. 13 Questi furono i figli di  Reuel: Nahath e Zerah, Shammah e Mizzah. Questi furono i figli di  Basemath, moglie di Esaù. 14 Questi furono i figli di Oholibamah, figlia  di Anah, figlia di Tsibeon, moglie di Esaù; ella partorì a Esaù: Jeush,  Jalam e Korah. 15 Questi furono i capi dei figli di Esaù: i figli di  Elifaz, primogenito di Esaù: il capo Teman, il capo Omar, il capo Tsefo,  il capo Kenaz, 16 il capo Korah, il capo Gatam e il capo Amalek; questi  furono i capi discesi da Elifaz, nel paese di Edom; essi furono i figli  di Ada. 17 Questi furono i figli di Reuel, figlio di Esaù: il capo  Nahath, il capo Zerah, il capo Shammah e il capo Mizzah; questi furono i  capi discesi da Reuel, nel paese di Edom; essi furono i figli di  Basemath, moglie di Esaù. 18 Questi furono i figli di Oholibamah, moglie  di Esaù; il capo Jeush, il capo Jalam e il capo Korah; essi furono i  capi discesi da Oholibamah, figlia di Anah, moglie di Esaù. 19 Questi  furono i figli di Esaù, che è Edom, e questi furono i loro capi.

I figli di Seir
20  Questi furono i figli di Seir, lo Horeo, che abitavano il paese: Lotan,  Shobal, Tsibeon, Anah, 21 Dishon, Etser e Dishan. Questi furono i capi  degli Horei, figli di Seir, nel paese di Edom. 22 I figli di Lotan  furono: Hori e Hemam; e la sorella di Lotan fu Timna. 23 Questi furono i  figli di Shobal: Alvan, Manahath, Ebal, Scefo e Onam. 24 Questi furono i  figli di Tsibeon: Aja e Anah. Questo è l'Anah che trovò le acque calde  nel deserto, mentre pascolava gli asini di Tsibeon suo padre. 25 Questi  furono i figli di Anah: Dishon e Oholibamah, figlia di Anah. 26 Questi  furono i figli di Dishon: Hemdan, Eshban, Ithran e Keran. 27 Questi  furono i figli di Etser: Bilhan, Zaavan e Akan. 28 Questi furono i figli  di Dishan: Uts e Aran. 29 Questi furono i capi degli Horei: il capo  Lothan, il capo Shobal, il capo Tsibeon, il capo Anah, 30 il capo  Dishon, il capo Etser, il capo Dishan. Questi furono i capi degli Horei,  i capi che essi ebbero nel paese di Seir.

I re di Edom e i capi discesi da Esaù
31  Questi furono i re che regnarono nel paese di Edom, prima che alcun re  regnasse sui figli d'Israele: 32 Bela, figlio di Beor, regnò in Edom, e  il nome della sua città fu Dinhabah. 33 Bela morì, e al suo posto regnò  Jobab, figlio di Zerah, da Botsrah. 34 Jobab morì, e al suo posto regnò  Husham, del paese dei Temaniti. 35 Husham morì, e al suo posto regnò  Hadad, figlio di Bedad, che sconfisse i Madianiti nei campi di Moab; e  il nome della sua città fu Avith. 36 Hadad morì, e al suo posto regnò  Samlah, da Masrekah. 37 Samlah morì, e al suo posto regnò Saul di  Rehoboth sul Fiume. 38 Saul morì, e al suo posto regnò Baal-Hanan,  figlio di Akbor. 39 Baal-Hanan, figlio di Akbor, morì e al suo posto  regnò Hadar. Il nome della sua città fu Pau, e il nome di sua moglie,  Mehetabel, figlia di Matred, figlia di Mezahab. 40 Questi furono i nomi  dei capi di Esaù, secondo le loro famiglie, secondo i loro territori,  coi loro nomi: il capo Timnah, il capo Alvah, il capo Jetheth, 41 il  capo Oholibamah, il capo Elah, il capo Pinon, 42 il capo Kenaz, il capo  Teman, il capo Mibtsar, 43 il capo Magdiel e il capo Iram. Questi furono  i capi di Edom secondo le loro dimore, nel paese che possedevano.  Questi fu Esaù, il padre degli Edomiti.

Predilezione di Giacobbe per Giuseppe
  37:1 Or Giacobbe dimorò nel paese dove suo padre aveva soggiornato,  nel paese di Canaan. 2 Questa è la discendenza di Giacobbe. Giuseppe,  all'età di diciassette anni, pascolava il gregge coi suoi fratelli; il  giovinetto stava con i figli di Bilhah e con i figli di Zilpah mogli di  suo padre. Or Giuseppe riferì al loro padre la mala fama che circolava  sul loro conto. 3 Or Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli,  perché era il figlio della sua vecchiaia; e gli fece una veste lunga  fino ai piedi. 4 Ma i suoi fratelli, vedendo che il loro padre lo amava  più di tutti gli altri fratelli, presero ad odiarlo e non gli potevano  parlare in modo amichevole.

I sogni di Giuseppe
5  Or Giuseppe fece un sogno e lo raccontò ai suoi fratelli; e questi lo  odiarono ancora di più. 6 Egli disse loro: «Udite, vi prego, il sogno  che ho fatto. 7 Noi stavamo legando dei covoni in mezzo al campo,  quand'ecco il mio covone si drizzò e rimase dritto, mentre i vostri  covoni si raccolsero e si inchinarono davanti al mio covone». 8 Allora i  suoi fratelli gli dissero: «Dovrai tu regnare su di noi, o dovrai tu  veramente dominarci?». E lo odiarono ancor di più, a motivo dei suoi  sogni e delle sue parole. 9 Egli fece ancora un altro sogno e lo  raccontò ai suoi fratelli, dicendo: «Ho fatto un altro sogno! Ed ecco il  sole, la luna e undici stelle si inchinavano davanti a me». 10 Egli lo  raccontò a suo padre e ai suoi fratelli; e suo padre lo rimproverò e gli  disse: «Cosa significa questo sogno che hai fatto? Dovremo proprio io,  tua madre e i tuoi fratelli venire a inchinarci fino a terra davanti a  te?». 11 E i suoi fratelli gli portavano invidia, ma suo padre serbava  la cosa dentro di sé.

Giuseppe gettato in un pozzo e venduto dai fratelli
12  Or i fratelli di Giuseppe erano andati a pascolare il gregge del padre a  Sichem. 13 E Israele disse a Giuseppe: «I tuoi fratelli non stanno  forse pascolando il gregge a Sichem? Vieni, che ti manderò da loro».  Egli rispose: «Eccomi». 14 Israele gli disse: «Va' a vedere se i tuoi  fratelli stanno bene e se il gregge va bene, e poi torna a riferirmelo».  Così lo mandò dalla valle di Hebron, ed egli arrivò a Sichem. 15 Mentre  egli vagava per la campagna, un uomo lo trovò e gli chiese: «Che  cerchi?». 16 Egli rispose: «Sto cercando i miei fratelli; per favore,  dimmi dove si trovano a pascolare». 17 Quell'uomo gli disse: «Son  partiti di qui, perché li ho sentiti dire: "Andiamo a Dothan"». Allora  Giuseppe andò in cerca dei suoi fratelli, e li trovò a Dothan. 18 Essi  lo scorsero da lontano e, prima che fosse loro vicino, complottarono  contro di lui per ucciderlo. 19 E dissero l'un l'altro: «Ecco che arriva  il sognatore! 20 Ora dunque venite, uccidiamolo e gettiamolo in un  pozzo; diremo poi che una bestia feroce lo ha divorato; così vedremo che  ne sarà dei suoi sogni». 21 Ruben udì questo e decise di liberarlo  dalle loro mani, e disse: «Non gli togliamo la vita». 22 Poi Ruben  aggiunse: «Non spargete sangue, ma gettatelo in questo pozzo nel deserto  e non colpitelo di vostra mano». Diceva così, per liberarlo dalle loro  mani e riportarlo a suo padre. 23 Quando Giuseppe fu giunto presso i  suoi fratelli, lo spogliarono della sua veste, della lunga veste fino ai  piedi che indossava; 24 poi lo presero e lo gettarono nel pozzo. Or il  pozzo era vuoto, senz'acqua dentro. 25 Poi si misero a sedere per  prendere cibo; ma, alzando gli occhi, ecco videro una carovana di  Ismaeliti, che veniva da Galaad coi loro cammelli carichi di spezie, di  balsamo e di mirra, in viaggio per portarli in Egitto. 26 Allora Giuda  disse ai suoi fratelli: «Che guadagno avremo a uccidere nostro fratello e  a nascondere il suo sangue? 27 Venite, vendiamolo agli Ismaeliti e non  lo colpisca la nostra mano, perché è nostro fratello, nostra carne». E i  suoi fratelli gli diedero ascolto. 28 Come quei mercanti Madianiti  passavano, essi sollevarono e tirarono Giuseppe fuori dal pozzo e lo  vendettero agli Ismaeliti per venti sicli d'argento. E questi condussero  Giuseppe in Egitto. 29 Or Ruben tornò al pozzo, ed ecco, Giuseppe non  era più nel pozzo. Allora egli si stracciò le vesti. 30 Poi tornò dai  suoi fratelli e disse: «Il fanciullo non c'è più; e io, dove andrò io?».

Giacobbe piange Giuseppe come morto
31  Così essi presero la lunga veste di Giuseppe, uccisero un capro e  immersero la veste nel sangue. 32 Poi portarono la lunga veste dal padre  e dissero: «Abbiamo trovato questo; vedi un po' se è la veste di tuo  figlio». 33 Ed egli la riconobbe e disse: «È la veste di mio figlio; lo  ha divorato una bestia feroce; certamente Giuseppe è stato sbranato». 34  Giacobbe allora si stracciò le vesti, si mise un cilicio ai fianchi e  fece cordoglio di suo figlio per molti giorni. 35 E tutti i suoi figli e  tutte le sue figlie vennero a consolarlo; ma egli rifiutò di essere  consolato e disse: «Io scenderò nello Sceol da mio figlio facendo  cordoglio». Così suo padre lo pianse. 36 Intanto i Madianiti vendettero  Giuseppe in Egitto a Potifar, ufficiale del Faraone e capitano delle  guardie.

Giuda e Tamar
  38:1 Or in quel tempo avvenne che Giuda lasciò i suoi fratelli per  andare a stare con un uomo di Adullam, di nome Hirah. 2 Qui Giuda vide  la figlia di un uomo Cananeo, chiamato Shua; la prese in moglie e si unì  a lei. 3 Ed ella concepì e partorì un figlio, che egli chiamò Er. 4 Poi  ella concepì nuovamente e partorì un figlio, che egli chiamò Onan. 5  Ella concepì ancora e partorì un figlio, che chiamò Scelah. Or Giuda era  a Kezib, quando ella lo partorì. 6 Poi Giuda prese per Er, suo  primogenito, una moglie di nome Tamar. 7 Ma Er, primogenito di Giuda,  era malvagio agli occhi dell'Eterno, e l'Eterno lo fece morire. 8 Allora  Giuda disse a Onan: «Va' dalla moglie di tuo fratello, sposala e  suscita una discendenza a tuo fratello». 9 Ma Onan, sapendo che quella  discendenza non sarebbe stata sua, quando si univa alla moglie di suo  fratello, disperdeva il suo seme per terra, per non dare discendenza al  fratello. 10 Ciò che egli faceva dispiacque agli occhi dell'Eterno, che  fece morire anche lui. 11 Allora Giuda disse a Tamar sua nuora: «Rimani  come vedova in casa di tuo padre, finché mio figlio Scelah sia  cresciuto». Perché pensava: «Temo che muoia anch'egli come i suoi  fratelli». Così Tamar se ne andò e dimorò in casa di suo padre. 12 Dopo  parecchio tempo, la moglie di Giuda, la figlia di Shua, morì; quando  ebbe terminato il cordoglio, Giuda salì da quelli che tosavano le sue  pecore a Timnah, egli col suo amico Hirah, l'Adullamita. 13 Di questo fu  informata Tamar, e le fu detto: «Ecco, tuo suocero sale a Timnah a  tosare le sue pecore». 14 Allora ella si tolse le vesti da vedova, si  coperse con un velo e si avvolse tutta; poi si pose a sedere alla porta  di Enaim, che è sulla strada verso Timnah; aveva infatti visto che  Scelah era ormai cresciuto, ma lei non gli era stata data in moglie. 15  Come Giuda la vide, pensò che ella fosse una prostituta, perché aveva il  viso coperto. 16 Quindi egli si accostò a lei sulla strada e le disse:  «Lasciami entrare da te». Non sapeva infatti che ella fosse sua nuora.  Lei rispose: «Che mi darai per entrare da me?». 17 Allora egli disse:  «Ti manderò un capretto del mio gregge». Ella chiese: «Mi dai un pegno  finché me lo manderai?». 18 Egli disse: «Che pegno ti devo dare?».  Quella rispose: «Il tuo sigillo, il tuo cordone e il bastone che hai in  mano». Egli glieli diede, entrò da lei, ed ella concepì da lui. 19 Poi  ella si levò e se ne andò; si tolse il velo e si rimise le sue vesti da  vedova. 20 Or Giuda mandò il capretto per mezzo del suo amico,  l'Adullamita, per poter ritirare il pegno dalle mani di quella donna; ma  egli non la trovò. 21 Allora domandò agli uomini del luogo dicendo:  «Dov'è quella prostituta che stava a Enaim, sulla strada?». Essi  risposero: «Non c'era alcuna prostituta qui». 22 Così egli ritornò da  Giuda e gli disse: «Non l'ho trovata; inoltre gli uomini del luogo mi  hanno detto: "Non c'era alcuna prostituta qui"». 23 Allora Giuda disse:  «Si tenga pure il pegno, che non abbiamo a incorrere nel disprezzo.  Ecco, io ho mandato questo capretto e tu non l'hai trovata». 24 Ora  circa tre mesi dopo vennero a dire a Giuda: «Tamar tua nuora si è  prostituita; e, a motivo della sua prostituzione, ella è pure incinta».  Allora Giuda disse: «Conducetela fuori e sia arsa!». 25 Come la  conducevano fuori, ella mandò a dire al suocero: «È l'uomo a cui  appartengono queste cose che mi ha resa incinta». E disse: «Vedi se puoi  riconoscere di chi siano queste cose: il sigillo, il cordone e il  bastone». 26 Giuda li riconobbe e disse: «Ella è più giusta di me,  perché io non l'ho data a Scelah mio figlio». Ed egli non ebbe più  rapporti con lei. 27 Quando venne il tempo in cui doveva partorire, ecco  che lei aveva in grembo due gemelli. 28 Mentre partoriva, uno di essi  mise fuori una mano, e la levatrice la prese e vi legò un filo  scarlatto, dicendo: «Questo è uscito per primo». 29 Ma egli ritirò la  sua mano, ed ecco uscì fuori suo fratello. Allora la levatrice disse:  «Come ti sei aperto una breccia?». Per questo motivo fu chiamato Perets.  30 Poi uscì suo fratello, che aveva attorno alla mano il filo  scarlatto; e fu chiamato Zerah.

Giuseppe in Egitto
  39:1 Or Giuseppe fu portato in Egitto; e Potifar, ufficiale del  Faraone, capitano delle guardie, un Egiziano, lo comprò dagli Ismaeliti  che lo avevano portato laggiù. 2 L'Eterno fu con Giuseppe; ed egli  prosperava e stava nella casa del suo padrone, l'Egiziano. 3 E il suo  padrone vide che l'Eterno era con lui, e che l'Eterno faceva prosperare  nelle sue mani tutto ciò che faceva. 4 Così Giuseppe trovò grazia agli  occhi di lui ed entrò al servizio personale di Potifar, che lo fece  soprintendente della sua casa e mise nelle sue mani tutto quanto  possedeva. 5 Dal momento che l'ebbe fatto soprintendente della sua casa e  di tutto quanto possedeva, l'Eterno benedisse la casa dell'Egiziano a  motivo di Giuseppe; e la benedizione dell'Eterno fu su tutto quanto egli  aveva, in casa e in campagna. 6 Così Potifar lasciò tutto quanto aveva  nelle mani di Giuseppe e non si preoccupava più di cosa alcuna, tranne  del suo proprio cibo. Or Giuseppe era bello di forma e di bell'aspetto. 7  Dopo queste cose, avvenne che la moglie del suo padrone mise gli occhi  su Giuseppe e gli disse: «Coricati con me». 8 Ma egli rifiutò e disse  alla moglie del suo padrone: «Ecco, il mio padrone non si preoccupa di  quanto ha lasciato in casa con me e ha messo nelle mie mani tutto quanto  ha. 9 Non c'è alcuno più grande di me in questa casa; egli non mi ha  proibito nulla tranne te, perché sei sua moglie. Come dunque potrei io  fare questo grande male e peccare contro Dio?». 10 Nonostante il fatto  che lei ne parlasse a Giuseppe ogni giorno, egli non acconsentì a  coricarsi con lei né a darsi a lei. 11 Un giorno avvenne che egli entrò  in casa per fare il suo lavoro, e non vi era in casa nessuno dei  domestici. 12 Allora ella lo afferrò per la veste, e gli disse:  «Coricati con me». Ma egli le lasciò in mano la sua veste, fuggì e corse  fuori. 13 Quando ella vide che egli le aveva lasciato in mano la sua  veste e che era fuggito fuori, 14 chiamò i suoi domestici, e disse loro:  «Vedete, egli ci ha portato in casa un Ebreo per prendersi giuoco di  noi; egli è venuto da me per coricarsi con me, ma io ho gridato a gran  voce. 15 Come egli mi ha udito alzare la voce e gridare, ha lasciato la  sua veste vicino a me, è fuggito ed è corso fuori». 16 Così ella tenne  accanto a sé la veste di lui, finché il suo padrone non fu tornato a  casa. 17 Allora ella gli parlò in questa maniera: «Quel servo Ebreo, che  tu ci hai portato, è venuto da me per prendersi giuoco di me. 18 Ma  come io ho alzato la voce e ho gridato, egli ha lasciato la sua veste  vicino a me ed è fuggito fuori». 19 Così, quando il suo padrone udì le  parole di sua moglie che gli parlava in questo modo dicendo: «Il tuo  servo mi ha fatto questo!», si accese d'ira. 20 Allora il padrone di  Giuseppe lo prese e lo mise in prigione, nel luogo dove erano rinchiusi i  carcerati del re. Egli rimase quindi in quella prigione. 21 Ma l'Eterno  fu con Giuseppe e usò verso di lui benevolenza, cattivandogli le grazie  del direttore della prigione. 22 Così il direttore della prigione  affidò a Giuseppe tutti i detenuti che erano nel carcere; ed egli era  responsabile di tutto quanto si faceva là dentro. 23 Il direttore della  prigione non controllava più nulla di quanto era affidato a Giuseppe,  perché l'Eterno era con lui, e l'Eterno faceva prosperare tutto quanto  egli faceva.

Giuseppe spiega i sogni del coppiere e del panettiere del Faraone
  40:1 Dopo queste cose, avvenne che il coppiere e il panettiere del re  di Egitto offesero il loro signore, il re d'Egitto. 2 E il Faraone si  adirò con i suoi due ufficiali, con il capocoppiere e il capopanettiere,  3 e li fece mettere in carcere, nella casa del capo delle guardie,  nella stessa prigione dove era rinchiuso Giuseppe. 4 E il capitano delle  guardie li affidò alla sorveglianza di Giuseppe il quale li assisteva.  Così essi rimasero in prigione per un certo tempo. 5 Nella stessa notte,  il coppiere e il panettiere del re d'Egitto, che erano rinchiusi nella  prigione, fecero entrambi un sogno, ciascuno il suo sogno, col suo  particolare significato. 6 Il mattino seguente, Giuseppe venne da loro, e  vide che erano preoccupati. 7 Allora egli interrogò gli ufficiali del  Faraone che erano con lui in prigione nella casa del suo padrone e  disse: «Perché avete oggi il viso così mesto?». 8 Essi gli risposero:  «Abbiamo fatto un sogno e non vi è alcuno che lo possa interpretare».  Allora Giuseppe disse loro: «Le interpretazioni non appartengono a DIO?  Raccontatemi i sogni, vi prego». 9 Così il capocoppiere raccontò il suo  sogno a Giuseppe e gli disse: «Nel mio sogno, ecco mi stava davanti una  vite; 10 e in quella vite vi erano tre tralci; appena ebbe messo i  germogli, fiorì e diede dei grappoli di uva matura. 11 Ora io avevo in  mano la coppa del Faraone; presi l'uva, la spremetti nella coppa del  Faraone e misi la coppa in mano del Faraone». 12 Giuseppe gli disse:  «Questa è l'interpretazione del sogno: i tre tralci sono tre giorni; 13  in capo a tre giorni il Faraone ti farà rialzare il capo, ti ristabilirà  nel tuo ufficio e tu darai in mano al Faraone la coppa, come facevi  prima, quando eri suo coppiere. 14 Ma ricordati di me quando sarai  felice; ti prego, usa benevolenza nei miei confronti, parlando di me al  Faraone, e fammi uscire da questa casa; 15 perché io fui portato via di  nascosto dal paese degli Ebrei, e anche qui non ho fatto nulla da essere  messo in questa prigione sotterranea». 16 Il capopanettiere, vedendo  che la interpretazione era favorevole, disse a Giuseppe: «Anch'io nel  mio sogno, ecco, avevo tre canestri di pane bianco sul capo; 17 e nel  canestro più alto vi era ogni sorta di vivande cotte al forno per il  Faraone; e gli uccelli le mangiavano dal canestro che avevo sul capo».  18 Allora Giuseppe rispose e disse: «Questa è l'interpretazione del  sogno: i tre canestri sono tre giorni; 19 in capo a tre giorni il  Faraone ti asporterà la testa dalle spalle, ti farà impiccare a un  albero, e gli uccelli ti mangeranno le carni addosso». 20 Ora il terzo  giorno, il giorno del compleanno del Faraone, avvenne che egli fece un  banchetto per tutti i suoi servi; e fece alzare il capo al capocoppiere e  alzare il capo al capopanettiere in mezzo ai suoi servi. 21 Così  ristabilì il capocoppiere nel suo ufficio di coppiere, perché mettesse  la coppa in mano del Faraone, 22 ma fece impiccare il capopanettiere  secondo la interpretazione che Giuseppe aveva loro data. 23 Il  capocoppiere però non si ricordò di Giuseppe, ma lo dimenticò.

Giuseppe spiega i sogni del Faraone
 41:1 Or avvenne, in capo a due interi anni, che il Faraone fece un  sogno. Egli stava presso il fiume, 2 ed ecco salire dal fiume sette  vacche, di bell'aspetto e grasse, e mettersi a pascolare tra i giunchi. 3  Dopo quelle, ecco salire dal fiume altre sette vacche brutte di aspetto  e scarne, e fermarsi accanto alle prime sulla riva del fiume. 4 Ora le  vacche brutte di aspetto e scarne divorarono le sette vacche di  bell'aspetto e grasse. Quindi il Faraone si svegliò. 5 Poi si  riaddormentò e sognò una seconda volta; ed ecco, sette spighe grosse e  belle, venir su da un unico stelo. 6 Poi ecco, sette spighe sottili e  arse dal vento orientale, germogliare dopo di quelle. 7 E le spighe  sottili inghiottirono le sette spighe grosse e piene. Allora il Faraone  si svegliò, ed ecco, era un sogno. 8 Al mattino il suo spirito era  turbato, e mandò a chiamare tutti i maghi e tutti i savi d'Egitto;  quindi il Faraone raccontò loro i suoi sogni, ma non ci fu alcuno che li  potesse interpretare al Faraone. 9 Allora il capocoppiere parlò al  Faraone, dicendo: «Ricordo oggi i miei falli. 10 Il Faraone si era  adirato con i suoi servi e mi aveva fatto mettere in prigione in casa  del capo delle guardie: me e il capopanettiere. 11 Entrambi facemmo un  sogno nella stessa notte, io e lui; ciascuno fece un sogno con il suo  proprio significato. 12 Ora con noi vi era un giovane ebreo, servo del  capo delle guardie; a lui raccontammo i nostri sogni, ed egli ce li  interpretò, dando a ciascuno l'interpretazione del suo sogno. 13 E le  cose avvennero esattamente secondo l'interpretazione da lui dataci: Il  Faraone ristabilì me nel suo ufficio e fece impiccare l'altro». 14  Allora il Faraone mandò a chiamare Giuseppe, che fu subito tratto fuori  dalla prigione sotterranea. Così egli si rase, si cambiò le vesti e  venne dal Faraone. 15 E il Faraone disse a Giuseppe: «Ho fatto un sogno e  non vi è alcuno che lo possa interpretare; ma ho sentito dire di te  che, quando hai udito un sogno tu lo puoi interpretare». 16 Giuseppe  rispose al Faraone, dicendo: «Non sono io; ma sarà DIO a dare una  risposta per il bene del Faraone». 17 Allora il Faraone disse a  Giuseppe: «Ecco nel mio sogno io stavo sulla riva del fiume, 18  quand'ecco salire dal fiume sette vacche grasse e di bell'aspetto e  mettersi a pascolare tra i giunchi. 19 Dopo quelle, ecco salire altre  sette vacche magre, bruttissime di aspetto e scarne, tali che non ne  vidi mai di così brutte in tutto il paese d'Egitto. 20 E le vacche magre  e brutte divorarono le prime sette vacche grasse; 21 ma anche dopo che  le ebbero divorate, nessuno poteva riconoscere che le avevano divorate,  perché esse erano di brutto aspetto come prima. Così mi svegliai. 22 Poi  vidi nel mio sogno sette spighe venir su da un unico stelo, piene e  belle; 23 ed ecco altre sette spighe avvizzite, sottili e arse dal vento  orientale, germogliare dopo quelle. 24 Quindi le spighe sottili  inghiottirono le sette spighe belle. Io ho raccontato questo ai maghi,  ma non vi è stato alcuno capace di darmi una spiegazione». 25 Allora  Giuseppe disse al Faraone: «I sogni del Faraone sono uno stesso sogno.  DIO ha mostrato al Faraone quello che sta per fare. 26 Le sette vacche  belle sono sette anni, e le sette spighe belle sono sette anni; è uno  stesso sogno. 27 Anche le sette vacche magre e brutte, che salivano dopo  di quelle, sono sette anni; come pure le sette spighe vuote e arse dal  vento orientale sono sette anni di carestia. 28 Questo è quello che ho  detto al Faraone: DIO ha mostrato al Faraone quello che sta per fare. 29  Ecco, stanno per venire sette anni di grande abbondanza in tutto il  paese di Egitto; 30 ma dopo questi verranno sette anni di carestia, e  tutta quell'abbondanza sarà dimenticata nel paese d'Egitto; e la  carestia consumerà il paese. 31 E nel paese non si ricorderà più la  precedente abbondanza, a motivo della carestia che seguirà, perché  questa sarà molto dura. 32 Il fatto poi che il sogno sia stato dato al  Faraone due volte vuol dire che la cosa è decretata da DIO, e DIO la  farà accadere presto. 33 Or dunque cerchi il Faraone un uomo  intelligente e savio e lo stabilisca sul paese d'Egitto. 34 Il Faraone  faccia così: costituisca sul paese dei soprintendenti per prelevare il  quinto dei prodotti del paese d'Egitto, durante i sette anni di  abbondanza. 35 Radunino essi tutti i viveri di queste annate buone che  stanno per venire e ammassino il grano sotto l'autorità del Faraone, e  lo conservino per l'approvvigionamento delle città. 36 Questi viveri  saranno una riserva per il paese, in vista dei sette anni di carestia  che verranno nel paese d'Egitto; così il paese non perirà per la  carestia».

Giuseppe viene fatto vicerè d'Egitto
37  La cosa piacque al Faraone e a tutti i suoi funzionari. 38 E il Faraone  disse ai suoi funzionari: «Potremmo noi trovare un uomo come questi, in  cui ci sia lo Spirito di DIO?». 39 Allora il Faraone disse a Giuseppe:  «Poiché DIO ti ha fatto conoscere tutto questo, non vi è alcuno che sia  intelligente e savio come te. 40 Tu sarai sopra la mia casa e tutto il  mio popolo obbedirà ai tuoi ordini; per il trono soltanto io sarò più  grande di te». 41 Il Faraone disse a Giuseppe: «Vedi, io ti stabilisco  su tutto il paese d'Egitto». 42 Poi il Faraone si tolse l'anello dalla  propria mano e lo mise alla mano di Giuseppe; lo fece vestire di abiti  di lino fino e gli mise al collo una collana d'oro. 43 Lo fece quindi  montare sul suo secondo carro, e davanti a lui si gridava: «In  ginocchio!». Così il Faraone lo costituì su tutto il paese d'Egitto. 44  Inoltre il Faraone disse a Giuseppe: «Il Faraone sono io ma, senza di  te, nessuno alzerà la mano o il piede in tutto il paese d'Egitto». 45 E  il Faraone chiamò Giuseppe col nome di Tsofnath-Paneah, e gli diede in  moglie Asenath figlia di Potiferah, sacerdote di On. E Giuseppe partì  per visitare il paese d'Egitto. 46 Ora Giuseppe aveva trent'anni quando  si presentò davanti al Faraone, re d'Egitto. Quindi Giuseppe lasciò la  presenza del Faraone e percorse tutto il paese d'Egitto. 47 Durante i  sette anni di abbondanza, la terra produsse copiosamente; 48 e Giuseppe  radunò tutti i viveri di quei sette anni prodotti nel paese d'Egitto e  ripose i viveri nelle città; in ogni città ripose i viveri del  territorio circonvicino. 49 Così Giuseppe ammassò grano come la sabbia  del mare, in così gran quantità, che si smise di tenere i conti perché  era incalcolabile.

Nascita dei figli di Giuseppe. Inizio della carestia
50  Prima che venisse l'anno della carestia, nacquero a Giuseppe due figli  che Asenath, figlia di Potiferah, sacerdote di On, gli partorì. 51  Giuseppe chiamò il primogenito Manasse, perché disse: «DIO mi ha fatto  dimenticare ogni mio affanno e tutta la casa di mio padre». 52 Al  secondo invece pose nome Efraim, perché disse: «DIO mi ha reso  fruttifero nel paese della mia afflizione». 53 I sette anni di  abbondanza che vi furono nel paese d'Egitto finirono, 54 e cominciarono a  venire i sette anni di carestia, come Giuseppe aveva detto. Ci fu  carestia in tutti i paesi, ma in tutto il paese d'Egitto vi era del  pane. 55 Poi tutto il paese d'Egitto cominciò ad aver fame, e il popolo  gridò al Faraone per aver del pane. Allora il Faraone disse a tutti gli  Egiziani: «Andate da Giuseppe, e fate quello che vi dirà». 56 La  carestia si era sparsa sulla superficie di tutto il paese, e Giuseppe  aperse tutti i depositi e vendé grano agli Egiziani. Ma la carestia si  aggravò nel paese d'Egitto. 57 Così la gente di tutti i paesi veniva in  Egitto da Giuseppe per comprare del grano, perché la carestia era grave  in tutta la terra.

I figli di Giacobbe, mandati in Egitto, sono riconosciuti da Giuseppe
 42:1 Or Giacobbe, venendo a sapere che vi era del grano in Egitto,  disse ai suoi figli: «Perché vi state a guardare l'un l'altro?». 2 Poi  disse: «Ecco, ho sentito dire che vi è del grano in Egitto; andate  laggiù a comprare del grano per noi, affinché possiamo vivere e non  abbiamo a morire». 3 Così i dieci fratelli di Giuseppe scesero in Egitto  per comprarvi del grano. 4 Ma Giacobbe non mandò Beniamino, fratello di  Giuseppe, con i suoi fratelli, perché diceva: «Che non gli succeda  qualche disgrazia». 5 I figli di Israele giunsero dunque per comprare  del grano, in mezzo agli altri arrivati, perché nel paese di Canaan vi  era la carestia. 6 Or Giuseppe era il governatore del paese; era lui che  vendeva il grano a tutta la gente del paese; e i fratelli di Giuseppe  vennero e si prostrarono davanti a lui con la faccia a terra. 7 Giuseppe  vide i suoi fratelli e li riconobbe, ma si comportò come un forestiero  con loro e usò parole dure con loro, e disse loro: «Da dove venite?».  Essi risposero: «Dal paese di Canaan per comperare viveri». 8 Così  Giuseppe riconobbe i suoi fratelli, ma essi non riconobbero lui. 9  Giuseppe allora si ricordò dei sogni che aveva fatto intorno a loro e  disse: «Voi siete delle spie! Siete venuti per vedere i punti indifesi  del paese!». 10 Essi gli risposero: «No, signor mio; i tuoi servi son  venuti a comperare dei viveri. 11 Siamo tutti figli di uno stesso uomo;  siamo gente onesta; i tuoi servi non sono delle spie». 12 Ma egli disse  loro: «No, voi siete venuti per vedere i punti indifesi del paese!». 13  Allora essi dissero: «Noi, tuoi servi, siamo dodici fratelli, figli di  uno stesso uomo nel paese di Canaan. Ed ecco, il più giovane è oggi con  nostro padre, e uno non è più». 14 Ma Giuseppe disse loro: «La cosa è  come vi ho detto; siete delle spie! 15 Ecco come sarete messi alla  prova: Com'è vero che il Faraone vive, non uscirete di qui prima che il  vostro fratello più giovane sia venuto qui. 16 Mandate uno di voi a  prendere il vostro fratello; e voi resterete qui in carcere, perché le  vostre parole siano messe alla prova, e si veda se c'è del vero in voi;  altrimenti com'è vero che il Faraone vive, siete delle spie!». 17 Così  li mise assieme in prigione per tre giorni.

Giuseppe pretende che gli portino Beniamino
18  Il terzo giorno, Giuseppe disse loro: «Fate questo e vivrete; io temo  DIO! 19 Se siete gente onesta, uno di voi fratelli resti qui incatenato  nella nostra prigione, e voi andate a portare il grano per la vostra  famiglia che muore di fame; 20 poi conducetemi il vostro fratello più  giovane; così le vostre parole saranno verificate e voi non morrete». Ed  essi fecero così. 21 Allora si dicevano l'un l'altro: «Noi siamo  veramente colpevoli nei confronti di nostro fratello, perché vedemmo  l'angoscia dell'anima sua quando egli ci supplicava, ma non gli demmo  ascolto! Ecco perché ci è venuta addosso questa sventura». 22 Ruben  rispose loro, dicendo: «Non ve lo dicevo io: "Non commettete questo  peccato contro il fanciullo!"? Ma non mi deste ascolto. Perciò ecco, ora  ci si chiede conto del suo sangue». 23 Essi non sapevano che Giuseppe  li capiva, perché fra lui e loro vi era un interprete. 24 Allora egli si  allontanò da loro e pianse. Poi ritornò presso di loro e parlò loro; e  prese fra loro Simeone e lo fece incatenare sotto i loro occhi. 25 Poi  Giuseppe ordinò di riempire di grano i loro sacchi e di rimettere il  denaro di ciascuno nel suo sacco, e di dare loro provviste per il  viaggio. E così fu fatto. 26 Essi caricarono quindi il loro grano sui  loro asini e se ne andarono. 27 Ora, nel luogo dove pernottavano, uno di  essi aperse il suo sacco per dare del foraggio al suo asino e vide il  proprio denaro; ed ecco che stava alla bocca del suo sacco; 28 così  disse ai suoi fratelli: «Il mio denaro mi è stato restituito; eccolo qui  nel mio sacco». Allora il cuore venne loro meno e, tutti spaventati,  dicevano l'un l'altro: «Che è mai questo che DIO ci ha fatto?».

Giacobbe rifiuta di mandare Beniamino
29  Così giunsero da Giacobbe, loro padre, nel paese di Canaan e gli  raccontarono tutto quanto era loro accaduto, dicendo: 30 «L'uomo, che è  il signore del paese, ci ha parlato aspramente e ci ha trattato come  spie del paese. 31 E noi abbiamo detto: "Siamo gente onesta; non siamo  delle spie; 32 siamo dodici fratelli, figli di nostro padre; uno non è  più, e il più giovane è oggi con nostro padre nel paese di Canaan". 33  Ma quell'uomo, signore del paese, ci ha detto: "Da questo conoscerò se  siete gente onesta: lasciate presso di me uno dei vostri fratelli,  prendete dei viveri per la vostra famiglia che muore di fame e andate;  34 poi portatemi il vostro fratello più giovane. Così conoscerò che non  siete delle spie ma gente onesta; io vi renderò il vostro fratello, e  voi potrete commerciare nel paese"». 35 Or come essi vuotavano i loro  sacchi, ecco che l'involto del denaro di ciascuno era nel suo sacco;  così essi e il loro padre videro gli involti del loro denaro e furono  presi da paura. 36 Allora Giacobbe, loro padre, disse: «Voi mi avete  privato dei miei figli! Giuseppe non è più, Simeone non è più, e mi  volete togliere anche Beniamino! Tutto questo ricade su di me!». 37  Ruben disse a suo padre: «Se non te lo riporto, fa' morire i miei due  figli. Affidalo a me, io te lo ricondurrò». 38 Ma Giacobbe rispose: «Il  mio figlio non scenderà con voi, perché il suo fratello è morto e questi  solo è rimasto: se gli succedesse qualche disgrazia durante il viaggio  fareste scendere nel dolore la mia canizie alla tomba».

Giacobbe acconsente con dolore alla partenza di Beniamino
 43:1 Or la carestia era grave nel paese; 2 e quando ebbero finito di  mangiare il grano che avevano portato dall'Egitto, il padre disse loro:  «Ritornate a comprarci un po' di viveri». 3 Ma Giuda gli rispose  dicendo: «Quell'uomo ci ha formalmente messi in guardia dicendo: "Non  vedrete la mia faccia, se il vostro fratello non sarà con voi". 4 Se tu  mandi il nostro fratello con noi, noi scenderemo e ti compreremo dei  viveri; 5 ma se non lo mandi non scenderemo, perché quell'uomo ci ha  detto: "Non vedrete la mia faccia, a meno che il vostro fratello non  sarà con voi"». 6 Allora Israele disse: «Perché mi avete dato questo  dolore di dire a quell'uomo che avevate ancora un fratello?». 7 Quelli  risposero: «Quell'uomo ci interrogò con molta accuratezza intorno a noi e  al nostro parentado, dicendo: "Vostro padre è ancora vivo? Avete  qualche altro fratello?". E noi gli rispondemmo in base a queste sue  domande. Potevamo noi mai sapere che ci avrebbe detto: "Portate quaggiù  il vostro fratello"?». 8 Poi Giuda disse a Israele suo padre: «Lascia  venire il fanciullo con me, e ci leveremo e andremo perché possiamo  vivere e non morire, sia noi che tu e i nostri piccoli. 9 Io mi rendo  garante di lui; ne domanderai conto alla mia mano. Se non te lo  riconduco e non te lo rimetto davanti, ne porterò la colpa davanti a te  per sempre. 10 Se non ci fossimo indugiati, a quest'ora saremmo già  tornati per la seconda volta». 11 Allora Israele, loro padre, disse  loro: «Se è così, fate questo: prendete nei vostri sacchi alcuni dei  prodotti migliori del paese, e portate a quell'uomo un dono: un po' di  balsamo, un po' di miele, degli aromi e della mirra, dei pistacchi e  delle mandorle. 12 Prendete con voi doppio denaro e riportate il denaro  che fu rimesso alla bocca dei vostri sacchi; forse è stato uno sbaglio.  13 Prendete anche vostro fratello, e levatevi, tornate da quell'uomo; 14  e il Dio onnipotente vi faccia trovare grazia davanti a quell'uomo,  così che egli vi rilasci l'altro vostro fratello e Beniamino. Quanto a  me, se devo essere privato dei miei figli, che lo sia!».

L'accoglienza fatta da Giuseppe a Beniamino
15  Essi dunque presero il dono, e presero con sé il doppio del denaro e  Beniamino; quindi si levarono e scesero in Egitto, e si presentarono  davanti a Giuseppe. 16 Quando Giuseppe vide Beniamino con loro, disse al  maggiordomo di casa sua: «Conduci questi uomini in casa, uccidi un  animale e prepara un banchetto, perché questi uomini mangeranno con me a  mezzogiorno». 17 Or l'uomo fece come Giuseppe gli aveva ordinato e li  condusse in casa di Giuseppe. 18 Ma essi ebbero paura, perché erano  condotti in casa di Giuseppe, e dissero: «Siamo condotti qui a motivo di  quel denaro che ci fu rimesso nei sacchi la prima volta, per trovare  un'occasione contro di noi, piombarci addosso e prenderci come schiavi  coi nostri asini». 19 E, accostatisi al maggiordomo della casa di  Giuseppe parlarono con lui sulla porta di casa e dissero: 20 «Mio  signore, noi scendemmo in realtà una prima volta a comperare viveri; 21 e  avvenne che, quando fummo giunti al luogo dove pernottammo, aprimmo i  sacchi, ed ecco il denaro di ciascuno stava alla bocca del suo sacco; il  nostro denaro col suo peso esatto; ora lo abbiamo riportato con noi. 22  E abbiamo portato con noi dell'altro denaro per comperare viveri; noi  non sappiamo chi possa aver messo il nostro denaro nei nostri sacchi».  23 Ma egli disse: «Datevi pace, non temete; il DIO vostro e il DIO di  vostro padre ha messo un tesoro nei vostri sacchi. Io ebbi il vostro  denaro». Poi condusse loro Simeone. 24 Quell'uomo li fece entrare in  casa di Giuseppe, diede loro dell'acqua affinché si lavassero i piedi e  diede del foraggio ai loro asini. 25 Allora essi prepararono il regalo,  aspettando che Giuseppe venisse a mezzogiorno, perché avevano inteso che  sarebbero rimasti a mangiare in quel luogo. 26 Quando Giuseppe arrivò a  casa, essi gli presentarono il dono che avevano portato con sé in casa,  e si inchinarono fino a terra davanti a lui. 27 Egli domandò loro come  stessero e disse: «Vostro padre, il vecchio di cui mi parlaste, sta  bene? È ancora in vita?». 28 Essi risposero: «Il tuo servo, nostro  padre, sta bene; è ancora in vita». E si inchinarono per rendergli  riverenza. 29 Poi Giuseppe alzò gli occhi, vide suo fratello Beniamino,  figlio di sua madre, e disse: «È questi il vostro fratello più giovane  di cui mi parlaste?». E aggiunse: «DIO ti sia propizio, figlio mio!». 30  Allora Giuseppe si affrettò ad uscire, perché si era profondamente  commosso a motivo di suo fratello, e cercava un luogo dove piangere.  Entrò così nella sua camera e lì pianse. 31 Poi si lavò la faccia ed  uscì; e, facendosi forza, disse: «Servite il pranzo». 32 Fu dunque  servito per lui a parte, per loro a parte e per gli Egiziani che  mangiavano con lui a parte, perché gli Egiziani non possono mangiare con  gli Ebrei; ciò sarebbe cosa abominevole per gli Egiziani. 33 Così essi  si misero a sedere davanti a lui: il primogenito secondo il suo diritto  di primogenitura e il più giovane secondo la sua età; e si guardavano  l'un l'altro con meraviglia. 34 E Giuseppe fece loro portare delle  porzioni dalla sua stessa tavola; ma la porzione di Beniamino era cinque  volte maggiore di quella di ogni altro di loro. E bevvero e stettero  allegri con lui.

Giuseppe fa mettere la coppa nel sacco di Beniamino
 44:1 Giuseppe diede quest'ordine al maggiordomo di casa sua dicendo:  «Riempi i sacchi di questi uomini di tanti viveri quanti ne possono  portare e metti il denaro di ciascuno alla bocca del suo sacco. 2  Inoltre metti la mia coppa, la coppa d'argento, alla bocca del sacco del  più giovane, assieme al denaro del suo grano». Ed egli fece come  Giuseppe aveva detto. 3 La mattina, non appena fu giorno, quegli uomini  furono fatti partire coi loro asini. 4 Erano appena usciti dalla città e  non erano ancora lontani, quando Giuseppe disse al maggiordomo di casa  sua: «Levati, insegui quegli uomini e, quando li avrai raggiunti, di'  loro: "Perché avete reso male per bene? 5 Non è quella la coppa in cui  il mio signore beve, e della quale si serve per indovinare? Avete fatto  male a fare così"». 6 Egli li raggiunse e disse loro queste parole. 7  Essi allora gli risposero: «Perché il mio signore ci rivolge parole come  queste? Lungi dai tuoi servi il fare una tale cosa! 8 Ecco, noi ti  abbiamo riportato dal paese di Canaan il denaro che avevamo trovato alla  bocca dei nostri sacchi; come avremmo potuto rubare dell'argento o  dell'oro dalla casa del tuo signore? 9 Quello dei tuoi servi presso il  quale si troverà la coppa, sia messo a morte; e noi pure diventeremo  schiavi del tuo signore». 10 Egli disse: «Ebbene, sia fatto come dite:  colui presso il quale la coppa si troverà sarà mio schiavo; e voi sarete  innocenti». 11 Così ciascuno di loro si affrettò a mettere a terra il  suo sacco, e ciascuno aprì il suo. 12 Il maggiordomo li frugò,  cominciando col maggiore, per finire col più giovane; e la coppa fu  trovata nel sacco di Beniamino. 13 Allora essi si stracciarono le vesti,  ricaricarono ciascuno il suo asino e tornarono nella città. 14 Giuda e i  suoi fratelli arrivarono alla casa di Giuseppe, che si trovava ancora  là, e si gettarono a terra davanti a lui. 15 E Giuseppe disse loro: «Che  azione è questa che avete fatto? Non lo sapete che un uomo come me è in  grado di indovinare?». 16 Giuda rispose: «Che diremo al mio signore?  Quali parole useremo, o come ci potremo giustificare? DIO ha ritrovato  l'iniquità dei tuoi servi. Ecco, siamo schiavi del mio signore, tanto  noi quanto colui in mano del quale è stata trovata la coppa». 17 Ma  Giuseppe disse: «Lungi da me il fare questo! L'uomo, in mano del quale è  stata trovata la coppa, sarà mio schiavo; quanto a voi, ritornate in  pace da vostro padre».

Giuda supplica Giuseppe di lasciar tornare Beniamino dal padre
18  Allora Giuda si accostò a Giuseppe e disse: «Di grazia, signor mio,  permetti al tuo servo di far udire una parola al mio signore, e non si  accenda l'ira tua contro il tuo servo, perché tu sei come il Faraone. 19  Il mio signore interrogò i suoi servi, dicendo: "Avete voi padre o  fratello?". 20 E noi rispondemmo al mio signore: "Abbiamo un padre che è  vecchio con un giovane figlio, natogli nella vecchiaia; suo fratello è  morto, così egli è rimasto l'unico figlio di sua madre; e suo padre  l'ama". 21 Allora tu dicesti ai tuoi servi: "Portatemelo, perché lo  possa vedere coi miei occhi". 22 E noi dicemmo al mio signore: "Il  fanciullo non può lasciare suo padre, perché se lo dovesse lasciare, suo  padre morrebbe". 23 Ma tu dicesti ai tuoi servi: "Se il vostro fratello  più giovane non scende con voi, voi non vedrete più la mia faccia". 24  Così quando fummo risaliti dal tuo servo, mio padre, gli riferimmo le  parole del mio signore. 25 Allora nostro padre disse: "Tornate a  comperarci un po' di viveri". 26 Noi rispondemmo: "Non possiamo scendere  laggiù; solo se il nostro fratello più giovane verrà con noi,  scenderemo; perché non possiamo vedere la faccia di quell'uomo, se il  nostro fratello più giovane non è con noi". 27 E il tuo servo, mio  padre, ci rispose: "Voi sapete che mia moglie mi partorì due figli; 28  uno di essi mi lasciò, e io dissi: Certo, egli è stato sbranato; e non  l'ho più rivisto da allora; 29 or se mi togliete anche questi e se gli  avviene qualche disgrazia, voi farete scendere nel dolore la mia canizie  nella tomba". 30 Or dunque, quando giungerò dal tuo servo, mio padre,  se il fanciullo non è con noi, poiché la sua vita è legata a quella del  fanciullo, 31 avverrà che, appena avrà visto che il fanciullo non è con  noi, egli morirà; e i tuoi servi avranno fatto scendere nel dolore la  canizie del tuo servo, nostro padre, nella tomba. 32 Ora, siccome il tuo  servo si è reso garante del fanciullo presso mio padre e gli ha detto:  "Se non te lo riconduco sarò per sempre colpevole verso mio padre", 33  deh, permetti ora che il tuo servo rimanga schiavo del mio signore al  posto del fanciullo, e che il fanciullo se ne torni con i suoi fratelli.  34 Perché, come potrei ritornare da mio padre, se il fanciullo non è  con me? Ah, che io non veda il dolore che coglierebbe mio padre!».

Giuseppe si fa conoscere ai suoi fratelli
 45:1 Allora Giuseppe non poté più contenersi di fronte a tutti gli  astanti e gridò: «Fate uscire tutti dalla mia presenza!». Così nessuno  rimase con Giuseppe quando egli si fece conoscere ai suoi fratelli. 2 E  pianse così forte che gli Egiziani stessi lo udirono, e lo venne a  sapere anche la casa del Faraone. 3 Quindi Giuseppe disse ai suoi  fratelli: «Io sono Giuseppe; è mio padre ancora in vita?». Ma i suoi  fratelli non gli potevano rispondere perché erano sgomenti alla sua  presenza. 4 Allora Giuseppe disse ai suoi fratelli: «Deh, avvicinatevi a  me!». Quelli si avvicinarono, ed egli disse: «Io sono Giuseppe, vostro  fratello, che voi vendeste perché fosse condotto in Egitto. 5 Ma ora non  vi contristate e non vi dispiaccia di avermi venduto perché io fossi  condotto quaggiù, poiché DIO mi ha mandato davanti a voi per conservarvi  la vita. 6 Infatti è già due anni che vi è carestia nel paese; e vi  saranno altri cinque anni, durante i quali non vi sarà né aratura né  messe. 7 Ma DIO mi ha mandato davanti a voi, perché sia conservato per  voi un residuo sulla terra, e per salvarvi la vita con una grande  liberazione. 8 Non siete dunque voi che mi avete mandato qui, ma è DIO;  egli mi ha stabilito come padre del Faraone, come signore di tutta la  sua casa e governatore di tutto il paese d'Egitto. 9 Affrettatevi a  ritornare da mio padre e ditegli: "Così dice tuo figlio Giuseppe: DIO mi  ha stabilito come signore di tutto l'Egitto; scendi da me, non tardare;  10 tu dimorerai nel paese di Goscen e sarai vicino a me: tu e i tuoi  figli, i figli dei tuoi figli, le tue greggi, i tuoi armenti e tutto  quello che possiedi. 11 E là io ti sostenterò, perché ci saranno ancora  cinque anni di carestia, affinché tu non sia ridotto in miseria: tu, la  tua famiglia e tutto quello che possiedi". 12 Ed ecco, i vostri occhi e  gli occhi di mio fratello Beniamino vedono che è la mia bocca quella che  vi parla. 13 Raccontate dunque a mio padre tutta la mia gloria in  Egitto e tutto quello che avete visto, e affrettatevi a condurre mio  padre quaggiù». 14 Poi si gettò al collo di suo fratello Beniamino e  pianse, e Beniamino pianse stretto al suo collo. 15 Egli baciò pure  tutti i suoi fratelli e pianse stretto a loro. Dopo questo, i suoi  fratelli si misero a parlare con lui.

Il Faraone favorisce i piani di Giuseppe
16  Il rumore della cosa si sparse nella casa del Faraone, e si disse:  «Sono arrivati i fratelli di Giuseppe». Questo fece piacere al Faraone e  ai suoi servi. 17 Allora il Faraone disse a Giuseppe: «Di' ai tuoi  fratelli: "Fate questo: Caricate le vostre bestie e andate; tornate nel  paese di Canaan. 18 Poi prendete vostro padre e le vostre famiglie, e  venite da me; io vi darò il meglio del paese d'Egitto e mangerete i  prodotti migliori del paese". 19 Tu hai l'ordine di dir loro: "Fate  questo: Prendete con voi dal paese di Egitto dei carri per i vostri  piccoli e per le vostre mogli; prendete vostro padre e venite. 20 E non  preoccupatevi per le vostre masserizie, perché il meglio di tutto il  paese d'Egitto sarà vostro"». 21 I figli di Israele fecero così, e  Giuseppe diede loro dei carri, secondo l'ordine del Faraone, e diede  loro delle provviste per il viaggio. 22 A tutti diede un abito di  ricambio per ciascuno; ma a Beniamino diede trecento sicli d'argento e  cinque mute di vestiti; 23 e a suo padre mandò questo: dieci asini  carichi delle migliori cose d'Egitto, dieci asine cariche di grano, di  pane e di viveri per suo padre durante il viaggio. 24 Così congedò i  suoi fratelli e, mentre essi partivano, disse loro: «Non fate litigi per  la strada». 25 Allora essi risalirono dall'Egitto e arrivarono nel  paese di Canaan da Giacobbe, loro padre. 26 E gli riferirono ogni cosa,  dicendo: «Giuseppe è ancora in vita, ed è il governatore di tutto il  paese d'Egitto». Ma il suo cuore rimase freddo, perché egli non credeva  loro. 27 Quando però essi gli riferirono tutte le parole che Giuseppe  aveva loro detto ed egli vide i carri che Giuseppe aveva mandato per  condurlo via, allora lo spirito di Giacobbe loro padre si ravvivò, e  Israele disse: «Basta; il mio figlio Giuseppe è ancora in vita; io andrò  a vederlo prima di morire».

Dio appare a Giacobbe e Giacobbe scende in Egitto
 46:1 Israele dunque partì con tutto quello che aveva e, giunto a  Beer-Sceba, offrì sacrifici al DIO di suo padre Isacco. 2 E DIO parlò a  Israele in visioni notturne e disse: «Giacobbe, Giacobbe!». Egli  rispose: «Eccomi». 3 Dio allora disse: «Io sono Dio, il DIO di tuo  padre; non temere di scendere in Egitto, perché là ti farò diventare una  grande nazione. 4 Io scenderò con te in Egitto e ti farò anche  sicuramente risalire; e Giuseppe ti chiuderà gli occhi». 5 Allora  Giacobbe partì da Beer-Sceba, e i figli di Israele fecero salire  Giacobbe loro padre, i loro piccoli e le loro mogli sui carri che il  Faraone aveva mandato per trasportarlo. 6 Così essi presero il loro  bestiame e i beni che avevano acquistato nel paese di Canaan e vennero  in Egitto, Giacobbe e tutti i suoi discendenti con lui. 7 Egli condusse  con sé in Egitto i suoi figli, i figli dei suoi figli, le sue figlie, le  figlie dei suoi figli e tutti i suoi discendenti.

I discendenti di Giacobbe che scesero in Egitto
8  Questi sono i nomi dei figli di Israele che vennero in Egitto: Giacobbe  e i suoi figli. Il primogenito di Giacobbe: Ruben. 9 I figli di Ruben:  Hanok, Pallu, Hetsron e Karmi. 10 I figli di Simeone: Jemuel, Jamin,  Ohad, Jakin, Tsohar e Saul, figlio di una Cananea. 11 I figli di Levi:  Ghershom, Kehath e Merari. 12 I figli di Giuda: Er, Onan, Scelah, Perets  e Zerah; (ma Er e Onan morirono nel paese di Canaan). I figli di Perets  furono: Hetsron e Hamul. 13 I figli di Issacar: Tola, Puvah, Job e  Scimron. 14 I figli di Zabulon: Sered, Elon e Jahleel. 15 Codesti furono  i figli che Lea partorì a Giacobbe a Paddan-Aram, oltre sua figlia  Dina. I suoi figli e le sue figlie erano in tutto trentatré persone. 16 I  figli di Gad: Tsifion, Haggi, Shuni, Etsbon, Eri, Arodi e Areli. 17 I  figli di Ascer: Jmna, Jshua, Jshni, Beriah e Serah loro sorella. E i  figli di Beriah: Heber e Malkiel. 18 Codesti furono i figli di Zilpah  che Labano aveva dato a Lea sua figlia; ed essa li partorì a Giacobbe:  in tutto sedici persone. 19 I figli di Rachele, moglie di Giacobbe:  Giuseppe e Beniamino. 20 E a Giuseppe, nel paese d'Egitto, nacquero  Manasse ed Efraim, che gli partorì Asenath, figlia di Potiferah,  sacerdote di On. 21 I figli di Beniamino: Belah, Beker, Ashbel, Ghera,  Naaman, Ehi, Rosh, Muppim, Huppim e Ard. 22 Questi furono i figli di  Rachele che nacquero a Giacobbe: in tutto quattordici persone. 23 Il  figlio di Dan: Huscim. 24 I figli di Neftali: Jahtseel, Guni, Jetser e  Scillem. 25 Questi furono i figli di Bilhah che Labano aveva dato a  Rachele sua figlia, ed essa li partorì a Giacobbe: in tutto sette  persone. 26 Le persone che vennero con Giacobbe in Egitto, discendenti  da lui, senza contare le mogli dei figli di Giacobbe, erano in tutto  sessantasei. 27 I figli di Giuseppe, che gli nacquero in Egitto, erano  due. Tutte le persone della famiglia di Giacobbe che vennero in Egitto  erano in totale settanta.

Giuseppe va incontro a suo padre
28  Or Giacobbe mandò Giuda davanti a sé da Giuseppe, perché lo  introducesse nel paese di Goscen. Così essi giunsero nel paese di  Goscen. 29 Allora Giuseppe fece attaccare il suo carro e salì a Goscen  incontro a Israele, suo padre; appena lo vide, gli si gettò al collo e  pianse lungamente stretto al suo collo. 30 E Israele disse a Giuseppe:  «Ora lascia pure che io muoia, poiché ho visto la tua faccia, e tu sei  ancora in vita». 31 Allora Giuseppe disse ai suoi fratelli e alla  famiglia di suo padre: «Io salirò a informare il Faraone e gli dirò: "I  miei fratelli e la famiglia di mio padre, che erano nel paese di Canaan,  sono venuti da me. 32 Essi sono pastori, perché sono sempre stati  allevatori di bestiame, e hanno portato con sé le loro greggi, i loro  armenti e tutto quello che posseggono". 33 Quando il Faraone vi farà  chiamare e vi dirà: "Qual è la vostra occupazione?", voi risponderete:  34 "I tuoi servi sono stati allevatori di bestiame dalla loro  fanciullezza fino ad ora, tanto noi che i nostri padri", perché possiate  abitare nel paese di Goscen. Poiché gli Egiziani hanno in abominio  tutti i pastori».

La famiglia di Giacobbe si stabilisce nel paese di Goscen
 47:1 Giuseppe andò quindi a informare il Faraone e gli disse: «Mio  padre e i miei fratelli con le loro greggi, con i loro armenti e con  tutto quello che hanno, sono venuti dal paese di Canaan; ed ecco, sono  nel paese di Goscen». 2 Quindi prese cinque uomini tra i suoi fratelli e  li presentò al Faraone. 3 Allora il Faraone disse ai fratelli di  Giuseppe: «Qual è la vostra occupazione?». Essi risposero al Faraone: «I  tuoi servi sono pastori, tanto noi che i nostri padri». 4 Poi dissero  al Faraone: «Siamo venuti per dimorare in questo paese, perché non vi  era più pastura per le greggi dei tuoi servi, poiché vi è una grande  carestia nel paese di Canaan. Deh, permetti ora che i tuoi servi  dimorino nel paese di Goscen». 5 Allora il Faraone parlò a Giuseppe,  dicendo: «Tuo padre e i tuoi fratelli sono venuti da te; 6 il paese  d'Egitto è a tua disposizione; fa' abitare tuo padre e i tuoi fratelli  nella parte migliore del paese; dimorino pure nel paese di Goscen. E se  tu sai che fra loro ci sono degli uomini capaci, falli soprintendenti  del mio bestiame». 7 Poi Giuseppe condusse Giacobbe suo padre dal  Faraone e glielo presentò. E Giacobbe benedisse il Faraone. 8 Il Faraone  allora disse a Giacobbe: «Quanti sono gli anni della tua vita?». 9  Giacobbe rispose al Faraone: «Gli anni del mio pellegrinare sono  centotrent'anni; gli anni della mia vita sono stati pochi e cattivi, e  non hanno raggiunto il numero degli anni della vita dei miei padri, nei  giorni del loro pellegrinare». 10 Giacobbe benedisse ancora il Faraone e  si ritirò dalla presenza del Faraone. 11 Così Giuseppe stabilì suo  padre e i suoi fratelli e diede loro una proprietà nel paese di Egitto,  nella parte migliore del paese, nella contrada di Ramses, come il  Faraone aveva ordinato. 12 E Giuseppe sostentò suo padre, i suoi  fratelli e tutta la famiglia di suo padre, rifornendoli di pane, secondo  il numero dei figli.

L'amministrazione di Giuseppe durante la carestia
13  Or in tutto il paese non c'era pane, perché la carestia era gravissima;  il paese d'Egitto e il paese di Canaan languivano a motivo della  carestia. 14 Giuseppe ammassò tutto il denaro che si trovava nel paese  di Egitto e nel paese di Canaan in cambio del grano che essi compravano;  e Giuseppe portò questo denaro nella casa del Faraone. 15 Or quando nel  paese di Egitto e nel paese di Canaan venne a mancare il denaro, tutti  gli Egiziani vennero da Giuseppe e dissero: «Dacci del pane! Perché  dovremmo morire sotto i tuoi occhi? Poiché il nostro denaro è finito».  16 Giuseppe disse: «Date il vostro bestiame; e io vi darò del pane in  cambio del vostro bestiame, se è finito il denaro». 17 Allora essi  portarono a Giuseppe il loro bestiame; e Giuseppe diede loro del pane in  cambio dei loro cavalli, delle loro greggi di pecore, delle loro  mandrie di buoi e dei loro asini. Così fornì loro del pane per  quell'anno, in cambio di tutto il loro bestiame. 18 Passato quell'anno,  tornarono da lui l'anno seguente e gli dissero: «Non possiamo nascondere  al mio signore che, siccome il denaro è finito e le mandrie del nostro  bestiame sono passate in proprietà del mio signore, nulla più resta che  il mio signore possa prendere tranne i nostri corpi e le nostre terre.  19 Perché dovremmo perire sotto i tuoi occhi, noi e le nostre terre?  Compra noi e le nostre terre in cambio di pane, e noi con le nostre  terre saremo schiavi del Faraone; e dacci da seminare affinché possiamo  vivere e non morire, e il suolo non diventi un deserto». 20 Così  Giuseppe acquistò per il Faraone tutte le terre d'Egitto, perché gli  Egiziani vendettero ciascuno il proprio campo, poiché la carestia li  colpiva gravemente. Così il paese diventò proprietà del Faraone. 21  Quanto al popolo, lo spostò nelle città, da un capo all'altro  dell'Egitto; 22 solo le terre dei sacerdoti non acquistò, perché i  sacerdoti ricevevano una provvigione assegnata loro dal Faraone e  vivevano della provvigione che il Faraone dava loro; per questo essi non  vendettero le loro terre. 23 Poi Giuseppe disse al popolo: «Ecco, oggi  ho acquistato voi e le vostre terre per il Faraone; eccovi del seme;  seminate la terra; 24 al tempo del raccolto, ne darete il quinto al  Faraone, e quattro parti saranno vostre per la semente dei campi, per il  nutrimento vostro e di quelli di casa vostra, e per il nutrimento dei  vostri bambini». 25 E quelli dissero: «Tu ci hai salvato la vita! Ci sia  dato di trovar grazia agli occhi del mio signore, e saremo schiavi del  Faraone». 26 Giuseppe fece di questo una legge nel paese d'Egitto, che  dura fino al giorno d'oggi, secondo la quale si deve dare la quinta  parte del raccolto al Faraone. Soltanto le terre dei sacerdoti non  diventarono proprietà del Faraone.

Giuseppe giura a Giacobbe di seppellirlo coi suoi padri
27  Così Israele abitò nel paese d'Egitto, nel paese di Goscen; là essi  ebbero dei possedimenti, furono fruttiferi e si moltiplicarono  grandemente. 28 Or Giacobbe visse nel paese d'Egitto diciassette anni; e  la durata della vita di Giacobbe fu di centoquarantasette anni. 29  Quando il tempo della morte per Israele fu vicino, egli chiamò suo  figlio Giuseppe e gli disse: «Deh, se ho trovato grazia agli occhi tuoi,  metti la tua mano sotto la mia coscia e usa con me benignità e fedeltà;  di grazia, non seppellirmi in Egitto! 30 Ma, quando mi riposerò coi  miei padri, portami fuori d'Egitto e seppelliscimi nel loro sepolcro!».  Egli rispose: «Farò come tu dici». 31 Allora Giacobbe disse:  «Giuramelo». E Giuseppe glielo giurò. Quindi Israele, appoggiandosi al  capo del letto, adorò.

Giacobbe benedice Efraim e Manasse
 48:1 Dopo queste cose, avvenne che fu detto a Giuseppe: «Ecco, tuo  padre è ammalato». Così egli prese con sé i suoi due figli, Manasse ed  Efraim. 2 Quando fu riferito a Giacobbe: «Ecco, tuo figlio Giuseppe  viene da te», Israele raccolse le sue forze e si mise a sedere sul  letto. 3 Allora Giacobbe disse a Giuseppe: «Dio onnipotente mi apparve a  Luz nel paese di Canaan, mi benedisse 4 e mi disse: "Ecco, io ti  renderò fruttifero, ti moltiplicherò, ti farò diventare una moltitudine  di popoli e darò questo paese alla tua discendenza dopo di te, come una  proprietà perpetua". 5 Ora i tuoi due figli, che ti sono nati nel paese  d'Egitto prima che io venissi da te in Egitto, sono miei. Efraim e  Manasse sono miei, come Ruben, e Simeone. 6 Ma i figli che hai generato  dopo di loro saranno tuoi; nel territorio della loro eredità saranno  chiamati col nome dei loro fratelli. 7 Quanto a me, mentre tornavo da  Paddan, Rachele morì vicino a me durante il viaggio, nel paese di  Canaan, a breve distanza da Efrata; e l'ho sepolta là, sulla via di  Efrata, che è Betlemme». 8 Quando Israele vide i figli di Giuseppe,  disse: «Chi sono questi?». 9 Giuseppe rispose a suo padre: «Sono i miei  figli, che DIO mi ha dato qui». Allora egli disse: «Deh, falli  avvicinare a me, e io li benedirò». 10 Ora gli occhi di Israele erano  offuscati a motivo dell'età, e non ci vedeva più. Giuseppe li fece  avvicinare a lui, ed egli li baciò e li abbracciò. 11 Quindi Israele  disse a Giuseppe: «Io non pensavo più di rivedere la tua faccia, ma ora  DIO mi ha dato di vedere anche la tua discendenza». 12 Giuseppe li  ritirò dalle ginocchia di suo padre e si prostrò con la faccia a terra.  13 Poi Giuseppe li prese ambedue: Efraim alla sua destra, alla sinistra  di Israele, e Manasse alla sua sinistra, alla destra di Israele, e li  fece avvicinare a lui. 14 Allora Israele stese la sua mano destra e la  posò sul capo di Efraim che era il più giovane, e posò la sua mano  sinistra sul capo di Manasse incrociando le mani, benché Manasse fosse  il primogenito. 15 Così benedisse Giuseppe e disse: «Il DIO, davanti al  quale camminarono i miei padri Abrahamo e Isacco, il DIO che mi ha  pasturato da quando esisto fino a questo giorno, 16 l'Angelo che mi ha  liberato da ogni male, benedica questi fanciulli! Siano chiamati col mio  nome e col nome dei miei padri Abrahamo e Isacco, e moltiplichino  grandemente sulla terra!». 17 Or quando Giuseppe vide che suo padre  posava la sua mano destra sul capo di Efraim, ciò gli dispiacque; prese  quindi la mano di suo padre per levarla dal capo di Efraim e metterla  sul capo di Manasse. 18 Giuseppe disse quindi a suo padre: «Non così,  padre mio, perché il primogenito è questo; metti la tua mano destra sul  suo capo». 19 Ma suo padre si rifiutò; e disse: «Lo so, figlio mio, lo  so; anche lui diventerà un popolo, e anche lui sarà grande; tuttavia il  suo fratello più giovane sarà più grande di lui, e la sua discendenza  diventerà una moltitudine di nazioni». 20 E in quel giorno li benedisse,  dicendo: «Per te Israele benedirà, dicendo: "DIO ti faccia come Efraim e  come Manasse!"». Così egli pose Efraim prima di Manasse. 21 Poi Israele  disse a Giuseppe: «Ecco, io sto per morire, ma DIO sarà con voi e vi  ricondurrà nel paese dei vostri padri. 22 Inoltre io do a te una  porzione in più che ai tuoi fratelli: quella che conquistai dalle mani  degli Amorei, con la mia spada e col mio arco».

Giacobbe benedice i suoi figli
 49:1 Poi Giacobbe chiamò i suoi figli e disse: «Radunatevi perché io vi  annunci ciò che vi accadrà nei giorni a venire. 2 Radunatevi e  ascoltate, o figli di Giacobbe! Date ascolto a Israele, vostro padre! 3  Ruben, tu sei il mio primogenito, la mia forza, la primizia del mio  vigore, eminente in dignità ed eminente in forza. 4 Impetuoso come  l'acqua, tu non avrai la preminenza, perché sei salito sul letto di tuo  padre e l'hai profanato. Egli è salito sul mio letto. 5 Simeone e Levi  sono fratelli: le loro spade sono strumenti di violenza. 6 Non entri  l'anima mia nel loro consiglio, non si unisca la mia gloria alla loro  adunanza! Poiché nella loro ira hanno ucciso degli uomini, e nella loro  caparbietà hanno tagliato i garretti ai tori. 7 Maledetta la loro ira,  perché è stata violenta, e il loro furore perché è stato crudele! Io li  dividerò in Giacobbe e li disperderò in Israele. 8 Giuda, i tuoi  fratelli ti loderanno; la tua mano sarà sulla nuca dei tuoi nemici; i  figli di tuo padre si inchineranno davanti a te. 9 Giuda è un giovane  leone; tu risali dalla preda, figlio mio; egli si china, si accovaccia  come un leone, come una leonessa; chi osa destarlo? 10 Lo scettro non  sarà rimosso da Giuda, né il bastone del comando di fra i suoi piedi,  finché venga Sciloh; e a lui ubbidiranno i popoli. 11 Egli lega il suo  asinello alla vite e il puledro della sua asina alla vite migliore; lava  la sua veste nel vino e il suo manto nel sangue dell'uva. 12 Egli ha  gli occhi lucenti per il vino e i denti bianchi per il latte. 13 Zabulon  abiterà sulla costa dei mari e sarà un rifugio per le navi; il suo  confine si estenderà verso Sidone. 14 Issacar è un asino robusto,  sdraiato fra gli ovili. 15 Egli ha visto che il riposo è buono e che il  paese è gradevole; ha curvato la spalla per portare il peso ed è  divenuto un servo del lavoro forzato. 16 Dan giudicherà il suo popolo,  come una delle tribù d'Israele. 17 Dan sarà un serpente sulla strada, un  aspide sul sentiero, che morde i talloni del cavallo, sì che il  cavaliere cade all'indietro. 18 Io aspetto la tua salvezza, o Eterno! 19  Gad, una banda di razziatori lo assalirà, ma egli a sua volta li  assalirà alle calcagna. 20 Da Ascer verrà il pane saporito ed egli  fornirà delizie reali. 21 Neftali è una cerva messa in libertà; egli  dice delle belle parole. 22 Giuseppe è un ramo d'albero fruttifero; un  ramo d'albero fruttifero vicino a una sorgente; i suoi rami corrono  sopra il muro. 23 Gli arcieri l'hanno provocato, gli hanno lanciato  dardi, l'hanno perseguitato; 24 ma l'arco suo è rimasto saldo; le sue  braccia e le sue mani sono state rinforzate dalle mani del Potente di  Giacobbe, (da colui che è il pastore e la roccia d'Israele), 25 dal Dio  di tuo padre che ti aiuterà, e dall'Altissimo che ti benedirà con  benedizioni del cielo di sopra, con benedizioni dell'abisso che giace di  sotto, con benedizioni delle mammelle e del grembo materno. 26 Le  benedizioni di tuo padre sorpassano le benedizioni dei miei antenati,  fino alle cime dei colli eterni. Esse saranno sul capo di Giuseppe e  sulla corona di colui che fu separato dai suoi fratelli. 27 Beniamino è  un lupo rapace; al mattino divora la preda, e la sera spartisce le  spoglie». 28 Tutti questi sono le dodici tribù d'Israele; e questo è ciò  che il loro padre disse loro, quando li benedisse. Li benedisse, dando a  ciascuno la sua benedizione particolare.

La morte di Giacobbe
29  Poi Giacobbe ordinò loro e disse: «Io sto per essere riunito al mio  popolo; seppellitemi coi miei padri nella spelonca che è nel campo di  Efron l'Hitteo, 30 nella caverna che è nel campo di Makpelah di fronte a  Mamre, nel paese di Canaan, quella che Abrahamo comperò col campo da  Efron l'Hitteo, come sepolcro di sua proprietà. 31 Là furono sepolti  Abrahamo e Sara sua moglie; là furono sepolti Isacco e Rebecca sua  moglie, e là io seppellii Lea. 32 Il campo e la caverna che vi si trova  furono comperati dai figli di Heth». 33 Quando Giacobbe ebbe finito di  dare questi ordini ai suoi figli, ritirò i suo piedi nel letto e spirò, e  fu riunito al suo popolo.

Sepoltura di Giacobbe nel paese di Canaan
 50:1 Allora Giuseppe si gettò sulla faccia di suo padre e pianse su di  lui, e lo baciò. 2 Poi Giuseppe ordinò ai medici che erano al suo  servizio di imbalsamare suo padre; e i medici imbalsamarono Israele. 3  Ci vollero quaranta giorni, perché tale è il tempo necessario per  l'imbalsamazione; e gli Egiziani lo piansero settanta giorni. 4 Quando i  giorni del lutto fatto per lui furono passati, Giuseppe parlò alla casa  del Faraone, dicendo: «Deh, se ho trovato grazia ai vostri occhi,  riferite al Faraone queste parole: 5 Mio padre mi ha fatto giurare e mi  ha detto: "Ecco, io sto per morire; seppelliscimi nel sepolcro che ho  scavato per me nel paese di Canaan". Ora dunque permetti che io salga a  seppellire mio padre; poi tornerò». 6 Il Faraone rispose: «Sali e  seppellisci tuo padre come egli ti ha fatto giurare». 7 Allora Giuseppe  salì a seppellire suo padre; e con lui salirono tutti i servi del  Faraone, gli anziani della sua casa e tutti gli anziani del paese  d'Egitto, 8 e tutta la casa di Giuseppe, i suoi fratelli e la casa di  suo padre. Nel paese di Goscen lasciarono soltanto i loro bambini, le  loro greggi e i loro armenti. 9 Con lui salirono pure carri e cavalieri,  così da formare un enorme corteo di gente. 10 Come furono giunti  all'aia di Atad, che è oltre il Giordano, vi fecero grandi e solenni  lamenti; e Giuseppe osservò per suo padre un lutto di sette giorni. 11  Or quando gli abitanti del paese, i Cananei, videro il lutto dell'aia di  Atad, dissero: «Questo è un grave lutto per gli Egiziani!». Perciò quel  luogo fu chiamato Abel-Mitsraim che è oltre il Giordano. 12 I suoi  figli fecero per lui quello che egli aveva ordinato loro. 13 I suoi  figli lo trasportarono nel paese di Canaan e lo seppellirono nella  spelonca del campo di Makpelah, di fronte a Mamre, che Abrahamo aveva  comperato col campo da Efron l'Hitteo, come sepolcro di sua proprietà.  14 Dopo aver sepolto suo padre, Giuseppe tornò in Egitto con i suoi  fratelli e con tutti quelli che erano saliti con lui a seppellire suo  padre.

Giuseppe rassicura i suoi fratelli
15  I fratelli di Giuseppe, quando videro che il loro padre era morto,  dissero: «Chissà se Giuseppe non nutra rancore verso di noi, e non ci  renda tutto il male che gli abbiamo fatto?». 16 Allora mandarono a dire a  Giuseppe: «Tuo padre prima di morire diede quest'ordine dicendo: 17  "Così direte a Giuseppe: Deh, perdona ora ai tuoi fratelli il loro  misfatto e il loro peccato, perché ti hanno fatto del male". Deh,  perdona dunque ora il misfatto dei servi del DIO di tuo padre!».  Giuseppe, quando gli parlarono così, pianse. 18 Poi vennero anche i suoi  fratelli e si gettarono davanti a lui, e dissero: «Ecco, siamo tuoi  servi». 19 Giuseppe disse loro: «Non temete; sono io forse al posto di  DIO? 20 Voi avete macchinato del male contro di me; ma DIO ha voluto  farlo servire al bene, per compiere quello che oggi avviene: conservare  in vita un popolo numeroso. 21 Ora dunque non temete; io provvederò il  nutrimento per voi e per i vostri figli». Così li confortò e parlò al  cuore loro con dolcezza.

Vecchiaia e morte di Giuseppe
22  Così Giuseppe dimorò in Egitto, egli e la casa di suo padre, e visse  centodieci anni. 23 Giuseppe vide i figli di Efraim, fino alla terza  generazione; anche i figli di Makir, figlio di Manasse, nacquero sulle  sue ginocchia. 24 Poi Giuseppe disse ai suoi fratelli: «Io sto per  morire; ma DIO per certo vi visiterà e vi farà salire da questo paese  nel paese che promise con giuramento ad Abrahamo, a Isacco e a  Giacobbe». 25 Giuseppe fece quindi giurare i figli d'Israele, dicendo:  «DIO per certo vi visiterà; allora voi porterete via da qui le mie  ossa». 26 Poi Giuseppe morì, in età di centodieci anni; lo imbalsamarono  e lo posero in una bara in Egitto.
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